E’ vietata la riproduzione, parziale o totale, in qualsiasi forma e secondo ogni modalità, dei contenuti di questo blog, senza l’autorizzazione preventiva dell’autore.
Tutte le interviste, gli articoli, e le pubblicazioni artistiche realizzate da Gisela Scerman sono protette dal diritto esclusivo d’autore, e il loro utilizzo è consentito solo citando la fonte e l'autore e/o chiedendo il permesso preventivo dello stesso.

Creative Commons License



News e appuntamenti


x




IN LIBRERIA

30 aprile 2006

Guccini e affini. Quando gli sbagli diventano successi


Ieri mi è capitato di scambiare due chicchiere con Guccini. La prima cosa che ha detto dopo aver saputo del libro su Ciampi, è dirmi che non lo ha mai fato impazzire.
Che si ricorda che assieme a Bonvi (il disegnatore) già la mattina in pochi sorsi si era sià fatto fuori mezza bottiglia di whisky, e Bonvi diceva "si è fatto iil suo doppio whisky". Poi ridevano come dei pazzi. Anche Bonvi del resto non era da meno.
"No non mi ha mai fatto impazzire, ma era un vero poeta alcolista, con tutte le caratteristiche dei poeti alcolisti. In ogni caso credo di essere stato l'unico a cantare dal vivo "Quando il vento si leva" di un certo tipo che si faceva chiamare Piero Litaliano, senza l'apostrofo".

E poi Guccini giù a leggere il suo libro "Vacca d'un cane", (finezze a parte) alla faccia "poetica del mulino bianco":)))...
Poi a dire che originariamente anche lui ascoltava molto i francesi, poi gli successe di portare a casa un americano che faceva l'autostop, Gucci gli fece ascoltare Brel e altri; l'americano storse il naso. Allora gli chiese, ma tu cosa ascolti? "Dylan" . "Ah, Dylan Thomas" capisco. No Bob, Dylan.
Che al tempo qui pochissimi sapevano chi era aggiunse.
Allora da lì partì Guccini che va dietro a Dylan. Allora il suo inglese era parecchio imperfetto ma in questo modo così scrisse "Ma noi non ci saremo"...pensando fosse la traduzione se non corretta almeno sonora di "A hard rain's a-gonna fall" a volte pensare cose ne portano altre... io non lo sapevo che era nata così quella canzone...c

vabbè... così tanto per dire qualcosa

24 aprile 2006

Rivista: L'accalappiacani

Che cos'è "l'accalappiacani"?
Eh, non parlo di quello che corre dietro ai cani, o in un certo sì, nel senso di cani anche come potenziali "autori". Difatti, questa volta si tratta di un progetto di rivista periodica, ideata e sostenuta da Paolo Nori, Ugo Cornia, Ermanno Cavazzoni, Daniele Benati, con l'intenzione di estendere la collaborazione a tutti quelli che fossero interessati a partecipare, con le proprie idee, le proprie proposte letterarie o di qualunque altro tipo.
Circa una volta al mese ci si riunisce (chi può e chi vuole) al cinema "Cristallo"(via bonini ferrari) di Reggio Emilia, in date da stabilire; ma alla rivista si può anche partecipare "dea fuori" mandando i propri contributi via mail, all'indirizzo sotto indicato (Certo le discussioni sono molto interessanti e divertenti a vedersi, e poi si parla di tutto un po').
Chi conosce questi autori e sa che la loro narrazione si avvicina all'oralità, non per questo si deve sentire in dovere di seguire...(anche perché poi cosa c'è da seguire? A dire il vero mi fanno un pò ridere quelliche mettono tutti in un gruppo gli scrittore emiliani, come mi fa ridere chi mette tutti in un gruppo gli "scrittoriorali" per restare in Italia, mi vorrete fare il favore che Gianni Celati assomiglia a Tondelli ad esempio, eh no. Ma poi gli esempi sarebbero molti, se poi si estende il campo...)
Comunqnue tornando a noi, i contributi possono anche non essere di ordine narrativo tipo racconto, ma anche tipo idee di rubriche o quel che si vuole.
Credo proprio per questo L'accalappiacani possa essere un'esperienza divertente, che si discosta dal solito modo serioso di vedere la letteratura, facendola rimanere una cosa seria.
Anzi serissima, ma non priva di emozioni e divertimento.
Tutto questo sarà sostenuto dalla casa editrice DeriviApprodi che nel suo sito ha dedicato una pagina a questa possibile realizazzione, se volete darci un occhio è

http://66.249.93.104/search?q=cache:UJfciYrs5LoJ:deriveapprodi.org/editoriale.php%3Fid%3D18+%22l%27accalappiacani%

mentre per domandare informazioni direttamente a chi organizza scrivere a :
laccalappiacani@arcire.it

