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IN LIBRERIA

12 gennaio 2009

Il caso Nesta



Ormai son diversi mesi che è uscito l'album "Il manuale del cantautore" e devo dire che a riascoltarlo mi piace sempre più - è tra i 5 dischi italiani (del 2008) che preferisco - a parte un pò la lieve stonatura che oh c'è...ma tutto sommato dirà come la porta sta pure bene - ma poco m'importa - è un grande Flavio Giurato (il fratello di Luca Giurato) e metto questo brano che c'è su you tube...

per gli appassionati di musica italiana consiglio vivamente questo album

8 commenti:

BC. Bruno Carioli ha detto...

Ti lascio un salutino.

Anonimo ha detto...

bè,ti darò un parere da musicista/compositore/musicologo:questo si distingue da tutto il panorama di musica italiana che c'è in giro,mi spiego, il problema della musica italiana ma anche quella maericana è,che si punta sull immagine del autore,e non sulle qualità creative ecco perche ci sono molti fighetti incapaci di scrivere un testo decente e un componimento creativo ,sono tutti uguali e banali,non è il caso di flavio giurato, che almeno si distingue ,questo perchè si sente un accurato tema che riprende il concetto stesso di musica d'autore, in buonasostanza devo dire che è originale e credo che potrebbe fare anche di mejo ,ma non sta a me entrare nella testa di un artista ho gia la mia che è un casino heehhehe^_^

Gisy ha detto...

@ Bruno - Ciao Ciao :)

@ Ex - allora, allora, flavio è bravo, molto bravo spicca non nella composizione ma nella creatività proprio e nel "suono delle parole" - però dire che si distingue da TUTTO il panorama, ecco quello mi pare eccessivo...

Mi pare bravo molto bravo e stacca dalla solita gnagna quello sì. Però grazie al cielo non è l'unico: pochi altri esempi, ma ce ne sarebbero diversi a mio parere - Fausto Rossi i Le Masque, Max Manfredi... Tra i poco conosciuti al grande pubblico...e tanti altri ma l'elenco c'è per fortuna !

Anonimo ha detto...

Bonne journée à vous!

Dunque, il disco di Flavio l'ho comprato e pure "recensito" (ma quella è un'altra storia) quando è uscito. Anzi, se vuoi te la mando pure la recensione così mi dici se ci vedevo giusto o meno...
Fra l'altro, io avevo preso anche l'Extended play del 2002 edito da Vitaminic dove c'erano versioni differenti di alcuni pezzi e un brano in inglese molto bello, "Candles in the desert" di cui non c'è traccia nell'album nuovo... chissà perché...
Per Max Manfredi. "Max" del 1994 è un capolavoro ma ne "L'Intagliatore di Santi" io non sono riuscito ad entrarci. L'ho trovato "imbolsito", troppo "bobo" come dicono in Francia... l'ultimo non ho idea di come sia.
Ho trovato grande, fra gli altri, negli ultimi anni "Europa Hotel" di Gino D'Eliso"...
LUCA ("colui" di Fausto, Zurlini e Emmer)

Gisy ha detto...

La recensione la leggo volentieri, mandamela a gisy@gisy.it

MAx è davvero un album bellissimo, sicuramente l'intagliatore di santi è più difficile, ma ha dei buoni pezzi.

L'ultimo complessivamente è un buon album davvero, quando i brani buoni son oltre 5 direi che ci siamo. Oggi.

Aspetto l'uscita di Fausto Rossi, vedremo.

Anonimo ha detto...

Article envoyé!
Fra i 5 album italiani più belli del 2008 aggiungerei sicuramente anche Enzo Maolucci, "De liberata mente" e Giangilberto Monti", "Ce n'est qu'un début".
Manfredi, fra l'altro, doveva venire al tributo a Fanigliulo ma all'ultimo momento non ha potuto. Volevo farmi autografare "Max". Beh, allora vedrò di ascoltare quello nuovo.
Per Fausto, fonti accreditatissime dicono che è questione di giorni. Sarà vero?
LUCA

Gisy ha detto...

