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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

24 aprile 2008

Chi ha tempo non aspetti denaro

Mi guardo attorno e vedo ovunque una gran fretta, una sovrapproduzione di ogni cosa, le immense varianti dell’utile, e le mille varianti di quello che l’inutile che ora sembra davvero diventato indispensabile. Vedo anche i miei amici più cari, non hanno mai tempo, per quello a cui terrebbero veramente. Si alzano presto, tornano la sera che sono stanchi morti, quelli che sono in coppia vanno anche d’accordo grazie alla stanchezza, litigano meno di prima, non hanno più tempo per i rancori, per accorgersi dell’altro realmente. Però assieme oggi si dividono le spese, si paga l’affitto di una casa in cui ci si è per dormire e poco altro.

Rimane uno sprizzo di tempino libero, che a quel punto no si può certo riempire con qualcosa di vero, perché per il vero serve andare a fondo, per andare a fondo bisogna fare sedimentare, nella mente e nel cuore, e ci vuole altro tempo, che se la mente è occupato. No, non si può. Allora in quello sprizzo di tempo, via altro passatempo inutile creato sull’esigenza di quel pezzetto di tempo libero a disposizione.

E’ desolante.

Si studiano anni, si pagano un’infinità di tasse per finire probabilmente a fare un lavoro che piace il giusto, se proprio non fa schifo, che paga la sopravvivenza, ma non di sicuro l’essere umano che sta davvero perdendo di valore in maniera preoccupante. Il tempo stringato per lo svago - e bada bene - devi svagarti proprio in quei giorni che PUOI svagarti un sabato e la domenica o quel mese mezzo di ferie totale all’anno distribuito sappiamo come. Se ci si ammala in quei giorni, forse salta l’anno.

Si prende un po’ di tempo per il rapporti virtuale, perché si è già sul lavoro – (a meno che non si faccia il muratore, ma oggi quale italiano fa il muratore? )- e quindi dove si passa il tempo si cerca anche di comunicare, e non necessariamente con chi abbiamo attorno. Cosa provoca la virtualità’

Io ho un’idea abbastanza precisa riguardo l’evoluzione dei rapporti in questo senso, cioè che come anche Nadiolinda nell’intervista dice, si ha questa impressione, che possiamo accendere spegnere chi ci troviamo davanti con un semplice pulsante della tastiera – quindi – sembra una semplificazione del rapportarsi - ma in realtà non fa altro che farci prendere poco sul serio le nostre direzioni, proprio, perché sapendo che possiamo sbarazzarci quando e come vogliamo, almeno idealmente di tutto questo, possiamo anche farne mille di tentativi, e questo fa perdere ulteriore tempo energia, con naturalmente l’idea di base che sia una potenzialità immensamente forte sul piano sociale – e lo è , ma come lo è?

Più i rapporti vanno nel senso del virtuale, più viene a mancare uno stimolo di altri parametri - che prima nel reale erano inevitabili. Perché prima di dire fare certe cose, ad un vicino di casa, o considerando il vicino di casa, uno ci pensava bene a dire fare, ora siamo tutti vicini di mondo, ma sappiamo che chiudendo il computer abbiamo il sogno di decidere di fare scomparire dalla faccia della terra chi vogliamo o chi no. Ma poi come già detto ovviamente il discorso non si ferma qui.

A me pare che ci sia molta maleducazione, i giovinastri sono molto sfottenti in rete, e no solo in rete) e anche chi in anonimo naturalmente butta sempre sentenze. E per come la vedo non si potrà che andare avanti di questo perché ci sono troppi interessi politici economici per badare al bene dell’individuo. Troppi. Vi pare che se davvero importasse dell’individuo, la forza principale che è ancora quella mediatica andrebbe nella direzione dei format amercani?

Poi c’è un altro discorso da fare, che se fino agli anni ‘70 circa, il progresso aveva una velocità, ora è tutto talmente accelerato che prima le generazioni potevano accorgersi delle differenze, ora pure i giovani- giovani fanno fatica a stare dietro a questi cambiamenti tanto sono rapidi- cambiamento che - da una parte portano all’estremo individualismo (mancanza di un senso REALE collettivo) dall’altra in paradosso all’omologazione estrema - della forma che - inevitabilmente condiziona l’essenza - i creando una specie di global emozionale, perché tutti devono corrispondere alle stesse esigenze, però stando bene attenti che uno è uno - e uno deve essere il meglio tanto quanto tutti gli altri in questo essere identici e differenziati all’interno di questi stimoli culturali indotti).

