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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

29 aprile 2011

Jovanotti - quando sarò vecchio

O sto invecchiando appunto, o questa canzone di Jovanotti non mi dispiace affatto.

23 aprile 2011

La trasparenza del male (il l look)



Stavo leggendo questo testo di Jean Baudrillard “La trasparenza del male”, bene ho trovato che assieme a Jeremy Rifkin e Naom Chomsky (e qualche altro illuminato fuori tempo) proponga questo tempo con una chiarezza e una lucidità rispetto la nostra evoluzione sociale, identitaria, emozionale, non ché politica ed estetica incredibile. Penso posterò diversi passaggi, perché son questi temi sui quali riflettere, ma farlo con quel minimo di sforzo che la riflessione dovrebbe comportare, e questa analisi sfonda come dire una porta aperta sulla quale troppo spesso pensiamo di starci a guardare uno splendido paesaggio, ma più facilmente nemmeno si tratta di una proiezione nemmeno cinematografica. E ‘ bel altro che bellezza.

La trasparenza del male, saggio su fenomeni estremi  
dal capitolo “transessuale" 





“Non abbiamo più il tempo di cercarci il tempo in un archivio, in una memoria o in un progetto o in un avvenire. Ci serve una memoria istantanea, un collegamento immediato, una sorta di identità pubblicitaria che possa verificarsi nel momento stesso. Così quel che cerchiamo oggi non è più tanto la salute, che è una sorta di equilibrio organico, ma uno splendore effimero, igienico e pubblicitario del corpo - ben più una performance che uno stato ideale. In termini di moda e di apparenze quel che cerchiamo non è più la bellezza o la seduzione, ma il look.
Ognuno cerca il proprio look. Dato che non è più possibile trarre argomenti dalla propria esistenza, non resta altro che fare atto d’apparenza senza preoccuparsi d’essere, né tantomeno di essere guardati.
Non già: esisto, sono qui, ma bensì sono visibile, sono immagine...look, look! Non è neppure narcisismo, è un’estroversione senza profondità, una sorta di ingenuità pubblicitaria, in cui ciascuno diventa l’impresario della propria apparenza.
Il look è una sorta di immagine minimale a bassissima definizione come l’immagine video, una sorta di immagine tattile, direbbe MacLuhan, che non provoca nemmeno lo sguardo o l’ammirazione, come ancora fa la moda, ma un puro effetto speciale, senza significazione particolare.
Il look non è già più di moda, è una forma oltrepassata della moda. Non si rifà neppure più a una logica delle distinzione, non è più un gioco di differenze, bensì gioca alla differenza senza crederci. E’ indifferenza. Essere se stessi diventa una performance effimera, senza domani, un manierismo disincantato in un mondo senza maniere...”


Così, il sesso non è più nel sesso, il politico non è più nel politico: l’uno e l’altro infettano tutti i campi, l’economia, l’arte, la scienza, la dietetica, lo sport… per questo oggi solo i “fenomeni estremi” attirano quel poco di attenzione che ancora resta: l’Aids, i virus informatici, il terrorismo, i crack di Borsa. Ognuno di essi è il precipitato clinico della contaminazione del sesso, della comunicazione, della politica, dell’economia, e tutti si toccano e si contaminano…In una diffrazione all’infinito, tutti gli avvenimenti della vita sociale ci arrivano ma non possono toccarci perché sono privi del loro referente, del loro contesto, della loro storia, di ciò che li definiva come fenomeni particolari e identificabili… Le cose continuano a funzionare, ma sono scollegate dalla loro idea, dal loro valore, dalla loro origine, dalla loro destinazione. Si pensi alla politica, o alla televisione” (Intervista a Jean Baudrillard, “Libération”, 15 febbraio 1990).
Jean Baudrillard (Reims 1927- Parigi 2007). Dal 1966 al 1987 ha insegnato sociologia all’università di Nanterre. Ha pubblicato tra l’altro Il sistema degli oggetti (1969), La società dei consumi (1970),Dimenticare Foucault (1977), All’ombra delle maggioranze silenziose(1978), Le strategie fatali (1983), La sinistra divina (1985), America(1986) e Cool memories (1991).

