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IN LIBRERIA

27 maggio 2008

Flavio Giurato e Paolo Nori



“C’era una canzone, tempo fa, di uno che poi non si è più sentito con nessun’altra canzone. Si intitolava il tuffatore, mi sembra. Volevo essere un tuffatore per rinascere ogni volta dall’acqua all’aria”


Paolo Nori, “Spinoza, Einaudi, 1999




Insomma non potevo lasciar perdere Flavio Giurato. Che tempo fa già citavo, rimane sempre una chicca nella musica italiana (purtroppo quella poco conosciuta dai più, ma d'autore), ed io ne ho stima; e poi era citato in "Spinoza" da Paolo Nori che ne ho stima pure. Ho messo Orbetello come pezzo anziché il tuffatore (che cita Nori) perché è un po' meno conosciuta, e perché cosa non da poco, è tra le mie preferite.

Spero dia qualcosa anche voi, come continua ad emozionare me...

10 commenti:

Gokachu ha detto...

La copincidenza è troppo grossa per non segnalarla: stavo ascoltando Core Addannato quando ho letto questo post.

Gisy ha detto...

Eh beh direi che allora va proprio bene che segnali :)no è una coincidenza da pooc!
é n grande Flavio Giurato, da poco è pure uscito il suo nuovo album, anche se io forse per nostalgia son sempre attaccata ai suoi vecchi lavori...

Anonimo ha detto...

Questi giorni sono delle streghe assassine...non lasciano tregua e pulsano con il loro gatto morto contro ogni cosa...una cosa fatta bene...mai dannazione! tutto è vigile, mostruosamente attento a ciò che accade, ogni errore lo paghi con un urlo sulle montagne, disgraziato eco...ma esiste un posto dove la gente non rompe i coglioni?

Un saluto
a mo di bolshoj

Trincea-Senna

Gisy ha detto...

@ Trincia - No, te lo giuro non esiste, per un fatto semplicissimo, dove noi siamo, noi siamo con noi. E poi dove vuoi che si va?

Anonimo ha detto...

dici bene, sai magari anche cambiare facce, più semplice...Artaud diceva "datemi un posto dove fare, dove essere ciò che realmente sono" la gente non mi lascia fare, la kappa d'afa, disgraziati che non sono altro! che poi non è sofferenza, non è patire, non è guaire...mica quella roba lì...è SOSPENDERE, REGIMENTARE qualcosa che non dev'essere regimentato, mettere mano su ciò che è pronto a crepare se solo lo sfiori. mi veniva in mente quando me ne stavo in Francia ad Antibes...oh che bello, oh che meraviglia, oh che bella gente questi francesi qui, diversi da tutti, diverso da tutto...più il tempo passava e più il mio senso d'adattamente schizzava via, s'appesantiva proprio di quelle loro grazie; noi siamo con noi anche se certe volte una faccia non vale un altra.

Trincia-Semma

Gisy ha detto...

@ Trincia vero; sai bene quanto Bernhard è andato dietro nella sua vita questo discorso, che ricorre incessantemente in certi suoi libri nei romanzi vuole sempre andare via da un posto per non capire quello che viene detto, non avere più le facce conosciute di fronte, ma dice anche che poi, senza la gente si cola a picco.

Bisogna reggersi sempre in quell'equilibrio pre-colo-a-picco

Anonimo ha detto...

Che dire... di solito buona fortuna!
Se ci credete, conoscendovi forse no, vero?
Abbiate cura di voi, almeno al meglio possibile.
Ciao!
Oh Laura, Intima, come vorrei ci fossi anche tu sabato...
Ciao!

Anonimo ha detto...

Flavio, e una sua canzone, sono finiti pure dentro il romanzo di Sandrone Dazieri "Gorilla Blues", la canzone è Mi Lang- non era ancora uscita su disco che già suonava su un libro! Incredibile, dove non osano le radio possono i libri e gli scrittori. Prima le radio libere ora che le radio sono prigioniere, solo i libri-liber!? Vorrà pur dire qualcosa l'etimologia...
az

Anonimo ha detto...

Non conoscevo Giurato. Grazie.
(appena ho un attimo butto giù qualcosa su Vysotskij).

Saluti,
Alessandro

Gisy ha detto...

@ Dente - Quante cose si potrebbero conoscere...ma il nostro tempo è limitato no?

Attendo volentieri Vysotskij, molto volentieri.