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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

28 aprile 2008

Erano giorni

Ieri non so per quale motivo ero convinta che oggi non si lavorava, cioè che nei prossimi giorni non si lavorava, che ci fosse il ponte dal 25 aprile al 1 maggio. In base a cosa ho avuto questa convinzione non saperei proprio - nella mi testa era vacanza.

Io cosa faccio nel giorno?

C'è la malinconia che non mi lascia pace, allora poi per parlare un po' con la malinconia vado a fare 4 passi, non dove c'è della gente, altrove, per le viuzze, se ce n'ho la possibilità, dove mi sento meglio.

Mi siedo e mi guardo attorno, e penso che finché vivo farò un po' così. Poi da queste viuzze, chiamo qualche amico o per pranzo o per cena, in genere non amo mangiare da sola, a parte quando decido di scrivere di filata.

Son sempre seduta su una panchina o che cammino e penso che bisognerebbe fermare anche il selciato, che non se ne vada. Mi capita di vedere delle case abbandonate, o degli edifici, che solo fino un anno prima c'erano con delle cose vive dentro. E mi vien da pensare che non è mica vero che le case impiegano più tempo a morire delle persone; una volta che poi son abbandonate, cominciano questa loro decomposizione e si vede, come se quell'immagine ne avesse l'odore.

Allora queste cose mi fanno venire in mente che devo segnarmi degli appunti, se c'ho un diario (e spesso ce l'ho) con un penna (e se non si è sparso l'inchiostro nella tasca o nella borsa) segno tutto. No mondo, non puoi farmi andar così senza che ti fermo. Devo farlo in quell'istante, perché è volatile la forma tangibile del sentimento.

Poi penso che è una vita che dormo il pomeriggio almeno 2 ore se no non mi viene pace.
Perché è così? Non lo so ancora bene; dentro so che devo fare quelle due ore orizzontali, che c'ho una stanchezza atavica, e quelle due ore anche se dormo penso, perché come adesso quando mi sveglio mi vien voglia di scrivere, magari cose che poi non sono granché - ma è come se mi mettesse l'anima in (quasi ) pari .

Così succede che ieri c'avevo questa convinzione, che non lavoravo i 3 giorni dell'accademia, e quindi i son svegliata alle 7 di sera pensando che di notte avrei lavorato al libro. Poco dopo sento per caso sento una mia collega che mi dice "ci vediamo domani",
E tanti come mi saltano sulla testa.
Ah va bene dico. Domani? Sono troppo Holiday si vede. Peccato, pensavo già avrei sistemato il libro, o almeno cominciato, invece no, mettiamola che prendo più soldi mi so detta.

Tanto poi se non mi stanco mi vien della noia e della malinconia. Ma la malinconia ancora va bene, è la noia che no, non va bene, però poi ci penso e penso che mi vien noia anche nei giorni che faccio delle cose, e faccio delle cose oltre che per i soldi per darci delle martellate alla noia - mi sento che non ho la noia solo in momenti che sono di grazia, tipo quando lancio i sassolini dalla panchina, che uno dal di fuori può pensare sia il momento di noia estrema, invece no, non lo è.

Così stanotte visto che mi son svegliata alle 19,15 di sera ho preso sono alle 5,20. ma a cazzeggiare e non a fare il libro, perché ora i progetti si son frantumati. Stamattina è stata dura.
Incontro uno e mi dice, che non mi faceva una tipa che ascoltava de André. Io c'avevo sonno.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Siamo.

Ho messo de Andrè.

In quelle strade ci sono i muri, che se potessero, quante cose avrebbero da raccontarci.
Anche qui.
E alla finestra c'è sempre qualcuno, anche lui ha i suoi pensieri. E chissà quante cose avrebbe da raccontarci....

Ora in cortile sento i bimbi giocare.

paolo
barbar

Anonimo ha detto...

Io ho ascoltato oggi, per la prima volta, via del campo.
Parlando di prime volte, da quando dormi di pomeriggio? Come hai cominciato? Credo che facciano molto anche gli orari.
Buon riposo!

Anonimo ha detto...

Questo è un ottimo racconto, Gisy!

Gianf

Anonimo ha detto...

ciao gisy
perchè tutta questa nostalgia ,
sono belli i ricordi del passato,anch'io mi fermo a guardare le vecchie case e pensare che se potessero parlare mi racconterebbero i momenti difficili , anche di morte e di famiglie unite nella felicità. invece di tirare sassolini da un panchina ,io preferisco gli spazi aperti ,infiniti .pensa essere su una panchina in riva ad un lago
con alcuni pezzetti di pane che lanci a delle spensierate anatre.
ti cosiglio di andare ai lagetti di campogaliano (per sicurezza non da sola i cretini non mancano mai) potrai spaziare all'infinito ammirando la natura che è vita .io ci vado spesso per pescare ,anche se non pesco nulla ritorno rilassato.
ciao willi

Gisy ha detto...

@ Paolo - mi viene in mente anche la canzone di Battiato "mal d'Africa" - dove parla di tutti i dettagli che sembrano insignificanti e poi ti si conficcano dentro, e un bel giorno, quanto sono tutto quello che abbiamo

@ Antonio - Da quando ho ricordo, sempre nel pomeriggio dormivo, da piccola, e ho tentato oltre di fare resistenza, ma è come se non potessi reggere la fatica del pomeriggio, quando devo devo, ed è uno sforzo tremendo. Poi certo ci sono anche i farmaci, ma appunto ne ho memoria troppo distante perché siano solo quelli.

@ Gianf - Grazie che mi dài coraggio, perché son giorni durissimi, e so che devo fare delle cose che ben sai, e non ci sto con la testa, per quelle cose, nemmeno x altre. Però è sempre una questione di entrare nell'ordine di idee...

Resistere Resistere Resistere - la parola d'ordine ad ogni minuto

Anonimo ha detto...

In quei giorni abuso d'alcool e poi zombie per le strade della mia città.

Gisy ha detto...

5 km con un litro?