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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

31 maggio 2007

E poi dicono buongiorno


La cronaca non mi lascia affatto indifferente, anzi mi fa male. E mi fa male l'abitudine alle tragedie. E in occaione dell'ennesimo episodio di violenza, volevo lasciare questo scritto, (ormai di quelche tempo fa), ma che ogni volta mi rispecchia questa società, malata e che fa finta di essere nelle stelle. Ma tanta rabbia, tanto sadismo, tanta impotenza, Mi chiedo, se è solo l'informazione più accanita, o se effettivamente c'è davvero più violenza di un tempo.


Lungo il sole niente porte numerate.
Le case che non dicono niente,
sono sempre là,
con le loro nefandezze.
Ma la strada è di chi c'è e si contiene.
Non è delle malattie e delle miserie dentro.

I tutti sono soli. Non splendenti.
Fuori l’aria trasuda, come sospensione di un sudicio buio al sole.
La confidenza non se ne fa niente della bella figura.
Nelle proprie case ci si abbandona, anche al guasto;
come proprio diritto.


Ogni tanto un uomo cede,
lo si incontra per la strada a gridare,
con le boccate di marcio,
con un groviglio di stomaco,
con croci e chiodi addosso,
Senza ritegno di decenze.

Le strade, i muri, le facce,
i rumori degli anni che sono sempre quelli, ma vanno avanti.
Davanti agli occhi Dietro le malattie.
E si incontrano stelle, belle di fuori, marce di dentro.
Poesie decomposte.
Vite sdendate a morsi d'aria.
Memorie delle case, nulla sembra dovere alle strade.
Ma quelle son di tutti, e ognuno sa il suo.

Ciò che fuori dalla porta e dalla spesa, mi si sdraia
come una donna di sabbia,
come un cimitero ad un vecchio,
come dei rifiuti per disperati,
come una lusinga ad un monco,
Sono le visioni esposte, quelle allo scoperto,
le angherie contenute che si distendono.
E dicono buongiorno.

Ci sono occhi che ti calpestano. In punta di piedi.
Si sa che hanno altre braccia alle spalle;
là dietro i muri che vedi per strada, ma non senti,
così come non ne leggi i numeri lungo il sole.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse dipende dal fatto che oggi c'è più informazione di un tempo. Tanto per fare un esempio, un giornale di oggi contiene più informazioni di quante ne avesse un contadino del medioevo, in tutta la sua vita! La notizia, multimediale, corre sulle fibre ottiche mentre prima c'erano i dispacci telegrafici, poi la radio ed il telefono.
Certo, poi c'è da dire che i giornalisti hanno la velata abitudine di marcare certe taluni aspetti nell'esposizione dei fatti, esistono anche periodi in cui sono di moda certe notizie piuttosto di altre.
Ma fondalmentalmente, col passare del tempo, come diceva Jena Plinskin: più le cose cambiano più restano le stesse.
I bulli, ad esempio: ci sono sempre stati, ma adesso si filmano col videofonino. Li vedi, i filmati. Ma cose del genere accadono da molto, molto tempo. Ricordi il libro Cuore, Franti?
E poi il fatto che si vada avanti, si tiri innanzi anche con fatti che sconvolgono. D'altronde, che altro fare? Impegnarsi che queste cose non accadano, nel nostro piccolo. Almeno, proporselo. E poi continuare la nostra vita. E' anche un meccanismo di difesa della nostra mente, obliare il nostro dolore e sgomento. Altre cose si accavallano nella nostra mente, che non vuole impantanarsi nello scuro.
Però... spero di avere poi il coraggio di fare qualcosa, quando sarà il momento. Non ho lasciato sola una sconosciuta ubriaca che stava male, una volta. Saprò ripetere gesti simili? E cosa mi accadrà? Qualcuno mi ferirà? Si approfitteranno del mio operato come di una debolezza?
Gisela, una cosa so che è immutabile: la Paura.