08 aprile 2011

A Silvia Tagliaferri

















La morte fa veramente schifo, ed è qualcosa di tremendo, di qui on ci si esce, se non per quel chiudere gli occhi in maniera pacifica col mondo.
La settimana scorso ho perso una delle mie migliori amiche, e la cosa che davvero pare impossibile quando succedono tragedie simili, nell'immediato pare impossibile che qualcuno che hai ben presente, direi benissimo presente, presentissimo non ci sarà mai più.
E appena lo sai pensi ti pare ancora più impossibile non poter mettere un piede nella linea dell'indeitro a fermare il corso dei fatti, prima che quell'infinito cominci a farsi strada tra te e chi ti è caro.
Però posso dire di esser anche molto incazzata, incazzata con questo mondo, con la nostra società col fatto che ti costringono a doverti sentire adatto, e la cosa che mi fa anche più incazzare che le persone dotate di una maggiore sensibilità che spesso coincide anche con la fragilità finiscano con l'essere schiacciati da questi "doveri etici" nei confronti di questa merda di società. Dove se non hai un lavoro di un certo tipo, una   relazione di un certo tipo, uno status di fatto di un certo tipo tacitamente ti snobbano, e anche se te sei la persona più stupefacente del mondo non gliene frega proprio nulla, te devi dimostrare quelle stronzate date dall'accademia del vivere.
Ma una cosa è certa, sembra nessuno sia mai responsabile di nulla,  mentre andrebbero tutelate persone che hanno qualcosa da dire realmente, persone che farebbero davvero bene, darebbero respiro alla società e dalla stesa vengono letteralmente fatte fuori.
Le parole poi son davvero poca cosa difronte a tragedie simili, perché è come avere un vortice e un crepaccio nel cuore dove si è sprofondati senza diritto di replica alcuna.
Resta un vuoto incolmabile, che non sarà facile dire col tempo tutto se ne va, anche se è vero il bello e il brutto si attutisce, ma dal momento che tutti saremo di troppo per sempre anche un'assenza prende la stessa eternità. Ed ora come faccio a scriverle a chiamarla a fare tutto quello che avrei potuto fare prima in un qualsiasi momento.
E la cosa buffa è che aveva sempre un parola buona e di conforto quando erano gli altri a stare male, e poi era lei che non poteva più stare qui.
Non ci sono cose razionali per cui posso dire che in tutto questo si poteva evitare con grande grandissimo rammarico tutto dovrebbe essere stato diverso; certo è che chi si toglie la vita si leva un peso, ma lo dà moltiplicato ai propri cari, e poi guardo questo sbocciare di primavera e mi incazzo ancora di più, e mi verrebbe da dire "cogliona cosa ti sei persa".
Ma forse tutte le scelte vanno rispettate anche se una voce cara è difficile da sopportare solo nel ricordo, ed ora dovrà passare quel tempo necessario  a fare diventare nostalgia il dolore, ma che dolore.

voglio dedicare oltre a De Andrè e l'ho già fatto che adorava e piangeva da tanta poesia quando l'ascoltava questa sentita canzone di Marco Ongaro.

31 marzo 2011

Hotel Supramonte
























"ma dove, dov'è il tuo amore? ma dove, dove è finito il tuo amore?" 





A Silvia Tagliaferri, per sempre

E se vai all'Hotel Supramonte e guardi il cielo
tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo
e una lettera vera di notte falsa di giorno
poi scuse accuse e scuse senza ritorno
e ora viaggi vivi ridi o sei perduta
col suo ordine discreto dentro il cuore
ma dove dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.

Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile
grazie a te ho una barca da scrivere ho un treno da perdere
e un invito all'Hotel Supramonte dove ho visto la neve
sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete
passerà anche questa stazione senza far male
passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
ma dove dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.

E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
ora il tempo è un signore distratto è un bambino che dorme
ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
cosa importa se sono caduto se sono lontano
perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
ma dove dov'è il tuo cuore, ma dove è finito il tuo cuore.
 


Fabrizio De Andrè.

27 marzo 2011

Mauro Pelosi: un altro artista da riscoprire

Devo dire che non lo conoscevo, almeno se non distrattamente, ho deciso di guardarci meglio, e devi dire che ancora devo finire questa indagine :) ma promette bene, seppur gli arrangiamenti datati per l'epoca, i testi per nulla scontati...qualcuno di voi se lo ricorda? credo di sapere la risposto ma voglio sbagliarmi...