Non lo conosco e quindi m preoccupo di sentirlo, mi piace vampirizzare la musica. Vedremo.

Un altro che non mi dispiace, però non da impazzire è Pippo Pollina, alucuni brani non male.

Quello che dici su Max lo approvo, però come dire troppo condito delle volte, ovvero mette un pò troppa carne al fuoco, tecnicamente molto buono, ottimo come compositore di canzoni, quello che gli posso trovare come difetto (poi per alcuni non lo è probabilmente) è che intellettualizza un pò troppo i testi, ci mette molto di testa e di conoscenza.
Credo che ad un certo punto uno debba laciare più cuore e meno "conoscenza che va messa da parte" però nel complesso molto buono.

Un pò così anche per POllina.

Fausto è molto eterogeneo nei suoi album dal '79 al '96, ma tra i "cantanti" citati è forse quello che preferisco, anche se poi son cose così diverse: lui stacca dagli altri che, con tutto rispetto trovo portino questo stendardo cantautorale, che in alcuni casi ha un retrogusto un pò provinciale. Ecco se ascolti bene, lui di cantautore nel senso italiano del termine ha nulla proprio.

Sì esce a giorni Fausto Rossi, lui lo cnosco molto bene personalmente.
Ci aspettano 3 album filati da qui a settembre... :)

Buono anche Garbo, ma non riesco ad ascoltarlo. Non mi ha mai convinto fino in fondo.

Ora di moda va uno che per me è sopravalutatissimo "le luci della centrale elettrica" pretenzioso, banale e scontato. Io credo...

Anonimo ha detto...

Come dicono in questi casi: quoto tutto!
Di Garbo ho alcune cose vecchie ma non ci sono mai entrato; fiacco, molta forma, poca sostanza e poi è venuto molto dopo, non è certo un precursore...
Hai colto nel segno per Manfredi. Quello che era fluido e spontaneo in "Max" si è troppo intellettualizzato ne "L'intagliatore di Santi" di cui ricordo solo un pezzo in cui diceva che Caterina era una ragazza che dava sul mare. Troppa 'psicologia' ma quello nuovo lo sentirò. Pollina? Ma non è un cantautore per 'borghesi'? Mi viene in mente il primo libro di Federico Fiumani in cui diceva che De André che era definito il cantore del popolo veniva acquistato soltanto dalla borghesia perché i veri proletari capivano benissimo CHE NON ERA UNO DI LORO! (sottoscrivo, mai comprato un disco di De André). Che poi, comprendo benissimo quello che tu vuoi dire quando dici che gli album di Fausto si distaccano da una certa retorica cantautoriale vista come limitante e provinciale. Tuttavia si può anche rifarsi a Brassens e soci per poi evolversi verso altri modelli perché altrimenti si rischierebbe di fare di ogni erba un fascio ed allora dovresti eliminare anche la scuola genovese ed epigoni ivi compreso il tuo amico Piero l'italiano ;-)
La stessa scuola genovese non è per niente coesa perché all'interno hanno agito personalità ed esperienze diversissime tra loro come Simon Luca, Mario Panseri, Fabrizio Marzi, il De André "nero" (almeno 'geograficamente'), lo stesso Fanigliulo che dal post Tenco arriverà a percorrere sentieri quasi dark...
Credo comunque che non si possa affermare che Ciampi fosse l'erede di Tenco perché erano contemporanei. Casomai, i tre album di Mario Panseri, anche se un occhio particolare va ad "Adolescenza", il concept fatto con Moravia.
Fausto fa uscire veramente i 3 album di seguito?! Che leggenda! "Aspetemoli!!".
Sono d'accordo, "Le luci della centrale elettrica", tantissimo fumo, nicht arrosto...
LUCA