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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

31 marzo 2009

Uomini e donne















In "uomini e donne"(quel programma del cazzo) riescono a dire tante di quelle stronzate che nemmeno a impegnarsi i comici riuscirebbero a trovarne:
un esempio

un tipo che si vuole candidare

"...eccomi, io vivo in un paesetto di provincia e siccome sono di famiglia ricca, e quindi tutti mi conoscono, vorrei trovare una persona che non mi scelga perché son figlio dei miei, insomma son qui perché voglio trovare una persona vera e semplice"

Amen

28 marzo 2009

Vorrei che fosse notte

Vorrei che fosse notte
Elliot edizione
160 pag
14 euro

L'altro ieri finalmente son riuscita a vedere il libro nelle librerie ed è stata una grande gioia!
Vorrei che fosse notte è per me un libro importante, è molto più sudato di quello precedente, molto differente, importante tanto come quello su Piero Ciampi se proprio dovessi fare un paragone, che per me fin ora quello è stato il libro più importante.
Questo mi riguarda molto più intimamente anche se di sesso non se ne parla proprio. Ho preferito tenere il narratore (che è un bambino) al maschile, perché mi è nata così questa voce e così l'ho mantenuta, nonostante le varie discussioni.
Certe cose possono appartenerci più di altre che sembrano parlare di noi solo perché ci mettiamo un Io davanti o una figura che si associa molto più facilmente all'autore.

Miller in un 'intervista diceva che vedeva pregna di autobiografia la letteratura futura difatti non si sbagliava, oggi c'è questa necessità anche da parte del lettore di associare in maniera ologrammatica il protagonista proprio di trasporlo ad un reale, a qualcosa di molto vicino, e che lo può riguardare.
Un po' è sempre stato così, ma oggi causa anche cultura generale a maggior ragione.
Esiste il veneto in questo libro, son più che altro episodi che ho sentito accadere lì, più o meno ilari nella loro tragicità, in una famiglia ipoteticamente la "mia" di narratore che si disperde tra gli avvenimenti naturali e tragici affrontati delle volte con un cinismo imperdonabile altre volte con una nostalgia terrificante, i fatti, più che le parole lo dimostrano. Frank uno zio familiarmente sadico che si dedica alla fatiscenti imprese umanitarie è il protagonista che accompagna dall'inizio alla fine le varie esperienze che viste dagli occhi di questo bambino sono solo un strumento per provare a ricostruire anche un passato che si immagina migliore, ma solo perché non l'ha vissuto. Non dico tanto altro. Poi il libro come al solito piace o non piace, i libri come le persone sono entità, sono nell'insieme quell'emanazione che ti fa piacere, non piacere o rimanere assolutamente indifferente do fronte quella presenza.

Io so cosa ci ho messo qui. Purtroppo c'è già qualcuno che pensa, o gli piace pensare che come l'altro libro non sia un mio lavoro autentico; può essere che gente che non ha a che fare con l'editoria, non sia in grado di valutare un lavoro o il lavoro che un autore che si spacca letteralmente il culo - visto che si parla di libri - sta a fare (in realaizone al compenso effettivo) se non quello e butta via della soddisfazione di potersi condividere con i lettori.

E se questa gente (gli insinuatori) avesse decenza forse si impiccerebbe d'altro, ma chissà... fa sempre così piacere quando le cose vanno bene a qualcun altro trovare dei motivi che questo bene in qualche modo non sia un bene di merito, ma dato o dal caso o da cause poco nobili.
Solo se si agisce col cuore, si può arrivare al fondo, chi si ferma alla superficie, troverà sempre il mare increspato, come diceva Claudio Lolli, sul fondo del mare si sta calmi, sei sempre lì, bello calmo...e ci puoi rimanere per sempre da qualunque dimensioni ti osservino dall'esterno, quell'eterno che certi altri invece subiscono perché non sono nel divenire.

26 marzo 2009

I dieci comandamenti ai giorno nostri.


Prima di parlare ancora del nuovo libro che mi avevano detto che da mercoledì era in tutte le librerie - invece ora è sicuramente entro venerdì in tutte le librerie e non c'ho voglia oggi che è giovedì andare a verificare, mi venivano in mente alcuni dei dieci comandamenti al tempo d'oggi.