Buon divertimento
Gisy

21 aprile 2006

Foto artistiche o meno

Ciao tutti...mi spiace che Bernhard non abbia prodotto grandi commenti (e me ne rammarico, (anche se un pò me l'aspettavo) perché per me è un autore fortissimo e molto importante) così torno a parlare di foto che son sicura interesseranno di più.
Ultimanete ho avuto una discussione con Baldazzini sul fatto di cosa può essere artistico e cosa no...parlando di fotografia. Lui in un certo senso sostiene che le sue sono foto artistiche; a me piacciono alcune, mica voglio dire di no, ma per dire sé per dire se una cosa è artistica o meno è sufficiente che piaccia? O è addirittura ampiamente sufficiente il fatto che piaccia?
Beh, io non mi trovo d'accordo.
La realtà così come, il tanto poi amato amatoriale, credo resti amatoriale, che può piacere fin che vuoi ma è amaoriale. E se mai ci fosse una pretesa di perfezionare l'amatoriale, sarebbe già un tentativo di avvicinarsi all'artistico...
O che forse la realtà sfugge sempre e anche la realtà ripresa nel suo presente subito dopo si ritrasforma in una rialebarazione della realtà, quindo non più realtà...
Non credo molto alla giustificazione di dire che molte foto artistiche siano spesso fredde, e senza emanazioni, anche lì dipenderà dall'artista, come non tutte le foto amatorialemnte erotiche erotizzano... Credo che Baldazzini sia un ottimo, ripeto ottimo fumettista oltre un grande amico, e le sue foto possono cmq rimanere degli ottimi strumenti per ricavarne dei splendidi fumetti, oltre che per gli amanti del quotidiano riprodotto, (che scusate mi pare abbondi).


:-) g

03 aprile 2006

L'esorcista su mediaset

Ieri cambiando canale son sfortunatamente piombata in una trasmissione della De Filippi - (lei?) aveva un abbassamento di voce: praticamente una doppiatrice perfetta per Regan la posseduta protagonista dell'esorcista. O per qualsiasi altri demone che si voglia

25 marzo 2006

Thomas Bernhard

Anche Thomas Bernhard in quanto a genio e conoscitore dell'animo umano e quindi dei rapporti non scherza; per me (e non solo) è uno dei più grandi scrittori europei di metà novecento, per cosa racconta e per come racconta, per le alliterazioni a vortice allo schifo del mondo e delle persone. Schifo cosmico, della filosofia che non porta a nulla, che non si trattiene nella testa che suona vuota, e si trattine fin troppo dell'odio per Heiddegger (come Odifreddi ce l'ha per Zichichi ;-) )

Bernhard questo autore austriaco ha una produzione vastissima, sia di narrativa che di teatro; si può prendere a casaccio che non ci si sbaglia, ogni cosa eccellente. Mi è stato difficlile scegliere un "Brano" privilegiato", questo è preso dal suo romanzo "A colpi d'ascia" romanzo del suo ultimo periodo. Ecco qua...
------------------------------------------------------------------

