30 maggio 2008
sabato 31 maggio
Ricordo che domani ci sarà la presentazione del libro mio e quello di nadiolinda... saremo introdotte da Roberto Baldazzini - quel che ci salta fuori no so, che improvviseremo. Sicuramente parleremo anche di pornografia, di come son cambiati usi e costumi del sesso con internet, e come la moda evolve il pensiero sessuale. Poi varie letture dai due corrispettivi libri...
Io mi sto riprendendo spero di essere in forma, per darvi, beh il meglio
:)
Se ci siete, beh bene.
29 maggio 2008
Sullo scrivere
28 maggio 2008
Cercate foto porno? Accontentati (e stufati?)
Dico, ma avete mai visto una figa? O che uno cerca cose strane, ma per cercare cose strane, sarebbe troppo facile digitare la parola di quella strana dico, così chi cerca le cose porche un poco stravaganti, ma poi nemmeno tanto - vi sò io un link dove ci sono chili di immagine pornografiche di ogni genere, e quando dico ogni dico ogni...
all'inizio ci perdevo delle ore se non altro perché dà link si passa a link a link a link al link...tutti gli aggiornamenti delle ultime 48 ore si tutto il web porno di ogni genere legale naturalmente . Vi pare poco?
Ah le foto messe, scusate spero non vi offendano, lo so non è creo una poesia di Gozzano, ma era per rendere l'idea, per lo meno quella anatomica. Ci son riuscita?
Poi c'era anche una domanda che mi son segnata "come faccio a dirle che io,che io non l'ho tradita - ma dove sono le domeniche con lei?"
Il tizio ci ha messo anche dell'enfasi a ripetere che io, due volte, ma direi che sui blog non si trova la risposta: forse a guardare la partita di pallone? La domenica si riposa. Cazzo, le amanti sul lavoro così tutto torna!
27 maggio 2008
Parole in ritirata
A volte bazzico in diverso forum, compresi quelli che recensiscono escort, e la mia opinione, è che quella fatta dagli utenti a caso, con qualche accorgimento nemmeno troppo spinto, potrebbe benissimo essere "della letteratura" , più di quella presunta artefatta che sta scritta appositamente con l'idea di eccitare o che ne so, per borghesi iliberali -
Il senso di realtà incide, sulla percezione, ma anche la letteratura stessa come fa a non nutrirsi di percezione da dare e da prendere? Beati i vecchi squalo, ve li ricordate? In ogni caso questa cosa dei forum puttaniferi ne riparlerò più avanti.
A proposito di realtà volevo segnalare un sito che mi ha fatto sorridere,
alcune son carine, altre è bene che rimangano sui cessi, cmq tutto materiale, e qualcosa riporto qui sotto...
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dove: Roma
da dove la scritta: bagno università di Roma "La Sapienza"
Comments:
Figlio di mignotta cerca mignotta per prolificare la specie
dove: Cosenza
da dove la scritta: unical bagno dell'aula C di Chimica
Comments:
1997: nessun caso di AIDS a Catanzaro; Anche i virus hanno una DIGNITÁ
dove: Torino
da dove la scritta: Via dei Mille
Comments:
Fuori le acciughe dalle scatole!
dove: Genova
da dove la scritta: Panchina nei giardinetti
Comments:
Chi si addormenta col culo che gli prude si sveglia col dito che gli puzza.
Comments:
Cazzo in culo non fa figli ma fa male se lo pigli
dove: Roma
da dove la scritta: la mia testa
Comments:
ma come faccio a sapere quando devo cominciare a vivere ????c' e' qualcuno che ti avverte per caso? io non lo conosco
da dove la scritta: Cesso pizzeria " Il gatto" Traversagna.
Comments:
Anna Maria, scusa se ti sono venuto in bocca, ma mi ero addormentato.
da dove la scritta: cessi della stazione centrale di Milano
Comments:
Cerco troia disposta a infilarmi un manubrio nel culo
da dove la scritta: mio vicino di bar
Comments:
Guardare Venezia-Lazio il mercoledì' sera e' come mangiare la marmellata di fragole tutte le mattine
da dove la scritta: istituto tecnico di Savona
Comments:
arrestato un nano che imbrattavai i muri con una bomboletta scrivendo "abbasso la figa"
dove: Mesiano-TN
da dove la scritta: facoltà di ingegneria TN
Comments:
na pisada senza en pet l'è come en violin senza l'archèt
da dove la scritta: mi nonno
Comments:
me diseva mi nonno:" se te sai usar la lingua il bigolo te lo poi metter in tasca
Flavio Giurato e Paolo Nori
“C’era una canzone, tempo fa, di uno che poi non si è più sentito con nessun’altra canzone. Si intitolava il tuffatore, mi sembra. Volevo essere un tuffatore per rinascere ogni volta dall’acqua all’aria”
Paolo Nori, “Spinoza”, Einaudi, 1999
26 maggio 2008
una barzelletta di tanto in tanto
Ogni tanto ci vuole...poi aggiungo altro post, ma questa mi ha fatto ridere, o he forse sono di parte (almeno un po'... :)) .
Tre ragazze, molto amiche, una mora, una bionda ed una rossa, decidono di confidarsi I loro desideri sessuali.
La mora dice: "Io vorrei un cinesino, bello o brutto che sia, per una notte intera."
La bionda: "Io vorrei un bel negrone per tutta una notte".
La rossa: "A me piacerebbe un bel terrone napoletano..."
Decidono allora di provare effettivamente le esperienze sognate e poi di ritrovarsi per raccontarsi le emozioni.
Dopo una settimana...
La mora: "Ragazze!!! E' stata una notte indimenticabile, non era molto dotato, ma non mi ha dato un attimo di tregua: tza,tza,tza e
via! Poi ancora: tza, tza, tza e via, senza sosta, in piedi, seduti, alla pecorina tza, tza, tza e via! Si è fermato un attimo per
prepararsi un tè ed ha fatto ancora tza, tza, tza intanto che lo beveva... CHE NOTTE!!!"