Io sono sempre per al diffusone del nascosto del dimenticato - perché oggi, io mi chiedo cosa avranno da ricordare, se non i ricordo di altri. O si riesce ad essere eremiti, ma davvero, o si è del gatto. Per quanta consapevolezza di può avere addosso.

Voglio lasciare un pezzo che ho critto all’interno di quello che sarà il nuovo libro, tanto esce a gennaio, non è tutto così, però io credo che possa rendere l’idea di quello che voglio dire.

“Credi che pensare al fare soldi ti possa giovare, è questo che credi? Ti sentiresti migliore? Gli antichi Maya usavano sacrifici umani, e non solo loro. Ma poi se è così, sei come tanti altri – che a differenza dei sacrifici, vorresti trasformare il sangue in denaro. Molto più conveniente, ma fidati, distante dalla verità ti troverai. Forse pure tu come la maggior parte della gente, non hai voglia di perdere, non hai voglia di perdere denaro – sangue. Oh mioddio devo fare qualcosa per recuperare denaro, non posso vivere senza. Ah sì? E con il sangue come la mettiamo? - Il pesce spada è svanito. La vasca è solitaria, come Denver quando è stata abbandonata agli eroi; nessuno piangeva, ma il cuore è gonfio di tristezza. Era meglio quando i Serafini leccavano la carne di chiunque gli regalasse un sorriso. E tu vuoi scampare? Scampare, eh? Strana pretesa amore mio”

13 commenti:

𝒜𝒹𝓂𝒾𝓃 ha detto...

Il legame tra amore e denaro sarà presente anche nel mio prossimo libro. Ed è sempre terrificante scoprire come questi due termini si accarezzino e si corteggino di continuo. Pensare al fare soldi non giova, anzi abbruttisce un certo tipo di uomini. Il tipo più comune, ovvio.

SerialLicker ha detto...

bello, devastante come una bomba, vero come la morte
rileggerò e penserò
se tra le cose che ti piace fare, con le tue parole, è raggiungere cuore e mente, beh, ci sei riuscita

(e diffondere quello che si rischia di dimenticare, questa è una vera battaglia fondamentale)

Anonimo ha detto...

Io al lavoro mi trovo bene. Mi impegno, e questo mi dà molta soddisfazione. Tanta! Mi sento in pace con me stesso. E poi c'è la compagnia dei miei colleghi, mi sento sereno. Di più delle scorse tre settimane, che sono stato a casa per una distorsione ad una caviglia. Andavo a letto tardi tutte le sere, mi svegliavo dopo le 11 e mezzo (tranne gli ultimi giorni, che mi svegliavo una ora prima). Però un retrogusto di insoddisfazione c'era.
Già il lavoro può essere una occasione di star bene, di farsi degli amici. Finito il tirocinio, mi mancherà il magazzino.
Spesso la sera mi metto al computer. Sì, è vero che devo attendere il venerdì ed il sabato sera per uscire con gli amici. Ma a farlo tutte le sere credo che ne avrei un pò noia, per non parlare delle tasche!
Riflettendo sull'uso del computer, con un pò di senso dell'umorismo si potrebbe anche sorridere all'idea che questi mistici marchingegni sono stati costruiti per farci fare il lavoro in, diciamo, un terzo del tempo.. e adesso sfruttiamo lo stesso tempo per fare 3 volte il lavoro di prima!
Ricordo le lezioni di economia: il tempo è l'unica vera risorsa scarsa, perché non torna indietro, non se ne può avere di più.
Ho ancora tanta strada da fare... per adesso zoppico (davvero!) ma spero di farne ancora. Vivere in autonomia, ritornare ai miei genitori tutte le attenzioni che mi danno, trovare una compagna. Come mi piacerebbe, essere stanco in compagnia. ^-^

Gisy ha detto...

Xtina- tu stessa citi Ballard che finisce dicendo "credo nei prossimi 5 minuti" ecco - avere la possibilità di averli liberi, e soprattutto, nessuno è davvero immune da niente. Borges credo nel niente.
amore e denaro - si possono incontrare (o non incontrare) per troppe ragioni. Felice che mi scrive anche una donna di tanto in tanto...

