E’ vietata la riproduzione, parziale o totale, in qualsiasi forma e secondo ogni modalità, dei contenuti di questo blog, senza l’autorizzazione preventiva dell’autore.
Tutte le interviste, gli articoli, e le pubblicazioni artistiche realizzate da Gisela Scerman sono protette dal diritto esclusivo d’autore, e il loro utilizzo è consentito solo citando la fonte e l'autore e/o chiedendo il permesso preventivo dello stesso.

Creative Commons License



News e appuntamenti


x




IN LIBRERIA

28 novembre 2007

Torna Baldazzini con un calendario

30 - 11-07

OGGI in allegato all'
Espresso o Repubblica "Pelle" il documentario di Alberto D'Onofrio sulle storie di sesso e sentimento, dove ci son pure io...

.................................................................

Per tutti i fansi di Baldazzini un nuovo calendario realizzato per la ditta Zanotti....il ricavato andrà in benificenza

per maggiori info scrivere a info@zanotti.com


Intervista di Francesca Sassoli

Zahra. Un nome esotico... Me la descriveresti?

“Soda, molto soda! Robusta ed esigente, forse uno sguardo freddo a volte ma decisamente calda e accogliente...dappertutto! Disponibile, è un’atleta, conosce la disciplina, probabilmente ha fatto arti marziali... ma il suo obbiettivo è lo studio, conoscere meglio se stessa e il mondo che la circonda! Il nome è la giusta coniugazione tra la ditta Zanotti e un immaginario che vuole raccontare di un personaggio che ha il dono dell’ubiquità, può viaggiare e ‘spostarsi’ ovunque nel mondo, un po’ come la Zanotti che vende i suoi prodotti in cinque continenti”.

Quando immagini una nuova, seducente stella, dove peschi l'ispirazione?

“Prendo spunti da quello che non ho ancora potuto sviluppare con il disegno, in questo caso parlo di un corpo femminile particolarmente procace, provocante e sinuoso e un ‘carattere’ che in questo momento sento che mi appartiene. Poi cerco di catalizzare l’attenzione su una figura che sia un prototipo attuale di elementi che appartengono alla realtà presente che mi circonda... è strano perché in fondo queste immagini appartengono per lo più alla mia fantasia”.

Quali sono i "componenti" di un personaggio erotico più richiesti del mercato editoriale?

“Una domanda che mi ispirerebbe a fare un excursus non indifferente sugli ultimi 40 anni di proposte editoriali di carattere erotico... La sensualità, è il vincolo che caratterizza l’eros, sempre e comunque, non importa quanto possa essere bello il nostro personaggio, importa quanto sa attrarre l’attenzione e forse, anche se il termine è un po’ desueto, provocare! Ma non ricordo qualche editore che mi abbia mai chiesto o suggerito delle caratteristiche particolari per un personaggio femminile che andavo disegnando, piuttosto sono stato invitato a proporre un certo genere di Eros che potesse essere ‘compreso’ da tutti e non quello che un tempo mi appassionava soprattutto: il trans – gender – bdsm –fetish –hard”.

Donne, androgini, trans... c'è una frontiera nell'Eros ancora inviolata?

“L’Eros è una fucina di emozioni, ce n’è tanto bisogno per vivere e vivere con piacere! L’Eros è una sfida alla solitudine e credo che l’uomo/donna del futuro stia studiando una prospettiva nuova su come vivere la sessualità, credo di individuare due spinte, la dimensione virtuale, nell’apparente sensazione di vivere senza il bisogno di avere un contatto fisico e nello stesso tempo una dimensione spirituale dove il contatto che avviene attraverso il corpo costituisce la vera unione creativa, la giusta intesa tra spirito e corpo”.

Se fosse in carne ed ossa, Zahra da cosa e da chi verrebbe sedotta?
“Dalla vita, dai paesaggi e dall’amore per gli altri esseri umani. Da una forza virile che la travolga e l’accompagni nel suo percorso di donna. Immagino che lasciarsi travolgere dalla passione sia un bellissimo traguardo, oltre che essere un fantastico stile di vita”.

Giarrettiere, scarpe vertiginose, coulotte... Tutti accessori super sexy, ma che vengono da un'epoca passata. Quali sono, secondo te, gli elementi moderni che hanno contribuito ad una immagine seducente della donna?

“Gli orpelli e la lingerie, l’abbigliamento intimo, più in generale ‘la divisa’ sono feticci ben precisi di una cultura, di un’epoca, elementi di un piacere effimero, una “corazza” che ha reso sexy e mature certe generazioni. Tutto viene comunque riproposto e aggiornato, continuamente! L’immagine la fa da padrona e i modelli propongono un’identificazione totale, non basta avere solo ‘quel paio di mini-slip per essere sexy’, ma occorre anche avere la bocca carnosa. Ma così è sempre stato, ora però è più difficile distinguere il piacere sessuale e feticista dal feticcio stesso....non c’è compromesso tra ciò che viene idolatrato e quello che appartiene veramente alla dimensione erotica. Questo divario corre il rischio di perdere sempre di più la tradizione umana del sentimento e della virtù, due elementi importanti di seduzione. Mi viene da pensare alla prorompenza della femminilità e al protagonismo dello star system della moda con le sue modelle strabilianti che all’inizio degli anni 90 anno hanno invaso la scena, un nuovo modello femminile, la mannequin che non è più un modello irraggiungibile e di vetroresina, ma una donna come tutte le altre”.

Si dice che gli uomini si sono "femminilizzati", sempre più spesso usano creme antirughe, si depilano il petto e le spalle, curano look e capigliatura... questo fatto ha inciso sull'immaginario erotico del "maschio" di oggi?
“Il maschio si mette in mostra come ‘una bella donna’, anche lui credo abbia il diritto di ritagliarsi uno spazio di icona di bellezza dal terribile ruolo di militare/burocrate/politico/... anche se mostrando la sua vanità corre il rischio di perdere l’identità, trovo che il corpo maschile e soprattutto il pene abbia il diritto di esprimere al meglio la propria virilità! Anche l’uomo sta mostrando la sua parte debole e indifesa, credo che si stia avviando un processo di umanizzazione”.

E se l'uomo è più femmineo, trovi che le donne si siano "mascolinizzate"? Ciò crea solo confusione o nuova linfa per un nuovo tipo di erotismo?

“Si è inteso che la femmina, esprimendo la sua ‘debolezza’, il suo candore e la sua sottomissione abbia nei secoli affascinato l’uomo, maschio, potente e ardimentoso, con tanto di muscoli scolpiti e/o titoli nobiliari... e la femmina affascinata dai muscoli e dai titoli abbia perso la testa... ma forse non è andata proprio così. I tempi sono cambiati e ci troviamo di fronte a una tribù di esseri multiformi e variegati nelle razze e nei colori della pelle, forse l’erotismo potrebbe nascere d’ora in poi da attrazioni veramente bizzarre e particolari, dai nostri difetti invece che da nostri modelli...non so, mi viene in mente di coniare un nuovo termine per chiamare questo ‘personaggio’: Uoma!”