La bionda: "Ragazze!!! E' stata una notte indimenticabile, un sogno!
Dotatooo... Come non mai!!! ...Un randello mai visto, una resistenza inaudita, e che muscoli.... CHE NOTTE!!!"
La rossa: "Ragazze!!! E' stata una notte indimenticabile, è venuto a prendermi in giacca e cravatta con un mazzo di rose rosse in mano,
mi ha portato a cena e poi al cinema. Dopo siamo andati a casa mia... CHE NOTTE!!!
Dapprima mi ha fatto eccitare come nessuno aveva mai fatto, poi mi ha spogliato nuda e poi... così... Tutta nuda, eccitata al massimo...
Mi ha legata ad una sedia!!!".
"E ti ha ciulato???"
"... Tutto!!! Vestiti, televisore, carta di credito, assegni, accendino, anche la macchina...!"
25 maggio 2008
Chi del mal degli altri, pianga se stesso
Io stanotte non ho dormito neanche mezz'ora, e dire che in tutta la notte di pensieri se ne fanno. Non ho dormito perché c'avevo una gran febbre fondamentalmente, che l'altro-ieri mattina mi son alzata alle 6 per andare a fare le analisi del sangue per veder se son sana, e c'era un tempo balzano che anche con la maglietta a maniche lunghe ho preso del freddo, e per andare a vedere se sto bene, mi son presa un malanno. Tipo 39 di febbre, che ogni dettaglio quando hai 39 di febbre diventa gigantesco secondo me, più o meno come quando si era piccini dentro la culla e vedi il mondo e ti metti a fissare un oggetto con curiosità che sta là ed è grandissimo e irraggiungibile, o anche ho pensato ieri che stavo male, così male, che anche da vecchi crolli che stai sul letto, poi le stesse cose che vedi quando eri un bebè in fasce e percepivi il mondo, beh diventa una cosa simile.
Non ci si pensa mica, ma anche a dire bene adesso vedo mi contorco e mi contorco su di me, prendo il termometro e vedo quanto ho alta la temperatura e fatica, così allungo la mano nel cassetto e mi viene in mente che il termometro l'ho messo dove metto i medicinali. Cioè in una vetrina dentro la scatola del pronto soccorso. Ma chi ce la fa ad alzarsi? Merda no, anche una banalità come questa quando sei spappolato ti viene in mente bene che noi in genere camminiamo, facciamo, scancheriamo in maniera del tutto naturale, cose che sono un peso, ma la materia quanto peso è? darà anche le sue soddisfazioni quando non si sta male, sì, ma l'atp ecc ecc che incessante lavora, ecco mi venivano in mente tutte 'ste riminiscenze scientifiche, anzi e meglio una cosa che avevo letto su un libro di rifkyn mi pare entropia, che mi andava avanti e indietro per la testa, dove diceva in pratica - lo dico alla buona eh "guardate un morto come va a ramengo in fretta, che si decompone così in fretta, ma a stare vivi per non andare a male, avete presente che lavorio incessante c'è da fare?" eh ce n'è ce n'è che non ci accorgiamo eppure - tutti questi equilibri senza che noi ci rendiamo conto, oh come ci sostengono. Ma vediamo solo il mondo di fuori, dove la materia mantiene ai nostri occhi, ha la sua dignità, non le magagne dentro casa, che se ne stanno ben nascoste. Insomma a vivere ci vuole una forza che quelli che incontri in giro per strada che camminano, mi sa che non lo san mica così tanto. Ecco quanto pesa, allora come scriveva Piero Ciampi a volte non tutto torna, sei lì disteso sul letto che qualcosa non va, e ti rendi conto che non sono in tanti a perdonarti gli inferni che vivi.
24 maggio 2008
Pignagnoli non è mezzo chilo di carta
Le apparenze ingannano, come tutti sanno. Non c'è niente che inganni di più delle apparenze. A volte le cose lontane sembrano vicine e quelle vicine lontane. Prendete un romanzo di Moravia, sono trecentocinquanta pagine. Cosa credete? Credete di leggere davvero trecentocinquanta pagine? Leggete mezzo chilo di carta, ecco cosa leggete, un mezzo chilo di carta e basta. E cosa c'è in un mezzo chilo di carta?Niente. Se andate a comprare un romanzo di Moravia, non comprate un romanzo, ma un mezzo chilo di carta. E allora, anziché chiedere al libraio di darvi un romanzo di Moravia, dovreste dire più onestamente "Mi dia un mezzo chilo di carta". Ma non lo dite perché siete schiavi delle apparenze.
Opera n. 102
Prendete un libro di Alberto Moravia. Ecco cosa sono le apparenze, dei chili di carta, diceva Sandrone. Volete comprare un chilo di carta? va bene, comprate un chilo di carta! Basta che non veniate a dirmi d'aver comprato un romanzo. O, peggio, che non diciate d'aver letto un romanzo. Perché non avrete letto un romanzo, avrete solo guardato un chilo di carta. Quella che vi è sembrata un'esperienza di lettura, nel migliore dei casi sarà solo un'esperienza di contemplazione di un chilo di carta.
Opera n. 103
Pensare che c'è tanta gente che imita Moravia. Alcuni scrivono anche due chili di carta come se niente fosse, e ci fanno l'autografo nelle librerie, proprio come se avessero scritto un libro. Molti vanno ad abitare a Roma, belli freschi, oppure vanno anche a stare a New York.
Opera n. 104
Opera 105
23 maggio 2008
Il genio e il suo limite
"Non è grazie al genio ma grazie alla sofferenza, e solo grazie ad essa, che smettiamo di essere marionette"
(Emil Cioran)"
Ma ne vale la pena?
