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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

09 luglio 2008

Il prato d'ortiche

Allora, eccomi dalla capitale come i vizi,
son stanca, se potessi con il tele trasporto raggiungere la Ghirlandina lo farei molto volentieri non c'è Colosseo o foro Romano che tenga, lascio il magnetismo di Roma qui.
Per il resto cosa volete che vi dica, son delusa, molto delusa, ma lo sapete benissimo che non è una novità la mia delusione; se potessi, ogni persona che mi viene a dire "ma sai, ho scritto (anch'io) un libro" e che mi arriva con una mail dicendo di scrivere dei libri - o che dice di amic,i parenti, fidanzati ecc... che scrivono dei libri, gli darei volentieri (ma proprio volentieri) uno spintone: che caschino tutto d'un colpo con le ginocchia scoperte sopra un prato di ortiche.

Ma anche se il libro è buono - dico - vorrei lo stesso - che cascassero sopra il prato di ortiche, mica solo se è un libro che reputo scrauso, o chissà che altro. Uguale farei con gli editori - gli darei uno spintone che oltre a cadere con le ginocchia sopra il prato di ortiche, ci caschino anche con le braccia, e se l'editore mi sta particolarmente antipatico anche di faccia, toh. Chissà che dicono le ortiche fan circolare meglio il sangue che gli sgorghi fino al cervello e cominciassero a trinciare un po' di mani - che se un tempo palpavano di nascosto le belle fighe adesso cosa fanno quelle mani? eh cosa fanno? Scrivono libri, chili di carta, ma chili di carta ecco chili di carta e anche chili di carta di quel libro viola che è ovunque e che cazzo, boia, quell'alvaro vitali al femminile beh ecco chissà che non caschi sopra una distesa di ortiche.

Ovviamente dico tutto questo perché sono invidiosissima, e non solo perché son invidiosissima, e amareggiatissima, e sto lentamente invecchiando, ma anche perché c'è sempre qualche inghippo che gonfia la vela dell'invidia e dell'amareggiatura - e naturalmente il mio editore mi ha dato la bella notizia che il libro anziché uscire a gennaio uscirà a marzo - che uno dice: "eh vabbè son 2 mesi in più, cosa vuoi che sia", ma in due mesi, eh ne succedono di cose, che uno nemmeno se l'immagina, soprattutto se poi succedono.
Per il resto mi son rotta davvero i maroni, di chi mi dice "lo sai che scrivo, oh ma lo sai che ho fatto questo quello, che ho studiato qua là". Ecco soprattutto quelli che mi dicono di aver studiato e di essere dei critici espertissimi, perché han studiato, e son lì con "gli occhi pieni di mamma" che non riescono nemmeo tirarsi su l'elastico delle mutande, la vita ce l'hanno dentro il taschino destro della camicia, mi verrebbe voglia di dargli un scrollata anche a questi critici e buttarli pure loro sopra quel prato di ortiche.

E basta anche con gli scrittori che scrivono di se stessi che scrivono, di se stessi che si son rotti mi maroni dell'editore pure. Soprattutto di quelli che lo fanno nei libri, oltre che nei blog :) - e di quelli che mi han rotto i maroni ancora di più con questa storia delle differenze tra la scrittura al femminile e al maschile, di quelli che "le donne scrivono da donne, e scrivono per le donne", ah beh certo la maggior parte del pubblico non è mica maschile.
Cmq andiamo avanti, qui a Roma fa caldo, ho fatto tutta la giornata legata in bondage, perché a scrivere non si prende mica abbastanza e mi tocca fare anche ste cose che oggi 2008 farei anche a meno di fare, ma che comunque è sempre meglio che raccogliere, o fare la cernita dei pomodori verdi da quelli rossi alla fine, ma può essere che la vita si riduca sempre ad un meno peggio?