1. Non avrai altro Dio fuori di me.


beh democratico il tipo, mi sembra uno disponibile.

2. Non nominare il nome di Dio invano.

Non lo si nomina mai invano c'è sempre un buon motivo oggi per tirare un porco.

3. Ricordati di santificare le feste *.

Di questo non c'è pericolo.

4. Onora il padre e la madre.

Averceli !

5. Non uccidere.

Era solo un esperimento per il bene comune - diceva Hitler

6. Non commettere atti impuri.

Beh, perché lo erano?

7. Non rubare.

da quando nelle coop hanno attivato il salvatempo è praticamente impossibile.

8. Non dire falsa testimonianza.

Era solo una reticenza, suvvia. perché non te l'avevo detto?

9. Non desiderare la donna d'altri.

Ecco, su questo punto. Allora il modo più semplice per non desiderare la donna d'altri è
1- spegnere la tv.
2- chiudersi in casa.
3- eliminare tutte le riviste porno e no.
4-non guardare la propria donna.
5-avere la donna degli altri.

altra alternativa

pensare di essere gli altri.

10. Non desiderare la roba d'altri.

di questi tempi, è proprio il comandamento giusto, la televisione ce lo insegna ogni giorno. E poi, con tutti i drogati poveri che ci sono in giro, la roba d'altri è sempre la più verde, anche se è secca.



22 marzo 2009

Il rosso sole della sera


Le giornate si fanno più lunghe, ancora a quest'ora c'è quella splendida luce rossastra del sole che rende calme e vere le forme, dai tetti delle case, alle strade, alla gatta che zampetta veloce tra una macchina e l'altra parcheggiata nella via, ai capelli dei passanti che dall'alto vedo pacificamente chiacchierare.
E' lo stesso sole con cui mi ricordo quando ero piccola mi faceva pensare che presto sarei andata a raccogliere i crochi viola nei prati per portarli a mia mamma quando sarebbe stata di ritorno da un qualche viaggio della Germania e sarebbe stata contenta, così come io nel darglieli.
O quel sole che mi accarezzava quando aspettavo il mio fidanzatino mentre mi sedevo sulla finestra di casa ed ero felice che insieme provavo anche fumare, ma non mi è mai riuscito. Tra i licheni e il sole che frastagliava i rami pensavo che un giorno sarei diventata grande, forse una donna anche bella, e mi rideva il cuore all'idea, anzi no, pensavo che verso i 23 anni esattamente i 23 - 24 anni sarei stata bellissima. Era questa la mia idea di ragazzina, poi non andò così, ma quel sole come oggi che di anni ne ho quasi 30 mi tiene una gran compagnia e so che sarà sempre una di quelle mie nostalgie che mi accompagneranno fino a quando potrò avere coscienza del ricordo e quindi provare nostalgia.
In settimana uscirà il nuovo libro, per me è una cosa grande, la nostalgia il bene e il male di un paese di provincia come quello in cui sono cresciuta, di quello che ho sentito raccontare da altre vite quando ancora vivevo i veneto, "Vorrei che fosse notte" - è un libro molto diverso da quello prima, ma di questo ne parlerò nel prossimo post, io non riesco come fanno certi a dire :. dovete comprare ! Accidenti ! dovete comprare, chissà cosa mai vi perderete!
Io credo che come tutte le faccende di cuore si debba sentire, se piace piacerà a chi deve piacere, far sapere che c'è...ma poi per il resto ho fatto il possibile nel scriverlo per dare l'anima - perché accidenti mi sento di dire che ne ho messi di cuore e sudore. Nonostante abbia un pessimo rapporto con la maggior parte di quelli che si sentono e si dicono scrittori. A volte credo basterebbe guardare il sole per sentirsi vivi e non aver bisogno di definizioni. Quando le ore lo concedono.

