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IN LIBRERIA

21 marzo 2007

Ancora e mai abbastanza De André

A forza di sentir parlare bene di un autore, a volte si finisce per svalutarlo - o per immaginarselo felicenmente bravo - in una maniera superficiale per sentito dire o raccontare, magari a sua volta da chi lo conosce superficialmente. Mi rendo conto che spesso accade. De Andrè ad esempio, che da alcuni viene ritenuto un liceale, credo invece sia davvero da conoscere non solo per quello che è più frequente mente conosciuto...guerra di, piero, bocca di rosa, e tante altre naturalmente. Io potrei dire che i testi di De Andrè siano difficilmente migliorabili. Poi avrà preso da Brassens da chi si vuole - ma De Andrè senza De Andrè non ci sarebbe. L'album che forse più amo - è "Non all'amore, né al denaro né al cielo" prendendo spunto dall'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Questo album comprende le nove poesie (riprese appunto da De André) la traduzione italiano di Fernanda Pivano

Di De André

In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.

Sentivo la mia terra
vibrare di suoni
era il mio cuore,
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.

Libertà l’ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.

Libertà l’ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo
per un compagno ubriaco.

E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.

Finì con i campi alle ortiche
finì con un flauto spezzato
e un ridere rauco
e ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.

Questa invece la traduzione di Fernanda Pivano dall'originale antologia .

La terra ti suscita
vibrazioni nel cuore: sei tu.
E se la gente sa che sai suonare,
suonare ti tocca, per tutta la vita.
Che cosa vedi, una messe di trifoglio?
O un largo prato tra te e il fiume?
Nella meliga è il vento; ti freghi le mani
perché i buoi saran pronti al mercato;
o ti accade di udire un fruscio di gonnelle
come al Boschetto quando ballano le ragazze.
Per Cooney Potter una pila di polvere
o un vortice di foglie volevan dire siccità;
a me pareva fosse Sammy Testa-rossa
quando fa il passo sul motivo di Toor-a-Loor.
Come potevo coltivare le mie terre,
- non parliamo di ingrandirle -
con la ridda di corni, fagotti e ottavini
che cornacchie e pettirossi mi muovevano in testa,
e il cigolìo di un molino a vento - solo questo?
Mai una volta diedi mani all'aratro,
che qualcuno non si fermasse nella strada
e mi chiedesse per un ballo o una merenda.
Finii con le stesse terre,
finii con un violino spaccato -
e un ridere rauco e ricordi,
e nemmeno un rimpianto.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Anch'io, come te, ascolto ed ammiro De Andrè.E come te penso che valga la pena di ascoltare anche le canzoni meno famose che, poi, sono le più belle.
Se vuoi passa da me
http://laltrafacciadellamedaglia.blogspot.com/

Gisy ha detto...

Ok ci passo...
:)
secondo me - anche tutto l'album la "buona novella" è capolavoro assoluto - e per carità - il testamente di Tito è un brano da pelle d'oca, ma come parla di Maria..? Son rimasta senza parole.

Anonimo ha detto...

E ancora:
"Da una cella a questo luogo oscuro -
la morte a venticinque anni!
La mia lingua non poteva esprimere ciò che mi si agitava dentro,
e il villaggio mi prese per scemo.
Eppure all'inizio c'era una visione chiara,
un proposito alto e pressante, nella mia anima,
che mi spinse a cercar d'imparare a memoria
l'Enciclopedia Britannica!"
Lee Masters (sempre traduzione Pivano)


"Tu prova ad avere un mondo nel cuore
e non riesci ad esprimerlo con le parole,
e la luce del giorno si divide la piazza
tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa,
e neppure la notte ti lascia da solo:
gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro.
E sì, anche tu andresti a cercare
le parole sicure per farti ascoltare:
per stupire mezz’ora basta un libro di storia,
io cercai d’imparare la Treccani a memoria,
e dopo maiale, Majakowsky e malfatto,
continuarono gli altri fino a leggermi matto.
E senza sapere a chi dovessi la vita
in un manicomio io l’ho restituita:
qui sulla collina dormo malvolentieri
eppure c’è luce ormai nei miei pensieri,
qui nella penombra ora invento parole
ma rimpiango una luce, la luce del sole.
Le mie ossa regalano ancora alla vita:
le regalano ancora erba fiorita.
Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina
di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina;
di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia
"una morte pietosa lo strappò alla pazzia"
De Andrè

Eh... altrochè Cristicchi! ^__^

Gisy ha detto...

Già - io devo dire che la Pivano al di là del rincoglionimento senile, è una traduttrice con i controcazzi...

Come dire oggi la maggior parte dei musicanti italiani si possono nascondere, loro - che sono così fini di cervello

Della serie dietro ogni matto c'è un villaggio... :)
Buondì

Anonimo ha detto...

ma, sai, se non ci spariamo un colpo di pistola appena ce ne accorgiamo, prima o poi rincoglioniti diventiamo tutti...sempre arrivarci! ,*

Gisy ha detto...

Eh in effetti è inevitabile lessarsi la testa poi- Certo c'è chi crede nell'alislà, quando poi ad un certo punto non c'è nemmeno l'aldiquà standoci...ma pensa te.