E’ vietata la riproduzione, parziale o totale, in qualsiasi forma e secondo ogni modalità, dei contenuti di questo blog, senza l’autorizzazione preventiva dell’autore.
Tutte le interviste, gli articoli, e le pubblicazioni artistiche realizzate da Gisela Scerman sono protette dal diritto esclusivo d’autore, e il loro utilizzo è consentito solo citando la fonte e l'autore e/o chiedendo il permesso preventivo dello stesso.

Creative Commons License



News e appuntamenti


x




IN LIBRERIA

08 novembre 2008

Evviva squarcialupi


Lasciamo il fine settimana con un pò di meno tensione,. ecco qualche opera del nostro amato Pignagnoli...

Opera n. 191

C'era Franco Pilastri che aveva sempre un'aria da svagato, da tipo inconcludente, una notte sognò che s'era sparato un colpo in testa e dopo l'aria da inconcludente non ce la ebbe più.



Opera n. 223

Dio esiste. Me l'ha detto Squarcialupi. Solo che dopo che ha fatto il mondo s'è addormentato e non s'è più svegliato, m'ha detto Squarcialupi. E io ci credo perché è uno che ha fatto il giro dell'altro mondo, Squarcialupi. E' stato anche all'Inferno e ha detto che non c'è nessuno. Solo Hitler.

Opera n. 224

In genere me le racconta sempre quando andiamo fuori queste cose, perché dentro non si fida della gente che abbiamo intorno. Sa anche chi è stato il domatore a mettere per primo la testa dentro la bocca di un leone, Squarcialupi. Era un tipo di nome Isaac Van Amburgh. Me l'ha detto una volta che in un bar ci hanno portato una bottiglia di vino che si chiamava Vino Leone.


Opera n. 226


C'è quello scrittore bolognese, lì, vanitoso, petulante, pieno di sé come un uovo, con quel suo ghignotto dalla smorfia quasi sempre insolente, che nonostante tutto è anche lui un poeta d'avanguardia minore come tanti altri. Anzi lui è anche peggio perché è un poeta d'avanguardia minore pentito, che è la razza peggiore che ci sia. Quelli lì son tutti venuti fuori di galera spifferando alla polizia i nomi dei loro complici e l'indirizzo dove potevano trovarli. E dopo che son venuti fuori di galera hanno abbracciato il mondo dell'arte facendo dei quadri astratti o scrivendo poesie sentimentali. Nessuno di loro però è diventato un trombettista oppure un pianista. Perché imparare a suonare la tromba è mica facile come imparare a sparare con una pistola. Ci vuole molta più pazienza. Bisogna mettersi lì tutti i giorni a far della pratica e le note le devi trovare tu. Non te le danno già fatte, come le pallottole.

Opera n. 227

I dottori gli avevano detto che se mangiava un'altra fetta di mortadella moriva. Di mortadella ce n'è ancora, ma lui non c'è più.


07 novembre 2008

Abituati alla merda


Stamattina ho postato questa cosa qui di Costanzo che avevo già postato un annetto fa circa.
perché l'ho postata? Perché ci son sempre cose che mi fanno incazzare, sempre tutti i giorni, son sempre cose diverse le una dalle altre, difatti ci son tanti motivi per cui uno può essere se non incazzato, almeno preso male, e quando gli ronzano in testa cose per cui è preso male poi automaticamente gli vengono in mente anche tutti gli altri motivi del cazzo che fino allora lo ha fatto prendere male.

Allora parlavo di questa politica del fare di tutta l'erba un fascio (giusto per non essere Mussoliniani) - e del fal filtrare solo certi messaggi - che va sempre a scapito della persona sia autore, di qualunque cosa, ma anche no. Non c'è modo di far capire le differenze reali che esistono tra un prodotto e un altro, tanti ce ne sono, se non per categorie prestabilite. Questo naturalmente, dipende da diversi fattori, quello commerciale in primis

- necessità di semplificare un concetto e quindi racchiuderlo in due parole svilendo quindi la sua reale tridimensionalità -

troppi prodotti - non c'è tempo per entrare davvero in merito a...

-i giornalisti vengono pagati 'na minchia - conseguenza per un articolo in genere s'impegnano davvero poco - e lo riciclano quanto più possono a diverse testate. del resto dargli torto?

