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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

28 novembre 2010

Finalmente neve

 

Sarà anche scomoda ma dà sempre un senso di leggerezza....


"Potrei leggere il desiderio d'eternità perfino negli occhi di un pupazzo di neve."

(V. Butulescu)

"La poesia è una fiamma nel cuore, mentre la retorica è fatta di fiocchi di neve. Come possono fuoco e neve convivere?"


(K. Gibran)

"Il tempo è come un fiocco di neve scompare mentre cerchiamo di decidere cosa farne."


(R. Battaglia)

"[...] E come i semi sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera [...]."

(K. Gibran)


"[...] E gittatasi in basso, e cominciata a discendere, rotando dall'alte spiagge su per l'altra neve, quando più cercò loco basso, più crebbe sua quantità, in modo che, terminato il suo corso sopra uno colle, si trovò di non quasi minor grandezza che 'l colle che essa sostenea: e fu l'ultima che in quella state dal sole disfatta fusse. Detta per quelli che s'aumiliano: son esaltati."


(L. da Vinci)


"Diceva un foglio bianco  come la neve Sono stato creato puro, e voglio rimanere così per sempre. Preferirei essere bruciato e finire in cenere che essere preda delle tenebre e venir toccato da ciò che è impuro".

(K. Gibran)

25 novembre 2010

Amico fragile

Un pezzo che ogni tanto ne sento davvero il bisogno. 



interpretazione di Vasco, ma Faber è unico.

15 novembre 2010

Quando si è ammalati




















Son giorni che l'influenza non mi dà tregua tre giorni di febbre alternata dai 38 ai 40 è utile solo alle allucinazioni verrebbe da dire in un primo momento, che non sarebbe comunque poco..
Ma quando si sta male a mia impressione ci si sente anche un po' protetti dalla propria malattia, tanto che penso "peggio che così cosa vuoi che succeda sono qui moribonda ma del resto sono in casa sotto le morbide lenzuola", con quel senso di anestesia che si applica automaticamente verso l'esterno e la mitezza che raggiunge anche quei sentimenti di solito più noiosi.

Di solito mi danno fastidio un sacco di cose, rumori, motorini che passano col motore truccato, l'uomo che spara le foglie nel giardino di sotto tutti i giorni, beh con 39 di febbre tutto è attutito, e mi vien da perdonare un po' di più il mondo. E' come essere dentro una scatola reagalo rivestita di bambagia.

Forse che nel letto mi sentivo un po' come Castorp nel sanatorio della Montagna incantata. Tutto diventa un po' favola, un po' appannato, un po' strada e passi lenti e svenimento,  quando si è ammalati, tutto è lento, e pare incredibile pure che si torna a guarire. E quando sei guarito del resto ti pare impossibile a fare con tanta facilità quelle cose che prima parevano disperate.
Essere malati è anche un modo per tornare bambini con quel senso sempre unico della riscoperta della magagna, (oh quante nocche di legno che teneva l'armadio del letto in pino di ciliegio contavo da piccola quando avevo la febbre in attesa che rientrasse qualcuno a casa) e quindi diciamo quando abbiamo anche qualcuno che si cura di noi non è poi così male un po' di convalescenza. :)

Ora posso solo scrivere perché non ho voce, ma va bene così.

11 novembre 2010

Un forum dedicati agli strani feticismi

Era davvero molto tempo che ce lo avevo in mente...e ora ho deciso di cominciare a mettermi al lavoro non da sola però...un forum dedicato al feticismo, ma non (solo) quello dei piedi e le calzature, soprattutto dedicato a quei feticismi che in Italia hanno poco rilievo pubblicamente, ma che non per questa hanno i loro stimatori che fanno anche un po' fatica a trovare materiale in genere..
Feticismo degli starnuti, dei guanti di gomma, dei vestiti bagnati, dei vestiti stappati, del formaggio, del crush,  ma anche quello del gencki genki...che cos'è...eh bisogna scoprirlo... :) bene non lo so nemmeno io...

MyFetishroom il nome, un nome che vuole rappresentare le stanze delle passioni in un qualche modo...e quindi
spero di vedervi anche lì...e trovare sempre il tempo di potermi dedicare alla poesia del quotidiano...

26 ottobre 2010

Carissimo Pinocchio

Io so che ogni tanto ce n'è bisogno...

