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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

28 dicembre 2009

Sior presidente...

In genere non ami molto gli argomenti che hanno strettamente a che fare con la politica, ma ci son alcune cose immagini e detti che mi ha davvero fatto sorridere. Questa immagine e questa battuta..


Domanda a Berlusconi

-Come le è sembrata Milano?

-Beh, devo dire che la cosa che più mi ha colpito è stato il Duomo.

23 dicembre 2009

Natale, (poesia di Baldini)


Per Natale cosa dirvi carissimi che leggete, che passate di qui, che fare gli auguri ormai si fanno e troppo spesso si fanno anche troppo perché ci si sente di doverli fare. Invece vorrei che un sentimento vero si accendesse nel cuore e allietasse nella calma, non nella frenesia (ma poi far discorsi si va sempre finire nella retorica che con i sentimenti ha poco a che spartire)e allora lascio questa poesia dialettale del grandissimo Raffaello Baldini (con traduzione), e spero che un pò ancora si possano riconoscere queste sensazioni, quelle facce, quei rumori, quei colori e quant'altro...
  

Nadel

Ch'un avnéss mai Nadèl,
i lòmm, la bòba, al machini, la zénta,
ch'un s pasda invéll,
'na préssia tòtt, bèvar alzèd, pachétt,
la nèbia, al fazi lòstri di mazlèr,
auguri, auguri, chèrti culurèdi,
al melarènzi sérbi,
agli anéusi, i féigh sécch, ch'i t s mètt tra i dint,
spatàsi, ucèl panèd, tòsa, sgadèzz,
butàighi tott zàisi fina agli òt,
e la matéina dòp 'na ferma, un zétt,
u s sint caminé in piaza qualcadéun,
l'inznìr e' pòrta fura e' chen, adlà
l'Alba la guèrda la televisiòun,
e' pèpa e' fa i auguri in trenta lèungui,
pu i pi sòtta la tèvla fina al tre,
ch'u s fa nòta t'un sbréss, e tè disdài
te schéur, csa fét acquè? t vu un pèz 'd tiròun?
mo zènd la luce, l'era schéur cumpàgn,
an,la vzéiglia, quant l'à sunè e' telefan,
chi parla? non si sente, l'era li,
da dalòngh, pronto, pronto, non si sente,
pronto, chi parla? pronto,
non sento niente, e invìnci ò sentì tòtt.

Natale

Non venisse mai Natale,
le luci, il chiasso, le macchine, la gente,
che non si passa da nessuna parte,
una fretta tutti, baveri alzati, pacchetti,
la nebbia, le facce lustre dei macellai,
auguri, auguri, carte colorate,
le arance acerbe,
le noci, i fichi secchi, che si mettono fra i denti,
spinte, occhiali appannati, tosse, segatura,
negozi tutti accesi fino alle otto,
e la mattina dopo, un fermo, un silenzio,
si sente camminare in piazza qualcuno,
l'ingegnere porta fuori il cane, di là
l'Alba guarda la televisione,
il papa fa gli auguri in trenta lingue,
poi i piedi sotto la tavola fino alle tre,
che si fa notte in un batter d'occhio, e tu seduto
nel buio, cosa fai qui? vuoi un pezzo di torrone?
ma accendi la luce, era buio uguale,
l'anno scorso, la vigilia, quando ha suonato il telefono,
chi parla? non si sente, era lei,
da lontano, pronto, pronto, non si sente,
pronto, chi parla? pronto,
non sento niente, e invece ho sentito tutto.)

20 dicembre 2009

Sexy Luna e il telefono hard


Ieri notte verso le 2.00, cambio canale, mi è capitato di vedere su una rete privata Sexy Luna che è una pornostar di una certa età, non vecchia intendiamoci, ma nemmeno ragazza, e un pò oltre l'essere signora. Faceva un esibizione in topless con un'altra "ragazza", su un ipotetico riquadro di coperti e cuscini pure male assortiti mentre proponeva con un telefono in mano di chiamarle ad un numero a pagamento per fare dell'eccitante sesso telefonico. 
Il quadro generale era di una desolazione immensa, proprio triste, di chi senza alcun eccitamento, senza alcun divertimento, senza nessun motivo per trovarsi lì, se non quello che come impiegata non trova lavoro, o che ormai a 60 film hard all'attivo e diversi anni sulla groppa altro fa fatica a fare, deve fare quello.