17 marzo 2011

Non pulitivi el orecchie !!!

















Avete presente quei momenti di gloria in cui uno ha in mente che si sta per rimettere a nuovo dalla testa ai piedi ? Bene, allora avevo deciso oltre a farmi la tinta color castagno,  farmi crescere le unghie e darmi lo smalto, e tutti quei ciappini femminile che erano andati da un po' in malora, di farmi anche la pulizia delle orecchie con quei coni che vendono nelle farmacie per la pulizia delle orecchie appunto.

Avete presente quei coni che ti dicono che ti puliscono a fondissimo le orecchio, per intendersi quelli che te le infili dentro l'orecchio ci dài fuoco e il fuoco creando sbalzo di pressione ti cava tutto il cerume e il  lezzo che hai nei meandri, che quando brucia quel cono, te stai con il collo piegato sulla tavola che ti viene in torcicollo hai l'impressione che assieme al cerume ti risucchi anche un po' di cervello e che da un momento all'altro quella fiamma oscillante che ti vedi solo con la coda dell'occhio perda in controllo e ti dia una strinata definitiva ai capelli ?

Bene quei coni sono coni della malora, e NON fateli mai.

Ricapitolando il cono in un qualche modo  pur seguendo tutte le istruzioni ha creato un sacco di problemi agli orecchi che mi è venuta un'otite pesissima.
Il giorno dopo sentivo un prurito tremendo DENTRO l'orecchio, che mi grattavo in continuazione peggio che Sandra Milo e poi delle fitte, finché la sera del giorno dopo la pulizia uno ha pure cominciato a sanguinare che ho dovuto andare al prontosoccorso.

Ero incazzata come una iena, che non capisco mica che te la menano che se usi quei coni poi ci senti meglio mica solo dalle orecchie,  senti meglio i gusti, ma vedi meglio, respiri meglio, ti cava la sinusite, insomma ti raccontano un sacco di cose new age, alle quale per partito preso non credo nemmeno morta, ma quando sono nella fase che ci voglio credere faccio finta che tutto funzioni.

La cosa che mi fa incazzare comunque è che è provato che queste "autopulizie" possono essere dannose, creare otiti, lacerazioni ai tessuti auricolari, e persino riversare la cera del cono stesso all'interno dell'orecchio creando sì un tappo che te lo può poi togliere solo l'otorino e nei peggiori dei casi provaocarti danni all'udito temporaneo o permanente e nei casi più sfigati parti perdere l'udito.
E allora perché continuano ad essere tranquillamente vendute in supermercati & farmacie?
bene bene, vedrò si informarmi bene, comunque proprio lo specialista dice che l'orecchio si pulisce da sé, quindi NIENTE cotton fioc, niente coni, solo del cotone per il padiglione auricolare e se mai ci fosse da fare una pulizia andare dallo specialista.

Ecco quindi ci vuole orecchio come qualcuno diceva e non cascate delle illusioni fate da voi anche se offerte dalla farmaci :/

08 marzo 2011

Cinkue: Un sito per ciappinari
























Da poco ho scoperto tramite una rivista specifica per le informazioni di consumo inusuale, che è stato creato Cinkue un sito dove ognuno può proporre pubblicamente dei servizi a propri scelta da 5 a 200 euro. Quali possono essere questi servizi?

Ci sono diverse categorie che vanno dall'arte e artigianato, alla scrittura, alla finanza, web design, e molti altro come "fuori di testa" chi si offre per telefonare al tuo capo e dire che sei ammalato per 5 euro, o creare bigliettini d'auguri virtuali, personali, astrologia, organizzare un menù, fare la spesa alla nonna, fingersi la tua fidanzata, scrivere recensioni per i tuoi libri, ecc, ecc.

Insomma proponi quello che ti va, al prezzo che ti va e se a qualcuno interessa compra il tuo servizio tramite paypal o carta di credito. Unica pecca...ogni 5 euro 1 euro passa al sito che è poi il 20% un po' caruccio come trattenimento direi.