19 marzo 2009

L'amore è giovane

Uno di questi giorni parlavo con un signore che fa un lavoro normalissimo, tipo che fa il bidello, e lui a circa sessant'anni si è innamorato di una ragazza che ha circa trent'anni poco meno.
Mi diceva: "ma lo so che non c'ho speranze, perché è così. Io posso solo stare bene quando la vedo, mi si può riempire il cuore di gioa perché la vedo, ma non può esserci nulla, perché è così".
Lui non è sposato e attualmente non ha una relazione, poi gli ho chiesto,

- "ma per te non potrebbe accadere un innamoramento così forte con una tua coetanea, o una donna di quarantacinque anni o cinquanta?"

-"Io non capisco molto della vita" mi ha risposto,
"ma l'amore è giovane, l'amore è giovane...".

Con rammarico non gli do tutti i torti, nella sua sana ingenuità credo abbia detto una gran cosa. Ovvero quello stereotipo che in quanto stereotipo diviene anche verità anche nel cuore di chi vive e sente che la gioventù come uno scambio ardente. E può dare e ridestare magie a chi magari giovane non è più.
Poi consapevoli dei condizionamente sociali, culturali ecc, ecc, ma l'amore è giovane.

p.s.

E poi mi son resa conto, non è tanto che ci si vede invecchiare, è solo che ad un certo punto gli altri son più giovani di te. E a loro altre cose che ti erano appartenute, anche se non son più le stesse. Io son per i decorsi naturali. Anche perché non c'è alternativa senza essere ridicoli.

13 marzo 2009

Due fratelli: da Thomas Bernhard


Se avessi avuto la possibilità di scegliere chi essere come scrittore, avrei voluto essere senz'altr o Thomas Bernhard, che resta assieme a Dostoevskij e Camus tra i miei eletti.

Quando lo leggo, mi viene in mente che secondo l'idea del cazzo che hanno oggi gli editor Thomas Bernhard sarebbe da tagliare alll'80% per quello che scrive, dato che è quasi esclusivamente una succesione di pensieri scritti da Dio, senza quasi mai una trama precisa, eppure è un grande. Io sono molto incazzata con la grande editoria, molto. Allora cito di grandi scritttori che oggi con la grande editoria non avrebbero nulla da spartire.


questo racconto tratto dal libro l'imitatore di voci si chiama "Due fratelli" - Premetto che l'imitatore di voci è una raccolta di brevi racconti, quindi per forza di cosa qui la trama è più definita che nei "romanzi di Bernhard" che sono le sue opere migliori


Due fratelli avevano seguito indirizzi logicamente conformi le loro attitudini e avevano percorso strade opposte, fino ad allontanarsi completamente l'uno dall'altro. Noi volevamo bene ad entrambi e per decenni avevamo effettivamente tenuto d'occhio con discrezione le loro capicità, quelle del fratello filosofo e quelle del fratello commerciante, e in certi periodi eravamo sempre stati attirati e poi di nuovo respinti da queste capacità, ora in misura maggiore da quelle filosofiche dell'uno, ora invece da quelle commerciali dell'altro. Quando ci trovammo ad avere più di trent'anni, ad un certo punto non potemmo più aspettarci che si ristabilisse l'intimità dei nostri rapporti, e perdemmo di vista i due fratelli. Ma alla fine avevamo saputo dell'importanza e della celebrità dei nostri amici di un tempo, e della circostanza che proprio questa loro importanza e celebrità li aveva allontanati l'uno dall'altro e col tempo li aveva divisi portandoli a isolarsi ciascuno per conto suo.

Effettivamente l'uno viveva ormai per la filosofia, l'altro per i suoi affari. Quando uno dei due era morto, i suoi congiunti avevano detto che si era ammazzato a furia di lavorare. Un anno dopo quando era morto anche l'altro, avevano detto che si era ammazzato a furia di leggere. Nel momento decisivo della loro vita si erano allontanati l'uno dall'altro, e ognuno dei due, avviandosi nella propria direzione, che poteva essere soltanto la direzione opposta a quella dell'altro, era andato coerentemente verso la propria morte.


12 marzo 2009

Che non so


























Ieri non mi passava un cazzo, per di più il moroso aveva preso sonno, mi son messa a photoshop e pensavo di farmi un pò più carina, invece poi l'ho lavorata troppo ed è saltata fuori un'immagine anni '70
beh è a me piace anche questa.