Non troppo tempo fa ho chiesto una testata giornalistica provinciale quanto pagassero a pezzo - 7 euro il pezzo. ridicolo. Se uno lavora seriamente deve essere anche retribuito dignitosamente, o almeno retribuito.

Son tempi duri per tutti, non devo dirlo io, ma il rispetto deve essere il rispetto - e in quesito casi per farsi rispettare meglio un No e fare un po' di più la fame. la penso così.

Però tornado alla cosa di prima - vengo a vedere che nel corriere vengo citata, tra le solite autrici che fanno riferimento all'eros. Ragazze che conosco direi tutte o quasi personalmente, e che credo una dall'altra abbiano, abbiamo fatto libri diversi, io posso dire solo di Nadiolinda, Carolina Cutolo ed Eliselle, che ho letto le altre non saprei Ognuno poi del proprio esser citata ne risponda come vuole, se si sente adeguata al discorso. Io no sinceramente.

Del mio libro beh mi son lamentata, non mi va (più) di essere citata a grande braccio così, da gente che nemmeno ha letto, e scrive come tutti ormai solo per sentito dire, o per dover appartenere - non più, l'ho accettato fin troppo - all'inizio anche per rispetto verso l'editore, ma il rispetto verso l'autore dov'è?

Non mi interessa se levando il nome si ha meno visibilità, perché non è quel tipo di visibilità che voglio avere, se non hanno rispetto, lo si deve insegnare ma siccome nel loro avere ragione spesso sono degli asini, allora piuttosto me ne sto a casa, ma non accetto etichette di questo genere, anche se certo fan vendere di più, 'ste l'eros la donna, l'uomo, van bene, ci sono esistono, quanto continueremo? Forse sempre - ma a me interessa la pornografia, perché posso anche disinteressarmene - ma non so se questo sia facile da capire.

La modella è un altro paio di scarpe, è una cosa totalmente diversa - ma qui nella scrittura non ne parlo non è erotismo.

ho fatto un libro erotico?
No. cazzo no.
A volte un po' porno se volete, e vi assicuro che non sempre il porno eccita - è un libro drastico, nostalgico, schifoso, che fa pure la nausea del sesso, come fa anche sorridere spero - quel che volete, ma non erotico, se uno si fa una sega con quel libro son fatti suoi che non capisce il senso, tanto c'è gente che si fa le seghe anche con le forme di formaggio., voglio dire on è il problema, ma non mi sento di dire e di finire ancora nella bolgia di quelle autrici considerate così. e so che patimento a volte è come credo lo sia stato per Melissa restare ancorata nonostante tutte le altre cose che ha fatto al nome di Melissa P.

Poi si informa chi scrive? Dico in genere, non mi sto riferendo a qualcuno in particolare, ma da quel che vedo, siamo tutte nel campo della comunicazione?

Un tempo si parlava con chi si aveva davanti perché internet non c'era - ah beh ci si occupa di comunicazione perché cambiato il modo di comunicare - mi sembra un po' buttato là...io ho 2 blog che aggiorno sempre, myspace, un sito è vero, è una forma di comunicazione, ma non mi occupo di comunicazione, attenzione. Questa è solo un'evoluzione della trasmissione delle parole, non un'occupazione di ordine sociologico, anche se ha riscontri di ordine sociologico. I miei interessi sono altri, di sicuro non la sociologia, come a tanti tanti mi piace scambiare opinione, conoscere, vedere e internet è uno dei quei mezzi che dà queste possibilità - ma detto questo punto.

Per il fatto erotico, si può parlare di sesso senza eccitare, parlare di cose legali ed illegali, ma non di trasgressione, posso permettermi di parlare di fetish perché me ne frega fino mezzogiorno, se non nell'immaginario estetico, se scopo scopo senza cose sadomaso, senza cuckoldismi, senza dover aver una parte. Credo nulla sia necessario se si è liberi.

Tanto come al solito questo discorso non servirà a nulla, perché il sistema è questo e si vuol capire sempre solo quello che ci danno a bere. Ma non ha a che fare con il brodo primordiale, eppure questa dovrebbe essere l'evoluzione, il progresso, la nuova scienza?

Credo intervisterò persone anche sconosciute, ma che credo abbiano qualcosa da dire, finché non son così conosciute e non hanno la pretesa di divenirlo, forse rimangono interessanti.

Costanzo e Marketing vari (il nulla che si fa posto) n2


Intanto posto questo vecchio post che risale al 27 ottobre 2007- riguardo "il libro la ragazza definitiva"poi vi spiego perché. Purtroppo ho sempre conferma che le cose non cambiano - mai in meglio almeno.