"Su chiamateci siamo qui tutte calde" - l a sua voce con lo sguardo spento, e un toccamento di tettone che faceva più il movimento si tirare della pasta sfoglia  che quello dall'accarezzamento libidico. Cercava di improvvisare palesemente falsi racconti pormno a lei capitati, anche se fossero veri, per come li raccontava cascavano le braccia, si capiva che non vedesse l'ora di essere fuori da quell'orario.
C'era un numero inutile per la diretta, dove alcuni uomini o la prendevano per il culo o sembravano dei ritardati mentali. "Dài toccati la figa" - oppure "ma come faccio a fare sesso con voi" (riferito a tutte due) - chi non aveva capito che non erano escort, ma sesso telefonico appunto. Lei rivendicava il fatto di essere "Sexy Luna"con più di 70 film hard nelle videoteche e che la sua collega invece è una intrattenitrice di serate, ma se se fregavano "toccati la figa" dicevano di nuovo. 
la linea cadeva spesso, pure gli uomini a parte i burloni sembravano tristi, con la coda tra le gambe, che cercano un eccitamento da retrobottega.
Mi è raro essere moralista, specie su queste cose, ma forse è una questione anche di buon gusto verso se stessi, che  uno sì fa quello che vuole va bene, ma fino a quanto si può spingere a fare quello che vuole ?


Era tutto una gran presa per il culo molto mal riuscita, come quelle dei numeri del lotto, o i tarocchi, stessa illusione, stesso sogno si potersi appagare, e forse chissà, mette in pace quei clienti che si sentono la coscienza a posto perché una telefonata porca non è certo come andare a prostitute, o forse semplicemente fuori c'è troppo freddo e la neve ferma le macchine.



Le cazzate zen











Finalmente posto una cosa seria - eh sì, torna qualche opera del Learco Pignagnoli - Io concordo al 100% che qui in Europa "la scuola" Zen è per lo più diventata una bella menata commerciale, senza spessore per chi si vuol millantare della profondità di conoscere queste filosofie di vita.
Ricordo che lo Zen Negli anni '50 tramite il movimento beatnik contribuì a renderlo popolare, tanto da farlo diventare la "filosofia" dei giovani della New Age in lotta contro la società industriale.

E oggi non mi pare proprio che per lo più rispecchi questo tipo di filosofia e si mangi a sbafo su qualcosa che certo originariamente era dignitoso...(E in quei posti, immagino continui ad esserlo). Paghi una candela 50 euro gli incensini e tutte, i libri dei maestri di vita che si tingono i capelli.. maddài...Non hanno fatto anche della povertà una moda..?


Allora lascio queste opere di Pignagnoli che fanno un po' pensare...

Opera n. 236

Il buddhismo zen son tutti dei mangiatori a ufo quelli che lo fanno. Stanno sempre a meditare vicino al frigo e quando il padrone di casa dorme glielo aprono per meditare all'aria fresca. Oppure gli fumano le sue sigarette che ha lasciato sul tavolo. Io tutte le volte che ho degli ospiti zen in casa mia il posto dove li trovo più spesso a meditare è vicino al frigo. Dicono stiamo meditando sul koan delle due mani che battono ma qual è il suono di una mano sola? Io subito non dicevo niente perché questo koan mi sembrava una coglionata come problema, dato che nella nostra epoca è semplicissimo stabilire qual è il suono prodotto da una mano e si può anche isolarlo in un altoparlante e metterlo giù per iscritto in una partitura se si vuole. Ma quando ho visto che mi sparivano le fette di pancetta e di mortadella e quasi tutti i ciccioli più le salsicce che avevo nascosto fra la verdura e una mezza forma di gorgonzola ho cominciato a chiedergli: Ma perché state sempre lì a meditare? andate fuori in giardino che vi ho preparato anche lo zendo. Loro però preferivano stare vicino al frigo.

Opera n. 237


Dopo vedevo i miei ospiti zen che scrivevano degli haiku con un panino in mano allo spek che è difficilissimo da mangiare senza forchetta e coltello. Li vedevo che davano una morsicata e poi scuotevano la testa per strappare lo speck ma non ci riuscivano perché lo spek è durissimo da tagliare coi denti e allora gli rimanevano le fette penzoloni nella bocca perché a forza di tirare gli erano saltate fuori tutte intere dal panino.

Opera n. 238


Dopo vedevo che i miei ospiti andavano a fare un po' di digestione zen vicino alle mie grappe e si mettevano seduti nella posizione del loto con le braccia conserte ma c'era sempre una loro mano che gli scappava verso le grappe. Io gli dicevo cosa fate lì? perché non andate fuori sullo zendo che c'è anche un'aria freschina adatta alla meditazione? Ma loro fingevano di meditare e non rispondevano. Dopo ho visto che si erano spostati tutti intorno al tavolo dove c'erano le mie sigarette e i miei tabacchi. Cosa fate lì? gli dicevo allora, perché non andate fuori a meditare? Poi mi sorgeva un dubbio e andavo su nella mia camera a contare i soldi che avevo dentro i cassetti. Ci avevo un casino di soldi in dollari che adesso mi dovevo mettere a ricontarli per stare tranquillo. Dopo ci avevo sempre un'inquietudine addosso perché avevo visto che i miei ospiti zen s'erano messi a meditare vicino ai cassetti della mia camera. Cosa fate lì? gli dicevo, perché non andate fuori a meditare che vi ho anche preparato lo zendo? Ma loro preferivano rimanere lì.

