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IN LIBRERIA

29 agosto 2008

Fidanzato in affitto: mistress per scelta




Intervista ad Eliselle che ora è tornata con un nuovo romanzo: un rapporto schiavo-padrona - dove Crystal diventa dalla timida e imbranata fidanzatina completamente succube del fidanzato, ad una candidata mistress per potersi permettere di esaudire ogni desiderio fisico e mentale, finché...






“Fidanzato in affitto” il tuo ultimo libro, è incentrato fondamentalmente su Cristal, la protagonista che dopo essere stata lasciata dal suo fidanzato, conosce in un portale d’incontri Dorian, uno dedito al ruolo di “slave” con il quale instaura un rapporto schiavo padrona, ruolo che inizialmente a Cristal non dispiace affatto, anzi si sente finalmente appagata…


Si sente appagata perché ha sempre avuto uomini che, in qualche modo, volevano dominarla e controllarla. Prendere uno schiavo è l’unico modo che trova per risolvere i suoi problemi economici, ma le serve anche per recuperare la propria autostima, che le è sempre un po’ mancata. La crescita del personaggio Cristal è al centro di tutto il romanzo.

Quanto centra l’immagine della protagonista - Cristal - con te?

Cristal è timida come me, ma è sottomessa, cosa che io non riesco proprio ad essere. Ha un sacco di paranoie ma in qualche modo si nutta e trova la propria strada. Cosa che ho deciso di fare anche io. Abbiamo qualcosina in comune, ma meno di quel che si possa pensare.

Come mai l’idea di un libro su un rapporto di dominanza femminile?

Creava un contrasto ottimale con l’idea di una protagonista timida e sottomessa e si prestava a raccontare una storia di risveglio femminile, di ritrovamento di sé, di autoconsapevolezza. Poi mi dava la possibilità di parlarne con ironia, per infrangere i tabù legati a questo argomento. Una parodia rispettosa dell’ambiente, ben lontana dalle caratterizzazioni “carnevalesche” che ne vengono fatte dai servizi dei media tradizionali.

Non ci si stanca anche un po’ di tutti questi candidati zerbini? O meglio zerbini che “l’uomo che non deve chiedere mai”?

Servirebbe una via di mezzo, ma l’equilibrio sembra essere qualcosa che in generale manca, di questi tempi...

Come mai secondo te, manca la via di mezzo? Ma forse c’è mai stata?

In coppia ho sempre vissuto esperienze contrastanti. O ero io che decidevo quasi sempre, ed ero per così dire l’elemento “forte”, o l’altro tendeva a guidare la relazione scegliendo anche per me. Non ho mai avuto un vero equilibrio fino a quando ho capito che era importante il dialogo. Costruire una relazione dicendo all’altro quello che si desidera non è fare un torto, è cercare il meglio per sé e per il partner: forse si dovrebbe partire da qui.

C’è un pubblico preferenziale a cui ti vuoi rivolgere con questo romanzo oppure no?

A dire la verità no. E sto notando che il pubblico è molto variegato, mi arrivano feedback da uomini e donne di tutte le età. Questo mi rende felice.

Perché in genere, a tuo avviso questo tipo di passioni, si possono trovare più spesso tra gente di una certa cultura, di un certo ruolo sociale, anziché che ne so, tra “semplici operai”?

Difficile che i “semplici operai”, dopo otto o dieci ore di lavoro duro e di rotture di scatole da parte dei superiori, trovino la voglia di sottomettersi (ancora) in una dimensione privata, no? Semplificazioni ironiche a parte, probabilmente il ruolo sociale elevato scatena sentimenti ed emozioni che devono trovare una sorta di compensazione. E così, avvocati, manager, banchieri che tutto il giorno decidono anche per gli altri e devono dare un’immagine forte di sé, provano il desiderio che qualcuno decida per loro. Non è una spiegazione così assurda.

Credi però si possa arrivare alla soddisfazione di queste fantasie, o c’è poi una volontà a spingersi sempre oltre una ulteriore forma di sottomissione? Ad esempio per quel che mi riguarda vedo in aumento il fenomeno del bullbusting, ci sono anche delle forme di sottomissione molto pericolose e se vuoi irreversibili….