"Per un certo periodo facciamo un tratto di strada insieme con altre persone, poi ci ridestiamo e gli voltiamo le spalle.(--)Noi ci leghiamo a queste persone a doppio filo, poi tutt'a un tratto le detestiamo e le lasciamo andare. Per anni corriamo loro appresso e mendichiamo la loro simpatia, e a un tratto ottenuta la loro simpatia, non la vogliamo più questa loro simpatia.(---) Sfuggiamo a queste persone ed esse ci riprendono e ci schiacciano. Le rincorriamo, le imploriamo di accoglierci di nuovo, e loro ci accolgono e ci ammazzano...(---) Crediamo di essere ormai finiti e incontriamo costoro che ci salvano, ma noi non gli siamo grati per il fatto che ci hanno salvato, al contrario li malediciamo, li odiamo, per tutta la vita li perseguitiamo con il nostro odio per il fatto che ci hanno salvato. Oppure noi li corteggiamo, loro ci respingono e noi ci vendichiamo, li calunniamo, li denigriamo davanti a tutti, li perseguitiamo con il nostro odio fino alla tomba. Oppure loro in un momento decisivo ci aiutano a rimetterci in piedi e noi li odiamo per ci hanno aiutato a rimetterci in piedi, così come loro odiano noi perché noi li abbiamo aiutati a rimettersi in piedi (---). Poiché una volta gli abbiamo fatto un piacere, pensiamo di avere diritto alla loro gratitudine eterna(---).
Li amiamo così intensamente che questo amore ci ammala, e loro ci respingono, loro odiano il nostro amore, pensavo. Tutto ciò che abbiamo ci viene da loro e per questo li odiamo. Noi veniamo dal nulla, come come si suol dire, e loro sono capaci di fare di noi un genio come se avessero fatto di noi un grande criminale (---). Tutto ciò che abbiamo ci viene da loro e per questo li puniamo tutta la vita con il nostro disprezzo e con il nostro odio.
Tutto ciò che abbiamo lo dobbiamo a loro e non possiamo mai perdonarli di dover loro ogni cosa, pensavo. Non esiste nessuno che abbia il benché minimo diritto, pensavo.(---)"
---------------------------------------------------------------------------------T. B.

12 marzo 2006

Omaggi a Ciampi

Questa copertina, è la copertina di un cd dedicato a Piero da var artisti, registrato dal vivo al teatro brancaccio di roma il 18 dicembre 1995 ideato e prodotto da Giuseppe De Grassi. (Direzione musicale di Marco Spiccioripresa del suono di Gaetano Riamissaggi e mastering di Roberto De Luca allo Yeah!!! studio di Romacopertina: gidigi).
Le varie tracce in sequenza sono le sucessive

01 - Notte (Ciampi) - Piero Ciampi 02 - Sovrapposizioni (Ciampi-Pavone-Marchetti) - Nada Trio 03 - Io e te, Maria (Ciampi-Marchetti) - Franco Califano04 - Chan d'abandon (Ciampi-Lou Dalfin) Lou Dalfin05 - Ore (Ciampi-Di Michele) - Grazia Di Michele06 - Mi è sfuggito l'amore (Ciampi-Capossela) - Vinicio Capossela07 - Ha tutte le carte in regola (Ciampi-Marchetti) - Alessandro Haber08 - Lupo disperato (Ciampi-Gragnaniello) - Enzo Gragnaniello09 - Discesa di un'anima (Ciampi-Bindi) - Umberto Bindi10 - Sentirti dire (Ciampi-Bassignano) - Ernesto Bassignano11 - Il vino (Ciampi-Marchetti) - La Crus12 - Stai attento (Ciampi-Moscati) - Dodi Moscati & Marco Ongaro13 - Una donna su un milione (Ciampi-Settore Out) - Settore Out14 - Andare camminare lavorare (Ciampi-Pavone-Marchetti) - Disegni e gliultracorpi15 - I musicisti di Ciampi (Lolli-Pavone-Spiccio) - Claudio Lolli

Trovo sia uno degli omaggi più ben organizzati e riusciti dedicati a Piero, anche se purtroppo come la maggior parte di quello che lo riguarda è difficilmente reperibile...
Cmq chi ne vuol sapere di più di scriva pure.

Poi visto che per Piero mi scrivono in parecchi (giustamente) entusiasti, mi pare bello rendere pubblica almeno in parte questa appassionante "partecipazione". Proprio oggi mi è arrivata una poesia ispirata da Piero da parte di Gerardo Pozzi un altro appassionato, e mi sembrava carino metterla on line:

PIERO

ti chiami come mia madre,
Piero.
ti chiami come mio padre.
e sei mio fratello
e sei mia sorella

E sei la Carne,
e sei l’Unto dal Signore,
sei lo Specchio
di Tutto il Nostro Dolore,
di Tutte le Nostre Incomprensioni,
di Tutti gli squarci nelle Nostre Anime

sei la Miseria
di Tutte le Nostre misere Miserie,
il Fallimento
di Tutti i Nostri Fallimenti.

Piero,
tu
sei
l’Amore.
La Vita, in questa nostra
vita.

Ma io ho preso il tuo Testamento
e l’ ho fatto mio.
Da te, non ho imparato a sbagliare, ma
a non sbagliare.