09 marzo 2009

Questione di scaccole


Quando avevo circa 10 anni, vidi per la prima volta delle gambe chilometriche e dei capelli lunghi e biondi di una strafiga che allora non comprendevo.

Era Michelle Pfeiffer

Se è bella ! dissi - mamma.

e mia madre mi rispose da incazzata

"anche te diventeresti così se la smettessi di metterti le mani nel naso"

ne è valsa la pena di scaccolarsi però.

05 marzo 2009

Identità lavorativa


Uno l'altro giorno mi fa:


"Io non ho mai capito di preciso cosa fai di mestiere"



-"nemmeno io"
- gli ho risposto

e' poi importante?

03 marzo 2009

Giovanna Casotto: il nuovo libro !



Libro- giovanna casotto pin-ups
tiratura 50 copie autografate in allegato un disegno originale autografato( 17,5cm x 25cm )

DESCRIZIONE


libro-formato (w)21cm x (h)25cm
pagine 32
doppia copertina
cofanetto rigido in plastica trasparente

PREZZO euro 120



Come mai hai deciso di auto-produrti un lavoro così prezioso?


Prezioso o no che sia, sono stanca di editori che commissionano lavoro e poi non lo pagano!!!! è così semplice l'equazione: io lavoro per te = tu paghi me. Do you understand??????

Cosa vorresti dire su questo libro...

COMPRATELO!
E cosa vorresti dire su questo libro ad un possibile interessato

Speriamo che sia interessato davvero!

Da quando nasce la tua passione per le pin up?

Da prima di nascere, me lo ricordo come fosse ieri!

Hai in progetto altri lavori
simili, magari con le foto?

Sì, la mia esperienza di fotografa a prodotto una serie di ritratti pin-upposi di ragazze ellissime nelle pose e negli atteggiamenti stile anni '50 ! prima o poi ne ricaverò dei portfoli!

01 marzo 2009

Quella sera - Raffaello Baldini



Era un pò che non postavo qualcosa di Raffaello Baldini che tengo sempre stretto al cuore come qualcosa di preziosissimo.

QUELLA SERA

La Renata, quella sera. Quattro balli di seguito, senza dire niente, le ho preso una mano e lei mi è venuta dietro come una bambina fino alla Bosca, stavamo sempre zitti, l'ho cercata nel buio, non ci credevo, l'ho sentita tutta, e quella bocca, quel profumo, la camicetta sbottonata, tremavo, e sotto senza niente, c'era lei, è venuta giù piano, dolce, con gli occhi chiusi. E poi la domenica dopo s'è sposata.

26 febbraio 2009

Certi giorni...

Certi giorni son troppo incazzata per scrivere, allora scrivo dei giorni dopo dei giorni prima che ero incazzata.
La settimana scorsa che nello specifico era esattamente un giovedì mi è andato tutto storto. Poi storto relativamente, cavolate, ma quelle cose che se anche parti con le buone intenzioni, le sghemberie delle vicende sovrapposte ti portano ad un lancinante malumore, tale che rispondi male a qualunque proposito di gentilezza altrui.
Si comincia, mi alzo esco di casa, faccio per andare a Bologna e vedo che il treno è in ritardo di 15 minuti, allora dico “beh il cappuccino tiepido anziché prenderlo a Bologna lo prendo a Modena”. E ho avuto la splendida idea di ordinarlo al nuovo bar della stazione.
Allora mi serve una cameriera negra che pareva anche simpatica e le faccio “un cappuccino “ tiepido” mi guarda e poi io ripeto a voce e risoluta alta “TIEPIDO” eh mi raccomando. Lei mi dice sì sì, mi pareva anche convinta per quello, ma si vede non abbastanza. Allora fa il cappuccino, e vedo che vien su un fumo tremendo – allora chiedo “Ma è tiepido?” – e lei mi dice sì sì TIEPIDO TIEPIDO. Allora era impossibile che quel cappuccino fosse tiepido , però per sfida lo avvicino alle labbra e mi son scottata infatti mi veniva la sfioppola, e appoggio la tazza e vengo via.
Però forse è meglio che un corso di italiano basilare a quelli del bar della stazione di Modena lo facciano eh. Mica solo ai negri dico.