Però vale la pena di darci un occhio

questo il sito www.cinkue.com 
questo il blog www.blog.cinkue.it

25 febbraio 2011

Bordelli umani e altri discorsi attorno la demennza.























Le giornate un po' alla volta si allungano.
Sarà che più si va avanti nel tempo più sembra che il corso degli eventi si possano notare dalla facciata di una trottola, e un anno cos'è un anno?
Qualcuno scriveva una successione di 365 delusioni.
La vera delusione è davvero il modo di concepire la vita nella nostra società, dove magari ci fosse tempo per capirla questa delusione,e chiamarla solo con il nome di delusione, o amarezza.
Una guerra in corso, e i talk show vanno avanti, 10.000 morti e si guarda l'isola dei famosi, c'è chi scrive, ma la vita va avanti, sì certo, finché non si ferma, e sennò è già fermata con cuore e cervello se non c'è modo di rendersi conto di tanta tragedia, dove quante anime dove sono, sono mai state persone quelle anime? Probabilmente chi non spegne la tv non si pone nemmeno il problema.
Per le torri gemelle però se ne è parlato subito e costantemente anche dopo 10 anni; quei morti avevano un valore diverso? evidentemente sì.
E' dura ammetterlo, ma questo è il sunto.

Poi sento un'intervista a Fabri Fibra, che a dire il vero mi scoccia anche un po' nominare, dove si propone come un figo che nei testi delle sue canzoni mostra valori, lui sì che parla di cose concrete, di cose reali, mica le canzonette generiche d'amore. Lui sì che è uno alternativo con i controcoglioni che spiega ai Giovini, come stanno gli altarini politici dello spettacolo, in quel ritmo rappato, ma dove non riesce nemmeno per scherzo in nessuna canzone non nominare il proprio nome. Dove lui stesso dice "applasusi per Fibra" avanti, e c'è chi naturalmente applaude e dice sì sei un figo, oddio ci hai salvato dalla merda delle canzonette idiote di Amici, o Sanremesi, o smielate che non postano l'accento da nessuno parte visto che essendo generiche, cosa dicono davvero?

Su una cosa ha proprio ragione, bisogna veramente essere nell'oblio, nel baratro più assoluto per applaudire uno che si auto-nomina in continuazione, e che dice di essere il meglio perché le classifiche, pane al pane e vino al vino parlano chiaro, perché lui si è costruito, lui ha messaggi veri, reali, e per questo vanta un podio da anni.
Manza di modelli forti, se il modello forte divine sinonimo di pezzo di merda arroganza, superbia, invidia, io prima di tutto il resto, beh siamo messi molto male.

Condanno Amici al pari di questi personaggi, c'è solo la parvenza di un messaggio perché si p detto un nome,s i è nominato un luogo, si è parlato di cronaca, ma soprattutto non ci si dimentica il proprio nome, che è quello che da sempre tutti fanno, ma con almeno un briciolo di discrezione.
Oggi tutto è politica e tutto è spettacolo, ma sopratutto , tutto è bordello.

Comincio ad avere seriamente nostalgia della nostalgia

13 febbraio 2011

Piero Ciampi. quando dal caos nascono le stelle.

























Questo è stato un inverno piuttosto difficile.
e dire che l'inverno lo amo e lo adoro, quindi tutto sommato meglio un'inverno difficile che un'estate difficile, sperando bene che tutto migliori.
Però come tutte le cose più belle che capitano quando meno te lo aspetti, mi chiama il mio primo editore e mi dice che il mio libro su Piero Ciampi (Piero Ciampi una vita a precipizio) a giugno va in ristampa :).

Questo mi ha reso enormemente felice, ma non tanto perché come un autore potrebbe sentirsi lusingato che cha venduto tutte le copie della prima tiratura, ma perché è segno che Piero Ciampi sta interessando e da quando avevo cominciato quel lavoro ormai in un non più recente 2003 dove il magnifico maledetto era un Artista solo per alcuni addetti ai lavori, la sua voce, il suo cuore e il suo spirito si sta facendo sentire anche alle nuove generazione, e anzi a quelle non più nuove scoprendolo ora con grande entusiasmo.

