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IN LIBRERIA

15 dicembre 2009

Ogni volta che uno scrive....


Adesso ogni volta che qualcuno scrive qualcosa dice sempre di trovarsi "in uno stato catartico".

2 commenti:

Bill Lee ha detto...

ma sei sicura? A me non l'ha mai detto nessuno. E non me lo son mai detto neanch'io quando scrivo.

Però ho trovato un libro di flavio oreglio, quello che faceva il poeta catartico a zelig. Il libro si chiama non è stato facile cadere così in basso. e ho pensato: Cazzo che bel titolo, lo prendo.
Però non è che sia sta gran cosa eh... Era meglio quando oreglio c'aveva i momenti catartici..
Secondo te, visto che sta cosa non t'interessa e non interessa a nessuno e non so neanche perchè l'ho scritta, può esser che l'ho scritta perchè sono in uno stato catartico o sto solo straparlando o strascrivendo, dir si volgia?

Gisy ha detto...

Sì sì, son sicura.
Naturalmente non tutti dicono "catartico" ma dicono magari quelle belle frasi tipo "scena letteraria" o "panorama musicale" che alla fin fine, fa un pò tutto un pò "catartico" anche a quelli che non dicono la parola catartico.

Molti ci azzeccano con i titoli, o meglio gli editori azzeccano con i titoli, e poi dentro son una delusione, grandi autori se penso anche a Thomas Bernhard che usava spesso e volentieri solo una parola per i titoli
tipo "camminare" . "perturbamento" - "gelo" - o al limite una parola più l'articolo, è un genio, e nei titoli è un pò sciapo, ma è un genio. penso anche tanti altri.
Oggi la confezione è il 90 % del mercato, come del resto la testa delle persone. Vuota. Ma deve apparire allettante. bella in ordine ma accattivante e rassicurante assieme.

Max Mnfredi in un'intervista a proposito del termine catartico abusato dagli "artisti" mi ha risposto

"“Catartico”, etimologicamente, significa “purgante”! Direi, per continuare con le etimologie, che spesso l’effetto della loro arte è “drastico”!
Al di là delle facili-difficili battute, scrivere, sì, è un rivolgimento possente, di cui quello intestinale può sicuramente essere simbolo e blasone. Brel, prima di entrare in scena, vomitava.
“Catartico” è parola impegnativa, di recente messa saggiamente in burletta da un comico. Semmai c’è da chiedersi quanto la rappresentazione delle passioni liberi dalle passioni stesse, e quanto invece non invogli."