Qual è un atteggiamento che secondo te uccide la libido… oltre fare continuamente domande come me ora?

“Le domande sono sempre libidinose, fanno parte della sfera della seduzione, credo che fare il giornalista sia un’appassionante viaggio di ‘penetrazione’ nella vita degli altri e quindi lo trovo erotico. Un atteggiamento che uccide la libido è non essere in grado di accettare se stessi per quello che si è!”

23 novembre 2007

Attenzione denunciamo gli snuff movies

Credo che ci sia ancora molta ignoranza rispetto un certo tipo di aberrazioni umane-sessuali che non si possono certo ridurre a "gusti" e sui gusti non si discute. Per chi ancora non lo sapesse - e sono in vari a non saperlo - gli Snuff sono dei video girati "su commissione a pagamento" da gente che può pagare e ordinare degli omicidi a scopo sessuale a dei speciali committenti che eseguano il tipo di "morte prescritta a pagamento" davanti alle telecamere. Naturalmente le vittime sono donne o anche uomini presi da paesi spesso coperti da guerra o miseria, in modo tale "che una sparizione non sia poi una cosa tanto anomala". "


Questi video per essere fatti son pagati fior soldi dall'esecutore primario che poi usufruirà del video, inseguito lo stesso sono rivenduti a prezzi molto inferiori a ad altri che magari non possono permettersi di pagare uguali prezzi, accontentandosi così di queste "fantasie altrui".
Il termine Snuff deriva dall’inglese to snuff e nello slung americano significa “annientare”, “ammazzare brutalmente”. Gli snuff movies sono (o meglio dovrebbero essere) dei filmati in cui i protagonisti sono prima torturati, violentati e poi, “finalmente”, uccisi.
Siccome si parla molto spesso di pedofilia e altre cose ignobili, che certo fanno notizia, poco invece
fin ora ho sentito parlare di questo "genere" , che ahimè esiste, ed è naturalmente condannabile di ordine penale, si a per chi esegue che per chi commissiona.

Girando in internet e cercando sull'argomento ho trovato vari che si lamentano che involontariamente hanno scaricato dei Snuff mentre cercavano della normale pornografia.
Con il sistema Peer to peer ovvero chi scarica in genere video da e-mule e si imbatte magari anche involontariamente in video che possono sembrare di questo genere sarebbe generoso segnalarlo, anche se potrebbe benissimo essere un fake, ovvero una simulazione. Per fortuna spesso capita che sono solo simulazioni, e quindi ok, ma non si può ignorare che è un fenomeno che in certi circuiti abbastanza nascosti esiste - anche se la vera esistenza è stata messa più volte in discussione.
In un forum ho trovato questa discussione interessante da parte di un partecipante che appoggio al 100%

"Ragazzi chi non è sicuro di saper sopportare la conoscenza di cose così orrende, è pregato di non leggere, ci starebbe sicuramente male, ma chi vuole rendersi conto di dov'è arrivata lo schifo della società prosegua.ragazzi aprite gli occhi e leggete!!!è importante!!![/SIZE]allora raga di tutte le età, tutti noi usiamo il p2p (peer to peer) ovvero i nostri muli, i nostri cadmilla donkey mozi, ecc, e scaricando o più esattamente shaarando un file, a tutti (credo) sarà capitato di imbattersi in un fake, che spesso si tramuta in un porno o in un'altra cazzata di film, ma la cosa che di più mi sconvolge è l'esistenza di un'altro tipo di filmati che credo in molti non abbiate mai avuto la sfortuna di vedere, sono gli snuff movies, ovvero video che definirei thriller, ma con gente vera come protagonista, ovvero gli snuff, sono dei video, che anno in vigore scene da arancia meccanica, ma in maniera molto più violenta, in alcuni si può vedere realmente quale può essere il livello più alto del male concentrato. :::allora alcuni video sono solamente cazzate tra gente consenziente che usa qualsiasi orifizi del suo corpo, per "dare il benvenuto" ad ogni cosa, ma altri sono terribilmente cruenti e terribili: per sfortuna ho visto degli spezzoni di un paio e dico:


1. una ragazza viene rapita da due uomini che nel video si mostrano incappucciati con le vesti nere, e durante il video mentre uno dei due riprende il tutto, l'altro più grosso spoglia la ragazza strappandole i vestiti, e facendola rimanere in slip, poi tenendola stretta per un braccio, ha già pronto un cappio, che appende a una trave, e.....dopo vi fa entrare il collo della povera ragazza, che dopo che il sostegno sotto di lei viene spinto via, cerca di lottare con tutte le sue forze per la vita, ma dopo un po la telecamera zoomma sui suoi occhi e ,credo ,qui ho chiuso gli occhi e non ho voluto vedere, che con l'espressione di disperazione si spengono! in diretta! e riaprendo gli occhi, il boia approfitta sessualmente del corpo della ragazza ormai senza vita.

2. un'altra ragazza viene rapita, anche lei subisce enormi violenze sempre per opera di più uomini, praticamente la ragazza viene denudata, fatta appoggiare con una certa inclinazione ad una parete, e (scusaste ma è la realtà non posso non citarla) dopo averle legato le gambe in posizione divaricata, viene p_n_tr_t_ con un'asta di legno, ricolma di chiodi.

3. ...signori non riesco più a raccontare, fortunatamente ho rimosso tali brutalità, ma purtropo accadono di continuo, visto il fiume di materiale presente sulla rete, e quindi negli hartd disk di migliaia di gente perversa! non so dirvi altro, però chiunque di voi con un mulo, può scrivere snuff e scaricare qualcosa, un po di cazzate le troverete, ma purtroppo arriveranno i video maledetti, pensate che i titoli dei movies sono : - face of death, -death mirror orrible, ecc...ecc...ecc...apriamo gli occhi tale scempio non può assolutamente esistere!!!!!!!!!non so come, ma in qualche modo dobbiamo,e dico dobbiamo far finire questo schifo, proteggiamo le donne, sono le cose più elle che abbiamo, non possiamo permettere che succedano tali atrocità, e poi chiedo agli avvocati o laureandi inscritti in giurisprudenza, come fanno ad esistere i video, senza che agli esecutori venga fatto niente, come cazz è possibile?"


Io purtroppo ho avuto modo di sentire altre testimonianze simili, e certo altro che trhiller come riduce il termine chi scrive, pure horror suonerebbe leggero. Davvero bisognerebbe cercare di non cadere nell'indifferenza e nella pigrizia - perché davvero sapere che possano esserci giri di vita e denaro simili è davvero una cosa schifosa, pensare che una vita valga una sega di qualcun altro. Indico qui il primio sito sull'informazione degli snuff movie

21 novembre 2007

Metto un capitolo che non parla di sesso e poco triste



Aggiornamento
Gisy site


Visto che si continua a darci con 'sta cosa del sesso - dell'autobiografico e della tristezza esistenziale, metto un brano del libro in buona parte veneto che non sia così vicino agli elemento sopra citatali !

