E’ vietata la riproduzione, parziale o totale, in qualsiasi forma e secondo ogni modalità, dei contenuti di questo blog, senza l’autorizzazione preventiva dell’autore.
Tutte le interviste, gli articoli, e le pubblicazioni artistiche realizzate da Gisela Scerman sono protette dal diritto esclusivo d’autore, e il loro utilizzo è consentito solo citando la fonte e l'autore e/o chiedendo il permesso preventivo dello stesso.

Creative Commons License



News e appuntamenti


x




IN LIBRERIA

12 luglio 2007

Angel

Posto questo scritto in prosa poetica fatta qualche tempo fa...

Se eri là sulla strada, e mi hai visto passare, perché non hai chiamato?

Ti ho guardato, aspettando il tuo volto; ma la mia faccia era stravolta. Forse per pietà non ti sei girato.

Un eco di lupi sotto la luna, che non splende sulla terra, perché i pozzi sono arsi.

Ti ho visto e speravo i tuoi occhi.

Ma la speranza cos’è, se non un altro nome alla rassegnazione, e l’idea ingenua che un tempo prima o poi, non possa essere dilaniato?

La panchina, la strada i negozi, le vetrine, riflessi di gente che si spende in acquisti del giorno prima. Ma tu che Venere porti nelle vene, un sangue che travasa dal cuore, non puoi dare ancora la sagoma al mondo?

Io lo so che sangue, è sangue, e un angelo racchiuso dalle sue stesse ali vuole proteggersi il volto, non per troppa bellezza, ma per paura di un coro stonato ai suoi piedi.

Ti ho visto passare, mi hai visto perché ho sentito le tue ali sul mio cuore, piume d’oltrecielo mortali, qui tra le strade.

Lontananza di battiti tra le vie, scarpe che segnano la terra, ma non ho più impronte sul cuore, perché l’ambizione è l’origine di ogni peccato, è un’ eden ben coltivato il mondo.

Un origine tremenda la terra.

Torna indietro, portami a casa; il sogno lo vivo in sonno, la veglia non da tregua, occhi esperti scartano le vite rosicate.

Piume d’angelo, abbracciami, il corpo a nodi come la vigna, ha sangue come vino, come venere, come il tuo se ne hai sete.

Sogno, salvami.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono scappato.
T'ho vista, in verità.
Le ali le ho usate per scappare.
Vola, elefante, vola.
Scappa, peluche scappa.
Morbidoso mi chiamasti, vezzeggiativo d'amicizia. Amico, mi chiamasti, e suonò come un addio.
Tu mi meritavi, mi meritavi! Perchè te ne andasti?
Sangue... esso scorre dentro me. Lacrime... esse scorrono fuori di me.
Aurore, il tuo nome in un mio mai terminato racconto. Sirena, voce che dava a tutto un senso. Straniera, che sembrava figlia della mia terra.
Il mio cuore era a pezzi, ed il fil di ferro s'è sciolto come neve al sole.
Le suture saltate, la diga infranta.
Ti amo. Ti temo.
Ti voglio. Scordare...

Con amore.

Anonimo ha detto...

Un origine tremenda la Terra

Alcuni giorni fa, ero sulla cima del Monte Baldo(eh in auto, poi seggiovia, poi 1 ora di cammino)
Fermo seduto in un punto in cui si dominava tutto(giornata limpida) il lago di garda, tutti i monti attorno, la in fondo la pianura padana (no modena non si vedeva c’era un pò di foschia giu’ in
pianura). Silenzio assoluto. Solo il rumore del vento. Nessuno. Ammiravo il panorama: bellissimo.
Bello ?? Non so come mai, ma li mentre ammiravo tutta questa bellezza della natura, mi son ricordato, appunto, di come gli scienziati, spiegano l’origine delle catene muntuose: cataclismi,terremoti, maremoti (già qui nella notte dei tempi c’era il mare, il lago è una piccola
rimanenza li in quella buca enorme lasciata da cataclismi inimmaginabili, a Bolca 800 mt di
altitudine ci sono i fossili marini di milioni di anni fa). Insomma una volta la Terra era una palla di
fuoco, poi di ghiaccio, poi di mare, poi poi, insomma un continuo cataclisma. E non è mai finita.
Ogni tanto qualche scossone c’è, qua o là. Esatto : Un origine tremenda la Terra.
E noi umani siamo un piccolo frutto di questa Terra, e forse dentro di noi c’è un po’ di tutti questi
cataclismi….

Gisy ha detto...

@Antonio- c'è una frase di Ciampi che a me fa crepare che fa
"Ma te ne vai proprio proprio adesso? Adesso che ti ho dimenticata?"

@Paolo- La mia idea di base (e non solo la mia, ma la sento mia) è che tutto si svolga in un continuo, incessante rapporto di micro-macro-cosmo.

C'è sempre bisogno dell'isntabilità paradossalmente per creare stabilità, la stabilità senza fervore da sola "muore" e per questo c'è bisogno di continui cataclismi.

Ne è una prova l'incessante movimento atomico che non percepiamo, la velocità della luce, e tantissme altre reazioni chimico-fisiche .

Il movimento insomma,le reazioni che fanno del vero, quello che chiamiamo realtà, senza rendercene conto siamo invischiati nell'importanza di ciò che non possiamo vedere, quello che riusciamoa percepire è così poco, eppure è tutto quello che abbiamo...

Forse dall'alto chissà, avrà anche tutto questo una logica d'essere.

violazione ha detto...

entropia...

Anonimo ha detto...

Cavolo sti discorsi mi hanno fatto disseppellire materiale sulla meccanica quantistica. E adesso, in bilico tra fisica e metafisica, fonderò un altro po' di neuroni. Grazie eh.

Gisy ha detto...

Con questo caldo non è poi difficile comunque fondere, il caldo fa lavorare male la testa... :)

Anonimo ha detto...

;)
Un caldo.. che vado pianissimo.
Oggi mentre ero in bici un vecchietto che faceva jogging mi ha sorpassato, poi si è girato indietro a guardarmi e ha sputazzato. Olè

Gisy ha detto...

Eh eh, cara Ali, vedi questa uno non lo sa, ma è quasi letteratura una scena del genere...
mi hai fatto ridere :)