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01 novembre 2009

L'impazienza di avere


























Ero sull'autobus e c'era uno che come ogni tanto accade cercava di attaccare bottone.
Mi dice più volte, (senza che io rivolga lui la parola)

- assomigli ad un'attrice di centovetrine
- assomigli ad un'attrice di centovetrine (bis)
- assomigli ad un'attrice di centovetrine  (tris)


finalmente arrivo alla fermata e mentre faccio per scendere, visto che non ci sian parlati lui mi urla:



- uàlla malacòopia.

Chissà perché quando uno ha solo un vago lontano sospetto che ci possa essere una remota possibilità di attaccar pezza sei il modello supremo di quello che loro pensano sia un modello supremo di paragone che dovrebbe lusingarti. Com'è prevedibile il mondo dell'impazienza.



Kafka sull'impazienza

Esistono nell'uomo, due peccati capitali dai quali derivano tutti gli altri: impazienza e ignavia. Per l'impazienza sono stati cacciati dal paradiso, per colpa dell'ignavia non vi fanno ritorno. Ma forse esiste un solo peccato capitale: l'impazienza. E' l'impazienza che li ha fatti cacciare, è l'impazienza che impedisce loro di ritornare.    




7 commenti:

Anonimo ha detto...

vuoi dire,che se questa persona, avesse avuto pazienza, aspettando una futura occasione casuale, magari forse avrebbe avuto una quasiasi risposta ?

(La storia di incontri, usando "l'attacar bottone", è cinematograficamente e nei romanzi, molto usata...)

paolo
barbar

Gisy ha detto...

No, perché è chiaro è uno sconosciuto, però dico che così facendo una persona crea proprio l'impossibilità di un dialogo, se forzi una comunicazione, non mi vien voglia di parlare !

La pazienza negli altri direi che sia quel presupposta che in matematica si chiama "necessario, ma non sufficiente" - è necessario, ma è logico, ci devono essere tanti altri elementi, senza quello però, anche se ci fossero altri elementi tutto crolla a priori.
ma penso che in quel caso non ci fosse né uno né l'altro....

"attaccar bottone" sì ormai è molto usato, ma direi che l'etimologia sia francese - e originariamente non centra con ago e filo, ma "bouton, da boter" ‘spingere fuori’- detto delle gemme delle piante !

*....n__@__i__f....* ha detto...

Mmh... io sono impaziente di natura... purtroppo. Anche molto impulsiva.. ma non "invado" mai le altre persone. C'è una sorta di pudore, di senso di riservatezza..di civiltà o ripsetto..non so come chiamarlo.
Mii sembra che in quel tizio più che l'impazienza fosse la mancanza di tutto ciò a dominare..ma certo relativamente alcontesto era impaziente. Diciamo impaziente nell suo essere invedente. Assillante, lo definirei. Non sempre l'impazienza è negativa però...dipende in cosa lo si è..o no? :)

Gisy ha detto...

@ naif - credo passi della differenza tra - invadenza - impazienza - impulsività - istintività .
L'istintività può essere anche molto utile a prescindere dai contesti, l'impulsività e l'invadenza son cose molto differenti.
Son d'accordo che bisogna distinguere i contesti, è chiaro che se si desse retta a tutti quelli che vorrebbero interagire personalmente sia autobus o virtuale...
non basterebbe certo una vita, e credo non sarebbe ben spesa...

Ilaria ha detto...

Eh, però insomma anche tu: non ti sei sdilinquita subito di fronte a cotanto paragone? Un'attrice di centovetrine! Che poi, meno male il paragone verteva solo sull'aspetto fisico, perché quanto a recitazione... quegli attori lasciano un po' a desiderare :-)

Anonimo ha detto...

quindi se io ti vedo su un autobus e voglio parlarti e magari esordisco con qualcosa di simpatico (non so cosa di preciso, ma sicuramente mi uscirebbe qualcosa meglio di "assomigli ad un'attrice di cento vetrine") tu di sicuro mi snobbi?

dici che se sforzo la conversazione di sicuro non ti vien voglia di parlare ma se io penso che quella è la prima e potrebbe anche essere l'ultima volta che ti vedo penso sia normale che cerchi di forzare una conversazione, non pensi?

Gisy ha detto...

@ Ilaria - eh sì, diciamo che magari avrei dovuto chiedere a chi? Così mi specificava in privato a quale malacopia assomigliavo...

@ Anonimo - Se uno mi vede in un autobus e vuole parlarmi è proprio meglio che si giri da un'altra parte, partendo dal presupposto che non si faccio conversazione a caso, per lo meno in maniera intenzionale, che mi sembrerebbe davvero una cafoneria.

Purtroppo è un pò quello che succede anche con internet, solo che si è rassicurati dall'anonimato (paradossalmente non si vedono in faccia le persone)
io spero sempre che le persone che mi contattino via internet non siano fuori luogo, nell'autobus aspetto la fermata, in internet si spera nel buon senso della non invadenza, e la cafoneria.

Credo sempre nella spontaneità, per tutti i tipi di rapporti sia amicizia o meno.