Le
Real Dolls... qualcuno di voi avrà già sentito parlare di queste bambole-donne a misura umana super perfezionate...
Grazie alle tecnologie sviluppate nell’industria hollywoodiana degli effetti speciali le Real Dolls sono oggi le più realistiche
bambole sessuali del mondo. Il realismo va oltre il semplice aspetto, l’esoscheletro in
PVC permette al corpo le stesse posizioni di un essere umano, mentre il corpo in silicone riproduce le fattezze di una donna (o dell'uomo) persino al tatto. Si possono combinare tipi di corpo, facce, capelli, colore degli occhi. prezzi vanno dai 6.500 dollari ai 10.000 e in alcuni casi anche più.
Il fenomeno è guardato con curiosità da sociologi
, sessuologi e giornalisti, anche perché giungono notizie da tutto il mondo di consumatori così soddisfatti da portare ‘fuori’ la propria bambola per il weekend o persino in vacanza.
Io credo che questo sia l'inizio dell'era inorganica; veramente la società sta cambiando tantissimo e una buona fetta dell'umanità si preparerà a perdere il contatto con la realtà della quale siamo ancora testomoni.
Del resto - chi lo farà lo sforzo di legami "per tutta una vita" o anche fosse temporanemente una seccatura - con una compagna-compagno con chissà quale esigenze ?
Quando una bambola sta pure zitta non si lamenta mai e pare pure vera?
Beh, non credo proprio che una bambola possa davvero sotituire una persona; però c'è da dire che questo è un fenomeno in espensione, in America molto più che in Europa momentaneamente, e si sa che quello che avviene in America dopo un po' ce lo ritroviamo tra i piedi senza dire bao, anzi sentendoci pure onorati in un qualche senso.
Internet dà la possibilità di pensarci vicini senza esserlo, di essere ovunque,ì pur stando seduti sulla stessa sedia. Il cambiamento delle comunicazioni, implica i ritmi ossessivi, dove l'illusione di guadagnare tempo è solo una corsa verso se stessi, e non si raggiunge nulla, se non un caos del tutto , delle distanze e delle illusioni dei rapporti facili che dà una botta l senso dei valori.
Cosa intendo?
Prendiamo per esempio il campo editoriale.
Fino 30 anni fa, se scrivevi, e scrivevano in pochissimi, per sapere se il tuo libro aveva una possibilità di esesre prodotto, lo si scriveva (a macchina) anche gli il fatto degli errori senza - copia incolla, solo possibilità di riscrivere, cose che ora non ci passa nemmeno per la testa. Forse non so si poteva fotocopiare ad un certo punto, spedivi la copia e chissà forse prima o poi qualcuna delle poche case editrici esistenti una quindicina al massimo. Certo per andare avanti bisognava esesre tenaci, veramente tenaci.
Ora si scrive si spedisce via mail in tempo reale a destra e a manca, case editrici ne sono sbucate di ogni genere piccole esistenti, piccole inesistenti, vanity press ecc...e certo se uno vuol provarea scrivere ci prova tanto il testo è madabile a varie centinaia di pèossibili produttori....perché non provare quindi se c'è lapossibilità di guadagno, la facilità di scmbairsi informazioni ecc ecc.
Un tempo voglio dire uno sforzo era una soddisfazione vera, oggi si è molto più in balia della statistica, l'incremento delle case editrici è sicuramente dovuto anche al fatto di quest
a comunicazione fast - esistono case editrici non serie perché "chiunque" ormai vuole provare a scrivere, ed esistono grazie anche a questi manoscritti, questa o naturalmente poi condiziona il mercato generale, e le stesse grandi casi editrici che un tempo erano serie ora non lo sono più, non più di tanto.
Lo stesso avviene per certi versi nei fenomeni delle relazioni, possiamo spostarci cercare di conoscere stando comodi, non ci sentiamo vincolati ad un dovere sociale così radicato come poteva essere prima degli anni '70 così sappiamo che possiamo cambiare più o meno quando vogliamo anche qui è abbastanza illusorio, e penso crea molta instabilità emotiva.
Le scelte oggi hanno un peso specifico decisamente minore, ma sono perennemente in fibrillazione.
Per cui non mi stupisco se con svogliatezza di relazione vedrò tra un po' qualcuno portare la propria real doll a cena baciandole la mano.
