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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

04 febbraio 2013

Quale direzione ?




















Tutta questa sovrapproduzione di ogni cosa, di ogni genere, su di ogni fronte causerà sempre più malattie, parlo ovviamente di malattie umane. Ma come possono essere curate le "cose" in questo modo? le "cose" che circondando che si creano, un tempo avevano un valore decisamente diverso, e erano delle soddisfazioni che duravano nel tempo; oggi più che mai iniettano questa necessità di rinnovo continuo, quando non c'è stato ancora tempo di metabolizzare "le cose" precedenti, di creare un rapporto seppur con l'inorganico, perché l'inorganico esiste eccome, anzi direi che L'inorganico e l'aura dell'organico per certi versi, e non possiamo pensare di costruire qualcosa di importante e che abbia spessore senza che l'inorganico a sua volta assuma un dato valore.
Passiamo a diversi esempi: mi sono state chieste per un libro di essere lette 10 pagine di riassunto perché una sinossi di 60 era esagerata con tutto quello che c'è da fare.
Non metto in dubbio la veridicità della cosa, anzi, ma siccome questo tipo di analisi vale più o meno tutti (anzi ammetto anche di essere in una condizione privilegiata) come si può pensare che una persona di dedichi alla valutazione reale di qualcosa in quel modo, e quelle cose come possono essere valutate realmente? Un tempo l'autore era seguito pari passo dagli editori, sia quando aveva il lavoro pronto che no, anzi. Ora ovviamente le case editrici si sono centiplicate, che dico milliplicate uguale i potenziali autori, e restano sempre uguali il numero di utenza che ne usufruisce o se non uguale di certo non ha subito un aumento proporzionale.
Del resto chi è un po' dentro l'editoria sa benissimo che se pur per ipotesi ci fossero solo prodotti buoni ugualmente il pubblico, e persino un pubblico attento sarebbe spaesato difronte a tale offerta.
Idem, per quanto riguarda la tecnologia e il fronte informatico, che bisogno c'è di cambiare in continuazione strumenti che di per sé non sono indispensabili e sono la copia della copia; certo sembrano più comodi rispetto i precedenti magari, ma di sicuro non sono quelli che miglioreranno la vita di una persona, se non fosse che quasi nessuno è completamente esente dal fatto di essere cascato nella trappola delle false esigenze: ovvero creare una rete di comunicazione tale e talmente omologata, che il linguaggio stesso è omologazione, e se l'unico linguaggio è omologazione questo significa che se si analfabeta dell'omologazione sei comunque tagliato fuori, non vali nulla, perché se non riesci a comunicare non esisti, non hai senso. Tutto questo per cosa? per farsi in definitiva il culo triplo per avere un sacco di cose non necessarie, alle quali in realtà si attribuisce un nullo significato simbolico e un tutto significato di status symbol, e avanti in una morsa continua in cui se non hai non sei, e per essere devi negare la tua esistenza. Mi sembra pressoché geniale.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Negare la propria esistenza...

Se solo mi ricordassi quante volte mi sono trovato spiazzato di fronte ad una così triste, così cruda constatazione, alla consapevolezza che per amarci davvero dobbiamo coercidere noi stessi, abbandonarci fino a riscoprirci soli...
Leopardi in fondo l'aveva capito, e su questo aveva basato tutta la sua opera poetica, la cui eco si propaga nei "maledetti" ( maledetti dal mondo, maledetti dalla civilità. Da noi, esseri ipocriti e vani...) e, sebbene vagamente, attraverso i più moderni Ungaretti e Quasimodo. Abbiamo perso qualcosa per sempre, e l'abbiamo persa in una frenetica, tremenda industrializzazione delle nostre menti.
Abbiamo prodotto e ci siamo costretti a produrre; ci siamo svuotati lentamente in una sistematica, interminabile polluzione di materia. Siamo diventati gli espedienti del nostro corpo, e non dell'anima, in un progresso osannato che altro non ha fatto se non calarci in una finta realtà di bisogni e doveri, di verità univoche e vuote ricerche. Una grande, sterminata, fastidiosissima pila di stronzate.
E cosa più grave, non possiamo più essere soli. Non siamo soli né in casa nostra, né al di fuori di essa. E non lo siamo neanche nelle azioni, perché tutto dev'essere utile, tutto deve avere uno scopo. Abbiamo sacrificato il sacrosanto inutile ad una stupida, schiavizzante filosofia del lavoro, buttando via l'unica nostra speranza di definirci umani...

Ho scritto di getto, scusami se non mi sono spiegato bene.
Ti ringrazio per il pensiero che mi hai permesso di realizzare, hai un ottimo blog secondo me! Penso che inizierò a leggerti...

Concludo con una citazione del grande dandy Oscar Wilde, in tema, giusto per chiarire meglio il mio modo di pensarla in merito: << L'unica scusa per aver fatto una cosa inutile è di ammirarla intensamente >>.

Un caloroso saluto!!!!
Fabio.

Gisy ha detto...

Concordo con ciò che hai scritto.
Delle volte sono davvero molto demotivata nell'andare avanti anche nel blog perché comunque con l'avvento dei social network quasi nessuno si presta ad una conversazione più lenta che non sia un botta e risposta; anche questa è l'ennesima prova di ciò che abbiamo detto non c'è spazio, non c'è tempo e tutto è schiacciata in un presente senza alcuna tridimensionalità.
Alla fine solo i soldi oggi possono garantirti la (ricercata) solitudine se uno la volesse, è strano come nel tempo si capovolgono i valori.

Unknown ha detto...

Idem, considerando anche che mi seguono giusto tre persone a discapito di 177 visite da fine mese a questa parte. Difficile trovare qualcuno che mi commenti, forse perché ci vuole troppo tempo...forse perché semplicemente faccio schifo.

E' anche strano notare come le persone il tempo si annulli da solo, facendoci dimenticare lentamente ciò che eravamo in passato ...

Gisy ha detto...

guarda io l'avevo aperto nel 2005 per raggiungere un picco nel 2007-2008 al giorno facevo oltre 400 visitatori o forse più.
Ma non è la quantità è che proprio non c'è voglia di aspettare di dedicarsi a riflessioni reali.

C'è da dire che sui social network tutti si mettono in un certo senso sullo stesso livello perché se seguono sono anche seguiti, il blog non ha questa sensazione di interscambio, e quindi sono destinati a crollare così come le letture i libri ahimè. e ogni ascolto reale. ciò che richiede un minimo di sbattimento viene allontanato.