Difatti tanti sono stati in questi anni gli omaggi a Piero, e in un certo senso con disprezzo dei più puristi, anche da parte di personaggi più esposti al marketing come Morgan ad esempio, che non apprezzo particolarmente, ma in cui credo in una sua sincerità di fondo almeno nella stima verso Ciampi, e se questo è comunque servito a diffondere un verbo degno di nota (si può dire) ben venga.
Poi si sa, puristi delle volte lo siamo un po' tutti, perché verso ciò che amiamo arditamente la gelosia è un fatto naturale, contraddittorio il sentimento di condividerla con chi vogliamo e ci fidiamo, e di fastidio quando questa cosa può essere amata da chi non riteniamo all'altezza per diversi motivi.
Avrei tante parole da spendere per Piero ancora e credo lo farò nell'integrare la vecchia prefazione, posso dire che quello è stato il libro a cui ho voluto più bene perché Piero Ciampi mi ha diverse volte salvato la vita, e quindi dedicargli un libro non è altro che una carezza per un gesto d'amore che ho sentito vero, arrivarmi non so da quale dimensione, ma assolutamente conscia da chi.
E quindi se questo bene l'ho ricevuto io, penso possa portane tanto altro a tanti altri, e ben venga che di Piero Ciampi se ne parli sempre di più.

:)

29 gennaio 2011

Dolly Lamour: l'angelo italiano del Burlesuqe

Dolly Lamour è l'angelo italiano del Burlesuqe, solo bella sarebbe riduttivo dire...ecco l'esempio perfetto dove fascino talento e passione si mescolano in un'unica rappresentazione, quel turbinio di passioni che trasforma i suoi spettacoli in arte...



Come hai iniziato a fare la fotomodella? Cos'è che ti piaceva della rappresentazione estetica?

Fu nel 2007. Sono sempre stata amante della fotografia ed ero molto curiosa di vedermi attraverso gli occhi di un fotografo. Provai per divertimento, era bello giocare col make up, l'acconciatura, gli outfit e avere delle belle foto da conservare...poi la cosa mi appassionò sempre di più e decisi che poteva essere un buon mezzo per comunicare con gli altri, per rappresentare le mie fantasie e regalarle per un attimo a chi si fermava a guardarmi.



In seguito ti sei avvicinata all'arte del Burlesque, che qui in Italia non è molto diffusa...

Diciamo che oggigiorno forse non è conosciuta da tutti ma è abbastanza diffusa.
Il palcoscenico è stato nelle mie fantasie fin da bambina, l'ho desiderato da sempre e a 19 anni cominciai ad esibirmi in diversi locali milanesi come performer. Parodie di film o videoclip...i personaggi erano spesso inquietanti: da Psycho di Hitchcock a Salomè a Laura Palmer.
Sentii parlare del burlesque, di cui avevo una definizione e una collocazione storica, ma che non avevo mai visto dal vivo.
Partecipai a uno degli eventi Voodoo De Luxe e rimasi subito affascinata dall'atmosfera, dall'eleganza delle performance e dalla spettacolarità dei costumi. Provai, cominciai, feci i miei primi acts, poi li misi da parte, poi li ristudiai, li capovolsi...da quelle prime esperienze c'è stato un continuo studio, una ricerca maniacale di quello che fu il Vaudeville, il Cabaret e il Varietà oltre che il burlesque. Un grande e continuo impegno, un sostanzioso investimento a livello di costumi, scenografie e materiale di scena, dei grandi sacrifici. Ma sono felice, è la mia passione, la mia vita. Poter far conoscere al pubblico ciò che produce la mia mente, ciò che mi affascina, ciò che in qualche modo fa parte di me è davvero un privilegio...e quando il pubblico apprezza diviene una grande soddisfazione.




Che differenza c'è nel tuo vivere l'esibizione dello spettacolo e quella fotografica?

La differenza sostanziale sta nell'emozione. Quando posi e hai alle spalle un minimo di esperienza, ti senti piuttosto tranquilla, sai che hai del tempo a disposizione e che se non parti al massimo, puoi sempre finire alla grande...e provi una grande emozione a lavoro ultimato, quando vedi i risultati e trovi, tra le tante, una foto molto ben riuscita.
Nello spettacolo è tutto un turbinio di emozioni che partono dalle prove, continuano con i preparativi nel backstage, prima di salire in scena, durante e dopo lo show. Sai di avere un tempo limitato per dare il massimo, sei preoccupato che la coreografia e tutti gli oggetti di scena funzionino al meglio, non vuoi trascurare il contatto col tuo pubblico, ma soprattutto non vuoi deluderlo in alcun modo. Poi c'è la soddisfazione o l'insoddisfazione tornando nel backstage...insomma tante sensazioni e umori mescolati insieme che vanno tenuti sotto controllo e gestiti nel migliore dei modi.


