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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

11 ottobre 2008

Quando il buon senso è di casa


Dio Cristo che fatica che è.

Oggi mi arriva una mail, e rispondo che non va mica tanto bene,
beh quindi come al solito. Mi ri-ripsonde la Chendi. Poi penso che questa frase la dico praticamente sempre con quelli che c'ho confidenza.
Allora dovrei pensare che va tutto bene, in fin dei conti dato che lo dico sempre; e finché si risponde che non va troppo bene, cioè dico finché si risponde. Almeno qualcosa va.

Poi uno mi propone 600 euro per un videoti bondage, e poi aggiunge beh se ti pare poco mi conviene chiamare una del nord europa -

gentile ho pensato.

Apro il myspace e un'altro mi dice che mi pensa perché gli ricordo bocca di rosa.

Insomma son davvero persone con-tatto.

Vendrame ha scritto

io non so se a sbagliare si impara, ma di sicuro a sbagliare si sbaglia.

Vaglielo a dire.


Buonanotte domani vedo di scrivere cose più, più non so. Notte e giù le serrande.

09 ottobre 2008

Baldazzini e Sexyrama


E' us
cito per la "Coniglio Editore" Sexyrama, un volume che racconta il cambiamento dei costumi femminili attraverso le immagini dei periodici dal 1969 al 1979 - una mia intervista all'autore Roberto Baldazzini

- Sexyrama è un libro che ripercorre attraverso immagini di riviste, il cambiamento del femminile, e dei suoi costumi tra il 1960 e il 1979 - una tua collezione preziosissima di prime pagine che raffigurano donne icona come Marilyn Monroe, Brigitte Bardot, Grace Kelly, nel pieno della loro forma, ma anche donne "di tutti i giorni", donne della nostra storia televisiva e del gossip italiano come Raffaella Carrà, Ornella Muti, Sophia Loren, e tantissime altre ... Tutto raccolto in questo libro che hai deciso di pubblicare con Coniglio editore...

Qualcuno ha già parlato di nostalgia perché si evidenzia il periodo che va dal 1960 al 1979. Un periodo lontano, sono passati 29 anni. Non c'è nulla di nostalgico a ricordare il passato. Capisco che ognuno ha il proprio stato d'animo nei riguardi di quello che è trascorso, per me qualsiasi situazione trascorsa è nostalgia, anche il ricordo del giorno prima. Ma proprio per questo lascio che il passato acquisti il proprio potere con il tempo che passa. Il passato per me è sempre stato insegnamento e questo libro ne rappresenta un capitolo. Il passato è esperienza, è vita, spesso sono ritornato a guardare il passato per andare avanti, l'ho usato come un propellente. Sexyrama è come un album di figurine, molto bello come oggetto, prezioso per l'immensa quantità di immagini che ripercorrono un periodo importantee nello sviluppo culturale della società.

- Cos'è che più ti è piaciuto nel fare questo libro...

Un piacere profondo nel condividere con i miei sensi tutto questo materiale d'archivio. Come fossi un ricercatore di preziosi tesori. Il tesoro ce lo avevo in casa, si trattava di dargli il giusto valore. Ho potuto finalmente vedere le migliaia di riviste che ho raccolto nel tempo sotto un'altra luce, più luminosa, più accogliente. Sentivo di poter selezionare materiali veramente belli, piacevoli alla visione, poi con la tecnologia è determinante la possibilità di avere quasi simultaneamente sotto gli occhi una quantità enorme di immagini! Mi sono sempre piaciuti i libri che contenevano migliaia di immagini...ora posso dire di averne creato uno anch'io.

- Il feticcio del collezionismo delle riviste, soprattutto di quello legato proprio alla rappresentazione della donna, in te quando e come nasce?

Ero piccolo quando ho cominciato a provare piacere nel raccogliere materiali cartacei.! Non saprei dare una spiegazione razionale al piacere che deriva dall'essere circondato da libri e riviste. Possedere ad un certo momento era diventato un imperativo, ma direi “leggere” le immagini era talmente piacevole che avevo bisogno di consumarne sempre di nuove! Potrei paragonare le immagini femminili dei rotocalchi a potenziali bambole di carta da ritagliare Così mi sono messo a raccogliere, posso dire di essere stato fortunato, migliaia di riviste, molte ne ho buttate, oppure strappate, ma comunque tutte le ho considerate per la loro piccola o grande importanza visiva, sociale, emozionale. Alla fine ritengo di avere fatto una scelta, quindi l'accezione tipica che definisce il collezionista non mi appartiene fino in fondo, credo, ora come ora, di dedicarmi con molto più ardore alla vita di relazione che quella con questi straordinari oggetti inanimati!