18 ottobre 2010

L'ora del tè
























Ci sono un sacco di cose graziose.
Biscottini, bere il tè, i giallo dei limoni, son cose che mi tirano su di morale o che mi rendono felice anche quando non me ne accorgo.
Poi magari se non ci sono i limoni proprio mi viene in mente che assieme alle mele in casa non possono mancare. Poi ci sono le mele i limoni i biscottini il te, e la televisione che è come la finestra aperta sul mondo mentre uno se ne sta tutto rassicurato in casa con i suoi ninnoli.go
Tante volte leggo cose, e dico che uno non c'aveva niente meglio da fare so qui che scrivere quella cosa lì? che si capisce lontano un miglio che è annoiato e non c'aveva niente di meglio da fare che darsi un tono, ma alla fine un tono che sa di annoiato.
Un tonno annoiato sarebbe stato più interessante magari, anche se noi non parlando in tonnesco non l'avremo capito troppo, o forse anche sì.
La poesia ha ancora un senso penso, se è vero che solo la bellezza ci potrà salvare qui, la vedo dura, sempre più il senso del brutto sta dilagando così anche nelle coscienze a mio parere.
Non posso più sopportare questi giorni continui di ordinaria follia, della politica, del tragico.

Ma i greci dove sono finiti? e l'ora del tè?

13 ottobre 2010

Tributo ad Ezio Vendrame

Ricordando Ezio, è fatica dimenticarsi di tutto quello che dice, di come lo dice; è davvero un poeta autentico, di quella poesia che arriva dalla navigazione della sofferenza. tante frasi che sembrerebbero assurde dette da un'altra persona, beh dette da lui vengono vere.
Ho trovato su you tube un tributo a lui fatto con alcuni di queste brevi frasi poetiche.... 

Non so più nulla 
di lei.
E pensare 
che una volta 
per me
era tutto.
ma una volta
era tanto tempo fa
e anche il tutto
con il tempo
passa.


07 ottobre 2010

Sarah, sempre con noi



























Ieri sera la notizia è arrivata con una violenza inaudita.
Sarah uccisa, Sarah piccolo fiore che stava per sbocciare violato, raggomitolato nudo nel fondo più fondo, coperta di pietre. del tempo che non sarà più.
Sarah piccola donna, resterà nei nostri pensieri, ma in quel giorno d'estate tutto si è fermato, si è fermata nei suoi biondi 15 esili anni di ingenuità, di leggerezza, di chissà quali pensieri di chissà quale freddo e chissà quale tepore si srotolava i giorni, di andarsene di vivere, di essere finalmente bella e amata di essere semplicemente e fortemente Sarah

Ancora una volta un fatto crudo e violento, uno dei tanti mi verrebbe da dire, non è la prima vergogna, di come un essere umano possa tanta ferocia e crudeltà verso un proprio simile,
ma simile non era di sicuro da quello zio, ha tentato prima di abusarla e poi uccisa per il rifiuto. Ma cosa può un uomo pur di avere quello che vuole?
La rabbia e tanto almeno quanto il disgusto.
E in questo disgusto l'Italia mi pare sinceramente unita, almeno così sembra, così come era successo per il piccolo Tommy e diversi altri in cui la stampa ha sensibilizzato il fatto.

Il mio disgusto personale sta non solo nel pensare alla pochezza umana, ma a questa omertà, a questa reticenza a questa clima che si poteva leggere benissimo tra le righe di ignoranza, di gelo e volgarità in qual contesto dalle così poche risorse umane intellettive e quant'altro, ma umane spicca prima di tutto.

Continuerò a dire che a maggior ragione nelle realtà di provincia tutto è più efferato, più crudele, dove il pudore gretto dell'ignoranza copre ogni ragionevole buon senso, ogni etica, ogni giustizia divina. Penso pure a tanti noni a Lorena la ragazza di 14 anni di Niscemi stuprata da 3 coetanei, poi uccisa brutalmente e buttata nuda in un pozzo. Inutile dire che i commenti che tutt'ora possiamo leggere su you tube nella puntata di amore criminale,m in parte colpevolizzano la stessa ragazza, nel solito luogo comune di merda "se l'è cercata". Non è possibile che nel 2010 siano ancora qui ad annaspare in questa mentalità retrograda da sottosviluppati.