La soddisfazione delle proprie fantasie può portare al desiderio di soddisfare nuove fantasie. È il discorso della ciliegia che tira l’altra, le passioni a volte si autoalimentano. Non so se esistano limiti, ma so che il desiderio di spingersi oltre può essere molto sentito. È una ricerca che va al di là di tutto ed è talmente personale che non mi sento di giudicare chi sceglie determinate strade, ovviamente se le sue azioni non vanno contro alla libertà o alla dignità di nessun altro.

Tu personalmente come lo vivi l’ambiente fetish, se lo vivi, e come lo vedi?

È un ambiente che mi ha sempre incuriosito. L’ho vissuto e lo vivo come “addetta ai lavori”, con interviste e inchieste ai suoi protagonisti per il mio portale www.delirio.net Mi piace molto l’estetica fetish, la trovo molto sensuale e conturbante.

- L’intervista che nell’ambito ti ha dato più soddisfazione? E un’icona del fetish che eleggi…

Sicuramente le interviste alle modelle internazionali più quotate dell’ambiente, Kumi Monster e Aprella, bellissime donne che hanno saputo crearsi dei look molto particolari e a dir poco unico. Icone fetish, di certo Dita Von Teese, immancabile, e Madonna, la prima che ha saputo sfruttare il genere in anticipo sui tempi e a livello globale.

Quali sono le critiche sul libro che ti sono state rivolte, e te come risponderesti?

La critica principale verte sull’idea che ho dato dell’ambiente s/m e fetish. Mi hanno detto che è stata raccontata una versione un po’ troppo edulcorata. Ma il mio obiettivo era proprio quello di coglierne il lato più leggero e giocoso, per rompere i tabù e discostarmi dai soliti libri, saggi e romanzi sull’argomento,
dettagliatissimi ma sempre pieni di lacrime e sofferenza. Quella di Cristal è una storia ironica e l’ambiente che ho descritto doveva divertire i lettori.

Qual è il messaggio più forte che vorresti fare arrivare con questo libro?

Il messaggio per le ragazze è semplice: non abbiate paura di decidere da sole e di prendere in mano la vostra vita, cercate di combattere i condizionamenti che giorno dopo giorno vi arrivano dalla società. Non è facile, ma è necessario per trovare una propria dimensione reale, non fittizia o imposta da altri.

- Eppure sembra una condizione nel femminile ancora molto difficile, sentirsi in un “obbligo morale di servizio” in vari campi dal rapporto personale al lavoro , insomma di sottostare a delle regole che “se non va così non va bene”…

È un retaggio, un’eredità della storia. Fa ancora parte della cultura perché è difficile da debellare. È un problema di fondo di cui si fa portavoce Morgana, l’amica dominatrice della protagonista. Attraverso la sua figura è spiegato “quello che non va”, quello che dovrebbe essere cambiato. Ma bisogna partire dalle fondamenta e credo che servano ancora parecchi anni per arrivare a una reale parità e a un vero equilibrio tra condizione maschile e femminile.

Quanto può essere legato il feticismo dei piedi a tuo avviso ad una simbologia di sottomissione?

Conosco feticisti dei piedi che non sono assolutamente sottomessi. Forse lo vorrebbero, inconsciamente, ma non sempre feticismo per i piedi e sottomissione sono due fenomeni correlati. Ci sono casi e casi, persone e persone, storie e storie.

Credi sia in crescita rispetto un tempo – il fenomeno “slave”, o più semplicemente attraverso il web si ha più possibilità di venire a contatto con questa realtà?

Il web ha “liberato” molto il fenomeno, e soprattutto ha permesso la creazione di una rete di contatti più ampia, che ha permesso agli appassionati di entrare in contatto tra di loro, ai curiosi di approfondire la materia e ad altri di riconoscere fantasie di cui magari avevano timore, liberandosi di paure o paranoie inutili. In generale, comunque, il fenomeno mi sembra in crescita, forse grazie alla progressiva liberazione dai tabù sull’argomento.

Questo però può portare anche ad un infoltimento di quelle passioni “penali” diciamo quale pedofilia ecc., cioè la conoscenza e la “facilità” – ha un ruolo bivalente o no?