- La prima immagine che ti ha erotizzato che riesci a ricordare?

Ti riporto la descrizione “originale” che la definisce, scritta per il libro: Sono particolarmente legato al numero uno di King e a un’immagine in bianco e nero che trovo molto, molto sexy; anche oggi la posso rivedere e la sensazione è la stessa. Rappresenta Maria Grazia Buccella in biancheria intima, a figura intera, che si sta sistemando le calze, con lo specchio alle spalle che la riflette. Calze, scarpe con il tacco, non eccessivamente alto ma a spillo, la sua gamba sinistra che crea un angolo di novanta gradi con il piede appoggiato sulla poltroncina; il busto leggermente piegato in avanti verso di noi, le mani appoggiate sul polpaccio per lisciare ed aggiustarsi la calza velata, mostra generosamente la scollatura che evidenzia un seno florido sostenuto da un reggiseno; infine un sottoveste corto che arriva giusto a coprire le giarrettiere del reggicalze! Una bellissima immagine che conteneva tutto l’abbigliamento intimo che io allora potevo immaginare indossato da un corpo femminile!

-Sexyrama ha avuto un gran riverbero, recensioni importanti, i giornali ne parlano, un buon passaparola tra la gente, forse c'era bisogno di vedere "com'eravamo" , per ricordarci un po' di noi...secondo te, perché è piaciuto tanto, te l' aspettavi?

In questo libro si parla di un ventennio veramente importante per alcune generazioni, ma direi un po' per tutti...Quindi alla fine credo di avere “raccontato” attraverso una mia ossessione, un periodo che tutti possono dire di avere trascorso con trepidazione e “nostalgica”attenzione. I cambiamenti erano all'ordine del giorno quando si sa che a volte l'uomo non ama i cambiamenti, soprattutto repentini, ma sono convinto che invece aiutano nella crescita personale e nella trasformazione sociale. Sexyrama è un libro che lo si può leggere sotto tanti punti di vista, ogni lettore diventa libero di interpretarlo per quello che è la propria esperienza di vita. Non pensavo che questo libro potesse avere tanta risonanza, non ci pensavo proprio, l'ho fatto con piacere, come molti dei progetti artistici che concepisco e spero proprio di avere trasmesso a tutti coloro che lo sfogliano quel piacere che ho infuso nella sua realizzazione!

-Dopo aver visto queste immagini, si sono aperte varie discussioni su come è cambiata l' immagine della donna da "ieri" a oggi, c'è chi ne fa una questione di "peso" - "di carne" in più rispetto ad oggi; in che direzione credi sia evoluta l' immagine della donna...

Beh...potrei rispondere in maniera brutale dicendo che ora la bellezza non riesce a riconoscersi se non si “ridefinisce” con un bisturi, un ritocco fotografico... Ma poi a forza di ripetere la stessa cosa mi sembra una frase fatta, un luogo comune. Ho visto anche oggi una ragazza (?) non so se definirla “ragazzina” che girava per la strada con il suo zainetto ed era magra, molto magra...ho pensato che non stava bene, la sua faccia non era felice. Ho visto un'altra donna, dico donna per dire che doveva avere un'età tra i 35 e i 45, che mi ha fatto pensare a tutto lo stress che aveva in corpo, tesa, asciutta, finta-bionda, no, così non mi piace la femminilità! Poi ti racconto di immagini sfuggenti per la strada, sui rotocalchi si innescano prototipi femminili poco credibili, come se tutte dovessero essere protagoniste di un serial televisivo o emule fatali di una riscossa crepuscolare. Nessuno vuole invecchiare con la propria faccia...e la paura prende il sopravvento! Poi ci sono le tendenze e la moda che spinge ai cambiamenti, estetici, mai sostanziali. Una definizione dell'immagine della donna moderna? Fredda!

e l' immaginario sul femminile da parte dell' uomo?

L'uomo sta a guardare, come sempre, cambiano i modelli e lui si adegua. L'uomo le vuole provare tutte, magre, grasse, top model o veline! Spesso l'uomo tende a esaltare certe immagini femminili, a venerarle e allora si scontra con la propria ingenua e infantile tendenza a non voler vedere la realtà!

