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IN LIBRERIA

20 settembre 2008

In uscita una raccolta dei "le masque"

Tra non troppo dovrebbe uscire una raccolta dei Le masque che comprende l'album "Colloquio" (uno dei mie preferiti in assoluto nella musica italiana) altri loro brani e pure un rifacimento della canzone Lontani Lontano di Luigi Tenco.
E' così triste e drammatico come spesso dico il contesto legato alla produzione, ma ancor più alla distribuzione di vari prodotto legati all'editoria e alla discografia.

Non che tutto debba essere prodotto e distribuito a forza, ma purtroppo oggi quello che non compiace un ipotetico fruitore in un dato modo si trova bloccato. Questo è credo un grande affronto all'arte, all'artista, cioè che è "troppo cupo" non va bene, a meno che naturalmente non possa rientrare in un cerchio di outsider modaioli - dove ormai comunque capisco che da fuori è sempre più fatica riconoscere quel che varrebbe la pena, e quello che sembra, ma è posticcio. Un esempio che i viene? I Baustelle che Elio e le storie tese scherzosamente ai suoi concerti chiama Miaostelle, che di certo son molto meglio di tanti altri gruppi, ma come tanti altri gruppi che vogliono fare quelli "alternativi bravi" non sono nulla di nuovo, ma intortano i giovani. E Garbo dove lo mettiamo? Lo chiediamo a questo bravo gruppetto? (nn ho nulla contro di loro, ma cito loro ocme esempio come potrei citarne tanti altri intendiamoci) - è come se uno ascoltasse un stripellone che fa "Hey Jude" e non avesse mai ascoltato i Beatles in vita trovando lo strimpellone geniale. Più o meno va così mi pare.
E oggi dove sono le idee? Quelle proprie intendo.
Lascio questo testo di Edgardo Moja Cellerino tratto proprio dall'album "Colloquio"

Questo è la caduta del mascara e si può ascoltare presto dal nuovo album e dal loro myspace Le masque, lascio il testo

Dietro di te
la donna fece fatica
per regalarti
la prima ora della tua primavera.
Dietro di te
c'erano le tue gambe deboli
e le braccia della donna
che sembravano forti
che ti tenevano e ti preparavano
verso la tua futura storia.
Dietro di te
c'erano i soliti alberi verdi
con le foglie verdi.
Dietro di te
c'erano le solite corse nei prati
anche loro verdi.
Sì, proprio come in una canzone.
Dietro di te
c'erano i pantaloni corti
e le scarpe azzurre
quelle da ginnastica
quelle da non sporcare.
Sì, proprio come in una canzone.

Dietro di te
c'erano gli eserciti di gesso
comprati a poco sul mercato
e tu accompagnavi con la bocca
gli assalti di quegli eroi immobili.
Assalti fatti di grida a bassa voce
per non esagerare.
Sì, perché
erano solo guerre finte
tra piccole anime morte di gesso
mancava loro il sangue che si perde...
che si perde... che si perde...
Era un mondo finto
e anche il tappeto della battaglia
era un persiano finto
e allora la donna rideva, rideva
perché forse tu eri felice.
E poi la donna tornò
con le borse della spesa
e ti vide in piedi nella stanza
e guardò le tue ginocchia
che non erano più sporche
e la donna capiva
che tu stavi aspettando
la prima femmina di luce
che si chiamava Piuma
per far solletico
perché ti toccava
e tu facevi smorfie come per ridere
si chiamava Piuma per far solletico
anche perché volò via per un po' d'aria
a te rimasero solo le smorfie
e la donna pensò che faceva lo stesso
e che ridere è come piangere
all'incontrario.

Dietro di te c'era la bottiglia d'acqua minerale.
Dietro di te
c'era l'uncinetto con i punti tutti sbagliati.
Dietro di te
c'era un letto bianco
con un numero consumato.
C'erano delle mani bianche
che non pregavano più
e un cuore che non ritmava più
e un volto che, come per scherzo
non ti guardava più.
Dietro di te
la donna fece ancora fatica
fatica, fatica.
E arrivò la prima ora
di una primavera
che sapeva solo di pioggia
e tu corresti quasi al riparo
quando il mascara sporcò il cuscino
con la sua prima goccia.
E adesso lo sai, e adesso lo sai
che tutto muore
che tutto tace
che tutto...
che tutto dorme.
Dorme

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