22 maggio 2008
Le tette della Zemanova
Come si sa che la mia donna preferita - ideale è Aria Giovanni, però insomma parlandoci - mica che la Zemanova mi faccia schifo - poi onde i soliti fraintendimenti ripeto che son etero, ma anche un po' no certe volte :) comunque con un mio amico si parlava di queste due donne, e lui mi fa
Sì la Zemanova è bella, ma ha le tette un pò cadenti
io gli rispondo in veneto
Beh lora me piaseria che le me cascasse dosso :) * Mi piacerebbe mi cascassero addosso
Voi cosa dite che sono indecentemente cadenti ? Eh eh. Provo a ridere un po' visto che lo scrivere mi tedia.
Poi sogni della notte
a) il mio ex mi accoltella
b) che stavo assieme ad Angiolina Jolie (che megalomane ad introdursi nei miei sogni)
c)Una mia amica mi invita ad un pranzo, e c'erano per dessert delle ottime torte gelato.
Erano tutti sogni davvero, compreso il terzo che sembra il più possibile, e in ordine di possibilità
C - A - B - che non è più una coordinata bancaria. :(
20 maggio 2008
Com'è romantica la provincia
Scrivere, non deve nascere come lavoro forse, ma poi lo è eccome se lo è. Buttare giù seguire l'istinto da scrivere, quello sì mi dà l'adrenalina, è un po' come scopare che non ci stai dietro, che ne vuoi ancora di pagine bianche da riempire, prima ancora di esaurire le idee che hai in testa e stai mettendo giù.
Ma poi la fase rimetti a posto. Ecco io la odio. Ora sono in questa fase, dove leggere capoverso per capoverso mi fa scendere una catena che non vi dico. Quando metti giù nella testa ti galoppa un ritmo, e per quel che mi riguarda non sto a badare troppo alle imperfezioni grammaticali ecc, perché quel ritmo sento che crea in un qualche modo la sua architettura in maniera del tutto naturale. Se si mettessi a pensarci troppo, sarebbe tutto diverso non sarebbe quella fusione a caldo.
Poi naturalmente nel rimettere a posto non ci si può fregare totalmente delle regole, ma questo significa anche che cambiare una virgola levare una congiunzione che sembrano puttanate ti cambiano la morfologia, l'equilibrio totale di un interi paragrafo, alo. E questo è un "se togli lì, non è solo togli lì" , ma aggiusta di su metti di giù per ridare equilibrio. E mi fa impazzire, è molto più faticoso riscrivere che scrivere, per me almeno. Ci sto così tanto sopra le frasi che perdo ogni senso,allora vado in cucina mi faccio un tè, quanti tè ! torno rileggo, vedo se ho qualche mail, poi ritorno sullo scritto e via dicendo.
Ma scrivere, è l'estemporaneità, rivedere è una cosa per becchini, e invece tocca farla, meglio che faccio io la becchina di me stesa che poi me la facciano gli altri che non hanno avuto il mio sangue.
Poi son ancora qui a pensare al titolo, sarà che ho fatto qualche settimana fa due chiacchiere con Cavazzoni, che pure lui c'ha sempre delle idee che mi fan ridere, ma son poi anche idee di un certo tipo e mi ha dato delle idee per il titolo, di non aver paura di sembrare provinciale nella scelta dei termini. Insomma quando ho fatto qui il votaggio dei titoli il prediletto era "vorrei che fosse notte" ma sì capisco, cioè capisco che è poetico, ma è anche vero che non vuol dir niente, è un titolo che potrebbe andare bene per qualunque libro, invece siccome 'sto libro parla di una famiglia del passato che va in disgrazia a poco a poco, e poi vanno in disgrazia pure tutte le famiglie che sono attorno, tutte la famiglie hanno delle disgrazie e portano disgrazie, in questo posto io pensavo il titolo "la famiglia va in malora" - subito a dirmi che è un titolo che declassa il libro... che è un titolo provinciale, ma "vorrei che fosse notte" cosa? cosa vuol dire. Niente. L'idea provinciale meno provinciale invece, è un'altra cosa, se uno pensa al titolo "I fratelli Karamàzov" e li sostituirebbe con "I fratelli Scapin" si metterebbe a ridere probabilmente, ma poi l concetto è lo stesso, solo deve essere acquisito un titolo. E poi io credo come credeva Piero Ciampi che l'amore sta nel dettaglio, cosa più di un dettaglio ci può emozionare E' proprio nella provincia intesa come specificità delle magagne e dello stupore - che possiamo ricordare quello che fa la differenza nel bene o nel male, (viene in mente una sognora dalle mie parte d'origine che lì festeggiano il "bruza il marzo", ovvero danno l'addio al vecchio mese bruciando foglie frasche ccc... emi ha etto "mai visto uno più bello di quest'anno" ci sarà stata la fiamma alta due metri anziché due, ma questo alla fine non stringe il cuore a pensarci? Io mi chiedo adesso chi si potrebbe emozionare ancora così per una simile cosa?
Quindi anche quel male provinciale alla fine, quella cronaca - che come ha detto giustamente un amico che mi scrive - si è appropriata in maniera così ingiusta della letteratura, che dobbiamo riscuotere nei suoi termini - non è profondamente romantica, molto di più di quanto non lo sia un "vorrei che fosse notte"?
19 maggio 2008
Auguri a Raffaella Ponzo...
18 maggio 2008
Intervista al bambino nel documentario D'Amore Si Vive (1984) di Silvano Agosti
Tutta farina del suo sacco? :)
16 maggio 2008
14 maggio 2008
Forma e sostanza
Parliamo nel genere letterario per il momento leviamo di mezzo le alte forme "artistiche" - le persone con cui ho avuto la discussione sostenevano che se uno scrive bene, ma dice delle "banalità" - il prodotto non è valido. E va bene, fino qui potremo essere d'accordo, almeno parzialmente. Però, se io dico delle scemenze tipo metti caso "i bacherozzi affogati nel miele", mettiamo sempre caso eh - la forma in cui lo dico - condiziona chi legge, questo credo sia indubbio. Dà eventualmente forma anche all'irrilevante, facendo dell'irrilevante qualcos'altro.
