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IN LIBRERIA

09 maggio 2007

Ancora in ricordo Atrax Morgue


Ancora in ricordo di questo mio amico - allora molto amico per lo meno; lascio questa sua intervista di qualche anno addietro. Atrax Morgue è stato comunque un buon rappresentante della musica industriale in Italia ,una musica di visioni orrende e grida inorganiche definitive , e ora
Forse ora ha
realizzato il suo progetto più grande.

Ciao Marco

In tutte le tue opere si evince un morboso piacere, un'ossessione, se vuoi, per la morte, la malattia, la patologia sia mentale che fisica, con conseguente necrofilia o dissezione del "Cos'é un essere umano?"; vuoi parlarne secondo il tuo punto di vista?

Ho solamente subito l'incredibile fascino della cosa più bella in assoluto che ho conosciuto da
quando il mio aborto ha visto la triste luce. LA MORTE. Da
sempre la mia ossessione, la mia luce, la mia vita. Tutto di fronte a Lei é così stupido ed insignificanete...Se esiste una sola cos degna di attenzione e di rispetto
per me è proprio Lei , la bellissima potente ed indistruttibile MORTE. La disgrazia è nascereL'essere umano è una malattia, un aborto ed il più delle volte non ne è consapevole. Io mi considero un aborto (ancora vivente, purtroppo…); vivo la mia decomposizione istante per istante, una metastasi continua, il disastro del mio cadavere tra flussi di maledetta energia vitale. un nauseabondo naufragio. "Cos'è un umano?" - l'interesse morboso per la patologia, l'anatomia, la dissezione portano inevitabilmente a lla conclusione del corpo visto come macchina di carne, scatola di viscere pulsanti, manichino o bambola da giuoco. La pornografia e nella variante più estrema la necrofilia sono le conseguenze di questo annichilimento del corpo; ci si riduce a semplici oggetti su cui trascrivere una calligrafia patologica, ghiacciata.

L'arte, o come preferisci chiamare le tue opere, è un modo di sfogare le proprie paranoie e purificarsi, oppure il buio resta anche dopo e, quindi, è solo un modo per non fare cose ancora più pericolose?

Non penso di creare arte; non voglio consolare tanto meno intrattenere nessuno… voglio solo creare fastidio… il disturbo crea disturbo… semmai il mio è un attacco cieco verso qualsiasi "forma d'essere"; principalmente un attacco verso me stesso, ed anche un attacco verso la musica… L'istante della creazione coincide sempre con l'istante della distruzione; ciò che esce è pura energia negativa, fotografie di istanti sonori che muoiono negli attimi… Il buio è sempre presente. Costante. Atrax Morgue è solo un riflessoo della mia insensata condizione di essere (umano?). I suoni che produco rispecchiano il mio inferno.

Come crei i tuoi pezzi, sia dal punto di vista dell'ispirazione che dell'esecuzione vera e propria?

Per quanto riguarda Atrax Morgue tutto è molto improvvisato; la sprogrammazione è l'anima del mio lavoro… Incido cose che poi non riuscirò mai più a ripetere, rimangono lì, ferme, testimoni di quegli attimi… Mörder Machine è un progetto un po' diverso, diciamo la parte più "razionale" di AM; una sorta di distruzione programmata.

Cosa sono il male ed il buio per te? e la deviazione?

Il male è l'uomo… è nell'uomo… è la facciata sporca come il bene è la facciata pulita. L'uomo che vede il male dentro di non può far altro che scegliere l'autodistruzione come ultima via di salvezza. Alcuni scelgono la distruzione; questo dipende dalle tendenze sadiche/masochistiche di ciascun individuo… Non esiste male e bene esiste solo la purezza.

E la vera purezza la si raggiunge attraverso la consapevolezza del male dentro di . Cosa è giusto? cosa è sbagliato? a chi tocca giudicare? sembra che tutto sia tenuto sotto controllo da un misterioso equilibrio; dunque nascita e morte sono la stessa cosa. Sarebbe semplice fare finta che tutto vada bene, che l'uomo è buono e pieno di buoni propositi, ma non è così… Tutta la storia è impregnata di sangue. Il buio lo intendo come buio statico della vita. Capita spesso di vivere giornate di sole nel buio più assoluto. Deviazione. Da cosa? È questo il punto...dalla vita sicuramente.

Non pensi che molti gruppi ultimamente giochino a far paura alla gente, senza essere veramente eversivi (vedi anche Marylin Manson), mentre, quando ci si accorge che qualcuno fa sul serio, si cerca di ammortizzarlo in qualche modo?


Probabilmente sì…; a volte le cose più pregne e più luccicanti e perverse le
ho trovate nascoste nell'immondizia, dimenticate da tutti. Brillavano di una luce intensa.

Quali sono gli artisti, musicali e non, che prediligi? hai delle influenze?

alcune influenze: MB; Whitehouse, Brighter Death Now, Ilona Staller, Joel Peter Witkin, Peter Kurten, Karel Thole, Carmelo Bene, Rudolf Schwarzkogler, Jess Franco, Klaus Kinsky.

Quanto c'è di te in ciò che suoni?

In ciò che suono ci sono i miei riflessi. La mia parte peggiore se vogliamo, che è poi la migliore. Uno specchio delle mie ossessioni, paure… la paura di me stesso. Paure che vengono esplorate ed analizzate con una precisione chirurgica; per penetrarmi sempre più a fondo… Continuo a sfidare me stesso vedendo in me stesso il mio peggior nemico; l'uomo.

Come vedi la vita attuale del versante più rumorista ed industriale della musica elettronica?

Non seguo più molto questo genere di musica; per molti versi è diventato noioso; stimo progetti della vecchia guardia, i "precursori", che nei primi anni '80 fondarono il genere powerelectronics ed industrial (vedi Whitehouse, TG, Ramleh, Consumer Electronics, MB).