E Sarah che colpa aveva se non quello di essere un fiore, nato nel gelo.
Io non vorrei giudicare, ma come facciamo a non giudicare avendo visto le lacrime false di quello zio, la cugina che già sapeva, la zia, sicuramente, con con quel feto di donnina oramai rannicchiato nell'abisso del non più - anche la televisione è stata molto poco rispettosa, ma dal mio punto di vista ha fatto cogliere aspetti di una situazione che ci ha portato più vicino al contesto di quella povera ragazza, quello di un gelo inaudito.
La madre personalmente mi ha molto colpito, ho avuto fin dall'inizio l'impressione che anche lei sapesse o quanto meno sospettasse qualcosa, ma mai una mezza cedimento emotivo, sempre lo tesso tono certo provato, ma costante come imbalsamata da una tragedia in corso.
Sono le storie terribili che costellano le nostre province, e che anche se non tutte finiscono così tragicamente continuano a succedere di giorno in giorno, famiglie, donne, figli che per anni sopportano aspettando che la loro vita finisca alla meno peggio, o col sogno di poter scappare, ma l'omertà è tanta è tanta davvero...e qui la giustizia se non ce la dà il fato, non scende da mano umana.
E' questa la cosa più terribile, l'idea che non esista una tutela reale, l'idea che ancora ci si debba vergognare di essere vittime, di vergognarsi di cercare aiuto.

La rabbia continua a essere tanta e si rinnova ogni volta che capita (e capita troppo spesso) che succedono disgrazie che sono poi quotidianità simili. Anche quella madre pakistana di Novi a Modena uccisa dal marito perché difendeva la figlia - finita in ospedale per le botte prese dal fratello - perché contraria al matrimonio combinato.

Troppo male, troppo davvero. E ora quale giustizia? qualunque essa sia - niente più ci restituirà i loro sogni per poter dire Sarah bellissimo. No, niente più.

30 settembre 2010

Nel silenzio

Molto tempo che non scrivo,
e ormai dopo molto tempo che non  scrivo - scrivo che è moto tempo che non scrivo una cosa un po' tautologica a pensarci :)

Scrivere può essere una distrazione, una ricerca di sé, Pavese scriveva che scrivere unisce "il parlare a sé stessi e parlare ad una folla".

Le cose da dire sono sempre tante, o meglio le emozioni sono sempre tante e sembra che si rischi di banalizzarle a scriverle su un blog,.
Se  si scrive di nostalgia l'attenzione cade, e la nostalgia quello di ciò che non è stato è sempre il mio sentimento più forte.

Penso a tante cose, nei dormiveglia confondo le case in cui ho abitato negli ultimi 10 anni e sono 4-5 diciamo, più mi tornano in mente le stanze in cui ho passato gli anni prima, e la testa fa una grande amalgama, fottendosene di quando era prima e quando era dopo, le aspettative giovani, superate sbaldracacte al vento, l'aspettare qualche riconoscimento da chi ti vuole bene, e forse dalla tua famiglia, forse il tasto più dolente della mia vita,

C'è un mio carissimo amico che dice che la famiglia di per sé è sempre qualcosa di doloroso, anche quando è bella e va tutto bene. Non è mai stato il mio caso, ma è una cosa troppo vera.
La famiglia riporta all'idea di quell'unità impossibile da perdere, al senso emotivo, sentimentale e morale dello stare al mondo, comunque sia.
Quando ho fatto tutto quello che ho fatto, la mia libertà nel bene e nel male penso parta proprio da questo, nel non essermi sentita moralmente vincolata a degli affetti troppo vicini di ordine famigliare, mentre ho sempre preservato con molto scrupolo il bene di quelle persone a me vicine amici e fidanzati che nel corso del mio tempo mi hanno accompagnato e sorretto, che hanno per forza di cosa moralità differenti anche se in certi punti non del tutto dissimili nei tuoi riguardi di quelle che può avere un vero genitore.

Insomma tutto questi caos, dal quale Nietzche diceva che origina stelle, non sempre appunto "si splende" ci sono a mio avviso due possibilità che corrono in sensi opposti, o rischi di annientarti proprio per mancanza di un ordine etico-morale, o con una forza che può solo giungerti dal cuore ti costruisci daccapo ex novo diciamo.
La fortuna altro punto cruciale della vita di tutti noi, per me cos'è la fortuna, ci ho pensato per rispondermi che non è il benessere, ma la fortuna è incontrare le persone giuste, quelle che non ci abbandonano, quelle che sempre potranno essere il nostro sostegno e la nostra porta d'uscita,
E forse una fortuna ancora più grande la consapevolezza di questo, di non essere mai soli. seppure il silenzio ah quanto è importante.

Nel silenzio tutto il tumulto passato macinato dal cuore diviene poesia.

06 settembre 2010

Questa intervista alla Santacroce

Questa intervista alla Santacroce ...