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Donne e icone che ti hanno ispirato nella tua rappresentazione...

Non solo donne, showgirls, artiste del passato, ma anche costumisti, pittori, scultori, architetti, soprattutto coloro che hanno dato vita a un movimento artistico, come ad esempio l'Art Nouveau e l'Art Decò, che hanno sempre esercitato un grande fascino su di me e che sto riscoprendo e studiando a fondo in questo periodo. Motivo di ispirazione può essere anche un'opera teatrale o un classico della letteratura. La bellezza dello spettacolo è che non vi sono limiti alla fantasia e il burlesque come forma di spettacolo, può essere rappresentato in mille modi...bisogna un po' sfatare il luogo comune che lo vede legato esclusivamente al mondo delle pin up e degli anni '50. Se andiamo a scavare facendo qualche passo indietro nella storia, scopriremo che vi erano spettacoli molto più coreografici, con grandi costumi di scena, scenografie incredibili e tematiche davvero affascinanti...era il vero Grande Show dell'epoca di Mistinguette e Josephine Baker. Via via col tempo questa spettacolarità andò perdendosi arrivando negli anni '50 e '60 con costumi sempre più succinti e cio che veniva messo in scena era spesso un semplice spogliarello. Ecco perchè sono tanto attratta e stimolata dal periodo storico dei primi '900.

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Quali sono state le esperienze lavorative più significative della tua carriera?

Sicuramente quelle che mi hanno insegnato qualcosa, le esibizioni dove qualcosa è andato storto ad esempio...sono esperienze di cui fare sempre tesoro.
Ma anche quelle gratificanti, quando cominciai a vedere i frutti di tanti sforzi, come ad esempio la mia esibizione all'after concert di Vasco Rossi a Cagliari, esperienza in cui mi sono vista completamente protagonista e ho avuto al mio fianco uno staff di tutto rispetto che si occupava solo di me; oppure lo spettacolo al famoso festival Summer Jamboree di Senigallia, in quell'occasione mi sono esibita sullo stesso palcoscenico che vide protagonista Dita Von Teese, con lo stesso backstage e lo stesso personale al seguito. Inoltre era una speciale occasione perchè avevo al mio fianco delle speciali artiste e amiche come ad esempio Janet Fischietto.


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C'è chi ritiene che fare la modella o la performer non sia un'arte né un lavoro, tu cosa ne pensi?

Non sono d'accordo soprattutto per quanto riguarda il discorso "performer"...si parla di rappresentare una scena, una parodia e si comunica col pubblico quindi se uniamo questo al buon gusto personale e a un pizzico di originalità, sotto tutti i punti di vista si sta creando arte.
Il discorso modella è complicato: se parliamo di quelle fotomodelle che altro non fanno se non arrivare sul set, farsi vestire, truccare e mettersi a posare secondo le direttive del fotografo...beh in effetti si é quasi come fare le belle statuine.
Nel nostro campo non è proprio così. Veniamo richieste per lavori come fotomodelle proprio per quello che siamo sul palcoscenico, spesso mi è stato chiesto di posare con i miei costumi di scena, altre volte semplicemente cercavano un volto non comune lontano dalle fattezze delle classiche modelle. Che si tratti di questo o semplicemente di arricchire e rinnovare il mio portfolio, sono io a gestire tutto il servizio fotografico...scelgo il fotografo, il tema, porto i miei costumi oppure mi affido a degli stylist che possiedono i giusti outfit. Acconciatura e trucco sono spesso curati da me, sono una truccatrice e non amo molto essere truccata da altri, in quanto purtroppo mi è capitato spesso di non riconoscermi e non sentirmi a mio agio. Direi che se sei tu a scegliere il mood delle foto, l'outfit, il trucco, l'acconciatura, la location e le pose...stai praticamentente facendo il direttore artistico di te stesso, quindi stai comunque creando, comunicando e facendo arte.