L'architettura di una frase, di un racconto, di un romanzo, è o non è, quella che dovrebbe dare il tipo di emozione che noi stessi che scriviamo, pretenderemo di dare a chi legge? Possimo avere molte pretese in questo senso e più ci sentiamo "affinati nell'animo" in positivo o i negativo - più ci rendiamo conto quanto lavoro (di cuore, di testa e di penna) c'è da fare per poter rendere l'idea di un sentire, e l'idea la puoi rendere mescolando il sentimento alla tecnica, non c'è pezza.
Dobbiamo in fin dei conti aver a che fare con tutte le altre percezioni che derivano da storie differenti - se non teniamo conto di questo il nostro è un lavoro fallimentare già in partenza, e non parlo di "compiacere il lettore". Ma sto andando fuori tema come si dice.
Al di là del dettaglio da rendere - credo che anche parlando del quotidiano - saper scrivere sia tra tante altre cose - la capacità di rendere straordinario un evento ordinario. In questo caso, davvero la forma diviene sostanza anche quando la sostanza sembra non esserci, come credo che cose importanti se sono scritte nel modo sbagliato vengano declassate della loro potenzialità.
Ne sapeva qualcosa Queneau quando ha scritto esercizi di stile - dove l'autore svolge in moltissimi modi differenti l'avvenimento di un tizio che a bordo di un autobus, a mezzogiorno, un uomo si lamenta per le spinte e la folla. Appena può si siede. Più tardi, racconta il tutto ad un amico, che gli dice di mettere un bottone sul suo soprabito.
Quindi mi son sentita dire che scrivere scemenze scritte "bene" è una bestemmia. Va bene, io dico che ci sono bestemmie peggiori, ci son scemenze scritte in maniera scema, e anzi io credo ancora peggio come già dicevo - eventi significativi scritti in maniera accademica che è il più gran torto che uno che scrive può fare essere schiavo delle accademie, e degli insegnamenti che cerca di eseguire perché senza questi si sentirebbe perduto. Lo metto alla stregua di chi compra vestiti costosi, perché si affida ad un ipotetico valore del soldo che fa da garante, supplisce ad un'incapacità di sentire cosa sia "il buon gusto" che magari si può rimeditare tranquillamente ai mercatini.
"Scritto bene" ecco poi bisogna sempre capire cosa significa bene. io bene intendo con una voce propria,a quel punto anche una scemenza scritta bene, ha un senso. Altri contenuti più complessi, invece cedo proprio possano assolutamente prescindere una certa struttura articolata per essere espressi, parlo soprattutto a un certo tipo di filosofia dove alcuni filosofia Deleuze Deridda Guattari ecc...ma anche altra filosofia - quelli hanno fatto del proprio linguaggi il linguaggio, o poi è anche vero che certe complessità non si possono esprimere a loro volta con un linguaggio semplice, perché partono già da delle strutture complesse.
L'altra obiezione che mi è stata fatta: io sostengo che la scrittura sia come le altre arti un insieme di tecnica e significato, invece pure qui a dire che se nelle altre forme artistiche come pittura, scultura ad esempio, la forma diviene il tutto (il che è un falso anche questo), invece nella scrittura essendoci la semantica di mezzo non si può pensare alla scrittura come un'arte data dalla forma, ma la priorità è il contenuto. Io beh vi lascio la palla a voi, si parlava l'atro giorno del lire se quella frase l'avesse detta pinco pallino anziché Carmelo bene. Ma teniamo fuori dal gioco la letteratura sperimentale, non vale.
12 maggio 2008
Sol che passi il lunedì - bacherozzi a colazione
A parte che è sempre un casino il lunedì lì a Bologna - perché viene la donna delle pulizie che fa un gran casino nel pomeriggio, e io nel pomeriggio devo dormire assolutamente - e mi rovina il sonno che c'ha quel minchione di aspirapolvere che mi passa sopra il sonno.
Allora tipo due settimane fa di lunedì - ho detto "c'ho sonno" se vien la filippina con l'aspirapolvere sta volta io la pago perché lasci la casa sporca - allora ho preferito tornare a Modena - che ho detto adesso dormo a casa, anche se faccio 50 minuti di treno in più, ma dormo che dormo. Arrivo a casa e c'erano di fuori nei viali quelli che tagliavano gli alberi con la motosega. Mi è venuto un nervoso, che io non so mica eh
Comunque questo è niente. La settimana scorsa sempre di lunedì ho detto, ah c'è la filippina che mi passa l'aspirapolvere sopra il sonno, "ah che sonno che c'ho che sonno, ma proprio un sonno da far invidia alla morte". Che di notte specifico non dormo molto che scrivo, allora poi è un casino di giorno dico .
Arrivo a Modena, arrivo davanti casa, mi rendo conto che non ho le chiavi per entrare. Ah bene bene, non ho le chiavi. E io c'avevo un gran sonno eh.
Comunque poi mi è venuto in mente che una copia delle chiavi le avevo lasciate al mio amico che scrive anche Gianfranco Mammi, - così lo chiamo e gli dico "sgrunt son rimasta fuori c'hai le chiavi?"
Lui era al lavoro che è in una biblioteca, allora m'ha detto "mezz' ora arrivo in bici in centro che vado in casa e te le porto".
Bene allora! nella sfiga che culo dico. Però un caldo boia e c'avevo la giacca che colava e anche il computer su una spalla che mi colava la spalla, e allora io camminavo tutta storta sotto il sole che lui mi è venuto in contro con le chiavi.
Allora da lì torno sulla via Giardini di Modena e arrivo davanti casa e apro il cancello e arrivo al 2 piano, metto dentro le chiavi che mi ha dato Gianfri e non girano un cazzo, e le ho girate così tanto quelle chiavi che mi son quasi storta una mano. E dire che c'avevo sonno.
Poi allora ho detto, eh n! adesso chiedo alla padrona che abita davanti il mio interno - che saprà di sicuro sta bazza delle chiavi. Allora suono alla vecchietta.
