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IN LIBRERIA

05 giugno 2010

Tutto il tempo in un'estate

La cosa che più mi piace è vivere i ricordi, anche quelli degli altri, forse soprattutto, ti fa sentire che è una sciocchezza pensare che l'uno sia indivisibile, così come è vero allo stesso modo che l'uno è irriproducibile e davvero singolo in quanto occupa un solo spazio in un solo tempo.
Questa idea abbastanza comune sia ad alcuni pensieri religiosi, filosofici e non meno scientifici mi ha sempre colpito moltissimo, e tante volte avrei voluto anche scriverne se non fosse che, è un'argomento così delicato così battuto, e sfruttato che non basta l'entusiamo a reggerlo, quello che lo abbiamo tutti rispetto a qualcosa, e quel qualcosa è giusto viverlo, ma allo stesso modo se si vuole rendere pubblico un pensiero già reso, credo abbia senso se si sa bene quali svincoli e argomenti affrontare, per cui per il momento non lo farò e continuerò a leggere di chi ne ha scritto.


L'altra cosa, è che ho scritto di recente questa storia di Malavolta. Malavolta era davvero un mio compagno di anno alla scuola alberghiera che è morto con tutta la sua voglia di vivere a soli 17 anni, ogni tanto mi veniva in mente,  e quindi ne ho scritto un racconto vero, così che nemmeno i nomi non son riuscita a cambiare; non potevo pensare che come per Paride l'anno scorso, il tempo si sia fermato, così come a tutte quelle persone che la loro vita nel pieno scalpitante è stata a orza del destino interrotta, e mi piacerebbe potergli dire che da quel dannato giorno ad ora, nei giorni che ne sono trascorsi in dei conti non si sono persi granché. 


Ma potrei dirglielo solo piangendo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Il ricordo; I ricordi, sono la sapienza che si trasmette.
Come i segni che i primi ominidi hanno scolpito nelle grotte e sulle pietre.

paolo
barbar

Anonimo ha detto...

Bello davvero il racconto, ma ti faccio la domanda dell'altra volta: se Malavolta fosse ancora vivo gli avresti dedicato un racconto cosi' bello? la morte non rende le persone migliori, rende migliore il ricordo che abbiamo di loro.
Marco.

Gisy ha detto...

Marco, questa è davvero una bella domanda, almneno ogni tanto.
Sai io ho sempre un ricordo molto vivo del passato, molto intenso, tante volte penso che pure le persone vive non siano più le stesse, vivere è un po' lasciarsi alle spalle, quindi anche nel caso di stare al mondo, il passato nutre un mistero che difficilmente il presente che coincide con la realtà o meglòio l'idea che abbiamo della realtà ci offre.
tanto che penso che il passato per metafora sia una specie di sogno allo specchio, in qualche modo la sua specularità se si può dire,

Il sogno è qualcosa che idealizziamo si possa realizzare ma ci appartiene ancora e quindi ha a che fare col divenire, il passato è ciò che è stato nella realtà ma che non possiamo più avere.
Tutte e due le cose " ricordi" e "sogni" non ci appartengono e non hanno più fiscità, per questo entrambe hanno mistero, nonostante nel caso del passato sia già esistito, ma pure già perduto, anche se si è vivi la forza è quella del sogno.

e' chiaro che nel mancato esistere poi si aprono tanti sogni, che sono le tante possibilità mancate, ovvero, tutti i sogni che son stati privati in un passato, un po' come aggiungere malinconia al mistero di un giovane sogno.

Come si può dimenticare ciò che non è stato?

ma questi son discorsi troppo belli da are in un blog, ora lo penso.

Gisy ha detto...

@ Paolo - l'esigenza credo ci sia sempre stata, e io spero sempre ci sia...

@ Marco, questa è davvero una bella domanda, almneno ogni tanto.
Sai io ho sempre un ricordo molto vivo del passato, molto intenso, tante volte penso che pure le persone vive non siano più le stesse, vivere è un po' lasciarsi alle spalle, quindi anche nel caso di stare al mondo, il passato nutre un mistero che difficilmente il presente che coincide con la realtà o meglòio l'idea che abbiamo della realtà ci offre.
tanto che penso che il passato per metafora sia una specie di sogno allo specchio, in qualche modo la sua specularità se si può dire,

Il sogno è qualcosa che idealizziamo si possa realizzare ma ci appartiene ancora e quindi ha a che fare col divenire, il passato è ciò che è stato nella realtà ma che non possiamo più avere.
Tutte e due le cose " ricordi" e "sogni" non ci appartengono e non hanno più fiscità, per questo entrambe hanno mistero, nonostante nel caso del passato sia già esistito, ma pure già perduto, anche se si è vivi la forza è quella del sogno.

e' chiaro che nel mancato esistere poi si aprono tanti sogni, che sono le tante possibilità mancate, ovvero, tutti i sogni che son stati privati in un passato, un po' come aggiungere malinconia al mistero di un giovane sogno.

Come si può dimenticare ciò che non è stato?

ma questi son discorsi troppo belli da are in un blog, ora lo penso.