Oggi si è persa un po' di femminilità, o semplicemente siamo in un' evoluzione tale che porta la femminilità a manifestarsi sotto altri aspetti - del modello androgino che oggi sembra quello dominante cosa ne pensi?

No, diciamo che oggi c'è una tendenza a valorizzare l'aggressività come dimostrazione di potere. Anche la donna tira fuori le unghie! Credo che il desiderio dell'uomo sia quello di scoprire sotto le mentite spoglie di una ingenua e piacevole compagna una straordinaria femmina virago capace di saltargli addosso e dominarlo! La mia ipotesi di androgino è quella di un essere che vive una simbiosi assoluta con se stesso. Questa immagine mi spaventa, ora che sento un forte desiderio di amorevole contatto con il corpo della mia compagna! Se c'è, una donna di un tempo ed una di oggi, chi eleggeresti eterna come rappresentazione del femminile... Allora mi piaceva morbida e sinuosa, oggi mi piace ancora morbida e sinuosa, e non so se questa definizione appartiene al passato!


Presentazione domenica 19 ottobre ore 11.30
alla Feltrinelli di Modena - cliccare la locandina
per maggiori informazioni

06 ottobre 2008

Piero Ciampi e Vladimir Vysotskij



Mi pareva interessante postare questo scritto che confronta Piero Ciampi a Vladimir Vysotskij (altro disperato amorevolmente feroce) - in genere non posto post che altri postano ! Pero in questo caso, visto che Piero Ciampi mi ha riguardato e continua a riguardarmi da vicino, quando trovo o mi segnalano articoli interessanti, perché non diffonderli, soprattutto se ci stanno veramente a cuore. E

mi pare ben fatto.

Preso dal blog Il dente del giudizio

Piero Ciampi e Vladimir Vysotskij

A cura di Alessandro di Nicola

Sovente i nomi di Piero Ciampi e Vladimir Vysotskij vengono intrecciati e fatti convergere per mere questioni esistenziali, di vite unite dall’alcool e da una comune deriva verso un volontario annichilimento: un “fare di se stesso fiamma” per citare Carlo Michelstaedter, ma quale pratica ridotta al lumicino di una condotta autodistruttiva, con il compiacimento di chi ne è fuori (”grazie a Dio” o a chi ne fa le veci) ma al contempo ne guarda estasiato gli esausti e prevedibili sviluppi a distanza, godendosi ombre e vertigini, fumi e fragori dal sottoscala di casa.

In realtà, credo che l’affinità tra Piero Ciampi e Vladimir Vysotskij non vada misurata in gradi su una bottiglia. Nella poetica di entrambi si assiste, almeno nelle prove migliori, all’incerto assestamento di un soggetto disarcionato dal mondo. Gli oggetti e gli affetti del quotidiano hanno in Ciampi vividezza palpabile e nelle sue canzoni c’è spesso un virtuoso ed ironico scambio tra universo degli affetti e cose, movenze del cuore e realtà fisica: si tratta spesso di un amore fatto carne e quest’ultima è spesso carne in scatola. Questo attrito, ricomposto in pietà di sè e degli altri, tra sentire (alto) che arriva dal corpo e sentire (basso) che giunge dal mondo è probabilmente all’origine dell’estraneità della poetica di Ciampi alla vulgata canzonettistica italiana, in cui l’amore è sempre alto, la donna angelicata/morto assente e la rima vieta. Questo stesso attrito è uno dei più robusti rivoli che danno forza d’espressione alle ricorrenti figure cristologiche nelle canzoni dell’artista livornese.

In Vysotskij il quotidiano nei versi è già ricomposto, in termini di apologo, di fiaba o di invettiva. Il disarcionamento del soggetto avviene all’interno di questa solida cornice narrativa (mentre in Ciampi la stessa narrazione è per lo più franta, cangiante e sottoposta alla sollecitudine di una forma mutevole): quella del soggetto è una figura in primo piano ma metamorfica, perché il processo di auto-identificazione è sempre inesausto ed il soggetto stesso possiede il linguaggio della Storia ma non riesce a farne parte. È una corda di strumento troppo tesa, per ammissione del poeta russo.