E così
Non bevo più da più di
tre anni,
mi esprimo con parole semplici

chiedo aiuto, mi faccio aiutare
e ogni tanto trovo perfino
il Santo Ordine,
dentro la casa, sulla mia pelle

E così
posso vedere il dolore degli altri,
e scriverne
e dire loro cosa ho capito e sentirli così
vicini
da poterli abbracciare anche se sono lontani

posso lavorare, e bene, molto bene.
posso pensare a una famiglia ed alla mia donna,
senza più essere così terrorizzato dal
lasciarmi amare

e

non m’importa di non venir capito
(…m’importa, invece, e come se mi
importa! )
ma non m’importa del successo
e, semplicemente,
vivo.

E quando finalmente potrò
incontrarti,
Piero, lo sai,
ti porterò il mio cuore
e un bicchiere
di acqua fresca.

----------------------------------------di Gerardo Pozzi--- gerardopozzi@libero.it

a me è piaciuta... un caro saluto G.

10 febbraio 2006

Ciampi e Cover

Tornando un attimo a Piero Ciampi, per chi fosse interessato ad avere la cover di Tu No rifatta da Franco Simone, tratta dall'albun "Diario rosso dei sentimenti", mi mandi una mail, gliela allego in formato mp3.

Ciao tutti

05 febbraio 2006

Incoerenze...


Mi contraddico? Ebbene, mi contraddico,
sono infinito
contengo moltitudini.

Walt Whitman

22 gennaio 2006

Piero Ciampi e De Andrè

Carissimi, venerdì sono stata a S. Benedetto del Tronto per una presentazione su Ciampi...devo dire posto bellissimo S. Benedetto che se non ci fossi andata mi sarei davvero persa qualcosa di veramente speciale. E poi lì Ciampi mi pare che lo amino particolarmente... ;-)
Comunque non è di questo che volevo parlare.
Durante la presenazione mi è scappato detto con leggerezza, o in modo superficiale che Piero Ciampi a differenza di De Andrè (che per me è un altro per quanto molto noto grande della musica italiana), non è affatto costruito...
Naturalmente non è che volessi in questo modo sminuire l'iilustre cantautore genovese confrontandolo con Ciampi. Anche se in parte mi son resa conto che alcuni han capito così...volevo solo dire che De Andrè era uno che stava lì e si spaccava i maroni a fare di una canzone; una canzone difficilmente migliorabile in quato a perfezione, e poi si avvaleva anche di un "equipe" di collaboratori più ampia rispetto Piero Ciampi, il chè sempre con una sua personalità e autenticità forte e ineguagliabile.
La sincerità c'è. Non c'è dubbio, De Andrè era uno sicncero negli ideali, nelle parole e negli stati d'animo, uno che percò si metteva a tavolino e sapeva che una canzone e la poesia dovesse avere una certa struttura armonica, e si metteva e faceva e rifaceva finché poi non si potesse fare di meglio, per quanto poi ci si possa ricordare Brassens o francesi, ma in Italia è tra i pochi grandi veri...
Piero di sicuro era un altro che se vogliamo "eccedeva in sicncerità"!, però di sicuro non si metteva lì a fare, sifare e rifare, magari era ubriaco duro e la sera improvvisava un testo inventadolo, o si riciclava mille volte un verso che gli piaceva.
Il chè da un punto di vista artistico non voglio dire che sia qualificante di qualcosa anche se a me starebbe subito simpatico uno così...Il modo di procedere di De Andrè ovvero questa sua "costruzione" che non intendo per nulla nel senso di "falsità", ma proprio di struttura, è se vogliamo anche una cosa in più una capacità che Piero non aveva affatto, e del resto anche De Andrè su alcune cose mai sarebbe stato come Piero.
Ecco tutto qua ci tenevo a dire che per me sono entrambi grandissimi per motivi molto differenti, uno quasi sconosciuto e l'altro invece conosciuto come meritava di essere.
Anche voi se volete dire qualcosa sul confronto tra i due c'è spazio...