E poi stamattina al bar c'era anche una tipa sui 50 anni più, e una strafiga di circa 25 - che quella strafiga le ha detto di pesare 60 chili e l'altra quella di 50 anni più, le ha detto "ah ma dài sei 60 chili? - che le luccicavano gli ochi. - Io son 54" - e ha fatto un ghigno come che avesse vinto qualcosa, ma non ha mica capito che la strafiga dei 25 anni, anche se di chili ne pesava 65 e quella di 50 ne pesava 45 di chili, c'aveva comunque meno chili uguale quella di 25.
Che cazzo l'umanità è davvero mignon nella testa - la gioventù ti condona un sacco di cose, eh se l'ho pensato - tutto il resto sa di restauro, e anche mal riuscito. E comunque ha avuto il suo brillar di gloria quella 50enne - per un attimo si è sentita vittoriosa di fronte la strafiga di 25

Poi ragas qui fa caldo e sragiono sono incattivita, e mi dicono parlare male che ti fai delle inimicizie, cosa volete che vi dica, cazzo odierò pure, ma porco d@@ se amo.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

eh quando la gente fa a sberle con la cultura (io leggo, io scrivo, io faccio, io dico questo, io penso a questo, io cito questo, io adoro questo) il risultato è sempre quello...un paio di polsini belli lindi e poco pepe nel culo, come mamma vuol che sia; viaggiano ma è come se stessero nello stesso posto per tutta la vita, leggono ma è come se stessero leggendo lo stesso libro per tutta la vita, amano ma è come se si guardassero allo specchio e pensassero "ah che bel sentimento che c'ho dentro".

L'ortica purifica per bene, fa lagnare nel profondo chi s'è occupato di margherite per tutta la vita, c'è bisogno d'arraparsi per bene prima d'essere nel divenire, e l'arte non perdona mai...se non ti vede arrapato ti tira un calcio nel culo e ti manda a lavorare. C'è bisogno d'amore, amore sempre contaminare una radice, anche la più fragile per renderla efficace nel suo profondo, ogni cosa dev'essere sviscerata per mostrare quello che ha dentro di se, controcultura per eccellenza, basta leggere e parlare con la voce degli altri, addosso calzoni e brache rotte e su con le lance, avanti battaglione è l'ora di menare!

Trincia-Senna

Anonimo ha detto...

Non cambia niente ma ho letto volentieri
non cambia niente
ma ho letto
Ho letto
volentieri!

Anonimo ha detto...

...ciao sorellina , ho letto attentamente la tua "filippica".
xa vol ca'l dega? Te gh'ai rason. La gent l'è cioca e stramba a volt. Tutt quant 'al trovan semper 'un cas da romper' i maron.

Io , come sai, sono un musicista ed un insegnante. Sapessi quanti trinciamaroni incontro i quali mi dicono: io qua, io là, mio cugino ha fatto un disco, mio fratello scrive canzoni etc...quasi a farti sentire nullità. Poi il discorso di produttori ed editori è un mondo a parte.
Allora, preso dallo sconforto e dalla rabbia, in questi momenti, vedendo di fronte a me solo la mia vita, ripeto qualche verso di una vecchia canzone di Battiato a mò di mantra e lo giro a modo mio:

Giù dalla torre ...butterei...

Ecco, te lo incollo qua il testo. Usalo.
Intanto ti mando un abbraccio da Napoli.
Le vacanze in questa città sono qualcosa di unico al mando.




La torre (Battiato)


Giù dalla torre
butterei tutti quanti gli artisti
perché le trombe del giudizio suoneranno
per tutti quelli che credono in quello che fanno.

Per gli spartani
una volta era uguale
buttavano giù da una rupe
quelli che venivano male.
Giù dalla torre
butterei tutti quanti i teatranti
e nostra signora dei turchi
specchio delle mie brame, chi è fra noi il più bravo del reame.

E salverei
chi non ha voglia di far niente
e non sa fare niente
chi non ha voglia di far niente.

Giù dalla torre
butterei tutti quanti i registi
gli attori e gli elettrodomestici
per la vigilia della distruzione.
Ritorneranno dinosauri antidiluviani
una razza di super-rettili
che si mangerà scialalalalalà.
I presentatori
specie quelli creativi
che giocano ai quiz elettronici
si mangerà chi fa ma non sa quel che fa.