Opera n. 239


Sono capace anch'io di fare il Maestro Zen. Viene un mio discepolo a chiedermi: Maestro Learco Pignagnoli, sono preso dalla febbre della conoscenza, come devo comportarmi? Io subito non dico niente, sto zitto, taccio. Dopo comincio a tagliare delle fette di coppa con delle cipolline sottaceto e le mangio. Cosa dicevi? chiedo al discepolo. Maestro Pignagnoli, sono preso dalla febbre della conoscenza, come devo comportarmi? Io subito non dico niente, sto zitto, taccio. Taglio delle altre fette di coppa, mangio. Cosa dicevi? chiedo al mio discepolo. E lui: Sono preso dalla febbre della conoscenza. Io no.


Opera n. 240


I buddisti zen sono dei soggetti che gli antropologi dovrebbero prendere più in considerazione, invece di andare in Africa. C’è pieno di buddisti zen, come mai?


Opera n. 241


Tutti che scrivono dei grandi peana di consonanza col mondo, tenendosi la mano sinistra sul cuore, mentre nella loro mente si forma pian piano il Sutra del salame mantovano o il Mantra del cotechino che andranno a mangiare di lì a poco. Argomenti non tanto consoni al buddismo zen, come lo conosciamo. Il buddismo di Bodidharma eccetera. Il buddismo Hinayana eccetera. Il buddismo Mahayana eccetera. Il buddismo di Allen Ginsberg e Timothy Leary eccetera. Quelle due belle testedicazzo lì. L’unità dell’io col nulla dell’universo. Che poi, quando fanno la cacca, i buddisti zen, si meravigliano. Guarda quanta cacca che ho fatto, dicono. Guarda quanta cacca, dicono. Come mai? Eh, la cacca è il riassunto del cibo che si è ingurgitato, non la quintessenza del pensiero che si è fatto. Se caghi, vuol dire che hai mangiato. Se fai molta cacca, vuol dire che hai mangiato molto. Non s’è mai saputo di uno che abbia fatto molta cacca meditando. Se avete fatto molta cacca vuol dire che avete mangiato molta roba, non vuol dire che avete meditato. Potrete aver letto migliaia di libri e questo nessuno ve lo toglie. Ma se cagate vuol dire che avete mangiato. Non vuol dire che avete pensato. Vuol dire che siete dei mangiatori, non dei pensatori.

17 dicembre 2009

F.S. Fuori servizio
















Oggi ero in treno e non andava il riscaldamento, sicuramente era per la premura di non far patire lo sbalzo termico ai passeggeri.
Poi la solita voce robotica diceva che un treno era in ritardo di 180 min, per problemi di ordine pubblico. Scusa che non avevo mai sentito fin d'ora, adesso han paura che si risvegli il tartaglia che è in noi. E bloccano la circolazione.
Se andavo a Milano avrei spedito una cartolina del duomo al FS e allora avrebbero chiamato i rinforzi e fatto tardare tutti i treni.

15 dicembre 2009

Ogni volta che uno scrive....


Adesso ogni volta che qualcuno scrive qualcosa dice sempre di trovarsi "in uno stato catartico".

12 dicembre 2009

Effetti collaterali

Mi rendo conto che di fatto scrivo bene quando sono molto incazzata.
Se dovessi sentirmi lusingata di scrivere come mestiere dovrei accettare di girare con una bile enorme.

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

09 dicembre 2009

"Il Tenco" premia Edgardo Moja Cellerino...


Era tempo che aspettavo che arrivasse un riconoscimento pubblico al leader del gruppo musicale "Le Masque" - Edgardo Moja Cellerino che tempo fa intervistai, (e spero di poterlo fare al più presto) finalmente premiato dal PREMIO TENCO come miglior autore emergente.
Ne sono felicissima, perché da molto tempo sostengo che negli ultimi vent'anni di musica italiana di un certo tipo, sia uno dei pochissimi autori che con il cuore e soprattutto con una forte poetica abbia tradotto in musica quello che solo certi grandi autori della letteratura riescono a smuovere.  

Parlo di emotività, di dettagli del sentimento, al di là di quelle irregolarità che a volte si possono riscontrare in alcune creazione sentite, vere autentiche, pur se non tutto professionale (se proprio vogliamo mettere dei puntini sulle i), ma che vanno come valore artistico ben oltre ciò che la maggior parte delle canzonette finte di nicchia, quelle dei buoni propositi conflittuali, dei nichilisti della settimana lavorativa, degli amori falliti ma speranzosi, nei giochi delle parti, quel buono ma complicato sentimento che cercano di spacciare come verità dell'esistenza, e in cui ahimè buona parte della gentuccia ci si ritrova e si lusinga del difficile mondo - stesso meccanismo buonismo del disfattismo che le attuali major (almeno in Italia)vorrebbero spacciarci come "bello e sentito".