Posto questo perché al link di D di Repubblica c'era una lungo discorso sulle solite scrittrici erotiche...

http://dweb.repubblica.it/dettaglio/Sbattimi-come-un-kilim-afgano/29001

Un mio amico di Vicenza è Bepi.

Bepi è un po’ il filosofo del paese, ma filosofo che però parla in dialetto, come tutti là. Va a farsi il giretto su per i boschi a raccogliere le frasche; è sempre vestito con degli indumenti fuori lusso, con tre maglioni uno sopra l'altro bucati, così il freddo passa uguale. Dopo il bosco con le frasche sotto braccio torna a casa, mangia i sottaceti, gli viene acidità di stomaco, e poi legge i libri che sono in italiano, ma si ostina a parlarli in dialetto, lui stesso dice che si sentirebbe ridicolo a parlarli in italiano.

Lui fa sputtanare dal ridere anche quando vuole essere serio, e se si potesse vedere dall’esterno riderebbe anche lui. Non vedendosi si chiede perché gli altri nelle sue prossimità acquisiscano questa euforia, o al contrario un'incazzatura esilarante. Un giorno ad esempio un tipo in macchina di fronte a lui, su per i monti fece un incidente andando fuori strada.

Bepi, che vede la scena scende giù dalla sua moto da postino per prestargli soccorso; il tipo preso male dal misfatto vedendo questo tizio apprensivo che si avvicina a chiedere se va tutto ok, nel momento in cui gli è a distanza di gomito, gli sgancia un pugno in un occhio. Bepi rimane sul posto stordito. Non gli chiede più nulla. Siccome è remissivo, dice solo ok, ma non a voce alta, tra sé e sé. Nel senso "Ho capito”, o meglio “non ho capito”, ma torna via uguale. A lui gli era parso di essere gentile. Tutto lì. L'altro tipo rimane invece stranito e un po’ incazzato col pugno alto. Bepi arriva a casa si mette del ghiaccio sull'orbita e sta a meditare.

Di libri impegnati lui è uno che ne legge parecchi, e fa anche molte considerazioni abbinando l'alta filosofia alle bieche vicende umane, che poi è da dove prende spunto l'alta filosofia. Anche lui secondo me, come io facevo con i diari delle compagne di classe, si immedesima negli autori che legge, difatti parlando una volta mi disse “Platone la pensava come MI”; non è semmai lui a pensarla come Platone. Ma dal suo punto di vista è la stessa cosa visto che si può viceversare il ragionamento; perché come fa una cosa se è uguale ad un'altra, l'altra non esserle uguale alla cosa prima?

Un'altra volta discutendo salta fuori la parola "Aporia". Parlandone, mi dice che in quel posto non si parla mai di cose così; si parla delle magagne, delle scarogne, o di politica spiccia, ma dell'aporia no. E poi aggiunge: "Quanti vuto ca savesse cosa un'aporia in tutto il Veneto? Puchi de sicuro: mi, Cacciari e alti du, tri", "Quanti vuoi che sappiano cos'è un'aporia in tutto il Veneto? Pochi di sicuro: io, Cacciari e altri due, tre" .

Lui è per le cose pratiche e nitide, sensibilità letteraria a parte.

Un giorno stavo scrivendo una delle solite mie cazzate tipo "La bellezza deve essere come le puttane; pubblica". Bepi mi ribatte che non è per niente immediata questa considerazione, che nello scrivere l'importante è essere chiari e rendere l'idea. A me sembrava di essere chiara infatti, ma lui insiste che no, e per essere chiari e rendere l'idea lui avrebbe convertito la frase in "La bellezza deve essere come le poste; pubblica".

Perché dice essere più logico che le poste italiane siano un posto più pubblico rispetto le puttane. Insomma diciamo: ufficialmente pubblico. Ecco.

Suo padre Guerino è anche meglio per ridere; mi narra di uno tornato dalla guerra in Russia cinquant’anni fa. Con aria seria mi dice che se si va a casa di questo Tonin Fasolo "L'è ancor lì sentà ca el bate i denti" * , "E' ancora lì seduto che batte i denti", perché il freddo di quel tempo gli si è talmente viscerato nelle ossa che anche quando non ci pensa, batte i denti lo stesso; e ha un bel da mettersi dei maglioni spessi Tonin Fasolo.

Guerino come Bepi è uno che non guarda a sprechi. Un giorno che mi trovavo lì nelle prossimità del pranzo, aveva messo su il sughetto a scaldare, intendo la passata di pomodoro che con la fiamma altina scoppiettava qua e la, e sul gas si creavano dei bubboni rosso splatter; lui andava col pane a raccoglierli per farne scarpetta. Mi ha però specificato che il gas era pulito e la passata fresca, ma mi ha fatto uguale un po' di senso; come quando ha preso la dentiera dal bicchiere, se la mette in bocca, con una mossa mandibolica se la sistema, fa combaciare parte sotto e sopra con uno snap, dopodiché dice che gli è venuta sete e in un sol sgorgo finisce l'acqua del bicchiere dove erano stati in ammollo i denti finti.

Un'altra volta ancora, che era ormai estate, dunque quasi ora di tagliare l'erba sui prati, c'era un vicino che sembrava avere la pretesa di insegnargli un metodo migliore e più sbrigativo per questa ricorrenza stagionale. Guerino che invece ce n'ha un po' di estati alle spalle e si sente così ferito nell'esperienza e mi fa "E quelo là, el vol vegnere a insegnarme come fare coi prà, proprio a mi, a mi, ca son il Paganini della falze", "*E quello là, vuol venire a insegnarmi come fare con i prati, proprio a me, a me, che sono il Paganini della falce". Bepi oltre a lamentarsi di suo padre e spiegarmi della filosofia di paese, mi parla delle dipendenze, visto che come me in passato ha avuto relazioni con l'alprazolam.

Sostiene che le dipendenze non sono solo quelle delle droghe e psicofarmaci, ma anche quelle da cibo; mi fa l'esempio di suo padre dipendente oltre che dal sugo anche dai bagigi, che i bagigi non sarebbero altro che arachidi in italiano corretto. A me questa dipendenza da bagigi, mi faceva ridere, perché dice che se gliene mette sulla tavola cento, finché non ha schiacciato a tutti l’involucro retato bagigio e non li ha mangiati fino all'ultimo, non si alza mica da lì, piuttosto si fa esplodere le arterie con le arachidi che lasciarne mezza fuori, anche se poi sta male e si lamenta. Uguale fa col vino, ma questo mi sembra più normale; gli dice sempre che tanto il xe un biciere tajà, che varrebbe a dire, un bicchiere di vino mezzo d'acqua e mezzo di vino vero, che tagliato appunto fa meno, che per intero, ma Bepi sa che "non il xe miga tajà". E' intero.

