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IN LIBRERIA

29 luglio 2008

Storia fancazzista 7


Io vivo solo.

La mia vita aziendale finisce il giovedì sera, perché il venerdì me lo son preso di libertà, ma torno lo stesso a casa fievole.

In azienda veneta quando non c'è gente, dopo che se ne son andati, osservo gli oggetti che si trovano sulla scrivania che condivido con Melandri.

Uno ad uno li osservo, se hanno qualcosa di speciale; poi controllo che i monitor siano tutti a posto, anche quelli delle altre scrivanie dentro l'azienda quando mi viene noia e nervoso. Poi torno a rivedere gli oggetti sulla scrivania che condivido con Melandri, e bacio una foto un poco sciupata ma bella della Loretta Pepe.

Finisco anch'io.

Esco nel parcheggio, posto macchina 2 perché il posto macchina 1 è di Melandri, che ha il suo sciame di inservienti e signorine che lo accudiscono. Lui. Io sono l'ing. Beghin. Melandri non ha i miei problemi.
Lui quando torna a casa ha uno sciame di inservienti e signorine che l'accudiscono. Me invece fuori dall'azienda mi ignorano tutti. In azienda mi ignorano di meno, semplicemente perché mi scambiano con Melandri. Allora suono il mio campanello di casa; che qualcuno non sia entrato pensando che anche se ci fossi stato era come se non ci fossi. Sia mai che lo disturbo.

Il fine settimana mi passa che guardo la televisione, seduto sul divano sintetico, con nelle mani un vino che mi sa da tappo. “Cambialo” mi dico sempre. Ma quando vado a prenderlo in bottega, il bottegaio mi anticipa sempre dicendomi: "il solito"? ed io non ho mica voglia di polemiche. "Sì, va bene"

In azienda spesso mi sento una voce di spalle "Buongiorno, ing. Melandri!" Questo succede solo in azienda veneta, perché fuori dall'azienda veneta, nessuno mi chiama, tutti mi ignorano. Però quando sono sul divano sintetico davanti la televisione con il vino che sa da tappo in mano, e la mano che mi sa di tappo anche, son rassicurato che quando suona il telefono, quelle volte che suona non mi dicano "Scusi ing. Melandri". In televisione passano un sacco di cose, anche la pubblicità dei calciatori che ci sono i mondiali.
Tra le pubblicità dei calciatori famosi c’è anche una tizia famosa che prende un pennarello blu e fa una scritta sulla maglietta della salute di un calciatore famoso, che la scritta vien fuori nera anche se il pennarello è blu.

Qualcosa non mi torna. Squilla il telefono. Pubblicità per cambiare compagnia telefonica. Pareva strano fosse qualcosa di vivo. Dopo un quarto d'ora squilla di nuovo il telefono. "Ostie" penso. E' la redazione di una trasmissione varietà che mi dice "domani verso mezzogiorno sarà chiamato dalla trasmissione e dovrà rispondere" "Viva, viva la tv", così vincerà 5,000 euro che però dovrà spartire con me, sennò la cancello dalla lista dei sorteggiati".
"Ah bene" dico ma non mi tiro indietro penso “Ci sto" “Buonasera” Quando stavo per riattaccare, nella lontananza della cornetta dall’orecchio mi è parso di sentire detto Buonasera a lei ing. Melandri. Faccio finta di niente. Troppe ossessioni.

Il giorno dopo versomezzogiorno mi squilla il telefono, "attenda in linea" poi sento la voce automatica: “Lei signor Melandri è stato sorteggiato, adesso la passiamo alla segreteria di trasmissione. Scatta una segreteria e ho detto solo: "viva, viva l'Italia".

Riagganciato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

è molto performativa, pochi aggettivi, i nomi giusti e tanti verbi..: ha una qualità cinematica, sarebbe facilmente trasponibile in azione, traducibile in sceno-testo, magari per un cortometraggio..