Si salverà
chi non ha voglia di far niente
e non sa fare niente
che non ha voglia di far nient

Anonimo ha detto...

cara gisy,
è un po' una giornata storta e sicuramente passerà.
hai molti più numeri da giocarti nella vita e l'editoria è un po' una giungla. d'altronde, se moccia è considerato letteratura, non riesco a dar torto alla marea di chi scrive autopubblicandosi per poi dire 'sono autore anch'io' perché ha un computer e allora, invece di tenersi un diario, sbandiera i cazzi suoi sulla carta.
non riesco a dargli torto. però, non gli do importanza.
fallo anche tu che, ripeto, hai molti numeri da giocarti nella vita. magari è solo questione di cambiare strada. il cambiamento ci salverà.

Anonimo ha detto...

Io, nessuno.
Uomo qualunque.
Senza titolo di studio.
Ritirato dal lavoro (termine usato dall'anagrafe sulla carta d'identità come professione, io gli avevo detto, non lavoro più, sono pensionato)

Mi piace Gisy Scerman perchè so che sa cosa significa iniziare l'attività lavorativa a 14 anni.

E immagino, come sia alle volte spaccamaroni, frequentare certi ambienti, dove i nati con la camicia (o anche due di superlino)
te la smenano.

E mi piace Gisy quando ribadisce che di sola scrittura non sopravvive, e fare la modella bondage è un lavoro, come raccogliere la frutta: faticoso.


Mi piace gisy, perchè non le manda a dire, le scrive, anche magari contro i suoi interessi.

Io, spero che come dice Nadiolinda,
Gisy troverà i numeri e le carte per riuscire nei suoi progetti.

paolo
barbar

Anonimo ha detto...

ogni tanto dal tuo blog gisy, vado a visitare altri blog da te linkati.
Stasera su "ali d'argento" post del 8 luglio: -il naufragar m'è dolce in questo mar-, alla fine è menzionato un verso tratto da una poesia di Guido Gozzano (la signorina felicita). Sono andato a leggerlo tutto, e aggiungo a quel verso anche il precedente e successio:

Oh! questa vita sterile, di sogno!
Meglio la vita ruvida concreta
del buon mercante inteso alla moneta,
meglio andare sferzati dal bisogno,
ma vivere di vita! Io mi vergogno,
sì, mi vergogno d'essere un poeta!

Tu non fai versi. Tagli le camicie
per tuo padre. Hai fatta la seconda
classe, t'han detto che la Terra è tonda,
ma tu non credi... E non mediti Nietzsche...
Mi piaci. Mi faresti più felice
d'un'intellettuale gemebonda...

Tu ignori questo male che s'apprende
in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti,
tutta beata nelle tue faccende.
Mi piace. Penso che leggendo questi
miei versi tuoi, non mi comprenderesti,
ed a me piace chi non mi comprende.

Guido Gozzano (parte versi de "La Signorina Felicita)



paolo
barbar

Anonimo ha detto...

Essì gisy cara, roma in questo periodo è invivibile....così come è invivibile il mondo dell'editoria, a meno che non si accettino quelle forme di tradimento che N.Bobbio gridava nel suo isolamento intellettuale:

"Non vi è per l'intellettuale che una forma di tradimento o di diserzione: l'accoglimento degli argomenti dei "politici"
senza discuterli, la complicità con la propaganda, l'uso disonesto di un lunguaggio volutamente ambiguo,
l'abdicazione della propria intelligenza all'opinione settaria, in una parola il rifiuto di "comprendere" e in tal guisa
di apportare agli uomini l'aiuto prezioso di cui la cultura sola è capace, l'aiuto a infrangere i miti,
a spezzare il circolo chiuso di impotenza e di paura, in cui si rivela la contagiosa inferiorità dell'ignoranza"
( Norberto Bobbio, Invito al colloquio, in Politica e cultura)


Tieni duro, avrai modo di giocare i tuoi quattro assi.

Santi.

^^*^^

Gisy ha detto...

@ Trincia - cosa vuoi, del resto ci sono persone che se non leggessero su vanity fair la parola amore, non saperebbero nemmeno che esiste, idem per la cultura intesa ovviamente in senso artistico e non impiegatizio. Un bel mazzo di ortiche a chi dice che le rose hanno le spine, e evitano l'amore tutta una vita, evitano così la vita stessa.