@ Serialliker - pensa che in questi giorni "di festa" dovrò immergermi daccapo nel nuovo libro - dalla prima all'ultima pagina, immersione totale.
Significa vivere un altro mondo, andare temporaneamente, trasportarsi dentro un'altra dimensione spazio temporale; per fare davvero al meglio quello che si dovrebbe fare con i libri, mandare e tramandare il cuore la testa l'anima.
E' sempre bello quando qualcuno apprezza...
Ci si può anche perdere, ma bisogna dare la possibilità di ritrovarsi...
;)

Anonimo ha detto...

quando sali sul treno e parte, corri.

Ogni epoca ha i suoi treni, su cui si corre.

era cosi nel 1970 (io c'ero),
lo è anche oggi. si corre.

Certi treni non saranno quelli giusti, capita.


paolo
barbar

Gisy ha detto...

...."e il treno io l'ho preso e ho fatto bene, spago sulla mia valigia non ce n'era. Solo un po' d'amore lo teneva assieme..."

F. De Gregori

Ciò che perderemo, ci farà prendere altro.

@Antonio - domani ti rispondo con calma.

Notte.

Anonimo ha detto...

Sono tornata. Dopo un lungo lavoro portato a termine. Dopo una storia d'amore ancora una volta finita. Di nuovo a pezzi. Di nuovo qui, con la mia depressione. Ma davvero non so essere felice? Ma cos'è poi la felicità? Da qualche parte ho letto che non esiste e che bisogna imparare a essere felici senza. Un bacio a Gisy e Antonio. La vostra Intima amica vi porta sempre nel cuore.

Anonimo ha detto...

Bentornata, Laura!
Sono pochi quelli che sono felici a tutte le ore, forse anche meno di quanti lo dichiarano. Forse, felicità e serenità sono somiglianti ma non la stessa cosa, e chi è sereno pensa di essere felice ma non prova felicità vera. Oppure la felicità ha le sue quantità. Sei felice nell'attimo che ti mangi un ottimo gelato, o hai ricevuto un bacio, e poi ti rigusti a lungo quella sensazione.
E' stato un pò il mio errore con una ragazza: pochi giorni di relazione, poi ho cercato di tornarci insieme per dei mesi. Perché ricordavo quei momenti. Probabilmente è quello che ti sta capitando adesso, o almeno lo era nel momento (benedetto) in cui hai scritto. Alla fine mi è entrato in testa che quei momenti sono passati, che anche se per qualche miracolo ella mi amasse sarebbero comunque momenti nuovi, diversi dal passato. Cara, conserva la memoria se ciò ti fa piacere. Ma ricorda che vivi adesso, non nel passato. Non guardarti indietro risalendo dall'ade dei sentimenti.
Ti auguro felicità e serenità.
Un abbraccio forte forte.

Anonimo ha detto...

Il problema è questo. Non so vivere nel passato, dei ricordi felici. So vivere solo del presente. E fa schifo. Grazie! (Intima)

Gisy ha detto...

@ Antonio - Chi con un briciolo di anima e coscienza se si ferma per un pò di tempo può non notare, quel retrogusto amaro che assale, nei pomeriggi che trafiggono - nelle sere che ci accolgono e nelle mattine che ci bussano alle porte.

nel post precedente Gianfranco scrive

"La salute è uno stato transitorio che non promette nulla di buono"

Ecco io anche al posto di salute, metterei pure la parola felicità.

Laura, son felice che sei tornare, la vita è fatta da un susseguirsi di periodi, quaclun altro scrive da una serie di 365 delusioni.

Bisogna resistere questo sì, davvero, e ho già scritto che per quello che si perde, si prende altro che non aspettavamo, e non è sempre un male.

L'amore - è il fulcro di tutto, ma c'è della gente, che se non legegsse questa parola su vanity fair non saprebbe nemmeno che esiste.

Il 31 maggio farò una presentazione a modena, mi farà piacere se ci sarete.

Anonimo ha detto...

Comincio ad averne la nausea di parlare dell'infelicità. E' diventata così scontata. Ma parlarne qui con vuoi mi rende già meno infelice. (Intima)

Anonimo ha detto...

Una valvola di sfogo serve sempre.. ;)
Sii serena, Intima. E poi, un giorno ti scoprirai felice. Per adesso passatela al meglio. Il più possibile. Guarda che è un ordine del medico!!! ;)
Un abbraccio, Antonio.

Anonimo ha detto...

Laura, il 31 maggio io vado alla presentazione. Tu ci vieni?