26 agosto 2010

Un grazie e un ricordo a Saramago



























Finalmente le giornate si stanno un po' alla volta accorciando anche se questa estate sembra tenere con questo caldo e questa afa, ma come dire l'idea che ormai sarà poca la resistenza che può fare la stagione mi solleva.
era un po' che non scrivevo e mi scuso, ma per scrivere con un po' di sentimento occorre creare almeno un poco silenzio e quando si è indaffarati in faccende di sopravvivenza non è facilissimo, l'azione la si mette a tacere sempre un po' dopo,così che quel silenzio che potrà venire dopo avrà un altro senso.

E' impressionante delle volte pensare come lo stare bene ci appartiene ed è la cosa più naturale con cui viviamo i giorno dentro e fuori, e altre volte in cui invece sentiamo ogni nostro sforzo vanificato dalla fatica, da ciò che va contro la nostra idea di bene, ma intanto tutto ci costruisce, Vedi sempre le solite cose succedere a persone diverse,  il tempo che passa il cambio dei colori, le domande che cambiano con l'età, ma che poi alla fine quelle volte che trovano risposta hanno il loro silenzio, oppure il silenzio dell'arroganza di aver capito.
In un qualche modo tutto va a finire nel silenzio. Per un motivo o per l'altro. per verità, per saccenza o per sfinimento, ed è per questo che tutto diviene una lotta perché questo non accada.

Come dicevo è un periodo in cui sono molto impegnata più che altra con il lavoro delle foto, il ché mi piace, ma allo stesso tempo mi leva un po' la possibilità di dedicarmi alla scrittura, ciò che mi ha smosso anche per rimettere piede al blog oggi, è stata un'intervista passata verso le due di notte l'altro ieri a José Saramago (morto purtroppo a giugno di quest'anno) e che i più conosceranno per il suo romanzo Cecità.
Come si capisce chi vive su altri piani, e quelle persone che non parlano ma volano, un po' come faceva De Andrè con le sue canzoni. e diversi altre persone con la loro arte. Inutile dire che si capisce che questa gente è baciata da un'aurea diversa, un po' la sensazione che ho avuto conoscendo che ne so o Gianni Celati, o Ezio Vendrame per motivi completamente diversi, ma ci sono persone che abitano altri spazi, e sinceramente con Saramago ho proprio pensato questo che i genio così come l'eletto non ha né genitori, e né figli, ma gode dell'esistenza e la vede la manipola la trasforma nella sua trasformazione.

Parlava appunto dei luoghi, di dove vive e di dove ha vissuto, dice che "abitiamo in un posto, ma viviamo nella memoria" lui faceva l'esempio del fatto che viveva a Tias in Portogallo (dove è anche morto), ma quello che ricorda in continuazine erano i paesi che aveva abitato fino ad allora dalla sua infanzia, alla gioventù ed oltre, e che quei paesi che abita lui ad esempio, sono paesi di un altro tempo e un'altro spazio, ovviamente (parlava di Berlino), la Berlino che lui la poteva aver vissuto era viva nella testa, abitata nella sua testa, ma di certo non la Berlino di oggi.

Anche se di per sé può sembrare una considerazione ovvia, il modo in cui l'ha detto mi ha fatto pensare molto, e penso faccia pensare molto in molti; ho pensato che sì, il presente significa che ciò che viviamo è una stanza per il nostro futuro, ciò che viviamo è la nostra ipoteca, è quello di cui vivremo, ma inteso proprio come spazio tempo, è l'altrove che ci salverà, è fermare la vita vivendola per poterla rivisitare.
Ed è davvero così perché quando ricordo, tutto è vibrante ancora, forse più di allora eppure quelle cose sono andate.

09 agosto 2010

Da "Gelo" di Thomas Bernhard

Il pittore Strauch è un caso clinico psichiatrico. 
"Mi spiegò come avesse imparato a trattare le persone come sassi e a considerare le cose nuove come fatti antichi. Come avesse scoperto che cosa è privo di pensiero, che cosa ci rende privi di pensiero, solitari, torpidi. Come lui in se stesso sapesse conciliare futuro presente e passato, e portare avanti questo gioco fino al punto in cui cominciava a sfuggirgli di mano. Come avesse imparato con un semplice calcolo a spegnere il proprio corpo, a spegnere anche lo spirito, a spingerlo in una direzione che per lui in quel dato momento era quella prestabilita, "l'unica direzione", una sensazione che durava forse solo una frazione di secondo. Come osasse vivere soltanto in mezzo ai morti, ai dimissionari, a uomini spenti destituiti precipitati. Passava attraverso la vita come attraverso a un tunnel senza fine e a null'altro che tenebre. E gelo.


"Gelo" Bernhard Thomas