;-)

12 gennaio 2006

No Pringles. Grazie


Anche se sembra c'entrare poco, data la grande passione per la chimica, non posso non dedicare almeno un post agli additivi alimentari e schifezze varie: che tanto sia ciampiani, lettori e feticisti mangeranno pure no per campare? Andare e camminare appunto.
Volevo dare qualche informazione riguardo alcuni prodotti soprattutto quelli di esportazione.
A me stanno a cuore quelle patatine che si chiamano “Pringles” (cioè mi sanno a cuore nel senso che bisogna parlarne male che fanno malissimo). Le Pringles infatti prodotte dalla Procter and Gamble una delle maggiori multinazionali americane (produttrice per lo più della maggior parte di detersivi, detergenti e pannolini vari che si trovano in commercio), è un prodotto alimentare molto dannoso per vari ragioni.
Intanto da specificare che di patata c’è ben poco, la poca percentuale di patata esistente viene triturata e mischiata con gli altri ingredienti e poi questa pasta viene fatta cuocere in stampi che ricordano la forma delle vecchie patatine. E va beh, ma quel che è peggio è che è un amalgama di esaltatori di sapidità tipo glutammato monosodico (le sigle che li stanno ad indicare vanno dall’E620 ai E637) compreso e simili in grado di creare una specie di dipendenza da gusto, agendo sui neurotrasmettitori, poi in più in questo tipo di patatine si trova un grasso di recente sperimentazione l’Olestra: questo olio creato in laboratorio, si comporta come un cibo che, ingerito, compie il suo tragitto senza assorbito dall’intestino, perché è composto da speciali molecole che l'organismo non è in grado di digerire. Risultato? Niente calorie. Ovvio che, in un paese ossessionato dal grasso come l?America questa nuova creazione sia sembrata miracolosa, anche perché ha ricevuto il nulla osta della Food and Drug Administration, organo federale severissimo, (e c’è da chiedersi perché la FDA abbia dato l’autorizzazione così rapidamente…)visto che non ci sono solo vantaggi in questo “olio” che oltre a non essere assorbito e non fare briciole alle patatine, ma anche enormi svantaggi. Questa macro molecola che non viene assorbita, “riveste l’intestino sembra infatti riesca a "catturare" sostanze nutritive fondamentali come le vitamine A, D, E, K, e diversi carotenoidi importanti per la loro attività antiossidante. Dunque potrebbe provocare carenze nutrizionali e disturbi, perché intacca sostanze fondamentali per il nostro benessere. Senza contare i crampi allo stomaco e i problemi all'intestino che hanno colpito molti consumatori (attenzione nella confezione non c’è specifica olestra, ma la dicitura generale oli vegetali, (già!)”.
Il problema dei prodotti importati è che anche se eventualmente la loro produzione in Europa (o in Italia) fosse proibita, nel momento in cui sono al dì qua del loro confine, noi dobbiamo cuccarceli così come sono, con le loro normative originarie. Il ché non mi pare una cosa giusta, anche perché alcuni additivi che in Europa sono vietati o ammessi in concentrazioni molto ridotte in America sono invece pienamente consentiti…
Poi potrei parlare molto di questi argomenti, ma non so in effetti quanto vi possa interessare…Un salutino a tutti…

Gisy

03 gennaio 2006

Autobahn omaggio a Tondelli

Carissimi, in omaggio a Pier Vittorio Tondelli è appena uscita un'atologia sul viaggio dal titolo Autobahn edizioni "Travenbooks", dove tra i vari autori compare anche un mio racconto del quale ve ne prendo un estratto.

------Punkabbestia------

"Tempo fa volevo partire per andare a fare un viaggio in Germania. Girare il mondo mi è sempre sembrata una bella cosa, anche perché mi piace l'idea di avere conferma che il mondo è noioso in ogni suo punto; ma se non ci vado questo posso solo immaginarlo.
So che mi aiuterebbe a sopportare meglio il fatto di annoiarmi in un unico piccolo spazio della terra sapere sapere che ci sono modi diversi di annoiarsi qua e là; ma per viaggiare ed avere conferme del genere ci vogliono cash, tempo e salute.
Cose che per verle tutte e tre assieme per me è come vincere al superenalotto.
Così ho sempre simpatizzato per l'idea del tele trasporto. (---) So che è una cosa che mi vien da pensare per la stanchezza di avere le gambe, e anche perché non guido.
Le macchine mi sono sempre sembrate strane, surreali, cose di latta colorata con ruote e volante; in più mi è sempre parso difficile, come con le persone sapere quali distanze prendere con queste tra i viottoli. E paura di scontri.
Nonostante queste sensazioni, gli altri mi dicono che dovrei prenderla lo stesso la patente, che se non ho la cognizione dello spazio è proprio perché non ho mai guidato.
Uno senza patente non è proprio rispettabile, non fa bella figura col mondo, a non averla ormai, si fa più brutta figura di avere solo la terza media, ma ancora in fin dei conti essendo io una donna, posso ancora salvarmi in extremis, che se non faccio testo non importa, ci si immagina faccia altre cose. Anche più divertenti. (---)