Quando oltre il sesso c'è dell'altro siam sicuri che l'altro lo vedranno in pochi ! Il problema è quello che gli editori fanno leva si quello che pensano sia il "marketing adatto" infatti io ci son rimasta male, su come è stato gestito questo libro.
Certo c'è sesso e molto - come negarlo? E io non voglio assolutamente negarlo - Ma il messaggio di base è la solitudine, anche l'incomunicabilità, la difficoltà delle relazioni,la morte e la malattia,questo però da un punto di vista commerciale è sempre un rischio, figuriamoci metterlo su un'esordiente. Io son rimasta molto delusa, perché all'inizio c'era un gran leccamento di culo da parte di tutti, poi naturalmente quando decade il tuo tempo prezioso ti trattano come una pezza da piedi o quasi. Mi son sentita dire che il giorno che ho firmato quel contratto "era il giorno più bello della mia vita" cioè l'editore mi ha detto. Vabbè non ci vuole un genio a capire che esagera, ...poi sparito nelle nebbie per sempre. Così è stato. tanto valeva che lo davo ad altri a sto punto, almeno erano "onesti" dall'inizio nel dire che il target da seguire era quello. Ed io che mi son fatta abbindolare buoni sentimenti (miei) che illusa!


Poi - Costanzo è stato avebbè..., così il suo uguale staff - pronto a tutto. La vicenda è stata esattamente così e ve la racconto - mi era capitata di essere stata chiamata da una rivista nota proscrivere un tema-racconto sulla sessualità. Avevano già il titolo scrivi riguardo "la trasnsessualità", un termine da loro coniato che dovevo spiegare con parole mie. Mi han spiegato quello che volevano, mi pagavano bene, molto bene, ed ho accettato (son sensibile scusate eh ai pagamenti). L'articolo esce, e mi leggo nel titolo in grande che io non ne sapevo nulla "scrittrice erotica (?) si definisce transentimentale racconta di una sua esperienza con una donna. O adesso non ricordo,ma una cosa simile, insomma lo spacciavano x autobiografico.
Mi chiamano un giorno dalla redazione di Costanzo, un tipetto un po' arrogante mi dice che faranno una serata sui gay con 2 coppie di uomini e 2 coppie una donne gay e che mi volevano in trasmissione perché IO mi definivo transesetimentale, Io gli ho spiegato che quello era una articolo che ho scritto era una rivista, ma il contenuto era al fine di rendere il concetto. Allora si irrita e mi dice, sì ma l'hai scritto che sei stata con una donna,gli dico sì è vero, ma voi volete far una cosa morbosa, allora si è incazzato, poi il contesto era davvero stretto e lui si sa sputtana quel che può,allora gli dico,senti te a mai fatto delle cose per soldi? e sta zitto, beh io sì,e a me di raccontare delle balle gratis tra l'altro non mi va, e poi anche se ho avuto delle esperienze simili, non mi va di parlarne pubblicamente. Il tipo si incazza e mi sbatte giù il telefono. L'editore pure si incazza che ho rifiutato. Poi richiamano qualche settimana dopo credo - mi dicono che mi vogliono cmq come ospite, io rimetto in chiaro delle cose, e loro mi assicurano che sarà una serata generica con altri ospiti ce non c'entrano nulla infatti proprio nulla, non c'era una persona che c'entrasse con l'altra e quando c'era da parlare non si poteva.
Costanzo mi chiama nel camerino, io ho detto cazzo adesso ci prova, ma mancava troppo poco perché lo facesse, allora lì con il muso lungo fino a terra, mi fa "ma non sei felice" - io gli dico, Costanzo son depressa, e lui con quella voce da sorcio impappinato mi dice qualcosa,poi mi dice anche mettiamole cose in chiaro io non sono un moralista. Eh s'è visto. E di punto in bianco, torna fuori la domanda sulla trasentimentalità, a me è venuta una rabbia omicida, anche se la nascondo bene, non sapevo se dire davanti a tutti, sì me l'han detto quelli della rivista di scriverlo, e son stati loro a dire che autobiografico (senza chiedermelo tra l'altro) e facendomi passare per la trasgressiva di palare fetish che ci può stare eh, ma è un capitolo su 26 per cui fate voi.
L'idea è proprio si sentirsi usati – pure un altro conoscente aveva messo in chiaro di non sparlare di aver fatto un trapianto di reni, e la prima domanda che gli ha fatto è stata quella riguardo l'operazione, con Giovanna è capitata una cosa analoga (oltre al provarci9 e con la Spack è andata pure in risarcimento. Veramente un bel mondo complimenti. Io sinceramente vedrò di andare se capita a quelle trasmissioni un cui la libertà di espressione c'è, e non ti mettono cose in bocca che non si sa da quelle altezze o bassazze arrivino. tanto più passa quello ahimé

