Signore, se ci siete
Fate che la mia anima,
se ce l’ho
Vada in Paradiso, se c’è
Così apre l'epigrafe del romanzo Silenzio in Emilia di Daniele Benati .
Uscito di recente in ristampa per la Quotlibet, è un libro metafisico, oserei dire.
12 racconti, nei quali i personaggi, che per lo più non si rendono conto di essere morti e vissuti nei paesini dell'Emilia, vagano per quei posti dove sono cresciuti, dove hanno giocato, bevuto, amato, odiato, discusso; personaggi che cercano di ricongiungersi ai loro ricordi, alla loro terra, ma se la ritrovano con dei particolari che non combaciano del tutto, come se fosse una terra rivisitata dal sogno, cambiata, ma cambiata da una condizione più onirica che dettata dal tempo. la nostalgia è il sentimento centrale del libro, così come l'ironia di affrontare l'aldilà con ancora una gamba in questo mondo.
In questi loro luoghi di vita, queste "anime" (che non sempre sanno di essere tali) tornano a spiare cosa fanno le persone a loro care, o detestate, quelle che secondo loro son rimaste in vita, quelle che incontravano tutti i giorni, cosa dicono ora su di loro, se bisbigliano dicerie, malelingue o pareri positivi.
Un personaggio torna persino alla bocciofila, ma pure lì le cose non stanno più come prima, un altro s'incuriosisce se l'asino di paese che era riuscito a pubblicare una poesia rubata al morto, sia riusito ad avere successo nell'editoria...Delle volte confondono i ricordi, ma sopratutto il presente che in quanto presente non è più come era stato vissuto.
Anche se da ectoplasmi i sentimenti son pur sempre umani: nostalgia, invidia, rabbia, paura, smarrimento, sorpresa...uno si trova nelle prossimità della sua vecchia casa, allora aspetta un orario plausibile per rivedere la moglie:
"Squadroni voleva chiamare sua moglie a voce alta, ma poi ha pensato di dare prima una sbirciatina dentro senza far rumore, E infatti eccola lì, dietro i vetri, che stava dando da mangiare ad un signore un pò pelato, seduto a tavola, che mentre lei gli versava la minestra, lui guardava la televisione. Che effetto strano faceva a Squadroni quella vista. tra l'altro non sembrava nemmeno lei, o per lo meno non se la ricordava così, con i capelli tagliati in quel modo. E poi quell'uomo chi era?
e poi i ricordi che non cambiano i sentimenti...
"Che quello là era famoso nel suo paese perché non aveva mai letto una riga in vita sua e a scuola era stato bocciato tanti di quegli anni che delle volte lo confondevano con il bidello"
finché delle volte man mano che si ricompone il disegno delle nuvole, tutto sembra tornare alle mente...fino al momento prima di essere quel che si è diventati
"Poi ho guardato le cose che mi circondavano: la neve la bocciofila e la bottiglia di s.pellegrino, tutto coincideva con quello che diceva il marito di mio nipote: ero finito nel posto dove mi avrebbero trovato morto. E infatti man mano mi è venuta voglia di sdraiarmi".
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