Ti sogno come sogno i morti cari
Lontani, ma che mi parlano al cuscino.
Ti penso come penso a loro
come ci siano, ma lasciandoli là
perché non posso averli vicini.
Solo il sogno mi riporta a quella strada,
a poterti vedere senza pensarti lontano.
O poterti pensare felice, vicino o lontano.
Eppure in quel sogno c'era la neve
il cane ti era scappato, e tu non c'eri.
Ha riconosciuto le mie impronte,
saltellava e faceva giri in tondo che ero io,
così l'ho condotto sulla via, su per la salita
che porta al tuo cortile di montagna
che era d'un un bianco rado pure quello,
ma non mi son fatta vedere.
Forse mi avresti sorriso,
e sarebbe stato tutto daccapo.
Il cane ha riconosciuto la sua casa,
ha sentito il tuo odore, e pure io.
Ho guardato verso il cortile bianco
il cane gioiva gagliardo su quella neve
e pure gli animali del bosco gioivano
che l'avevo riportato indietro.
In un coro largo mi ringraziavano
Io pure li ringraziavo che mi commuovevo
Era come mi parlassero di te.
Camminavo all'ndietro tendendomi stretta
speravo di vederti in lontananza
senza che tu potessi accorgetene,
ma forse non era quello che volevo,
o forse sì.
1 commento:
Bella l'immagine del cane soprattutto
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