06 novembre 2008

Nonni bastardi


Io non li perdonerò mai i miei nonni che mi hanno addestrato al sonnellino pomeridiano.

Ora non riesco più a fare un cazzo il pomeriggio che mi piomba un sonno...

Che rabbia.

ronf

04 novembre 2008

30-lance


C'è una tipa che in questi giorni mi tartassa di mail, perché vuole il numero di telefono di Franco Trentalance (l'attore porno che ora è alla talpa per intenderci).

Io non so più come farle capire che non posso dare numeri privati di persone pubbliche che tra l'altro non sento nemmeno io (perché avranno pochi che gli tartassano i maroni) - insomma c'avrà pure l'agente no per 'ste cose...

Allora le ho spiegato che mica che voglio fare un dispetto, ma non posso darle il numero del pornoattore.

Poi mi ha detto dell'ultima,

"ma no, tu non puoi capire, devo farci la tesi di laurea".

comunque è simpatica.

03 novembre 2008

Le manine scheletrine


La notte prima di addormentami guardavo il soffitto, e il lampadario a mongolfiera giuro che proiettava delle ombre - dalla conformazione di manine scheletrine: una sul suo lato destro e una sul suo lato sinistro.

Allora a lui che era disteso vicino a me nel letto dicevo piano per non farmi sentire:

-"aiuto, aiuto, delle manine scheletrine stanno vendo a prenderci".

E ogni notte prima di prendere sonnodopo il mio "aiuto-aiuto", lui mi rispondeva

"ma non sono delle manine scheletrine, bensì due forchettine! Bada bene"

"aiuto, aiuto, allora vengono a mangiarci..."

"ma non vengono a mangiarci, sono forchettine pronte per domani a pranzo"

Poi la mattina con la luce del giorno, invece non ne restava nemmeno una di forchettina a mezzodì.

"Ed a un dio goloso, non credere mai".

g

Di quali fiori?



E voi, figli dei figli, ma di quali fiori?



Richard Benson

02 novembre 2008

Sapete com'è


In questi giorni quando mi dicono "son stato a trovare i nonni", non mi azzardo a chiedere se stan bene.
dico, "eh...almeno una volta l'anno tocca".

31 ottobre 2008

Ezio Vendrame a San Remo

Grazie ad Adele che ha letto il post precedente su Ezio Vendrame e mi ha segnalato un link dove si può vedere un breve pezzetto di quella serata di san Remo...
E' all'interno di facebook, ma non serve essere iscritti per poterlo vedere....
peccato non si intero, perché quella serata me la ricordo come se fosse passata stamattina, ed era emozionante sentir parlare Ezio - più di qualunque altro cantante che fosse salito su quel palco...

Ecco QUI

29 ottobre 2008

Quel che si deve.


Oggi mi verrebbe da piangere, ma è sempre troppo poco anche piangere.
Un mio amico mi chiede perché non si può stare mai bene o quasi - io rispondo che forse è per non stare peggio; oggi è così facile patire, almeno se si ha un briciolo di sensitività, non basta molto per capire questo sfacelo che dalla società si infiltra nell'umano.

C'è sempre una catasta di cose da fare, inutili per lo più, ma che si devono fare. Inutili io penso per se stessi, ma necessarie per la sussitenza pratica, ma che abbatte la crescita umana - che ogni giorno è soffocata da quelle cose che si devono, che si devono e che si devono fare, mai un po' di pace.
Non si è nel "si fa quel che si può, ma in quel che si deve". Siamo così piegati in questo che non ce ne accorgiamo neppure, e la patiamo come una cosa naturale, come se il dovere fosse un'eterna influenza che è piombata dal cielo a tartassarci le giornate fino la morte.

