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IN LIBRERIA

02 febbraio 2007

Metromorfosi: epifanie artistiche.



Intervista a Emanuele Kraushaar


-Come è nata l'idea di creare una rivista di musica, cinema, teatro, arti visive, scrittura? Non ce ne sono già in abbondanza?

In effetti è veramente pieno di riviste, Roma stessa ne è zeppa. Un tipo proprio qualche giorno fa mi ha detto: “Quando i cinesi si metteranno a fare riviste nella stessa percentuale di noi italiani, la carta ci sommergerà”. Ecco, proprio per questo abbiamo pensato di dare alla luce Metromorfosi! A parte scherzi, la nostra rivista nasce come esigenza di dare forma a certe pulsioni e stimoli artistici che purtroppo spesso vengono schiacciati proprio dall’ondata mediatica e anche cartacea che ripropone sempre le solite cose. Metromorfosi fa una scelta di momenti ed epifanie artistiche da seguire, ha una sua utilità di guida, vuole essere uno stimolo per qualcosa da proseguire. Parla soprattutto di quello che deve succedere: per esempio il numero uno di febbraio riguarda tutti momenti artistici del mese che il lettore può poi decidere di vivere al di là della lettura.

La rivista ha l’ambizione di indicare una forma madre per vivere la nostra città e di conseguenza noi stessi: essere una guida ai momenti e movimenti più utili proprio per ritagliarsi i contorni di questa forma. La divisione in sezioni non è una scelta di rigidità (siamo molto interessati alle fusioni), ma più che altro è legata ad un desiderio di comunicazione diretto e semplice per il lettore. Le sezioni di musica, cinema, teatro e arte hanno una funzione più strettamente info-critica. La sezione di scrittura, invece, propone sì alcuni momenti di letteratura, ma è una vera e propria proposta di lettura.

-“Metromorfosi intende diventare un punto di riferimento per l’appassionato curioso e cercatore, letteralmente sommerso dalle molteplici proposte artistico-culturali della metropoli, spesso non filtrare ed organizzate per chi deve sceglierle e fruirne” - Questa è la tua premessa per questa rivista. Tu invece su che “filtro” ti basi per creare una guida madre in questa nuova creazione...

Decidere cosa inserire non è facile. Il formato tascabile e snello ci costringe ad operare scelte critiche nel doppio senso della parola. Ogni responsabile di sezione fa delle vere e proprie indagini sui vari impulsi che gli arrivano cercando di capire su cosa è più giusto puntare. “Giusto” anzi è una parola troppo definita per la liquidità ed elasticità di Metromorfosi. Direi che l’aggettivo appropriato è “metromorfico”: che vuole dire anche essere in grado di tornare indietro oppure rimbalzare di colpo in avanti, in modo fluido e senza controllo.

-Chi sono i collaboratori alla rivista? E' anche aperta ad un'eventuale pubblico?

Metromorfosi ha come vertebre proprio dei curiosi: innanzitutto i responsabili delle varie sezioni: Donato Zoppo per la musica, Maria Cera (cinema), Rosaria Abate (arte) ed io per la scrittura. Cercheremo sempre di scovare le proposte più interessanti e stimolanti, perché prima di tutto siamo dei cercatori noi stessi.

Info-critica per me significa questo: trovare, sentire, capire, scegliere e comunicare.

Lo stesso nome Metromorfosi ammicca all’idea di trasformazione e come tutte le cose vitali è in piena evoluzione, aperta a qualsiasi contributo interessante.

-Vedo che l'idea è di centrare soprattutto l'area di Roma e dintorni, possibilità di allargarla...?

Metromorfosi nasce come rivista di “Roma e dintorni”, ma certamente mi piacerebbe poter creare in futuro gemelle in altre città. Gemelle, ma non cloni, dato che ogni realtà ha diverse sfaccettature. Roma, per esempio, è una città labirintica nelle sue proposte. Qui fare una scelta è davvero difficile e la rivista vuole proprio essere una sorta di filo d’Arianna per non perdersi.

-Quale cadenza avete intenzione di dare a questa rivista?

La rivista è mensile, perché prima di tutto l’attenzione è all’informazione e all’utilità per vivere la città: il numero di febbraio è già reperibile da fine gennaio in un centinaio di punti distributivi. La lettura è solo un’introduzione al momento artistico. Noi, insomma, diamo un segnale, che poi eventualmente va seguito e vissuto. Anche per questo Metromorfosi può essere l’introduzione a letture più specialistiche.

-Qualcosa che vorresti dire a tutti...

La cosa che più ci interessa è il rapporto con il lettore per poter far crescere Metromorfosi, che in effetti ha preso forma ascoltando gli stimoli e anche le critiche durante la sua gestazione: quindi vi invito a scriverci ad info@metromorfosi per dirci qualcosa. Prima di tutto siamo qui per ascoltare.

http://www.metromorfosi.com/


Gestazione


"Emanuele
kraushaar prende appunti durante la gestazione di metromorfosi"

1 commento:

Gisy ha detto...

Tutti i mostri fossero così ^_^
cmq My space è un pò un minestrone diciamocelo. E fanno gli offesi, la top 20! Alè... ci facciamoa anche volentieri prendere in giro, purché un pò di austostima ci risollevi dai giorni di lavoro...
Faust'o mi ha detto una volta "Voi e i votri loculi virtuali" mi è rimasta inpressa - un po'c'ha preso...