E' un esempio lampante di come la solitudine esiste, tanto più di fitto sembra farsi il mondo, che arriviamo a preferire una solitudine da soli che una solitudine in compagnia, ci sentiremo meno in colpa.
Gianni Celati in storie di solitari americani scrive questo pezzo che credo riveli in pieno la situazione non ancora del tutto nostra, ma che in un tempo relativamente breve prevedo avvicinarsi:
"la solitudine “non è l’effetto d’un incanto naturale, ma d’una specie di disincanto che si installa tra gli uomini, nelle sacche di estraneità che si formano all’interno della vita sociale. I suoi sintomi sono legati alla crescita di grandi masse anonime nella vita urbana, dove non si possono più a nascondere le distanze assolute che separano gli individui; perché le masse nascono dalla somma di unità separate che resteranno sempre separate, e perciò la solitudine sarà l’esperienza critica più diffusa dei tempi moderni. Più che nella narrativa europea, è nel racconto americano che questo aspetto della vita sociale prende spicco; e il suo fulcro non sta più nel pathos di un’interiorità abbandonata a se stessa, ma nell’esperienza di chi si è lasciato alle spalle i legami protettivi nella comunità d’origine.”"
5 commenti:
È passata da Verona in aprile. Era in fiera a Verona.
Proprio cosi… A Verona in aprile ogni anno c’è una
fiera del “lusso” : auto, motoscafi, gioielli, pellicce,
scarpe, vasche in marmo pregiato, insomma tutte cose
da “ricchi” (anche le casse da morto….)
e quest’anno c’era lo stand di questa “bambola”.
Quindi il giornale locale ne ha parlato, anche la
televisione locale nel fare il servizio in fiera, ci ha fatto
vedere questa bambola… . parlandone castamente
di “bambola per adulti prezzo minimo 8.000 dollari”
la bambola era completamente vestita, seduta su un
divano. E vestita non sexy, ma giacca e pantaloni…
nessun altro commento. D’altra parte in questa fiera possono entrare anche i bambini (ricchi ovvio).
Chissà se ne hanno vendute.. Boh
Anche la televisione italiauno, alle iene, hanno fatto
un servizio da Verona su questa bambola. Anche qui
la bambola era sempre la stessa, completamente vestita,
unica differenza, aveva la bocca aperta, ha anche la
lingua……
Solo quei decerebrati di americani possono accontentarsi di una cosa del genere! Qui non è questione di solitudine, secondo me, ma di incapacità a vivere, di paura o cmq di mancanza di volontà a intraprendere rapporti umani, chè è una cosa mica poco faticosa a volte.
Io, piuttosto che trombarmi un finto con la faccia da cretino come quello che proponi nella foto, e per fortuna che non parla perchè con un'espressione così non voglio nemmeno pensare cosa direbbe, me la faccio cucire!
@Paolo, certo queste non sono bamboline per il 3 mondo! Cmq la lingua ce l'hanno pure queste - e volendo con piercing e varianti, la bocca ce l'hanno apribile, non di certo per chiacchierare, ma come si farebbe con il sesso orale sennò !
Sicuramente vedo una tendenza abbastanza necrofila della sessualità in questa "nuova" idea della sessualità. Staremo a vedere.
@ Iulia - L'incapacità di vivere credo porti inevitabilemnte ad unos tato di solitudine, che sia mentale o fisica, poi dipende.
Ce n'è per tutti i gusti, e devo dire che i modelli di bambolo maschile rispetto a quelli femminili sono in netta minoranza, un pò mi scoccia, d'altra parte si sa che le donne selezionano di più, allora per legge inversa non e spendono meno si vede...certo faccia da imebecille, a me fa senso pensare che sia un manichino; ma del resto se c'è un mercato come sembra ci sia c'è anche a chi non fa schifo per nulla. Forse è l'abbondanza che porta a questa variante necrofila della sessualità...
Temo che prima o poi li faranno pure parlare. e attenzione l'America non è poi così distante, soprattutto oggi.
è veramente inquetante... leggevo che alcune ora hanno movimenti, ti seguono con gli occhi e pronunciano frasi durante il rapporto.... non so che pensare, ma probabilmente tra 20 anni saranno delle specie di robot...
mah chissà. Forse è che al genere umano inquieta il genere umano.
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