Si arriva all'anestesia dei sensi, a non accorgersene del bello e del brutto, e quelle volte che ce ne accorge per davvero è un pianto che non basta, ma qualcosa che dilaga dentro e ti fa sentire irrimediabilmente perduto. Se per quell'attimo, e sempre se per quell'attimo te ne accorgi. E' passato così tanto da quando l'umano ha messo piede qui, eppure un cielo una foglia una strada, un parola cara sarebbe ancora in grado di darci qualcosa se solo si riuscisse a fare un po' di silenzio e sentire che queste cose sono già dentro di noi, bisognerebbe solo stare ad ascoltarle, e trovare allora sì quel punto di riconciliazione che al centro di noi, senza pensare che saimo noi, quell'incotro tra il fuori e il dentro - l'abbracciano che ci dà quel senso di pienezza tipica della gioia.
Dopo i sonni sono sereni e i risvegli con la pace nel cuore.

Ma a quanti e quando oggi si trova il tempo? La stanchezza fiacca l'anima, offusca il vero, o per chi combatte è un forte male. Sarebbe bello per certe cose, per tante cose poter tornare indietro, ma credo sarà sempre paggio, più lontananza...meno tempo per capire per capirsi, per amare nel senso totale del termine, e quindi si finisce ad essere dei gran creduloni costruiti nella cultura, ma non nel sentire, ci si copre di ignoranza, ma di quell'ignoranza animica - e purtroppo non c'è nulla che convince meglio le persone di scarsa intelligenza e emotività di quello che non capiscono. Così ci beviamo, si bevono (a seconda, perché nessuno ne è immune) quel che passa al convento, e con i grandi soldi che circolano ai piani alti, ci fanno stringere la cinghia dell'esistere. Come vorrei che queste parole venissero percepite!
Anche da me, perché solo in alcuni momenti pure io me ne rendo conto. E poi invece tutti in fila per sei senza alcun resto.

Si arriva alla conclusione che pure la vita alla fine serve per passare il tempo, e visto che bisogna farselo passare, finché non si ha una scusa decede per farsi andare - almeno per se stessi e per gli altri, beh si cerca di rimediare alla noia spesso con cose che no te ne frega neanche più di tanto.
Oggi mi pare tanto così, che ci si convince di cose che alla fin fine, ne potremo fare benissimo a meno. E perdiamo quello che di più prezioso dovrebbe preservare un essere umano, il tempo per sentirsi dentro, per dedicarsi veramente a quelle cose che più si ama, quello credo sia l'unico motivo per cui valga la pena respirare stando al mondo.
Pure i luoghi di un tempo, particolar modo i paesetti sembrano soli, non solo le persone Mauro Corona che a differenza di altri che portano il suo stesso cognome è un altro che stimo tantissimo, andatevelo vedere su you tube e leggetelo, quando dice che: le case i paesi sono come la gente, se non li si accarezza muoiono.
E oggi siamo così tirchi in carezze.

27 ottobre 2008

Baltica 9


E' uscito per edizioni La terza Baltica 9 "guida ai misteri d'oriente" - che mi raccomando con l'oriente questo libro non ha proprio nulla che fare, scritto da paolo Daniele Benati e Paolo Nori ... ultimamente faccio fatica a leggere, ma di qui e di lì lo si legge più che volentieri, se siete dei appassionati lettori invece lo leggerete ancora più che di qui e di lì e molto più che volentieri. Io prima o poi mettendo insieme tannti di qui e di lì lo leggerò tutto pure io, ma intanto pubblico alcuni "di qui e di lì" che ho letto...e che credo vi possano piacere...

Questa la premessa

«Vi piomberà addosso un cupore e una cupitudine e una cupetaggine simile a una disperatezza d’animo che non vi aveva mai colto prima. Non sappiamo dirvi perché. Ma sarà così e non bisogna voltargli le spalle nel modo più assoluto a questa disastrosa rovina del vostro umore perché la vita è fatta anche di questi momenti, e soprattutto quella del turista al quale invece paradossalmente si rivolgono le guide per abbindolarlo in un sogno di piacere. Niente affatto».