Cos'è la bellezza per te, e cosa rappresenta e da cos'è rappresentata l'idea di bellezza ?

La bellezza fisica è un valore aggiunto. Penso che si possa comunicare bellezza pur non essendo canonicamente belli...soprattutto sul palcoscenico. Ho visto artiste non bellissime che possedevano un'armonia, una grazia e un fascino superiori a qualsiasi bellezza fisica. Per me bellezza è questo...non è determinante essere perfetti nei lineamenti o nella forma fisica, ma traspare nel possedere buon gusto, eleganza dei movimenti, fascino ed espressività che sono poi caratteristiche innate.


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Dell'arte cosa segui?

Tutto è fonte di ispirazione per me. La pittura, l'architettura e la scultura, il canto, il teatro, persino il balletto, la musica di tutti i generi dalla classica al folk (adoro la musica popolare russa e dell'est europa ad esempio), al garage, death rock, swing, jazz, foxtrot...non mi precludo nulla. La danza è un mondo affascinante per me, non ho avuto modo di studiarla da piccola e ora vorrei poter imparare tutte le discipline: le basi della danza classica, la danza orientale, il flamenco, le danze esotiche come quelle della culturia indiana e thailandese...sono tutte interessanti per me, sono pezzi di storia e raccontano molto delle tradizioni di un popolo, inoltre avendo di base delle regole molto rigide, sono un ottima disciplina per il corpo e anche per la mente. Ho inoltre frequentato il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano studiando chitarra classica, violoncello, pianoforte e canto corale e a soli 11 anni ho calcato il primo palcoscenico esibendomi con il coro del Conservatorio nell' Hallelujah di Handel come soprano...e devo dire che suonare e cantare mi manca molto quindi penso che probabilmente riprenderò gli studi.

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Se potessi far rivivere una diva d'altri tempi, chi sceglieresti?

Mata Hari, una donna che andò controcorrente, ebbe una vita turbolenta, piena di colpi di scena. Parte della sua vita in Indonesia e il resto a Parigi dove, con le sue "scandalose" danze orientali conobbe la popolarità e il successo. Poi la guerra, lo spionaggio e per finire la condanna a morte. Una donna così ne avrebbe parecchie di storie da raccontarmi e probabilmente saprebbe infondermi un pochino della sua temerarietà.

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Qualcosa che ti spaventa...

Il solo pensiero di perdere le persone care, e poi mi spaventano le malattie e l'idea della morte in se'.


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Tre cose che vorresti fare esistere...

Delle utopie praticamente: dei politici italiani degni di stare al governo, una reale rinascita per il nostro paese, la meritocrazia,

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Tre cose che detesti nelle persone

L'opportunismo, la superficialità, l'invidia. Tre belve che distruggono i rapporti e causano grandi ferite. L'opportunista ti usa e ti tiene buono per i suoi scopi, magari ti fa anche credere di esserti amico....poi si dilegua quando non gli servi più. Tu ti fai mille domande e non riesci a capire il gioco, il raggiro; non è tanto più semplice chiedere cio che si desidera senza prendere per i fondelli gli altri?
Il superficiale...davvero odioso.
Predica bene e razzola male come si suol dire. Ha degli slanci di finto affetto e parla di amicizia in modo immaturo, infatti alla prima occasione sparisce senza lasciare traccia, magari quando tu hai bisogno, poi scopri che stava beatamente a Miami a prendere il sole.
L'invidioso è un essere strano, non sai mai se detestarlo o provare pena per lui. Nasce come insicuro ovviamente, quindi a volte ti viene quasi voglia di provare a comprenderlo, ma è un rischio troppo grande. Sono capaci, nonostante la loro insicurezza di fondo, di fare qualsiasi cosa pur di risaltare al vostro cospetto, con risultati spesso decadenti, fuori luogo e intrisi di volgarità e maleducazione.
Ma con l'esperienza l'occhio si affina e queste persone ora fanno davvero molta fatica ad avvicinarsi a me in qualche modo.


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Un desiderio

Più che un desiderio è una decisione che ho preso: volermi bene sempre, ed essere felice e appagata.