----------------------------------------------------

Ecco qua, questo è un pezzettino di racconto che poi se trovate noioso e vi autorizzo a trovarlo così, ci sono molti altri autori molto meglio di me, meno noiosi e più noti.
Volevo comunque solo specificare che non sono un'amante sconsiderata di Tondelli. Solo che l'ho saputo dopo che quest'antologia era dedicata a lui. Ma l'antologia in sè e molto varia e scorrevole. Come l' Autobahn

AUTRICI/AUTORI: Vivian Lamarque, Marco Aliprandini & Alessandro Banda, Daniele Benati, Alex Boschetti, Francesca Califano, Francesca Caprini, Paolo Crazy Carnevale, Bruna Maria Dal Lago Veneri, Luca De Feo, Paolo De Martin, Alessandro Genovese, Ivan Levrini, Pino Loperfido, Gianfranco Mammi, Dacia Maraini, Eliana Agata Marchese, Carlo Martinelli, Laura Mautone, Astrid Mazzola, Gabriele Muscolino, Asuka Ozumi & Fulvia De Luca, Fulvio Panzeri, Davide Pivetti, Luis Pusteria, Maria Pia Quintavalla, Alina Rizzi, Andrea Rossi, Flora Sarrubbo, Andrea Sarti, Gregorio Scalise, Gisela Scerman, Alessandro Tamburini, Michela Turra, Dario Voltolini, Stefano Zangrando, Gigi Zoppello, Nadia Scappini.

Per chi fosse eventualmente interessato all'antologia, per far prima può o conttatre direttamente l'editore tramite il sito sottostante, o ordinarla tramite il codice isbn sottostante anche quello in una qualuqnue libreria.

Codice ISBN-88-901522-1-4
Prezzo 13,00 Dicembre 2005
Casa editrice Travenbooks www.travenbooks.it

28 dicembre 2005

Bondage e varie


Come per il fetish anche per il bondage mi raggiungono scongiuri, di foto e parliamone.
Allora io devo dire che avendo lavorato parecchi anni nel bondage, ho conosciuto vari amanti del genere, tra cui l' amico Franco Saudelli che proprio impazzisce per le legature e quelle lunghe fatte con i nodi a modo....che ci si impiega di più a costruire la scena che a scattare le foto.
Però almeno secondo me in Italia ci sonno ancora un sacco di preconcetti riguardo questo tipo di rappresenatazione, che devo dire è in un qualche modo vista con un occhio di sdegno, un pò come la pornografia, che poi ecco... sì appunto.
Ma dato che le fantasie sono tante ed è bene che esitano le fantasie; trovo che le foto come i filmati siano una cosa che non necessariamente debbano avere a che fare con la realtà, perché una rappresenatazione non ha perforza un nesso diretto con la realtà.
Anche se poi in un problema "culturale" uno si scontra che quello che rappresenta in un qualche modo è. Ed è così anche per quanto riguarda il lavoro di fotomodella, uno che intepresta è uno che interpreta. E l'esibizionismo stesso può benisimo fermarsi ad una soddisfazione di tipo estetico, ad una specie di bellezza fatta feticcio che prescinde l'esito carnele della bellezza stessa.
E questo vale per tutto. E se devo dire la mia riguardo il bondage, amo più quello giapponese dove magari le corde e i nodi hanno una loro simmetria precisa e un'eleganza che dà vita all'iimmagine femminile anche nella sua costrzione.
detesto abbastanza palline e garze sulla bocca, che sono poi in effetti fastidiose e pure baldazzini che di bondage ne abbiamo fatto assieme, sostine che le palline e garze o scotch tende a rendere le espressioni della faccia tutte un pò uguali...Ed io concordo. Ma gli amanti del bondage americano quello vorrano, e del resto ce n'è. Per tutti ormai.

Un caro saluto a tutti gli "accordati"

Gisy