Anonimo ha detto...

concordo con Antonio. Fino a 100 anni fa, non c'era radio,telefono,televisione. Certi fatti rimanevano noti all'interno del paesino, e prima che qualche viandante ne raccontasse qualcosa, il tempo passato e la distanza diminuiva l'effetto. Ma tanto sicuramente Ogni città aveva le sue disgrazie... Non aveva bisogna del racconto. Il male è nato con l'umanità. In una percentuale sembra debba manifestarsi...
E anche il male si aggiorna, si adegua al tempo, e l'umanità stessa lo studia e lo perfeziona: basta vedere la storia degli armamenti, dal sasso, alla lancia degli uomini primitivi ai missili nucleari. E leggendo qualche saggio di storia, la violenza accompagna l'umano fin dalla sua origine.
Spesso leggendo qualcosa sulla natura e sul mondo animale, gli esperti per giustificare eventi catastrofici, o il soccombere, usano l'espressione "selezione naturale". E certi studiosi, lo portano ad esempio anche per l'umano. Cioè anche l'umano subisce una "selezione naturale". E gli umani sono i più malvagi, danno lo morte anche senza motivo.

Anonimo ha detto...

Mah, selezione naturale e malvagità mi sembrano cose diverse. Si dice che anche la fortuna faccia parte della selezione naturale, magari si può parlare della fortuna di non capitare in mano ai malvagi.

Gisy ha detto...

Sicuramente l’informazione che diffonde la conoscenza è un fatto, e a volte mi chiedo pure se non sia dannosa, per il fatto che proprio per maggiore conoscenza di un contesto o imitazione possa aiutare ad espandere “la collaborazione alla violenza”.
E’ verissimo che come ho anche scritto “L’umanità si sempre adeguata ai mezzi” quindi niente di così strano se dal lanciare la pietra si arriva d un affinamento “della pietra”, (anche se le pietre rimangono), ma in questa violenza attuale, rispetto a quella di un tempo forse ci vedo un maggior sadismo. O forse parlo sempre per distorsione informativa. Ma questa è una mia impressione, se magari una volta un tipo ti tirava un cazzotto, che mal che vada è una violenza immediata e istintiva,ora si tende ad architettare, i fatti di cronaca son tanti, una famiglia legata alle sedia e uccisa con dall’acido muriatico qualche anno fa a Reggio Emilia, uno tenta di stuprare una ragazza e perché si ribella la ferisce con un taglierino, lei si finge morta così la trascina e le dà fuoco, e lei in fiamme riesce a scappare. Poi sviene, ma è riuscita a salvarsi anche se sfigurata.
Ma tante altre che elencarle dovrei passare la vita a scriverle. Quando dicono come animali, no, no come esseri umani, nemmeno mostri. Io credo che di base ci sia della meschinità,della cattiveria, forse è anche un istinto appunto di sopravvivenza, la così detta citazione “per selezione naturale” il più adatto, dove l’adatto nel caso dell’essere umano sembra un po’ il sopruso dell’altro, poi per affinamento diventa non solo fisica, ma anche psicologica. Quindi quel che ci resta anziché allontanare l’idea “di essere in qualche modo cattivi” è di prendere consapevolezza delle proprie bassezze, (ed ognuno ha le proprie) e cercare di gestirle il meglio che può rendendosi conto.
Poi è cambiato anche il rapporto con la disciplina, che c’è molto meno di un tempo. lo dico per esperienza di amici che hanno a che fare con classi medie e superiori, non c’è più disciplina. Un tempo io sfido ad un ragazzo che rispondeva ai prof dicendo quel cazzo che gli pareva, ora diventa quasi una normalità rispondere male, fare atti indignitosi, soprattutto in certe zone d’Italia. Fino 10 anni fa non era così. E certo questa idea “di libertà assoluta” nel seno di non sentirsi mai e poi mai responsabilizzato verso niente e nessuno, la dice lunga sul fatto del concetto di rispetto attuale. E questo è un dato vero in via di peggioramento, e così lì, figuriamoci fuori.