Mi apre e mi dice, signorina c'è giusto da pagare la luce e la pulizia delle scale.
E io le dico sì che le pago, ma che ho bisogno della chiave, e dice che non ce l'ha mica la chiave, che mi ha dato tutte le copie.
Allora poi gli mostro quella che mi ha dato il mio amico e mi dice battendoci su con l'unghia ricurva- che quella è mancante di un dentello - che è per la donna delle pulizie che apre solo da dentro. io non ho mica capito, ma perché mi ha smollato una chiave che non apre, pensa che abbi anche i soldi per una donna delle pulizie, che per di più mi frattura i maroni come fa la filippina Bologna? In ogni caso anche se fosse, metti caso mai, con quella copia che apre solo da dentro, ma come cazzo fa ad entrare la donna delle pulizie, insomma? Non c'era verso.
Poi allora che lei è calma tanto non fa 'na minchia tutto il giorno, e mi dice ancora che c'è da pagare al luce e le pulizie delle scale, io le dico di sì che adesso i soldi glieli do, prima che mi si colino entro la giacca - e la badante che è scaltra - le fa notare che c'ho fretta, che visto che aveva capito la situazione, qui senza chiave dovevo tornare indietro. E dire che c'avevo sonno.
Allora la vecchietta mi dice, ma non è che magari hai lasciato una finestra aperta?
Io allora m'illumino, (non d'immenso ve lo poso garantire) vado giù a vedere se c'è una finestra aperta - scendo e c'era nel cortile uno con la barba che pare Hemingway che era lì che spazzava le foglie (lo fa sempre), e gli chiedo se al secondo piano vede una finestra aperta...
Lui continua spazzare le foglie, po quando vede che trastullo il braccio colato - poi mi dice che è sordo.
Allora una finestra aperta c'era, e io torno dalla signora e le dico: signora c'è una finestra aperta, dalla parte della strada, lei mi dice, ah mi son ricordata che la scala arriva solo fino al 1 piano.
Ah va bene allora torno a Bologna. Che mi sarei buttata sotto una pianta a dormire, che tanto i rami li avevano segati la settimana prima.
Sera ormai - salgo sull'autobus - arrivo in stazione prendo il treno arrivo a Bologna, che non ce la facevo più, sempre con la spalla che mi colava sempre di più - c'è il portiere che ci prova sempre, ma visto che ero mal messa ha fatto meno complimenti del solito, invece di dirmi signorina com'è distrutta l'aiuto. No! me lo dice quando son messa bene che non ne ho bisogno.
Arrivo su in casa piano 7 e trovo la la filippina che se ne andava - senza aspirapolvere eh. la casa odorava di pulito, e gli avrei sbattuto mastrolindo in culo, visto che era tutta colpa sua se avevo deciso di tornare a casa.
Vedo che le chiavi le avevo lasciate in camera a della casa a Bologna e poi la sera arriva anche e la Luisa che è la morosa del mio ex, e anche incazzata mi dice che son troppo disordinata e dice che la settimana indietro ho lasciato il miele aperto e ci son andati dentro 2 bacherozzi, due scarafaggi che son morti dentro il miele.
allora io gli ho detto
"Hai visto? volevano fare gli ingordi, e son morti di glicemia"
C'era anche il mio ex che gli veniva da ridere anche a lui - che però era anche incazzato che no si lascia il miele aperto, però gli faceva ridere dei bacherozzi e la glicemia. Allora lei se l'è presa che anche a lui veniva da ridere, e si è chiusa in camere a due mandate. E lui mi diceva dài dille qualcosa, e a me veniva ancora da ridere, che ero disperata in realtà.
Che io non ce la faccio chiudere i barattoli di miele. Mi dimentico.
Poi è uscita dalla camera che gli era passata l'incazzatura, e siamo andati a mangiare un gelato al pistacchio. Oh ma quei bacherozzi, gli è esplosa la vena del glucosio.
Comunque in genere, tutto questo per dire che il lunedì non è un gran giorno.
11 maggio 2008
Qualcosa sul femmnile da Carmelo Bene
Io, non c'è un niente da fare, mi rendo conto che son la prima ad avere degli stereotipi piantati nella testa che la donna bella, e bella quando è giovane e bella, poi può diventare anche affascinante - cioè poi "può essere anche bella" anche per altre cose, ma per altre cose.
A proposito di femminile rileggevo Carmelo Bene, il libro a cura di Giancarlo Dotto. Lascio a voi.
Domanda di Giancarlo Dotto
Lydia (Mancinelli) invecchiava e le donne che invecchiano sono per te uno spettacolo insostenibile
C.B. - Non è questo. Lydia invecchiava bene, Forse l'ultimo anno un po' cominciava a risentirne. Dopo i quaranta, la donna attraversa una fase delicata. Non era facile chiudere così dopo anni ininterrotti, senza mai una piega. Dove anche le risse erano unione. E poi, cinicamente parlando, il fatto che si sia tolta allora, non convenne tanto a lei. Col fiscalista facemmo i conti residui della società, passai tutto, quel poco a Lydia e ricominciai da capo. Non era la prima volta, Continuavo impunito, lei cominciava a non tollerare più questi letti affollati con ragazze che sembravano bambine ma erano un'iradiddio...Lydia era Pentensilea, un'amazzone, invulnerabile, radiosa. L'età cominciò a fiaccarla e io...dovevo passare ad altro. (...)
09 maggio 2008
Non si diventa ciechi
Va bene che oggi i blog li tengono anche ragazzini di 12 anni e magari non si può certo pretendere espongano una visione del mondo più o meno reale, o chissà - però trovo davvero impressionante il fatto che si parli ancora di vergogna o riguardo la masturbazione femminile - o che si associ immediatamente solo a quella maschile .
O ancora queste frasi "sì, le donne lo fanno, ma non lo dicono - sono delle gran porche"
O che si dica che la psicologia umana non è normale, quindi le cose si fanno e non si dicono.