In ogni caso Guerino e Bepi credo si vogliano bene, nonostante reciprocamente padre e figlio dicono uno dell’altro di non capire un cazzo di niente.


19 novembre 2007

Recensione trovata (Una donna sprecata)















E' che di tanto in tanto guardo in internet, (la vanità c'ha sempre la meglio) . e ho trovato questa recensione sull'ultimo libro, mi piace come si contraddica la gente mentre scrive...nel giro di poche righe, passo da cretina, a intelligente a mona. Per lo meno però dice che è scritto bene. Non è un vero post ma fa davvero sorridere per quanto la tristezza viene condannata, e dire che si parla di "valori"...

Una donna sprecata (che sarei io eh) :)

di Elisabetta de Dominis



Mentre ascendevo al cielo c'era la folla di spasimanti che si accalcava a mo' di scala umana, tanti uomini, uno sopra l'altro, cercavano di raggiungermi. Tutti a me, tutti a me, dalla mia altezza ghignavo, una folla a piramide con un gran torcicollo pur di tendere verso l'adorata...

Inizia così, con un sogno da femme fatale, La ragazza definitiva (Castelvecchi), primo romanzo di Gisy Scerman, una bellissima ragazza veneta, a giudicare dalla foto di copertina, di 28 anni che racconta probabilmente (la biografia è identica) la sua vita. Mi piacerebbe non fosse la sua, tanto è squallida, insensata e vuota - altro che femme fatale - benché scritta bene e punteggiata di tanto in tanto da riflessioni intelligenti. Mi piacerebbe fosse una storia inventata, la somma di altre storie viste, ascoltate, immaginate. Ma temo non sia così.

Dunque Gisy è bella, intelligente e scrive pure bene, ma la vita che racconta è di una ragazza cretina, priva di pudore e valori, che perciò non si vergogna di mettere tutto nero su bianco e di farci un libro. Qui prodest? (A chi giova?) Viene da chiedersi. A lei, per trovare finalmente una collocazione nella società, magari come autrice? Ma si può diventare famose raccontando di quanto ci si è fatte usare, maltrattare, sfruttare? Allora può esser utile al lettore? A me no di certo, se non per congratularmi con me stessa di non aver voluto figli. A chi è genitore, forse, può aprire gli occhi. A tutti, comunque, questa vita inutile lascia un gran dispiacere dentro. E rabbia. Soprattutto alle donne, credo. Ma perché Gisy, che non è stupida, si fa trattare male, umiliare da tutti gli uomini che incontra? Dice di essere generosa e di perdonare, perciò va con tutti e se qualcuno la tratta in modo disgustoso, lo dimentica e passa ad un altro. Questa non è generosità ma ‘monaggine' e il perdono non nasce dalla debolezza ma dalla forza. Si giustifica dicendo che è sfortunata e pigra, ma è cinica e amorale. Se si prostituisse per soldi, avrebbe un motivo. No, lei non sa dove va né chi è o chi vorrebbe essere. Voleva fare la modella, diventare famosa, ma non le è riuscito, perché l'ambiente è traviato e lei ci è finita dentro. Sempre meglio che studiare o lavorare. Perciò fa la modella di quart'ordine, facendo foto fetish e nel frattempo va a letto con tutti quelli che incontra, compresa la madre di un suo ex ragazzo e perfino puttane che tira su per la strada e paga. Si autodefinisce"figa della mutua, ovvero una ragazza passabile di storia in storia quasi fosse una prescrizione medica".

Un paio di volte sottolinea la sua tristezza e la sua solitudine. Prende ansiolitici da sette anni, si sente sempre male e fa fatica a vivere. A 28 anni! Forse il perché viene a galla quando scrive: "Di cosa ha veramente paura la gente? Di essere libera. Teme anche i sogni. E per questo con gli stessi sogni si distrugge. Quante realtà ho visto logorate a furia di sogni". Quindi Gisy ha paura di sognare ad occhi aperti e si guarda bene dal fare la Madonna come nel suo sogno, che a lei sembra una femme fatale scostante e crudele, mentre è semplicemente l'archetipo comportamentale femminile della donna matura. Una donna che è cresciuta attraverso l'esercizio della scelta, imparando a riconoscere il proprio valore intrinseco e a farlo rispettare. Se poi ritiene che nessuno sia alla sua altezza... meglio sola che mal accompagnata.

Io, da adolescente, il sogno di Gisy l'ho vissuto. Ed è stato divertentissimo. Solo che invece delle patatine lanciavo liquirizie. Mentre la vita che descrive non fa ridere per niente, anche se lei crede di essere umoristica. Come si potrebbe ridere dell'amarezza che trapela dal pensiero di questa giovane, infelice donna?

17 novembre 2007

Di quale specie?



Cari, purtroppo davvero la cultura o l'uomo non si capisce dove può arrivare in azioni deplorevoli, che probabilmente in alcuni contesti - ritiene e vive con quotidiana normalità, - vi pregherei di dare un occhio a questo video dove degli animali vengono scuoiati vivi per uso di abbigliamento vedere qui sotto

Barbarie sugli animali è il primo video in alto a destra

o copia incolla qui...

http://www.petatv.com/tvpopup/Prefs.asp?video=fur_farm

non sarebbe male votare la petizione, io l'ho fatto. Non nego che amo le pellicce sulle donne, son bellissime da vedere, ma se questo è il prezzo da pagare in sofferenza evviva la lavorazione sintetica.

Dal corriere della sera

PELLICCE LOW COST - Nel settore della pellicceria è oggi possibile trovare un’infinità di capi di abbigliamento e accessori con rifiniture in pelliccia e questo, sostengono gli animalisti, proprio grazie al mercato cinese di allevamento, trasformazione e confezionamento che grazie a manodopera a basso costo e minori tutele, assenza di leggi a tutela del benessere degli animali allevati e norme che vietino atti di crudeltà, permette di proporre prezzi accessibili a un vasto pubblico e di realizzare ottimi guadagni. «I consumatori devono sapere quali atrocità si nascondono dietro tali prodotti - dice ancora Bennati -, per i quali non esiste un obbligo di etichetta che indichi il paese produttore, la specie animale, il sistema di allevamento e uccisione: a loro chiediamo di rifiutarsi di acquistare qualsiasi capo contenente spoglie di animali. Al governo italiano chiediamo di mettere fine a questo mercato di morte».

.....

Un altra notizia che mi ha colpito è stata quelle della bambina indiana nata con 4 gambe, dove in India in un primo momento si credeva alla reincarnazione di una dea - ora però è statasottoposta ad un intervento costosissimo per riportare la piccola alla normalità (circa 144.000€)... (Guardate che bel viso che ha...)