Anonimo ha detto...

Antonio hai ragione.
Mi riferivo ad un concetto letto da qualche parte, non so quanto tempo fa. E cioè, partendo dai fatti di cronaca che giornalmente accadono, un esperto diceva che, mentre la maggior delle persone su certi fatti reagisce diciamo più o meno civilmente, una percentuale invece commette omicidio, come se un gene sconosciuto sia dentro l'essere umano che funziona inconsapelvolmente come una specie malvagia di selezione naturale.
Tradotto brutalmente, come quando vediamo un documentario sul mondo animale, tra la mandria che fugge, un esemplare a caso viene catturato dai leoni. selezione naturale.
Tra gli umani, con malvagità, succede qualcosa di simile, e non sappiamo perchè, con la ragione non vi è spiegazione.
Come si può spiegare l'omicidio di un figlio di 6 anni?? senza motivo?? La pazzia? ecco appunto una inconsapevole (e malvagia) selezione nella natura umana. Un gene sconosciuto? nessuno lo sa.
Una malvagia selezione naturale, per cui nel mondo ogni giorno qualcuno viene ucciso per mano di altro essere umano, senza motivo, brutalmente, malvagiamente.

Anonimo ha detto...

si ammazzino pure.me ne fotto dell'umanita'.ciampi ha gia perduto tutto,dunque l'ha amata gia' tanto.Io invece "passo",non me la sento.

Gisy ha detto...

Sì vabbè, cosa vuol dire?
Ciampi era uno che poi piangeva ad ascoltare i fatti dicronaca da come dice Ezio Vendrame.
Soffriva per la cattiveria umana, e del resto anche lui non ne era del tutto immune, pure se sì, certo ha sccelto (forse) di perdere tutto.
Del resto nulla si può fare. Nulla si può fare.
Si potesse almeno scegliere per cosa, chi soffrire sarebbe meglio, ma visto che non è così, pazienza, una gran pazienza però.

A volte dico che "viviamo in un mondo di assassini e restiamo in vita grazie alla benedizione dei morti"

Anonimo ha detto...

"Ciampi era uno che poi piangeva ad ascoltare i fatti dicronaca da come dice Ezio Vendrame."

Si ma uno cazzo per fare così doveva amare l'umanita' fino in fondo,doveva
avere un'empatia con tutte le sfumature sentimentali dell'uomo e tutti i suoi difetti.Volevo solo dire che non sono così coraggioso.
Sicuramente tu lo sarai piu' di me!E dico sul serio.

Unknown ha detto...

oggi ho letto questa poesia, e mi è venuta in mente la tua chissà per quali sentieri:

le ore s'alzano levandosi le stelle
ed è l'alba
sulla via dell'aere la luce vien spargendo poesie

in terra una candela si spegne
la città si sveglia
con un canto sulla bocca e la morte negli occhi

ed è l'alba
il mondo esce a uccidere i sogni....

vedo nelle strade
dove uomini forti scavano pane
e vedo le facce brutali
di gente sazia laida disperata crudele beata

ed è giorno

nello specchio vedo un uomo
fragile
sogni
sognare
sogni nello specchio

ed è sera
in terra

una candela s'accende
ed è buio
la gente è in casa
l'uomo fragile a letto

la città
dorme con la morte sulla bocca e un canto negli occhi
le ore discendono
e indossano stelle....

sulla via dell'aere la notte vien spargendo poesie


(Edward Estlin Cummings, 1923)

ho letto la poesia e mi son anche domandato che dio hai tu, in quali specchi viva

have a nice time

Gisy ha detto...

La poesia è bellissima e ti ringrazio di averla postata.
Io vivo in specchi rotti. Mi sa.