Cioè - allora dal mio punto di vista, è vero che in generale viene "più colpevolizzato" il piacere (fisico) femminile rispetto quello maschile - quindi la masturbazione che è meramente "eseguita" per il solo piacere fisico viene vista in maniera boh "peccaminosa" visto che on ci può essere nessun altro riscontro né procreatore, né di accondiscendenza del piacere maschile.
Davvero preoccupanti alcuni commenti, certo il web come il mondo è uno zavaglio. Poi cosa significa "porca non porca"? - cioè che una che gli piace godere è una porca? beh e se sì, allora? E poi come spesso accade si semplifica tutto, e si ragiona per genere M o F...
Poi esiste dal mio punto di vista la diversa complessità biochimica - ormonale - genitale, che nell'uomo mi pare sia più immediata anche proprio per una conformazione genitale - è lì... :) - e poi il condizionamento culturale che si riversa inevitabilmente anche sull'agire.
Conosco ragazze che effettivamente dicono di non masturbarsi perché non ci riescono, l'unico atto vero per loro è il rapporto con un compagno, perché non riescono all'idea. Son convinta che questa sì sia una deformazione culturale e non biologica - a meno che non ci siano difficoltà organiche - tipo dell'anorgasmia che condizionerebbe il desiderio, ma questo sarebbe riversato anche su di un eventuale partner.
Altra cosa strana che ho notato, che c'è anche chi vive la masturbazione dell'altro (nel caso della coppia) come una sorta di mancanza di rispetto tradimento (minore) naturalmente.
Ma non è così cavoli! La masturbazione è un rapporto intimo con se stessi. E a mio avviso non è certo un torto al partner (come non lo è affatto - ad esempio - il guardare della pornografia). Solo si ha piacere qualche volta di godere di sé, nei propri tempi, nelle proprie fantasie, senza dover rendere conto a nessuno e senza tradire nessuno, pensate voi se questo - nonostante "l'accompagnamento" non fosse possibile.
Io invece personalmente, trovo sopportabilissima l'astinenza fisica proprio per una possibile variante che è quella legata alla masturbazione: naturalmente credo anche in quella necessità sessuale, che nelle donne è - mi pare davvero - meno spiccata rispetto gli uomini, anche se come si vede dal sondaggio seppur in maniera minore, pure la frequenza maggiore indicata dalle donne stesse è il 29% contro il 50% maschile. Con abbastanza stupore invece leggo che c'è una minima parte circa uguale tra uomini e donne che praticano solo sesso fisico escludendo altre pratiche ad occhio e croce.
Insomma non si diventa ciechi - al limite ci si vede meglio.
08 maggio 2008
Storia fancazzista 3
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Dopo del tempo che me la menava sempre l’ho invitato a casa io. Meglio prendere l’iniziativa con quelli timorosi.
Allora dopo cena gli dico “bè dài allora arriviamo al dunque”
"Dunque… "dice lui.
"Ma Spogliati no. Vuoi trombare? Non vuoi trombare? Decideti, deciditi.Almeno spogliati".
Lui si è calato le braghe che prima non si era nemmeno levato le scarpe, ed era un po’ legato nei movimenti.
Mi siedo un attimo ha detto per acquistare un po’ di eleganza, sennò cadeva. Così si toglie le scarpe con le braghe calate e una volta spogliato ed è rimasto con i boxer.
Poi non ha detto niente.
Che ce l’aveva già fuori laterale, e un po’ di vergognava si vede che non diceva niente.
Io glielo ho guardato e vedo che c'ha l'uccello storto.
E dico, ma fa finta di niente, pensa che non me ne accorga che ce l'ha storto?
Allora gli chiedo, "he, ma com'è che ce l'hai storto?".
"Ah" dice, "sai quando ce l'ho nelle mutande lo tengo sempre dalla stessa parte".
"Tipo a sinistra gli dico?"
"Sì tipo a sinistra" mi risponde.E facendo così, si passa una mano nei capelli spostandosi il ciuffo a sinistra.
Allora dico, "come il ciuffo dei capelli insomma, che uno li porta come vuole. A destra o a sinistra"."
"Eh sì, solo che quando LUI prende la piega da una parte non è mica che lo rimetti a posto con il gel".
Così mette a ridere. "Ma cosa ti ridi?" pensavo .
E poi a enfatizzare "LUI". Ma LUI chi? Il cazzo?
E come lo pronunciava che ne andava fiero, LUI, come se fosse una persona, sì una persona taccata ai maroni. Pensavo.
Ma com'è che faceva finta di niente. Che pensava che non lo notavo che ce l'aveva storto?
Poteva dire anche "guarda mi dispiace, ha preso una brutta piega", o almeno ha preso una piega.
Ed io per gentilezza avrei fatto finta di non capire "Eh cosa?"
"Eh LUI", avrebbe detto ancora con enfasi, che anche se era una piega l'avrebbe comunque messo in un trono.
Ma quale trono e trono che poi mi vien sempre la vescica interna, laterale quando trombo uno che ce l'ha storto.
Provate voi avere dentro una cosa storta.
Insomma che non è per il verso giusto. Che va tutto storto. Ho preso una storta al piede, un tempo si diceva, ora ho preso uno storto.
Che mi fa una brutta piaga.
Be non glielo mica detto questo.
Ma quando se l'è rimesso via, gli ho detto, "va ben che sei comunista, ma mettilo anche a destra ogni tanto.
Così poi riga dritto".
"Eh cosa?" Mi dice lui
"No niente, niente, dico. era solo un pensiero a voce alta".
06 maggio 2008
a proposito di sé
Lettera riguardo alle finte di suicidio
Allora visto l'apprensione di chi l'ha scritto, ho pensato di metterlo qui, in quelli recente. Oggi, cioè il 6 maggio di un anni fa - tra l'altro è anche la data di suicidio si Atrax Morgue. http://gisy79.blogspot.com/2007/05/ancora-in-ricordo-atrax-morgue.html Rimando anche al suo post. Ciao Marco.
