Come non ritornare sull'argometo Piero Ciampi, quando proprio in questi giorni a Livorno, è in atto la dodicesima edizione del
Premio Ciampi? E'una domanda che mi ricorre spesso se abbia veramente un senso che esista un premio Ciampi considerando il personaggio.Ciampi era tanto, fuorché politico. Mi sono anche stancata di sentire questa storia del comunista-anarchico, dell'anarchico. Sì, sono parole che ha detto lui, anche, ma se poi pensiamo a Piero posso permettermi di dire che se un'anarchia ci fosse stata era l'anarchia della non appartenenza, che ha molto poco a che vedere con la politica, è qualcosa che ha a che vedere con la propria storia, la vita.
E' vero senz'altro questo premio mantiene viva almeno quella flebile voce che può essere rimasta nel sottofondo per pochi veri appasionati, e chissà che non arrivi anche a qualcuno di giusto e nuovo che possa amarlo, perché come Ciampi diceva, "l'incontro è sacro". E per incontrarsi bisogna esere almeno in due. Almeno penso.
Credo il Premio Ciampi sia più un favore alla Livorno, ai giovani gruppi i cantanti, e a quelli anche più noti che non credo poi siano così legati a Piero, mi viene in mente quest'anno Ligabue, certo posso sbagliarmi (però chissà).
Vorrei che il Premio Ciampi fosse fatto da chi ama davvero Ciampi, ma non si può volere tutto, forse proprio Piero che del mondo aveva capito tutto, pur non standoci se ne sarebbe fregato. Io che sono stata sulla sua tomba vorrei vederci dei fiori.
g
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