In Ciampi il soggetto accoglie tutto ma non diviene nulla (mentre in Vysotskij il soggetto allontana momentaneamente il mondo per assumerne le forme): i versi di Ciampi sono un continuo incontro di incarnazioni di sentimenti, oggetti, animali, eventi, uomini, ruoli e soprattutto donne ma senza che questo incontro rinsaldi un’alleanza con il soggetto, neanche formale. Il soggetto nelle canzoni è un uomo in verticale, che se tocca il mondo se ne ritrae. Questo ritrarsi ha carattere sentimentale e ciò genera quelle dense e suggestive immagini dell’universo ciampiano che sono “cose”, metafore, sineddochi e contemporaneamente estensioni del sentire. Nei versi di Vysotskij si avverte la presenza di immagini similari, sorte da una medesima inapplicazione del soggetto al mondo, ma nel caso del poeta russo le figure sono più energiche e meno ambigue, più compiute e meno sonanti in vibrazioni, sono contorni e non punti di colore.

P.S. Purtroppo, non conoscendo il russo, la mia lettura dei versi di Vysotskij si limita a quanto disponibile in traduzione italiana.

Una manciata di link per chi volesse cominciare a conoscere i due artisti:


Testi delle canzoni di Piero Ciampi
Pagina dedicata a Ciampi con biografia
Alcuni testi di Vladimir Vysotskij
Ebook Millelire dedicato a Vysotskij

01 ottobre 2008

Il sito di Paolo Nori























Una segnalazione, è attivo il sito personale di Paolo Nori per chi sia interessato metto qui il link

www.paolonori.it

e riporto qui sotto uno dei post che apre il suo sito scritto ovviamente dallo stesso Paolo Nori non punto it

Barbieri

Lunedì 29 Settembre 2008

"Io sono uno che con la contemporaneità ha dei problemi. Fino a pochi anni fa, quando vedevo uno col cellulare, mi sembrava come uno che avesse, non so come dire, tradito. Tradito cosa? Il mondo così come mi sembrava che dovesse essere a me. Il mondo a cui ero abituato. Quello con le cabine telefoniche e i gettoni.
Andar via, anche nelle cose apparentemente piccole, come lasciare gli appartamenti, anche quelli dove hai vissuto per due mesi, fa un male.
E lasciare un mondo, quel mondo lì, dove i barbieri si chiamavan barbieri, non so se si capisce, fa malissimo.
Adesso son nove anni, che ho il cellulare. Lo uso. I primi cinque anni, non ho mai mandato degli sms. Adesso son quattro anni, che mando degli sms. Quando ho bisogno.
A me facevano arrabbiare anche quelli che andavano sui pattini a rotelle, i pattini con le ruote on line, se si dice così, non si dice così. Mi ricordo una volta a Parigi che ho pensato Guarda che roba. Della gente anche grande. Con la cravatta.
Ci metto un sacco di tempo, a entrare in confidenza con le cose.
I siti internet di quelli che scrivono i libri. Che senso ha? Non farebbero meglio a scriver dei libri, invece di mettere su dei siti internet? ho sempre pensato.
Dopo ho conosciuto uno che mi ha quasi convinto a fare un sito per una rivista che stavamo e che stiamo facendo (www.laccalappiacani.it).
E ho visto che, insomma.
Allora adesso poi c’è anche questo".


29 settembre 2008

la classicità dell'immagin(ario)e altro

Fuori è un'altra volta palesemente autunno, la gente passa più imbottita e con le mani nelle tasche se fosse sera - e dire che fino un mese fa si moriva dal caldo. I bambini che piangono, i giovani che passano in macchina con la musica accesa, i vecchi che procedono lenti, come essere pronte lumachine a rintanarsi nella casa nocciola. Di stagione in stagione le considerazioni sul tempo, che si scambiano che sono sempre quelle che vengono derise, e poi quando non si ha nulla più da dire riempiono tanti vuoti, e sembrano massimi sistemi di sopravvivenza,
Bimbi, giovani, adulti anziani, quando li vediamo immagini eterne, inchiodate ad un unico presente - eppure tutto questo è già stato, e diverrà. Allo stesso modo di quel che è già stato,eppure sempre in maniera del tutto vergine.