Ecco la lettera
Ci possono essere molti motivi che possono spingere al suicidio.. ma trovo che tutti siano superabili con molta buona volontà. La cosa che meno sopporto sono le "finte" del suicidio.. quelle farse che si fanno soltanto per attirare l'attenzione. Io mi domando, in questo caso, cosa diavolo potrebbe pensare, quale orrore potrebbe assalire il suicida quando si accorge che sta morendo davvero e che non è un gioco, che non può fermarsi. Sono innamorata di un ragazzo che usa fare così... gli ho chiesto di non tagliarsi e non fare più cose tanto stupide, ma ha iniziato ad accumulare così tanto rancore, che alla fine l'ho lasciato libero di fare come credeva. Vi dirò.. mi è sembrato di commettere un delitto, di fargli capire che della sua vita non mi importava più. Sono veramente arrabbiata con lui, lui finge di suicidarsi... e questo non lo sopporto. Non so più cosa fare con lui... per vendicarsi di un mio comportamento (reiterato, ma ognuno ha i suoi difetti :-(, ha finto di suicidarsi al telefono. Da quel momento, è cambiato qualcosa.. e lo vedo con occhi diversi, quasi che prima non avessi mai collegato la possibilità che morisse "realmente". Mi ha fatto orrore pensare a lui che si diverte a far scorrere il sangue dalla sua pelle... l'ho immaginato per la prima volta con un taglio alla gola. Ma la cosa che mi ha più colpito.. è stato ciò che ho pensato. Anche se ho urlato, sono restata lì ad ascoltare che non fingesse, ma poi i rumori duravano da troppo e mi sembravano proprio reali.. allora mi sono spaventata ed ho chiuso il telefono.. e.. ho pensato che fosse pazzo e che questo l'aveva portato a morire. I suicidi usano la loro morte per ferire gli altri... per lasciare un senso di colpa e di vuoto.
Ogni volta che sopravvive, ritorna con una voce che traspare gioia.. e mi dice che non l'ha fatto per me. Io resto un po' confusa, perché un momento prima, sembrava che non ero più il suo primo pensiero e gli dava fastidio se cercavo di fermarlo. Oppure era come se fosse colpa mia, che ero arrabbiata... Senza dubbio, facendo così detiene il potere. Ne sono molto innamorata, poi so cosa vuol dire soffrire.. ma forse questo mi porta a non vedere le cose in modo oggettivo. Ormai ne ha combinate così tante, che dovrei lasciarlo e dimenticarlo... ma ogni volta è difficile, c'è sempre qualcosa che ci riporta insieme. In ogni caso.. sentire quei rumori al telefono per scherzo, è stato orribile. Risentirli poi, per davvero, per un'altro dei suoi suicidi "finti", è stato ancora peggio. Mi manca il cuore, ormai... Non so come comportarmi con lui.. cosa devo fare? Devo fare l'indifferente? E se poi muore veramente? Oppure devo dargli retta e continuare a sentire degli ultimatum al mondo? Sembra che i genitori non si accorgano di niente, eppure se ne va in giro bendato...
Sono contro il suicidio.
io dico
Moltissimi motivi che possono portare all'idea del suicidio, forse quasi tutti almeno almeno una volta nella vita, ci abbiamo pensato, anche se in maniera più o meno superficiale - arrivare al suicidio vero e proprio, è già più fatica sia per l'istinto base di sopravvivenza, sia e credo di averla vissuto, per il dolore che può provare nel provocare il dolore di chi amiamo e ci ha a cuore.
Tu parli anche di autolesionismo riguardo questo ragazzo, che è comunque uno stato mentale patologico, direi tutto sommato abbastanza diffuso, ma che va curato con attenzione.
E' logico che chi soffre di disturbi analoghi non li abbandonerà con una semplice richiesta.
Quasi tutti quelli che simulano suicidi, lo fanno con l'intento di avere delle attenzioni, o per ottenere quello che non sentono di avere, magari affetto, o una solitudine incolmabile.
Spesso, e il suicidio ne è l'esempio più eclatante, ma ce ne sono tantissimi altri - l'autolesionismo, è una forma di masochismo verso gli altri, come il sadismo stesso, è una forma di masochismo verso se stessi. Questo binomio è difficilmente dissociabile.
Ma non tutti i suicidi lo fanno davvero per ledere a chi rimane, alcuni sì, ma non tutti. Spesso, certi non ne parlano proprio, agiscono e basta.
Altre volte, sapere che c'è chi ci ama invece, anche in fasi in cui al suicidio ci si pensa frena l'istinto auto distruttivo per la volontà di non fare del male.
E' meglio vivere una vita d'inferno? io non credo, certo si devono fare molti tentativi per cercare di vivere al meglio possibile, e curarsi. Ma non sempre questo ha esito positivo. Naturalmente ogni situazione va vista e rivista da tante angolature e solo i veri coinvolti sanno cosa vivono, ma proprio per questo un aiuto esterno e lucido non fa certo male.
Sicuramente la persona con cui hai a che fare, ha problemi che non si risolvono solo a parole d'amici e fidanzata. sarà sempre inconsolabile, non abbandonarlo totalmente, ma non farti prendere dai sensi di colpa, se no gli darai più forza nel continuare a fare quello che fa, perché capisce d'avere un potere, e non va bene. io cercherei di parlare anche con le persone che conosci che possono essergli realmente vicine, genitori compresi questo punto.
04 maggio 2008
03 maggio 2008
Domande della settimana n 2
Quante copie ha venduto Poalo Nori
Allora, ma che curiosi, che curiosi, interessarsi alle copie vendute di un autore. A volte e garantisco - non lo sa nemmeno l'autore stesso. Ci si basa troppo spesso sulle chiacchiere - rispetto queste domande. Da una parte mi verrebbe da pensare che chi ha cercato una risposta simile sia qualcuno che ha a che fare con l'editoria, ma poi a pensarci bene - uno che ha a che fare con l'editoria - non la cercherebbe su internet una riposta tanta farlocca.