Sì, è un rischio altissimo, è la doppia faccia del web, l’altro lato della medaglia. Internet ti mette in contatto col mondo, ma permette anche di coltivare i peggiori vizi e aberrazioni. Una problematica di cui si deve tenere conto e per la quale servirebbero delle soluzioni concrete.

Per quante donne credi che il diventare delle ottime mistress possa essere un buon compromesso all’essere escort?

Se diventi una mistress non sei obbligata ad avere rapporti sessuali coi clienti, sei tu che decidi e che comandi, e chi ti paga, in pratica, si sottomette alla tua volontà. Alla fine, la mistress offre un tipo di servizio, la escort ne offre un altro: sono solo due modi diversi di concepire l’intrattenimento.

Credi ci sia molta richiesta di questi servizi?

Pare proprio di sì... spesso vengono richiesti anche alle non professioniste, è evidente che la domanda è elevata.

Ti sta portando varie soddisfazioni questo libro?

Devo dire che sì, sono contenta. L’argomento è piuttosto difficile e, da testimonianze “sul campo” da parte di lettori, alle volte crea imbarazzi ingiustificati, ma una volta che si inizia la lettura si capisce subito che se ne parla con la giusta leggerezza e con la voglia di divertire e divertirsi.

Chi la prende meglio, uomini o donne?

Ti dirò, entrambi. Le donne si divertono perché si identificano in Cristal, gli uomini trovano aspetti e approfondimenti a cui non avevano mai pensato. E ho ricevuto una bellissima mail anche da un ragazzo gay che si è ritrovato appieno nei timori della protagonista.

Prossimi progetti ?

Sto scrivendo, come sempre. Un nuovo romanzo, sicuramente. Un’antologia per una casa editrice indipendente che curo insieme a una collega e uscirà a ottobre. E poi tante piccole collaborazioni interessanti.


Grazie Ely

6 commenti:

Anonimo ha detto...

devo ammettere che l'ultima volta che sono stata in libreria l'ho notato e cercando di non farmi accorgere ho letto due paginette verso la metà, dopo aver letto la tua intervista credo che lo comprerò e intanto aspetto il tuo prossimo lavoro!
bazini
la bionda
(ex che mi sono tinta in un momento di follia!)

Eliselle ha detto...

grazie Gisy, sei sempre un tesoro!

e grazie a te Natzuka, poi dimmi se ti diverti :)

Anonimo ha detto...

Una domanda, da profano. Che l'adorazione del piede e la sottomissione abbiano una affinità nella mente della gente, in quanto l'oggetto del desiderio è in basso? Per baciare i piedi ad una persona ci si deve abbassare, no?

Anonimo ha detto...

di solito chi ama i piedi ha fantasie di adorazione- sottomissione perchè nella nostra cultura i piedi hanno spesso avuto quel significato, "essere ai piedi di"...ad esempio molti fedeli baciano i piedi alla statua della madonna, adorazione e sottomissione o supplica alla dea...poi c'è chi ama i piedi ma non ha ben chiaro perchè, di solito cmq viene da qualche esperienza dell'infanzia, quando il bambino va a gattoni, la prima cosa che incontra degli adulti sono i piedi...poi anche li c'è un fatto di inferiorità rispetto alla madre a cui sta ai piedi e a cui è totalmente dipedente...in qualche maniera erotizzate queste tendenze possono portare al feticismo del piede ma anche della gigantessa, che a me piace parecchio, se poi penso che all'asilo di suore in cui andavo c'era nel cortile una statua della madonna a piedi nudi che schiaccia il serpente, e che la spiegazione della figura dominante della madonna sul serpente mi aveva colpito parecchio, ho pochi dubbi su come ho potuto sviluppare certe fantasie:)
ps. il libro di eliselle è divertentissimo, ho dovuto fare 6 ore di treno e mi sono volate:)

Bix

Gisy ha detto...

;) cmq il feticismo dei piedi è davvero diffuso,non solo quello, è importante parlarne appunto anche come un fatto "naturale"...con ironia.

Anonimo ha detto...

grazie Elistelle e immensa devozione a Gisy.. corro a comprare il libro.. meno male che ci siete voi a dare punti di vista femminili al gioco psicologico che più preferisco.

Fetish Mistress and Feet

un bacio
Fabio (non ricordo piu la pass hihihi)