Il bimbo del piano di sopra piange spesso, o soffre o capriccia, a me spacca un po' i maroni quando devo riposare nel pomeriggio, poi discussioni di coppie, il vecchietto che pare hemingway ha serrato le finestre, non si sentono più le urla porno provenire dalla tv. Vado a fare la spesa, e un macellaio si ricorda che qualche anno fa abitavo a Modena est, mi ha fatto sorridere, è vero, eccome è vero. Anche lui mi sembra uguale, e non quando conosco una persona gli rimane per sempre l'età nella quale l'ho conosciuta. Poi perché quel macellaio si trovi da questa parte di Modena che non è quella est, boh intanto son cambiate delle cose, ne cambiano sempre, anche quando non lo sappiamo, poi un giorno è come se ci si sveglia e ci si trova che è cambiato il mondo. In realtà è qualcosa di noi che comincia a stridere, o nei casi migliori, ma raramente si mette in pace e in pari del tutto...
Il sabato verso sera le strade di Modena son gremite di gente, si passa a stento, le coppiette si tengono per mano e quando passano sembra essere tutto solo loro. Fanno bene, cosa devo dire.
Un giorno a loro volta vedranno quello che sono stati, ne se sorrideranno e o ne saranno indispettiti, forse non riocorderanno nemmeno, am ci credo poco, sempre ad averne la fortuna o la sfortuna a sopravvivere tra le gente.

Il fatto a cui penso è che non facciamo altro che rappresentare l'assoluto, fermo divenire, "l'umano eterno". E ' molto difficile quando si pensa nel presente; cosa si rappresenta se non per sillogismi automatici, invece si è sempre rappresentativi non solo di se stessi ma di un genere, che è quello più brutale che stordisce ogni tentativo di individualità spesso e volentieri. Ovvero tu attraversi una fase della tua vita che da fuori è giudicata in una determinata posizione, e lì si entra nel bene e nel male o nell' "è così" - nella classicità dell'immagine.
Mi spiego meglio, un bimbo susciterà determinati sentimenti, così come una bella donna, così come un uomo , così come un anziano, e qualunque azione compiuta una qualsiasi categoria citata. Si innescano automaticamente sentimenti differenti, a seconda di chi la compie, ed è qui che si è in quella classicità dell'umano che intendo. Oh certo c'è il progresso che va avanti, anzi l'evoluzione che procede mi sento di dire meglio, ma la cosa più forte dell'essere alla fine, è che replica l'infinito nella finita biologia che si interseca si incontra e si compie solo attraverso quegli insiemi non contemplabili di micro e macrocosmo.

Eppure è possibile che tutto questo infinitamente grande e infinitamente piccolo ci crei la dimensione delle preoccupazioni, dell'amore, dell'odio e del rancore. In quella saga indistruttibile che ciò che è vero è vero per sempre, in quell'incessante processo di intensificazione dell'infinito che ogni individuo in maniera del tutto naturale e spesso inconsapevole fa centripetare nel mondo e crea la magia o il distrastro, nell'incessante tentativodi ritrovarsi.

Quale pace, se non quella dei sensi?

26 settembre 2008

Quando tradire non è tradire: cuckold?


Abbastanza di recente, sono venuta a conoscenza di quella categoria di persone denominate "Cuckold", ovvero coloro a cui eccita, piace essere traditi continuamente dalla propri compagna- moglie. L'argomento mi ha incuriosito e ho visto quanti blog e forum stanno nascendo a proposito (anche se prima questo approccio si espanso prima in altre parte d'Europa per poi arrivare fino a qui in maniera più libera, come poi sempre accade per tutto).

In pratica spesso in una coppia di questo tipo si può abbinare un'amante fisso chiamato in gergo "bull" con il quale la compagna (da quel che ci ho capito può avere oltre che rapporti sessuali anche una vita emotiva-sentimentale), sennò semplicemente amanti occasionali, o rapporti sessuali occasionali che poi verranno raccontati, o saranno vissuti col proprio partner - in casi estremi l'essere cuckold prevede il massimo eccitamento mentale in questo caso (non ho ancora capito se c'è anche una parte di sofferenza in tal caso) quando la propria compagna viene ingravidata da un altro che può essere il "bull" o uno qualsiasi. Comunque per dire che anche qui esistono vari gradi dell'essere cuckold - in genere sono coppie molto salde quelle che pratico questo tipo di scambio a differenza di come si potrebbe pensare, e leggendo i compagni sono molto sicuri dell'amore ella propria donna, quindi non temono che veramente lei possa lasciarli definitivamente per uno di questi che si intromettono (o forse l'eccitamento sta anche nel rischio?) o vedo che in altri casi accettano che un altro uomo possa effettivamente avere un ruolo QUASI parallelo. naturalmente cosa succede? Che un sacco di furboni cercano di spacciarsi come candidati "bull" quando poi sono dei semplici scambisti - e ora che c'è molta confusione sull'argomento in molti si dichiarano di rientrare in queste categorie senza secondo me avere le idee chiare...però questo poi succede anche per molte altra cose.