I genitori, poverissimi la credevano davvero una reincarnazione della dea Vishnu (che nell’iconografia sacra è rappresentata a con quattro braccia), Lakshmi in realtà è nata legata ad un gemello senza testa unito a lei per l’inguine e dotato di una sua colonna vertebrale, reni e arti.

“Senza l’intervento chirurgico la bambina non avrebbe mai camminato o gattonato e sarebbe morta tra pochi anni”, ha rivelato il leader dell’equipe di chirurghi che l’ha operata, Sharan Patil della Narayana Health City di Bangalore. “Fortunatamente, Lakshmi ha un corpo completo e un set di organi quasi perfetto. Il suo sistema scheletrico comprende due corpi fusi insieme, ma l’operazione – sebbene assai complessa – sembra sia andata a buon fine, ma econdo i medici però la bambina ha ancora il 20-25 per cento di probabilità di non sopravvivere all'intervento".

Auguroni davvero.

E' davvero un mondo imprevedibile

14 novembre 2007

Puttanieri e affini

Lasciamo da parte i discorsi mortiferi. Volevo parlare di puttane e puttanieri, che detta così suona male, ma chi mi ha letto, sa che è un argomento che mi sta a cuore. così come le puttane, la loto storia, la loro bellezza, il loro potere e talvolta le loro tragedie.

Mi spiace che in vari si siano sentiti offesi nel sentirsi dire che molti uomini son puttanieri, e me lo hanno scritto pure in privato; ma intendevo che nella vita- sia normale prima o poi - poter desiderare situazioni simili; e non lo dico con nessun senso di condanna. Ma capisco l'ipocrisia che permea tutta la società e la fa percepire tale.

Credo chi i desideri di uomini e donne quelli psico-fisici - che in alcuni casi coincidano abbiano il diritto di essere soddisfarli . Perché non questo soddisfacimento non può essere esaudito tramite servizio - che è quello sessuale? Non ci trovo nulla di male, ammesso che lo scambio sia libero e consenziente e consapevole.

I desideri, sono necessità, a volte lussi, cos'è se non il desiderio che ci spinge avanti? La prostituta incarna anche l'idea di bellezza, e di femminilità, non nel senso che tutte le donne son puttane intendiamoci bene, ma di sicuro che ogni puttana è veramente o idealmente è l'espressione massima del femminile. Con il quale l'uomo può fantasticare i suoi desideri, quelli che magari in un rapporto usuale non riesce più a soddisfare, e lo stesso motivo che a volte lo fa cadere in quell'amante che è molto peggio di una prostituta.
A dire il vero lo trovo addirittura più corretto del fatto di poter avere un'amante ad esempio...dove l'attenzione di persona sarebbe con molta probabilità spostata a discapito di un rapporto.

Il fatto di dire che prima o poi uno si accorge che le strade oltre portare a Roma portino a puttane, significa semplicemente che prima o poi certi desideri se non sono stati realizzati, è giusto che trovino la possibilità di poterlo essere, anche per chi magari nella vita farebbe fatica trovarsi un'alternativa.

Ma non deve essere necessariamente un'ultima spiaggia, ma va bene anche come lusso, per chi invece di andare in vacanza al mare va in vacanza a puttane. E allora?
Capisco che questo discorso va a scontrarsi a differenza del mare con un'imperativo etico-morale non da poco, ma davvero se tutto fosse in regola, non ci vedrei niente di guasto e di sicuro non volevo offendere nessuno, se non altro posso dire che sono molto peggio quelli che non pagano e ti trattano da puttana. Io i puttanieri che conosco, mi son tanto simpatichi.

Parlando con delle donne, mi sorprende che dia più fastidio il fatto di poter essere"tradite" se di tradimento si potrebbe parlare con delle prostitute piuttosto che con altre donne. Questo probabilmente deriva dal considera una prostituta una "sotto donna", e una'altra donna invece essendo più facilmente messa su un livello paritario fa scattare un confronto, cioè una sfida plausibile, senza pensare che il proprio uomo ricada nella "mercificazione del sesso".

Nel libro "la ragazza definitiva" ne facevo delle categoria e a parte gli scrocconi, questi son quelli che mi son più simpatichi....

Il puttaniere romantico pubblico e il puttaniere romantico privato

Un altro sotto insieme è quei del puttanieri romantici. A loro volta anche questi si dividono ulteriormente.

Ci sono quelli romantici con le puttane, che solitamente vanno sempre da una; come Antonio, le comprano il regalino, a volte le portano dei fiori, ed esagerando fanno anche delle promesse; o come un altro mio amico che diceva di avere la fidanzata, in realtà era una di quelle; abbiamo scoperto l'annuncio di lei col suo numero di telefono sul giornale di provincia. Così abbiamo capito perché ogni domenica, ad una certa ora aveva un incontro immancabile con la sua "fidanzata" russa.

Questi che hanno molte accortezze verso una sola donna di strada sono i puttanieri romantici specifici. Esistono però anche i puttanieri romantici, che vanno a troie, ma poi sono romantici per i cazzi loro. Con la loro fidanzata, con la propria moglie, oppure semplicemente ci vanno per un'idea romantica del mondo, e secondo me trovano romantico anche l'andare a troie, essendo un po’ bohemien l'idea; non tanto perché sono romanticizzati da una donna, ma dall'idea delle troie, e posso capire che ci può essere anche un romanticismo generale da strada.

Il puttaniere annoiato

Esistono poi gli annoiati che vanno a troie per passare il tempo, ma quelli lo fanno come diversivo delle bocce, non come vizio o attaccamento morboso, questi non sono mica di quelli affezionati. In questi casi il gioco delle bocce spesso ha la meglio sulla figa, perché dato che a volte è la stessa cosa, a parità della stessa cosa, si fa quella che costa meno.

Il puttaniere svincolato

Un'altra sezione di puttanieri che si può riconoscere è quella di chi non vuol impegnarsi e basta. Magari non hanno un'idea romantica né della vita, né dell'amore, fanno fatica con le tecniche di adescamento, come ad avere delle scadenze con una persona specifica. A loro interessa solo fare Zu Zu con qualcuna che non gli rompa le palle, e questo è il puttaniere svincolato. E anche questa figura, non è malvagia in fin dei conti.

12 novembre 2007

Dove il fiume ti ferma

Giorno a tutti,

mi rendo conto che son stata poco presente ultimamente. Certo non basta mettere le cose degli altri per esserci, però se non altro dà un senso di continuità. Ho pensato ultimamente che forse potrei chiudere questo blog, come diceva Tenco “...nel mondo c'è già tanta gente che parla, parla, parla sempre, che pretende di farsi sentire, e non ha niente da dire".