Comunque Paolo Nori (come saprà ben il nostro interessato) da anni pubblica molto, spesso, e continua pubblicare molto, spesso - e quindi di conseguenza mi vien da rispondere. Tante. Almeno tante di più di quello che cercato questa risposta, che io non conosco, ma mi vien da pensarlo che sarà uno che anche se non è nell'editoria c'e ne avrebbe una mezza intenzione.
Perché è bello essere figa
beh non è che sarebbe nemmeno da spiegare, questo. Rispondo solo con la solita frase "Tira più un pelo di fXXX che un carro di buoi. Socialmenter sappiamo che la donna è identificata con la bellezza, molto più di quanto non la possa essere con tanti altri valori coesistenti, con questa diciamo qualità. Quindi essere "figa" nello stereotipo inteso del termine - corrisponde al suo potere per eccellenza in quanto identificazione - internamente ad una gerarchia di valori, che riguardo la donna in particolar modo...sono questi. Insomma, in poche parole, più sei figa, più hai una sorta di potere, ed avere potere alla fine anche senza esercitarlo, io dico che è una bella cosa. Ditemi il contrario.
Frasi sulle delusione
Vedo che speso arrivano con queste parole. Io non so, adesso me ne invento qualcuna.
- Perché ci deludiamo dell'ovvio? Lo stesso ovvio che applaudiamo poco prima.
- "Ed io che ti credevo"
- Se non eri sincero, era parecchio meglio.
- La delusione? Andare in vacanza e renderti conto che stavi meglio a casa. (risparmiando).
- "Questi giovani d'oggi! Non credono a niente. Noi alla loro età eravamo pieni di delusioni.
La delusione della maturità segue l'illusione della gioventù
I giornali stimolano sempre la curiosità: nessuno ne posa uno senza un sentimento di delusionese; cjxpop
È il momento propizio per afferrare una delusione.
Ambrose Gwinnett Bierce
A leggere nel pensiero di certa gente si rischiano solo delusioni.
Roberto Gervaso
01 maggio 2008
La biografia al posto della vita
Certo si sa, oggi tutto serve per promuoversi. Ogni spazio virtuale parla di noi, ci dà l'illusorietà di poter esistere in un luogo anche quando ci troviamo in un altro - di poter essere davvero quello che siamo, come di poter essere quello che non siamo, o di essere quello vorremo essere.
Insomma potremo anche scoprire cose che prima non potevamo mai considerare di poter essere, visto che il nostro essere invisibile è noi, tanto quanto potrebbe essere un qualunque altro noi.
Però my-space in particolar modo è l'iper sé - (distante dal super uomo niciano).
Mi rendo sempre più conto quanto ci sia la volontà di imporsi, di farsi ascoltare, e quanto poco in realtà ci sia la capacità di ascolto. Forse, come scrivevo in qualche post precedente per la mancanza di tempo, e quindi per l'impossibilità di far sedimentare davvero le cose - anche quelle che potenzialmente interesserebbero; insomma, come ascoltare, pensare, lasciare sul fondo e riprendere davvero ciò che ci è rimasto vivo di quell'ardore detto "presente emotivo" per me.
Vedo, osservo, lo scambio brutale del presente mercificato: "io ho fatto questo, tu hai fatto quello, ah che bello, che bravi abbiamo fatto, esistiamo in questo mondo perché abbiamo fatto".
Mi mandano libri, dischi, mi chiedono "dài io prendo il tuo libro e tu, ti prendi il mi disco". Ma che senso ha tutto questo?
Io sono davvero delusa. Cosa significa? Fare girare le cose nel mercatino degli accattoni narcisi; poi ci sono quelli che apprezzo, pur proponendosi, ma si capisce è un altro modo di porsi - e non per un dovere virtualizzato - (quelli che poi fanno gli offesi). Mi spiace, ma già ho poco tempo davvero per le cose che mi interessano, trovarne pure per quello che non mi interessa diventa oneroso, sgradevole, impossibile, una violenza spam.
E poi c'è di mezzo la presunzione, la rabbia, che se si fa una critica (richiesta tra l'altro) nel bene o nel male, (dal tuo punto di vista che è sempre e solo il mio punto di vista), scatta l'offesa.
Mi spiace perché è capitato varie volte. Ma è giusto, che, se si chiedono dei giudizi, quelle volte che si danno, si accettino. Oppure non si chiedono.
Una cosa che a me fa schifo ad un altro può sembrare meravigliosa e viceversa.
Volete sentirvi dire che la vs opera è meravigliosa, allora rispondetevi mi vien da dire. Monologatevi, ma già lo fate. anche quando insultate, non fate in realtà, che insultare che voi stessi con la vostra rabbia - è la vostra malattia che dovete fare ascoltare, ma la cura non è nei giudizi dei forzati fruitori.
Quindi, vedo che (a parte quelli che ci provano, che non fanno testo), quelli che in genere chiedono giudizi disinteressati - poi si defilano, se non è del tutto positivo, mi spiace. Ma chi siete voi e chi sono io?
Basta con il doverci fare esistere.
- Si fanno un'idea - pensano che hai che hai pubblicato, allora puoi tornare utile, editore, giudizio ecc ecc ecc. Forse è naturale, però si è costretti alla scortesia all'ipocrisia. Che tanto niente è poi niente, nessuno è realmente nessuno in questa bolgia, se non nell'idea che il proprio sé sarebbe appagato con un'approvazione . Oh caspita mondo dimmi qualcosa che non sia silenzio.
E poi basta con questi scrittori, questi fotografi, questi musicisti, questi di myspace o no; che scrivono vivo a - tra : "Bologna - Roma - Berlino - New York" - la smettiamo o no, di voler vivere una biografia invece che una vita?