Poi con sta storia che era carnevale praticamente alla fine del lavoro mi era venuta una voglia boia di frappe, o crostoli che in veneto di dica o chiacchiere in meridionale che si dica – e entro in un negozio di dolciumi a Bologna, so già da tempo il tipo che gestisce mi sta sui maroni, ma ha un buon fornitore di leccornie e allora la mi ingordigia e golosità mi ha fatto cedere all’antipatia - non ho resistito e son entrata e gli dico “Voglio un etto di frappe” nel frattempo c’era un giovinastro vestito bene che ci provava e mi diceva, ma invece di prendere delle frappe prendi le sfogliatine che son le più buone
“Oh c’ho voglia di frappe dico io” e lui – il giovinotto vestito bene “ continua “posso comprartele io?” Insomma io volevo le frappe e al droghiere che mi sta pure sui maroni gli dico “allora un etto di frappe” - poi le pesa e mi fa “sarà ben stat bravo son un etto esatto” – e allora prendo il sacchettino unto di frappe pago 2,50 euro e vado via mentre quello che se la menava con le sfogliatine continuava a dire che erano meglio le sfogliatine, e mi ha pure detto “beh magari domani così ci vediamo ancora”.
Io esco e mentre faccio per mangiare le frappe mi rendo conto che le frappe sono solo due frappe, due misere frappe tutto volume come devono essere sì le frappe, ma con sul fondo un peso eccessivo di zucchero a velo. Ma eccessivo che anche Mardona si sarebbe sconfortato alla vista.
Allora per ripicca ho tenuto il sacchetto che per sbaglio mi è anche volato per aria e mi aveva zuccherato la borsa nera, mista a alle briciole di frappe. In ogni caso questo non è servito a far scendere i miei dubbi e volevo proprio pesarlo con il bilancino che a casa segnava in effetti 55 gr di zucchero velo - quando il totale frappa era 100 gr cioè 55 gr di zucchero a velo. Solo che ormai ero a Modena e c’avevo una voglia il giorno dopo di tornare con il sacchettino e farmi risarcire quel zucchero a velo in frappe reali. ( ci manca solo che mi dica, beh hai mi visto delle frappe senza zucchero avelo?”
Cmq non è finita la giornata perché arriva ora di cena e vado a fare la spesa con la voglia di brodo di manzo per mandare giù le frappe che non mi sono rimaste sullo stomaco.
Il macellaio del conad che non è mai di buon umore, ma quella sera era anche di buon umore e io ordino un pezzo di manzo da brodo, che me ne sta per tagliare una fetta troppo grossa e gli dico, “di meno eh”, e me ne taglia di meno, poi mi fa “ma lo sa eh che per fare un buon brodo ci vuole anche la gallina e il doppione” – e io gli dico scazzata “eh-?
-“sì ci vuole il doppione – sai cos’è il doppione?”
- “eh cosa?” –
Non era mica tanto un consiglio, ma voleva a tutti i costi rifilarmi sto doppione. O forse bella figuro io non so bene cosa volesse, fatto sta che insisteva un poco-
E io so benissimo cos’è il doppione – il brodo lo faccio da 12 anni ogni settimana anche ad agosto – e il doppione lo alternato ogni tre settimane, e ancora incazzata dal cappuccino bollente e i 55 gr di zucchero a velo in eccesso – io gli rispondo
“ma un lo fa poi come vuole il brodo – io voglio un brodo di manzo senza doppione” – e poi dopo avermi consegnato la carne si è ritirato nello sgabuzzino tutto intirizzito a tagliare altra carne. Il mio moroso che era con me mi ha anche fatto venire un po’ di sensi di colpa, ha detto che mi son sbilanciata verso il bancone del macellaio a dirgli – Oh ma uno lo farà ben come vuole il brodo” – e allora mi veniva voglia di andarmi a scusarmi per davvero che non poteva sapere di tutta la storia del cappuccino bollente e dell’etto falso di frappe, e poi quando son stata per tornare al bancone della carne però, quella sera non ce l’ho fatta. Volevo chiedergli “scusa ce l’ha del doppione?”
-Sì –
- Beh allora se lo metta su per il culo.
Certi giorni non gira. Ho fatto finta di prendere un’altra cosa al banco vicino.