Trafugando tra gli scaffali della libreria, mi son accorta che era sfuggito un libro insfuggibile,
I libri devono essere magri di Paolo Nori in collaborazione acquarellica di Giuliano della Casa.
Molto simpatica l'idea di affrontare i più grandi autori della storia della letteratura e confrontare la loro vita, la loro atività di scrittori con la loro soma, dove in genere gli scrittori grassi vengono disintegrati, da se stessi prima o poi e quelli magri tipo Bekett gli va da Dio, ha anche preso il Nobel infatti...il tutto intramezzato dalle solite belle digressioni di Paolo Nori.
Ecco io credo che sia un libro che non si trova dappertutto mi son fatta un'idea perché a Parma a Modena e Bologna c'era, ma appena chiedo fuori non lo sa più nessuno.
Io metto ogni dato
edizioni tre lune
autori paolo nori - giuliano della casa
titolo: I libri devono essere magri
10 euri.
Riporto una digressione che a me piace, mi piace anche perché so di chi par'la, e allora credo di essere di parte a maggior ragione quando rido.
fatto sta che è una bella digressione,anche se non conoscessi affatto di chi si scrive
"C'è un mio amico di Reggio Emilia che ha tradotto Bekett in dialetto reggiano. Ha tradotto un racconto che cominciava con l'espressione I was feelling awfull. Che ritradotto in italiano dalla traduzione che ne h fatto quel mio amico in dialetto reggiano suona così: Stavo male. Bè, c'è un traduttore italiano, che ha tradotto Beckett in italiano, quell'inizio lì, I was feelling awfull, l'ha tradotto così: Avevo una tarantola di inquietudini in petto.
9 commenti:
tradurre beckett in reggiano, ci voleva daniele, ci voleva :)
E poi è pure stupendo. Sarà che l'inglese così così.
Ma dico, molto più stupendo che in Italiano, sarà anche che chi l'ha letto proprio bravo.
ma l'idiota del ragno nel petto vorrei saperlo chi è...
comunque a lugano quel libro lì mica si trova, accidenti.
Eh, appunto dico, bisogna ordinarlo.
A Modena e han 3 copie dico 3.
Interessante...
I traduttori che non si attengono fedelmente al testo originale sono i più grandi criminali contro l'umanità.
Un esempio: una traduzione che mi è capitata per le mani del Tom Sawyer di Twain. L'incipit originale recita:
"Tom!"
No answer.
"Tom!"
No answer.
In quella traduzione invece si legge:
"Tom!"
Nessuna risposta.
"Tom!"
Silenzio di tomba.
Non esiste pena che potrebbe
riscattare un simile delitto.
Spero di incontrare quel traduttore per insultarlo, pestarlo e sputargli addosso.
@ Claudio - ma che edizione era?!! Che disastro.
A volte la casa editrice fa davvero la differenza.
I libri della Newton e C. ad esempio nelle tradizioni sono scandalosi, è in credibile anche come una casa editrice rispetto un'altra abbia la sua sostanziale differenza.
La traduzione che hai riportato tu è un esempio eclatante di mancanza di sensibilità.
Poi, per carità, poverini i traduttori, hanno un compito così difficile da portare, di responsabilità enorme e vengono davvero pagati poco per quello che quel tipo di responsabilità comporta.
Non basta la conoscenza della lingua, ci vuole una conoscenza della cultura emotiva, e possibilmente del posto d'origine del romanzo.
Faccio un esempio, dei libri Flann O'Brian tradotti da Daniele Benati sono scritti una lingua locale irlandese, che oggi tra l'altro non si parla più; sarebbe come un dialetto locale in italia, in quei posti che lo parlano solo gli anziani.
Per un suo scrupolo è andato là a chiedere, parlare con gli anziani del posto.
Tutto questo non pagato dalla casa editrice.
Certo, io non dico che ogni traduttore si prenda con così tanta passione il lavoro, ma capire che se non è all'altezza della sensibilità di traduzione, è meglio stare al significato ridotto, che andare in ragnatele di fantasie personali, che poco hanno a che vedere con le intenzioni dell'autore originario.
Un amico mi ha fatto notare delle traduzioni assurde su un testo di Bob Dylan tra l'altro uscito per feltrinelli dove il traduttore in un testo di una canzone traduceva "I'm shot" in "sono stato sparato".
Confodeva (ora non ricordo il termine esatto inglese), ma "le molle del letto" (che sarebbe stato il termine giusto con "la priimavera" - se lo ribecco poi lo porto preciso.
Io ho trovato traduzioni di Borges assurde, dove al posto di
"credo nel niente"
"non credo a niente"
insomma. io credo che anche se non si conosce la lingua originale, se si ha un pò d'orecchio, se il lavoro è stato fatto decentemente o se cigola lo sente anche un buon lettore.
Non conoscevo questo libro e mi hai messo addosso una gran curiosità!
Doveroso! Ma a prescindere da questo, credo vivamente che dei vivi Nori vada letto !
:)
Posta un commento