Sei interessato al fetish?

La mia stanza è invasa di bambole ed altri oggetti inanimati, che sono poi testimoni della mia stessa morte. Se intendi "fetish" come stile e moda, mi piace l'estetica sadomasochista, abbigliamento in pelle, latex, pvc… tutto questo ha una componente sessuale molto forte…


Nel mondo Atrax Morgue cosa è la donna? Vittima o Carnefice?

La donna è come l'uomo sia vittima che carnefice. In tutte le assassine c'è qualcosa di maschile come in tutti gli assassini c'è qualcosa di femminile. Probabilmente molti penseranno che nei miei lavori c'è molta misoginia; ma non importa, non mi importa quello che pensano. Amo le donne, così come le odio. Amo il loro corpo, la loro bellezza;la donna/vittima la vedo solo come vittima della propria bellezza;si può forse separare il concetto di bellezza da quello della morte? Come diceva Edgar Allan Poe: "La morte di una bellissima donna è sempre un argomento poetico di grande considerazione". Non odio le donne in ; semmai posso odiare l'essere umano, in quanto molte volte certi esseri umani sono come malattie ( me incluso).

Cosa risponderesti a quelli che dicono che "per far rumore col computer" non ci vuole una grande preparazione o capacità, e che il rumore non comunica nulla? Ma l'arte deve per forza comunicare qualcosa a qualcuno?

Punto primo: non faccio rumore con il computer, ma con vecchi synth analogici molto spartani. Punto secondo: non mi interessa la comunicazione; bisogna tagliare i fili… l'unica forma di comunicazione che trovo interessante è giocare con corpi senza senso… Se proprio si deve parlare di arte questa deve essere incomunicabile. Quello che faccio è solo votato a dare forti emozioni, e lo faccio principalmente per me stesso. Una sorta di personalissima pornografia sonora.

Tu hai iniziato nei primi anni '90; come pensi si sia evoluto Atrax Morgue da allora?

C'è stata una evoluzione abbastanza evidente dagli inizi ad ora. Più vivi più soffri. Le ultime cose tendono ad un sorpasso senza-senso. Di degenerazione in degenerazione si arriva alla fase di sorpasso senza-senso. Superare se stessi diventa l'unica cosa possibile per raggiungere l'estrema purezza. Io amo le cose statiche, prive di vita in ogni senso.

Per chi volesse andare a vedere il sito è:



Ci vuole più umiltà che coraggio

Cesare Pavese (Il mestiere di vivere)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Marco,non ci si vedeva da tempo ma non mi sei mai mancato come in questo momento.Grazie di tutto...ti voglio bene,with all your sickness.

Gisy ha detto...

Luce luce lontana, più alta delle stelle, quale sarà la mano che ti accende e ti spegne...

F. De André

Anonimo ha detto...

sono andata sul sito di marco e ho letto nel guestbook che tu gli stavi molto sgradita, come mai?

Gisy ha detto...

Beh è difficle dire cosa sia vero o no dopo anni che non ci si è più parlati.
Io so solo che nel periodo che ci siamo frequentati per me è stat una persona a cui mi ero affezionata parecchio, e viceversa.
Ad un certo punto lui mi ha presentato uno che è diventato il mio moroso alora per 2 anni. E Marco se l'era presa male.
Da lì in poi ha preferito non vederci più.
Recentemente però quel mio ex e lui si frequentavano dinuovo.

Posso solo dire di aver sentito una mancaza e una nostalgia sincera e profonda alla notizia improvvisa. Tutto il resto non posso saperlo, ma io credo che se ho sentito questo, era giusto che lasciassi il mio saluto. Tutto qui.
Ho passato bei momenti con lui e li ho scritti in quest'ultimo libro, ben prima che succedesse questa catastrofe.

Non vedo perché dovrei fingere...
g

Unknown ha detto...

Atto I
Scena II
Sala nel castello di Elsinore
Entrano il Re, la Regina, Amleto, Polonio, Laerte, Voltimando, Cornelio e seguito
...

Regina Amleto, caro, togliti di dosso quel colore notturno, ed il tuo occhio riguardi da amico
colui ch'è ora il re di Danimarca;
non andare cercando di continuo con quelle palpebre sempre abbassate il tuo nobile padre nella polvere.
È legge di natura - lo sai bene - che ciò che vive deve pur morire, dal mortale passando all'immortale.

Amleto Sì, signora, è di tutti.
Regina E se è così, perché sembra che tocchi solo a te?
Amleto Sembra, signora? No, non sembra, è;
io non conosco "sembra".
Non è soltanto il mantello d'inchiostro, buona madre, né il mio vestir consueto, sempre così solennemente nero, né il sospirar violento del mio petto, né il copioso fluire dei miei occhi, né l'aspetto contratto del mio volto con gli altri segni e mostre del dolore, ad esprimere il vero di me stesso.
Di tutto questo si può dir che "sembra", perché questi son tutti atteggiamenti che ciascuno potrebbe recitare.
Ma quel che ho dentro va oltre la mostra... queste esteriori son tutte gualdrappe, e livree del dolore, nulla più.
...

[William Shakespeare, "The Tragical History of Hamlet, Prince of Denmark", 1602;
traduzione originale a cura di Goffredo Raponi;
da: "William Shakespeare - The Complete Works",
a cura del prof. Peter Alexander,
Collins, London & Glasgow, 1960, pagg.XXXII - 1376.]

Gisy ha detto...

Eh già...

Unknown ha detto...

Non l'ho mai conosciuto se non per la sua musica, qualcosa che veramente ti fa venire dubbi sul futuro...addio Marco :-(