E' un fatto che sembra distante da come si concepisce ufficialmente la coppia, cmq non mi lascia stupita questo, che lo posso immaginare come una variante dello scambismo se ci si pensa, termine già ben conosciuto in questo senso, o dell'orgia, ma che non ho visto donne cuckold, ovvero trovato donne a cui piace vedere di far trombare i propri uomini ad altre donne, ma sempre donne che stanno al gioco molto volentieri di queste fantasie maschile, e poi certo si compiacciono di questo, a quelle dei forum a quanto pare, e va bene così e quindi bene così...

Lascio una fantasia bizzarra che ho trovato e il forum dal quale l'ho presa nel caso foste interessati ad approfondire l'argomento

"non c'è niente che mi eccita più di pensare che la prima notte di nozze mia moglie invece di scopare con me si fa ingravidare da un nero che se la scopa per tutto il viaggio di nozze ed oltre a venirle sempre nella figa le sborra anche sulla fede nuziale mentre io passo il tempo segarmi guardandoli".

La casa del cuckold

24 settembre 2008

Incontri farlocchi

Ogni tanto vado come già detto sull'unica chat che mi fa ridere quella di Escort Forum, in pratica dove i puttanieri (attenzione si offendono un sacco a dire così perché andando con escort e non con troie cambia tutto) cmq a me stanno simpatici davvero l'altra sera ho conosciuto due che mi son divertita:

nick 1 - dice di essere uno psicologo. Allora io che tendo anche a crederci - gli ho detto:

bene! parliamo di cosa significa essere cuckold -

cosa mi fa? cosa vuol dire?

beh se sei uno psicologo dovresti saperlo gli dico-

no, ma devi sapere che la psicologia no, è come un la medicina, perché ha diverse branchie!

ah gli dico e te di che branchia ti occupi?

Io quella degli anziani, lavoro in un casa di riposo.

Eh mi sa che te non sei mica tanto psicologo, gli torno a dire

e lui insiste - beh tanto quel che dieci non mi tocca minimamente

ah grazie al cazzo è tutto farlocco...

Eh mi sa che non sapeva più che pece pigliare a proposito di branchie

L'altro nick 2 fa il gelataro ed era simpatico- già che c'ero gli ho fatto alcune domande sui gelati - mi ha rivelato che il gelato al pistacchio lo tagliano con la clorofilla e le mandorle per risparmiare, altro che quel mio preferito gelato di Bologna che è tutto pistacchio davvero e si paga di più.

Cmq poi ha chiuso i negozio ed è andato a troie a Milano, la Svizzera anche se costa meno è troppo distante ha detto.

22 settembre 2008

Mica tante pugnette


Visto che Amerigo , ha scritto un post lunghissimo sul festival della filosofia, me ne è venuta un pò d'invidia,e volevo controbattere mettendo degli scritti di Pignagnoli. Uno dei quali si riferisce secondo me anche a quelle persone che vanno al festival della filosofia, che è un pò come andare ala sagra della salsiccia in fin dei conti, solo che quelli che ci vanno al festival della filosofia ci credono a bomba che la parola filosofia sia una cosa prestigiosa. E quindi la sera parlano di Tizio e Caio che avranno detto delle cose interessantissime e importantissime, che sono dei grandi Tizio e Caio un pò come loro che li sono andati ad ascoltare (che per effetto transitivo son naturalmente ricollegabili alla stessa genialità), invece Sempronio non valeva una cicca, e lì non ci sono mica andati han detto alla sera mentre mangiavano al prestigioso ristorante dell'Unità.

Ecco Pignagnoli valà

Opera n 45


C'era un professore a una conferenza che mentre parlava mi era venuta voglia di tirargli un sasso.

Opera n. 110

L'uomo che ha una bella donna porta in giro la sua bella donna per le strade e non si tira mica tante pugnette. Invece gli uomini soli stanno in casa, soffrono, stanno male, non vanno neanche più in giro per le strade, diventano acidi, si vede lontano un chilometro che non guzzano. Invece gli uomini che hanno una bella donna stanno bene sotto tutti i regimi. Non fanno mai neanche un calcolo. La matematica? Non la conoscono. La filosofia? Neanche a parlarne. Loro conoscono la Formula Uno. Anzi, delle volte riescono perfino a entrare nei box con la loro bella donna. La matematica? Cosa volete che interessi la matematica che sono loro i primi a dire che erano ignoranti a scuola.