Non so, ci penso poi ci giro attorno al pensiero, ma non è questo il punto – è che forse davvero la mia assenza di desideri mi scava come un cancro. Ci sono sì dei giorni che mi pare pure bello guardare fuori, camminare e fare tutte quelle cose che gli esseri umani fanno. Poi ripenso anche alle storie dei miei nonni, e che ai tempi della guerra da bambini bastava stare stretti in 4 piccolini nel letto sciupo, a stringersi al rumore che i grandi provocavano buttando dei sassolini giù per le grondaie per stringersi di più e non volerla mai per nessun motivo al mondo la morte, e quella era la vita. Mi spiace pure che non riesco a rispondere con entusiasmo alle mail che mi arrivano, non che me la tiri sia chiaro, ma quando sei sul depresso-rispondere appunto in un certo tono a chi non conosci proprio non mi riesce, allora dico rispondo poi domani o un altro giorno, intanto vado a dormire, e poi quel giorno va in là. Quindi non è un fatto personale se capita che non rispondo qualche volta. Mi pare un po' di essere in quel limbo sospesa tra la voglia di non riuscire a vivere e quella soglia del non a volere la morte fino in fondo. Non è facile passare dal desiderio di morte alla morte. No, no. Poi vedo le notizie per televisione e mi dico, ma guarda è morto quel ragazzo - come quel tifoso o la studentessa di Perugia che probabilmente alla propria morte mai ci pensavano. E' proprio una beffa il mondo eh.

E intanto si è qui, poi nulla se si pensa che la terra esiste da poco circa 4 miliardi e mezzo di anni – ce ne saranno di rivoluzioni partiti governi e avanti ancora finché vuoi. Cos'è il nostro tempo? Uno poi è infossato qui, si sa e cosa si può fare costretto al proprio sé, ai propri blog a ste cose per darsi un senso.

"E volere scampare? Ma scampare da cosa? Una bella pretesa sai… questo è il pianeta terra, questo è il sogno, perché insistere nel volerne fare qualcosa di reale, qualcosa di solido? Cosa credi di aver trovato? Dimmi cosa hai trovato, questa è una buona domanda, più che chiedersi il futuro. E poi… l’idea di fare soldi, credi di essere più libera così? Credi che pensare al fare soldi ti possa giovare? Ti sentiresti migliore? Gli antichi Maya usavano sacrifici umani, e non solo loro. Ma poi se è così, sei come tanti altri – che a differenza dei sacrifici, vorresti trasformare il sangue in denaro. Non hai voglia di perdere denaro – sangue. Oh mioddio devo fare qualcosa per recuperare denaro, non posso vivere senza. Ah sì? E con il sangue come la mettiamo? - Il pesce spada è svanito. La vasca è solitaria, come Denver quando è stata abbandonata agli eroi; nessuno piangeva, ma il cuore è gonfio di tristezza. Era meglio quando i Serafini leccavano la carne di chiunque gli regalasse un sorriso. E tu vuoi scampare? Scampare, eh? Strana pretesa amore mio”. Accontentiamoci di adesso”.

g


10 novembre 2007

Intervista ad Ermanno Cavazzoni

“Storia naturale dei giganti” – il tuo ultimo libro, una narrazione epica -ironica grottesca e dettagliate della vita usanze e dimensioni di queste creature, che hai ricostruito fondamentalmente attraverso i poemi epici - cavallereschi – da Pulci, Boiardo e molti altri meno conosciuti in poi. Come ti è venuta in mente questa bizzarra idea, e come sei andato avanti nel fare questo romanzo? 
 
Beh i poemi cavallereschi del rinascimento italiano sono tantissimi anni che li leggo; ho incominciato con l’Ariosto che è il più famoso, e ne sono stato talmente entusiasta che ho continuato a leggere molti degli altri poemi che l’hanno accompagnato; era un genere molto letto allora, e ne scrivevano in continuazione; allora se uno pensava a scrivere gli veniva fuori un poema, e doveva essere una bellissima cosa imbarcarsi in queste avventure fuori da ogni tempo e da ogni plausibilità, un po’ come la fantascienza oggi, solo che c’era di mezzo la scrittura in versi, che è un grande aiuto, come andare in carrozza sulle parole, in modo che ti portino loro.



-Il protagonista, lo studioso che ricostruisce la vita e le usanze dei giganti, si sofferma anche sulle attrattive sessuali di questi; sono esseri impacciati e ignoranti riguardo le pratiche di riproduzione, rapiscono anche belle ragazze, ma poi le tengono lì senza sapersene cosa fare, e con le stesse gigantesse dall'aspetto orripilante, non è che l'istinto abbia la meglio...ma non hanno il senso del bello o del brutto, o proprio manca l'istinto edonistico e riproduttivo ai giganti?

Beh, i giganti sono grandi esseri con degli uccelli minuscoli, degli uccellini da ridere, che a volte si perdono nelle pieghe della pancia o spariscono in mezzo al pelame riccio; anche lo stesso gigante faceva fatica a trovarlo il suo povero uccello, lo cercava a volte con le dite, perché sospettava che in presenza di una bella ragazza occorresse tirarlo fuori, ma il più delle volte cercava invano, per questo preferiva le verginelle, che non avevano mai visto l’arnese della procreazione, e quindi erano intimorite mentre il gigante si perlustrava la zona inguinale, tirando bestemmie, maledizioni, dicendo che al giorno d’oggi non si trova più niente. Con le gigantesse io credo che il rapporto sessuale fosse per contatto esterno, come fanno i galli con le galline, dove non c’è penetrazione, a quanto mi risulta, ma solo uno sfioramento delle cloache e l’emissione di un’impercettibile goccia. Per ciò le gigantesse dovevano avere rapporti multipli e reiterati, come la gallina, a quanto mi risulta.

-Lo sapevi che esistono nella realtà gli amanti delle gigantesse? Uomini che si immaginano minuscoli e amano l'idea di essere presi da donne immense dalle vagine giganti, o schiacciate da piedi enormi?

-Sì, capisco, credo che l’idea erotizzante sia di entrarci con tutta la testa e poi con il corpo, e poi tutti interi nella vagina, essere risucchiati su, in mezzo ai liquidi umettanti che sgorgano come ruscelli, e l’uomo ci nuota dentro e annaspa, e la sua piccolezza è tale che fa ridere, e fa ancora più ridere se si pensa quale sia allora la piccolezza estrema del suo membro eretto e insignificante, e inutile, dev’essere come per certi insetti dove il maschio è un affarino minuscolo mentre la femmina è corpulenta e pesante e sopporta l’apporto di centinaia di maschi. Io credo che questa attrazione derivi dal nostro arcaico cervello di ex insetti quali noi siamo.