«Se chiedeste a degli occidentali che hanno vissuto per un po’ di tempo in un paese dell’ex blocco sovietico in cosa sono diversi gli ex sovietici dagli occidentali, forse loro vi direbbero che diversa è l’importanza che qui e là si attribuisce all’idea che gli altri hanno di noi. E se chiedeste loro come mai anche dopo la fine dell’ex impero sovietico continuano a tornare in quei famosi paesi ex sovietici, che cosa c’è di tanto bello, in quei famosi paesi, forse loro vi direbbero che la cosa bella, di quei famosi paesi, è che fanno paura».


pag 16

"Che la Polonia vedrete è un paese stranissimo per esempio in autostrada ci sono i semafori, anche in Austria avrete notato semafori in autostrada, solo in Austria eran sempre verdi, qui invece ogni tanto diventeranno rossi ci sarà della gente che attraverseranno e attraverseranno anche senza semaforo anche dei cani e delle biciclette, vedrete anche della gente che fa inversione, più di uno, e anche due che si saranno andati a stampare contro il guard rail della corsia di sorpasso che come avran fatto con la strada dritta non capirete sarete portati a pensare che sia per via del famoso coraggio polacco e nella macchina vostra crescerà un sincero sentimento di ammirazione per il popolo polacco così coraggioso e dentro la vostra macchina questo sentimento di ammirazione sarà l’unico sentimento presente fino a che non sentirete uno di voi sospirerà, significherà che è tornato a pensare alla doganiera slovacca che anche lei sembrava coraggiosa e altera e incorruttibile e così innamorata del proprio mestiere e poi dovrete inchiodare perché ci sarà un camion di pere che si ferma di colpo e poi l’autista che scenderà a pisciare e poi risalirà ripartirà come se niente fosse".

pag 56 -57

"Come vodka vi consigliamo la Diplomat che costa diciamo un euro a bottiglia, mentre con la birra potete andare sul sicuro comprando la Baltica 3 e la Baltica 9. La Baltica 3 è leggera ed è quella che si beve nei chioschi in riva al Baltico. La Baltica 9 invece è un po’ più difficile da trovare e naturalmente il suo contenuto alcolico – come suggerisce il numero – è più elevato. Ma non fate l’errore di berla assieme alla vodka tirando a sorsi alterni da un bicchiere e dall’altro perché poi si fa presto a partire. E se per caso non partite e pensate di avere una resistenza che vi permette di tenere sia la vodka che la Baltica 9, abbiate almeno il garbo di non dirlo al vostro amico Al’bin, non andategli a raccontare il giorno dopo che voi appena arrivati a casa avete organizzato una cena con gli altri vostri amici russi che avete bevuto la Baltica 9 con la vodka perché lui poi s’incupisce, comincia a girare intorno al tavolo con la sua sigaretta fra le dita, comincia a guardarvi di traverso senza dir niente, comincia a lanciarvi il suo sguardo severo di disapprovo e se per caso gli state parlando al telefono si sente il suo respiro cupo che si altera. Quindi mangiate, bevete, mescolate quello che volete, birra e vodka, ma che rimanga fra voi".

***

Poi la cena continua da sola e a fumare si va fuori nel terrazzino di servizio della cucina. Vi consigliamo di andarci anche voi perché questi sono dei momenti che rimangono impressi nella mente. Anni dopo infatti vi ricorderete di quando eravate in Russia, sul balconcino di un caseggiato, che fumavate una Belomorkanal davanti agli altri caseggiati popolari che riflettono la luce del sole attraverso le loro finestre e voi subito non avreste detto che quel paesaggio vi sarebbe poi rimasto in mente tanto a lungo. Invece sarà così. Perché ci sono dei momenti nella vita in cui uno è soddisfatto di essere lì dov’è e non vorrebbe trovarsi in nessun altro posto. Davanti a sé non vede altro che quattro o cinque enormi caseggiati popolari eppure non vorrebbe trovarsi in nessun altro posto. Anche il fatto di dover uscire per fumare una sigaretta alla lunga non lo sentirà più come una scocciatura ma come un sopralluogo turistico che lo spingerà addirittura a desiderare di essere nato lì e di aver vissuto lì con tutte le tribolazioni della gente che lì c’è nata per davvero oppure con le loro gioie. Non si può spiegare questo fatto a meno di non mettere sul piatto un gran mucchio di retorica. Ma vedrete che rimarrete lì sul terrazzino con la vostra Belomorkanal a guardare i caseggiati nella luce della sera che non cala mai e col sole che continua a riflettersi sui vetri mandando lampi di un bagliore accecante. Nel condominio di fronte c’è una gigantesca scritta che è stata fatta dipingendo una lettera a ogni pianerottolo sul muro dell’ascensore esterno e che dice: JA LJUBLJU TEBJA (TI AMO).