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Progetti futuri...

Portare alla luce tanti nuovi acts che stanno prendendo forma nella mia mente, continuare a imparare e a studiare danza e canto, perseverare nel mio miglioramento fisico e spirituale, prendere seriamente in considerazione il teatro non appena avrò il giusto tempo da dedicare agli studi.


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Una frase che vorresti dire a tutti...

Noi tutti abbiamo le stesse possibilità di riuscita, la fortuna, la sfortuna e il caso non esistono. Invece il credere in se stessi, la costanza e l'essere positivi ci portano dritti ai risultati.


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PROFILO FB DI DOLLY LAMOUR

15 gennaio 2011

L'annegamento di Narciso



Spero che questo anno sia cominciato nel migliore dei modi per tutti voi, e anche per quelli che non leggeranno qui, ma per la prima volta comincio ad avere un rapporto conflittuale col web, soprattutto per le cose che amo davvero, e quindi
per questo sto aggiornando raramente questo blog che è naturalmente oltre quello di cucina quello a cui più tengo.

Ogni anno che passa sembra sempre un po' uguale, poi in realtà cambia sempre qualcosa. Andando avanti posso dire che mi dispiace solo di non potermi dedicare veramente a quello che vorrei veramente ovvero l'ascolto più poetico, più naturale delle cose.
Basterebbe davvero il fieno, l'erba, la neve, la pioggia, l'odore dell'asfalto bagnato, un ricordo che ti smuove qualcosa che nel tempo ha avuto un senso, non solo nostro ma umano.

La fregatura è che il web è una macchina infernale che ti risucchio e ti manda affanculo i buoni propositi d'animo. Lavorandoci e anche non poco posso dire che il presente e l'urgenza del presente è la fregatura più forte per gli animi, e anche per la sua crescita, c'è sempre un'urgenza, una crisi e una voglia di specchiarsi, tramite gli altri che hanno bisogno della stessa cosa, fondamentalmente si pecca di narcisismo, in quella volontà di esistere, e cosa più che il web dà l'immediatezza di un giudizio molteplice?
Tutto questo lo trovo estraetemene malsano,  ma poi del resto chi non pecca? beh ecco chi non pecca in questo senso comincio ad apprezzarlo molto devo dire.
Camus stesso scriveva nello Straniero che persino in tribunale come imputato è interessante sentir parlare di sé. Quindi c'è sempre stata la volontà di giudizio, ma così estrema chi l'avrebbe mai pensato?
Ci vogliono fare annegare sul nostro riflesso, lobotomizzati dalla lusingata, risucchiati come vorrebbero far sembrare nell'ascolto ma nell'ego, e lo sanno bene come è facile con le coscienze sempre meno individuali e sempre più fragili sempre più bisognose di essere come l'altro ma meglio dell'altro, per una tacca di mi piace in più.

No, qui c'è qualcosa che non funziona. Non solo qui.
Parlavo con un editore che non cito, ma che ho sempre stimato, mi hanno fatto specie le sue parole, oggi non si vende più u n libro, la carta stampata va direttamente al macero, e dice - quindi organizzo seminari, eventi divento un circolo culturale perché, perché la gente non solo non è più disposta a leggere i libri, ma vuole essere dentro l'evento, vuole ancora una volta esistere - non essere mi veniva da dire, cioè vuole sentirsi partecipe, di qualcosa che oggi non c'è più perché la gente per prima la trova inutile, poco interessante, ma soprattutto con dei tempi d'attesa che non portano a qualcosa di visibilmente gratificante.
Allora ancora piegati e risucchiati su sé stessi, non nell'individualità, ma nell'ego, un ego malsano che sa di vuoto, perché il continuo rimando a se stessi altro non è che cercare un cappello nero in una stanza buia, ed il cappello non c'è.

24 dicembre 2010

Buon Natale...
















"Lui è un brav'uomo. Pensa che ogni Natale va giù al canile, salva un gatto e un topo e li regala a una famiglia affamata." 

(Bart Simpson)

"Non sono mai riuscito a capire perchè la gente fosse così entusiasta del Canto di Natale di Dickens; io non ho mai creduto che Scrooge fosse diventato realmente diverso il giorno dopo"

(Karl Menninger)