-L'ignoranza dei giganti, fa si che il loro sfoggio, sia la forza e nella loro noia capita che si annoiano meno a tirare oggetti – ad un certo punto scrivi che
...a volte si insediano su un monte dove sotto ci sia un'abbazia e si mettono subito a tirar per aria dei sassi, di quattro, cinque chili o anche più, in modo che prevalentemente cadano sull'abbazia. Non stanno a guardare su chi in specifico cadano, se cadono su un frate o su un monaco assorto in una preghiera. Questo fa parte del caso; come fosse una precipitazione meteorologica, di cui loro sono gli agenti. In un certo senso il loro non è un atto contro le istituzioni e la fede cristiana; potrebbero assaltar l'abbazia, distruggere i muri e entrare e far man bassa; invece non si avvicinano. Preferiscono lanciare il sasso a distanza e starlo a guardare mentre scende a parabola; uno ogni mezz'ora, certi giorni nessuno, come se il fenomeno fosse cessato e ritornato il sereno; (---)
I monaci naturalmente protestano, nessuno riesci più a pregare in pace, perché magari proprio mentre uno è assorto, gli arriva un sasso sulla spina dorsale, o un sasso sulle mani congiunte, o sopra un calcagno, o sulla testa, o in mezzo alla chierica allora questi frati girano con il naso sempre per aria e la preghiera non è più sincera, perché per pregare bene bisogna essere lontani da sismi, da rischi di frana o di caduta massi, dalla grandine, in quanto che a lungo andare questi fenomeni creano disistima nei confronti dell'Onnipotente: cosa gli costerebbe arginare una frana con un miracolo? creare un muro di calcestruzzo o una rete metallica di contenimento; o anche contro i giganti cosa gli costerebbe confonderli, o obbligarli al trasloco? o far venire loro una sincope? come spesso augurano loro in particolari preghiere specifiche e molto sentite.

-Ha avuto una qualche influenza la non fede nello scrivere per te?

Un tempo auspicavo di scrivere. Oggi non me ne importa più, se mi viene lo faccio, se no non lo faccio; cioè non sto lì a spingere come uno stitico, casomai mi espongo all’aria fredda in modo da crearmi spasmi di pancia, con la conseguente emissione di scrittura, che però non sto lì a guardare, giacche mi fa anche un po’ schifo.

-Cos'è che ti rapisce dei poemi cavallereschi di un tempo, cioè che in un romanzo di oggi è inverosimile trovare?

Scrivere in versi sarebbe bello. Oggi il verso bisogna nasconderlo; nel senso che chi ha un po’ d’orecchio letterario scrive necessariamente e sempre in versi, ma guai a farlo vedere con le andate a capo, nessun editore ti pubblicherebbe e nessuno ti leggerebbe, cosa che peraltro non sarebbe neanche negativa, ma poi a forza di ricevere rifiuti uno cadrebbe in depressione e in forme prossime al suicidio.

-A parte Ariosto e Boiardo, che nel genere sono forse solo i due conosciuti, chi consiglieresti di leggere in argomento, sempre che si possano trovare...

Si trova poco oggi, oltre a quei due si trova Pulci, bellissimo da leggere e pieno di comicità ben riuscita; non si trova il Cieco da Ferrara, non si trova il Giambullari, solo ogni tanto fanno un’edizione accademica che però non circola, ed è in genere talmente costosa e talmente sommersa di note che uno dice arrivederci, mi do all’ippica.

-Dici che si è perso il gusto e la capacità di scrivere in versi, rendendo conto che pure l'ottava rima era un'invenzione strepitosa, solo italiana, oggi; non si è più disposti a provare fatica nell'ascolto, nella lettura, ciò che è difficile viene visto solo di settore, oggetto di studio, e se ne perde l'incanto. Credi un giorno - ci sarà un tornare indietro alla meraviglia dell'impegno - per la meraviglia?

Bisogna che un libro per essere letto goda anche di fama preliminare, abbia cioè dell’attrattiva, il titolo a volte svolge questa funzione, oppure a volte attorno ad un autore, ad un’opera circolano delle immaginazioni, delle aspettative che lo riempiono di fascino, in modo che alla gente vien voglia di averlo. Come ciò accada non mi è mai stato chiaro, però questo può sempre accadere, e anche i poemi c’è caso che un giorno non se ne possa fare a meno, io ci spero, perchè li considero molto.

-Mi son fatta l’idea che scrivere – scrivere nel senso trasmettere - significhi avere una dimensione di solitudine interiore molto forte; è possibile fare delle scrittura un mestiere senza essere permeati da questa sensazione?

Sì scrivere un libro o anche solo un sonetto viene dalla solitudine, è sempre un grido disperato un libro, una pagina scritta, perché qualcuno ti ascolti, e nel momento in cui uno lancia il grido, in quel momento è in mezzo all’umanità, vive nella regione dello spirito denso che circola. Poi finito di scrivere è di nuovo solo come un cane, anzi direi che dopo è ancora più solo, perché gli è anche andata giù la voce.
- T
-Tu dici che per te scrivere di se stessi, scrivere delle vicende che ti riguardano da vicino in un qualche modo svilisca la narrazione, perché “ ha qualcosa di meno eroico” scrivere di sé?

Scrivere di direttamente non ci riesco, c’è chi lo fa, se è contento e gli riesce questo, fa bene, ma mi sembra sia più di soddisfazione farsi portare dalla parola, cioè lasciare che le parole si sviluppino da sole in modo che lo stesso autore ne sia sorpreso, ne rida e ne sia contento; è chiaro che tutto parla di lui, nel senso che tutto è sempre un sintomo dei suoi stati mentali, però almeno la cosa non assomiglia alla confessione davanti al prete del confessionale.

-
C-Cosa ne pensi della letteratura sperimentale, in particolar modo quella che si era sviluppata in Italia? Ha senso fare delle regole nella letteratura quando l'oggetto del compiacimento rimangono poi le stesse regole?

Le classificazioni non dicono niente, non so cos’è sperimentale, certo in questo campo ci sono dei farabutti che spacciano materia adulterata, anzi peggio, spacciano per LSD del semplice bicarbonato, un lettore lo prende, spera di avere delle visioni, invece al massimo ha un po’ di bolle allo stomaco a cui segue un rutto, senza offesa per nessuno.
- -
- Oggi va anche un po’ di moda (secondo me) utilizzare la narrazione in prima persona, che è vero che non implica parlare di se stessi, ma in un qualche modo è fare omaggio a se stessi anche quando non si sta parlando di sé,- forse oggi il narcisismo del mondo odierno, si riflette pure su questo uso – iocentromorfo. Cosa ne pensi?

Adesso sono un po’ stanco e non me la sento di imbarcarmi nella questione dell’io, però ti giuro che dopo Natale provo a imbarcarmi.


-Se è cambiato, come è cambiato negli ultimi vent’anni con il cambiamento dell’editoria il concetto di letteratura? Oggi ha senso parlare di letteratura?

Con gli amici con cui ci intendiamo mi piace molto chiacchierare di libri, ricordarmi dei pezzi, delle frasi, questo è bellissimo, anche parteggiare per un personaggio o per l’altro, o tessere le lodi di un autore, ci son certi autori che io ci costruirei una chiesa, o un obelisco, e starei lì ad evocarlo e far sentire dei pezzi ad alta voce. Invece alle teorie non ci farei una chiesa, al massimo un soprammobile, ad esempio un sasso con su scritto “strutturalismo”, e lo metterei sulla credenza, dopo di che può star lì per secoli, che tanto nessuno ai soprammobili ci bada più.

