Oggi è lunedì, dovrei cominciare a fare un sacco di cose, che c'ho un pacco di consegne e però e come se il sangue mi arrivasse diluito in fondo alle vene.
Ilaria mi ha augurato un buon inizio settimana, beh grazie, ne avevo bisogno, perché questo fine settimana, come ogni volta che vado su a Vicenza a trovare mia madre, mi piomba una addosso qualcosa che distrugge la maggior parte dei buoni sentimenti, come se i buoni sentimenti e lo stare decentemente siano solo una ricopertura di sottilissimo strato, pronti a cedere da un momento all'altro.
Ma questo è nulla.
Tante altre cose, che sembrano cavolate, poi lì per lì a pensarci son cose che capitano tutti i giorni, ma le cose che capitano tutti i giorni son poi le cose che fanno della vita la tua vita, e uno dice molto semplicemente "son cose che capitano tutte i giorni" beh è vero.
Lo sappiamo, di tutto capita tutti i giorni.
A farla breve mentre eravamo in autostrada nell'A1 c'era poi una coda lunghissima, che c'era un'incidente, ma mica era un'indicente di quelli facili, era un'incidente dove c'erano due morti che ho visto la scena di un sacco nero che usciva dall'ambulanza, e io da lì mi è venuta l'ossessione, a pensare che quelle persone che sicuramente son morte, chissà chi erano, che anche se erano dei perfetti sconosciuti per me, e per tutti quelli che passavano di lì, ho cominciato a pensarci in continuazione.
Forse per una mia deformazione del pensiero, mi vien da credere che chi vedo o so che son morti in condizioni abbastanza tragiche - siano stati sicuramente degli stinchi di santo, e non dei figli di puttana - poi magari nemmeno un classico stico di santo, che se fosse un classico stinco di santo da vivo mi sarebbe stato un po' sulle palle quasi quanto uno figlio di puttana; ma insomma mi vien da pensare che quelle persone erano sicuramente eccezionali, per lo meno per bene.
Sicuramente delle persone a modo anche nella testa, che a differenze di me che ci penso ogni ora alla morte, alle malattie, e alle ossessioni , quelli figurati ci pensavano che quel giorno morivano per sempre.
E poi mi veniva da piangere; alla fine più a pensare che i famigliari di quelle persone, quando noi abbiamo visto qell'incidente, ancora non sapevano nulla, e sicuramente si saranno disperati tantissimo, a vedere crescere dei figli giorno per giorno, dandogli utto quello che speravano per farli diventare una cosa bella, nel bene nel male la loro speranza cresciuta nell'altro, con le punizioni i tiramenti d'orecchie le comprensioni, le carezze e le berle.
Stamattina ho pensato ai loro colleghi di lavoro, probabilmente solo oggi avranno saputo del disastro, visto che era sabato verso sera. Magari no, ma mi immagino, e certo le mie son solo congetture, ma ci sono e le penso.
E a pensare a queste cose poi andando su a Vicenza prima di raggiungere Valdastico e arrivare, pensavo che si può morire da un momento all'altro, e anche se non ci pensi, che sicuramente non ci avrebbero mai pensato, sennò di sicuro mica partivano e se ne stavano ben dentro casa - e magari pensavano di cose da fare in settimana, questa che deve ancora passare, o cose si cui adesso parliamo sempre tutti tipo Obama, politica, Berlusconi, o anche no, o anche parlavano e ascoltavano la radio, per cosa poi. Morire in un giorno di novembre.
Non dico nulla di speciale, me ne rendo conto, ma siccome mi ha fatto stare molto male, ho detto beh lo scrivo, è un pò un fatto egoistico forse, ma tante cazzate che scrivo del blog, questa no, la vivo come se volessi ricordarmeli anche un giorno, che pure se erano degli sconosciuti che non hanno nulla che fare con lamia vita, in quel momento hanno avuto a che fare con la mia vita.
E poi, e poi si parla anche di letteratura, di refusi, di quanto in un posto si mangi bene e male, del parrucchiere, di un sacco di cose che davvero, difronte queste cose, non valgono nulla, ma davvero nulla.
Proseguendo fuori dall'autostrada, ogni mazzo di fiore che vedevo lungo le stradette che portava al paese di mia madre, pensavo ecco un altro era successo qui, e poi qui, e poi qui, ci facevo caso un sacco, e ce n'erano davvero diversi.
Che quei fiori lungo strada in vari casi erano per persone che non parlavano la lingua di quei posti - ma quei fiori in genare hanno meno resistenza di cuore e di impegno. Stanziano poi nella memoria dei loro cari, o sulle tombe.
Ci sono invece incidenti del posto che conosco, perché in un paesino le chiacchiere non si fermano mai, e tutti si conoscono per diversi motivi - e c'è un mazzo di fiori che anche dopo venticinque anni sulla curve lo rinnovano sempre di freschi fiori, perché uno che era morto lì era poi un figlio, e anche se quei genitori sono invecchiati quel ragazzo si è fermato per sempre a 17 anni, e sarà sempre il loro figlio di 17 anni, anche quando ne avrebbe dovuto avere quasi quarantacinque.
Son cose che mi distruggono il cuore a pensarci, eppure accadono ogni giorno, ma poi quando le vedi ti torna in mente lo scatafascio, cos'è l'umano, la fragilità e la potenza che assieme teniamo.
Ho pensato che nel libro che sto ricorreggendo in questi giorni, mancano rivedendo questi fatti dei passaggi fondamentali che avevo rimosso forse è proprio per dolore, e credo che per questo voglio metterli anche se ho una scadenza davvero a breve.
Poi davvero ti chiedi, cosa abbi o non abbia senso, quanto il bello si può distruggere in un niente, anche sotto il più meraviglioso dei tramonti. Ed è proprio perché siamo consapevoli o almeno sentiamo che esiste lo splendore che tanto ci si rammarica davanti l'impossibilità di viverlo, in un giorno qualsiasi, le cose vanno, come vanno, con i loro progetti, e i fine settimana.