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IN LIBRERIA

02 aprile 2009

Gianni Celati "la realtà è un inciampo"

Una delle più splendide persone (pubbliche) che ho conosciuto in vita è senza dubbio Gianni Celati - parlo sia umanamente che artisticamente. Quella che fa è davvero letteratura a prescindere da quello che tratta, se c'è chi è ancora interessato alla vera letteratura oggi consiglio vivamente di leggerlo. io stessa ho letto troppo poco e me ne rammarico, bastano poche righe anche solo si un saggio non necessariamente romanzo suo) per capire questa delicatezza, questa sua sospensione e acronicità che manca troppo spesso nei libri di oggi.

Posto l'unico suo video intervista che si trova su you tube sui documentari e il cinema.

6 commenti:

cris ha detto...

"Finzioni occidentali" mi ha aiutata a capire il suo "delirio di consapevolezza", dunque il contrastare la razionalità. Preparavo un corso sul fantastico.

Anonimo ha detto...

Celati è un grande.

Gianf

Gisy ha detto...

Sì, Gianni Celati è un grande - a parlarci quando capita, mi colpisce sempre questo senso di "classicità" che trasmette - sembra davvero essere altro che un essere umano che parla di cose - ma qualcos'altro di inafferrabile.

A prescindere da cosa parli.

E' una sensazione che si prova raramente - e con rare persone e non c'entra solo il cosa sa, ma l'essenza dell'essere.
Credo sia la stessa complessità, la stessa consapevolezza che riesce dare nei suoi libri per chi li sente.
Per questo a volte quando penso che esiste un termine per certe vite, è uno spreco terribile per tutta l'umanità.
Certe esistenze potrebbero se non salvare, alleggerire il mondo più che altro.
Lo penso.

Ho piacere ci siano almeno due commenti.

Anonimo ha detto...

“”Ho passato molto tempo a leggere, studiare, riflettere. Forse ad imparare. Ho scritto, e forse insegnato. Sono molti coloro che in ciò mi hanno preceduto. Molti lo fanno e tanti altri lo faranno. Ho sempre avuto la sensazione che tra me e il mio sapere mancasse un qualcosa di pratico e utile alla mia persona. Non è necessario. Ognuno ha la vita. E per un disegno, vuoi divino o altro, ognuno per il tramite della sua vita, è utile a se e al mondo.

Anonimo, 1938””


paolo
barbar

Costanzo ha detto...

Come diceva quella canzone di Donatella Rettore scritta in ricordo di Luigi Tenco: "quando muore un artista, lui si porta con sé i pensieri del mondo".

Gisy ha detto...

@ Paolo - grazie di questa testimonianza - anche se anonima - è bellissima - credo che il senso "di mancanza" sia davvero qualcosa che si prova spesso e volentieri, a maggior ragione quando si fa, con la consapevolezza che esiste un inizio e una fine di ogni compimento...

@ Costanzo - é vero, ma è anche vero che non tutto va perduto- oggi noi possiamo ancora gioire leggendo certi autori o ascoltandoli - penso a de Andrè, o Doestoevhij - o mille altri che mi emozionano sempre tantissimo. Questo senso di smarrimento credo sia più che altro nel pensare che queste persone che sono davvero "3 metri sopra il cielo" anche quando sono in terra avrebbero potuto dare, dare , dire ancora tanto, e il loro dire è sì, davvero irripetibile.

Erri de Luca che a me in certo racconto piace anche molto, nonostante diversi miei amici scrittori non lo sopportano dice alla in un vecchio racconto, più o meno quello che dici riportato a Tenco

"Ci sono uomini che morendo chiudono dietro di loro un mondo intero. A distanza di anni se ne accetta la perdita solo concedendo che in verità morirono in tempo".

Grazie al cielo Gianni Celati è vivo e vegeto, più di me ho il sospetto...e spero ben di avere altre occasioni per poterci parlare.