-Cos'è che vedi veramente cambiato nelle nuove generazioni?

Secondo me l’uomo circa è sempre lo stesso da circa 30 mila anni, in apparenza è cambiato, ma secondo me c’erano i poeti sperimentali anche prima degli Egizi o dei Caldei, solo che allora eran più spicci, li mandavano ai remi ad esempio, come Ben-Hur quando voga nella galea e il capo galea lo frusta, ecco, secondo me molti suoi colleghi seduti agli scalmi e incatenati erano poeti d’avanguardia.

-Ci sono dei suggerimenti di dare a chi volesse intraprendere il mestiere di scrivere? O ogni caso è a sé?


Beh io direi di stare attenti a non venir catturati da qualche negriero schiavista, che magari ti manda a zappare la terra, o ti manda a remare su un fiume, o ti manda in una miniera dove spesso esplode il grisù e fa dei massacri. Uno scrittore aspirante deve pensarci bene prima di rischiare.

-Proprio in base ai criteri di mercato, oggi il libro, almeno da fuori vien visto un prodotto come un altro, per te questo non è deprimente, o credi che l’idea di autonomia propria di un libro, non vada veramente ad intaccare la verità dell’opera.

Magari va ad intaccare, e infatti quando poi sei lì che zappi la terra e il negriero ti frusta, magari dici che era meglio non intaccare la verità, però continui a zappare o a scavare nella miniera augurandoti che non esploda il grisù.

-C’è un libro dei tuoi che senti più riuscito rispetto a d altri?
-  
No, io credo che debbono essere tutti sbagliati, mentre li facevo mi piacevano molto, queste erano le epoche più belle della mia vita, potessi tornare indietro e non aver scritto niente e dover scrivere tutto. Ma si vede che qualcosa di sbagliato c’è perché a pensare ai miei libri mi viene da piangere e se uno li cita mi viene da cambiar discorso, anzi delle volte mi dico: perché non ho fatto il minatore, o lo schiavo in una piantagione di cotone dove gli schiavi li trattano male, e loro però cantano, e a forza di cantare hanno inventato gli spirituals.

-
D-Domanda retorica, ma la collaborazione con Fellini è stato per te un valore aggiunto, a distanza di tempo, che ricordo ne tieni, e cosa ti ha lasciato?


Ah che bella epoca, Fellini era un grande spirito venuto dall’aldilà a portare un po’ di anima alla terra desolata e afflitta, poi se ne è ripartito, adesso chissà dov’è. Però 5 o 6 volte mi è venuto a trovare di notte, e sono sempre stati dei sogni che mi lasciavan contento.
-
C-C'è un libro già esistente che avresti voluto scrivere tu?

Ce ne sono migliaia.

-Ci sono degli autori che ritieni siano stati per te dei maestri?

Migliaia.

-Tre cose che se potessi leveresti dalla faccia della terra

Il mare, io leverei le spiagge, se la terra fosse secca e asciutta come la luna non ci sarebbero le ferie estive con la conseguente balneazione ecc. ecc.

Tre cose che se potessi far esistere le faresti esistere.

Qui, una bella ragazza accanto a me, con due sue amiche belle e simpatiche anche loro, non che voglia farci niente, sono molto rispettoso degli altri, però queste tre cose credo che le gradirei, anche se ad esempio mi sposassero, nel senso che mi stessero accanto, molto discretamente, anche fossero messe lì dal diavolo per tentarmi e farmi cadere in errore, io comunque le apprezzerei, anche fossero puri spiriti che vedo io solo, però mi piacerebbe vederle e parlarci, anche sfogarmi un po’, avere consigli, di notte le metterei in un camerino che ho di fianco alla cucina: state lì –direi loro- arrivederci a domattina, perché preferisco dormire da solo; ma se fossero puri spiriti magari le faccio dormire nel letto, che tanto non ci lascerebbero neanche l’impronta e non farebbero puzza.


- PPerché il mare e l'estate son così tanto sopravvalutati?
 
Come i fenicotteri vanno a riprodursi sul Nilo, così la specie umana di questo secolo si riproduce in certe particolari condizioni climatiche.


-
Se c’è una frase che vorresti dire a tutti


Eh, difficile dirla, che so? cari amici arrivederci nell’aldilà, anche se sarà difficile riconoscersi.

-



06 novembre 2007

Dalla parte di chi non c'è












Io a volte vorrei anche credere in qualcosa, ma lo dico davvero sarebbe bello. Sarebbe bello anche che la non fede - non si trasformasse a sua volta in una fede. D'altra parte non dico che invidio, ma penso siano fortunati i credenti - qualunque fosse il loro credo, un credo che possa dare uno scopo alla vita.
Mi ritengo agnostica abbastanza sull'ateo, mi verrebbe da dire che quello che in molti chiamano Dio sono congetture umane per scappare al terrore del nulla, per consolarci i gesti quotidiani. Non pernulla uqlcuno diceva che L'uomo ha creato Dio a sua immagine e somiglianza e non il contrario...
Spesso troppo spesso mi sento dire che ovviamente Dio non è dimostrabile, non è spiegabile se non come sentire; ma dico - io non credente sono coerente con il mio credere in ciò che non è dimostrabile, visibile, toccabile, o in qualche modo realmente interpretabile. Il resto sono congetture, quindi non è vero che la non fede in teoria vale tanto come la fede da un punto di vista pratico, la non fede è giustificata da una coerenza che ci viene detta dimostrata ogni giorno, l'inesistenza di Dio.
Con questo io per prima credendo molto nella scienza, e pure nella metafisica della scienza spiegando il mondo come elementi tenuti assieme da forze incredibili ne invisibile, non posso non credere a qualcosa di metafisico, ma che certo non spiego con l'idea di Dio e tanto meno dando retta ad un cristianesimo.
Girando in rete, ho trovato un sito che ritengo molto interessante,

www.uaar.it unione atei agnostici e razionalisti, dove si possono trovare tantissime informazione contro informazione sulla laicità, sul laicismo, sull'agnosticismo e sula cattolicesimo naturalmente. Ci sono informazioni che vanno dalle tesi filosofiche, alle questioni culturali e scientifiche.
Pensavo quindi di proporre un'intervista, e se pure voi sull'argomento avete domande da proporre, e direi che il campo è bello vasto ce n'è scrivetele pure qui, poi io inoltro.

Ah a parte questo ditemi invece i motivi per cui bisognerebbe invece credere, in un Dio cristiano...


La divinità o vuol togliere i mali e non può, oppure può e non vuole o anche non vuole né può o infine vuole e può. Se vuole e non può, è impotente; se può e non vuole, è invidiosa; se non vuole e non può, è invidiosa e impotente; se vuole e può, donde viene l’esistenza dei mali e perché non li toglie? (ibidem).