Tornando al nostro autore, poco d'accordo sul termine "emergente" che mi pare fuori luogo, quando si pensa che molti dei lavori più intensi si collocano proprio tra gli anni '80 e i '90, senza scadere nei lavori più recenti, seppur personalmente siano più distanti dal mio sentire.
Credo di aver conosciuto allo stesso tempo Piero Ciampi e  "I le Masque" e quanto dovere all'emozione della nostalgia, del tempo, della vita, del trascorrere, della bellezza quella più vera dell'essenza vivente, palpitante e piangente per l''rrefrenabile bello che c'è stato che c'è che ci sarà prima oltre noi, ma che per un soffio di venere abbiamo avuto la fortuna di toccare, seppur certe volte nella sofferenza.

E tanto altro appunto... siccome ho trovato alcuni commenti non belli, riguardo l'esibizione al Tenco, vorrei dire a queste persone che i rancori peggiori si hanno verso chi più si invidia, o verso un ideale che si invidia,  perché sarebbe troppo semplice invidiare almeno pubblicamente qualcuno di già affermato, e mai abbastanza giustificabile, un Capossela si punta e si assolve allo stessi momento, così come molti fanno con Morgan; un talento meno fortunato, ha meno possibilità di difendersi, e penso sia molto vile puntare il dito. E dire che se c'è quell'ignoranza emotiva, che è ottusità del sentire, poco servirà fare precisazioni demolitrici, che non valgono uno distrazione della poesia più sopraffine. penso che ci sia molta ignoranza, in tutti i sensi ahimè.


Ancora vorrei dire a questi rancorosi, che se vogliono pure loro potrebbero fare un salto in oreficeria, farsi ordinare una targhetta d'argento con inciso il proprio nome con tanto di attestato  come miglior autore. 
Si può fare no?


Riporto anche ciò che è stato detto dal premio Tenco, seppur in maniera un pò freddina, ma tutto sommato veritiera nell'attribuire il grande valore artistico- letterario dei testi di Edgardo.




Il Premio Siae/Club Tenco per il miglior autore emergente in Rassegna andrà a Edgardo Moia Cellerino. Nato a Milaistano nel 1960, ha militato dapprima nel gruppo Le Masque, nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Adria", ed ora si propone in anteprima al Tenco come cantautore in prima persona. Ecco la motivazione del Premio: "I suoi testi sono illuminati da paesaggi struggenti. Il linguaggio risulta di una eleganza e raffinatezza estreme, tanto da suonare a tratti imbarazzante. Vi si sente l'eco della grande letteratura del nostro Novecento, da Pavese a Buzzati. Ma lui si definisce solo un 'disegnatore di pois per costumi da clown'".

io spero di averlo ancora ospite in questo blog con una nuova illuminate intervista.

07 dicembre 2009

Olindo e Rosa Bazzi

L'erba del vicino è sempre più rossa...



















 

Se i vicini fan schiamazzi chiama Olindo e Rosa Bazzi.

01 dicembre 2009

Invidie tra scrittori

 




















C'è uno "scrittore" su Anobii (il social network sui libri) che si è fatto 50 avatar diversi per poter abbassare il più possibile la media dei voti dei libri di un altro scrittore che gli stava sù.

29 novembre 2009

Il caso Marrazzo ha rotto il...


Insomma proprio la gente non riesce fare a meno di pensare a Marazzo che si cala le braghe e si fa dar giù da un trans.
Capisco che all'inizio può far specie, ma come dire così che va (anche) il mondo, solo che il mondo quando poi son nomi è cognomi casca nel limbo del gossip, che se ne parli bene o male è una cosa così detta pruriginosa che stimola sempre, cosa non so, forse la noia.

Insomma fatto sta che, stavo aspettando un autobus a Modena davanti l'edicola di piazza Matteotti, e c'era in prima pagina, quella paginona che mettono proprio fuori nella piazza sui tabelloni la scritta


"La trans Brenda si era operata a Modena con i soldi di Marrazzo"

Il titolo lo guarda anche una signora di una certa età che sembrava però un indiano apache modenese con la treccia grigia - e fa la faccia disgustata, guardandosi attorno per trovare la sua approvazione di disgusto, io cerco di evitarla, ma non riesco e mi becca negli occhi e mi dice a voce altissima

bah che schifo !
che schifo...ma 'sti trans che schifo. vengono tutti dal brasile.
Ma è roba?
E Marrazzo che pareva un giornalista così educato, così per bene...con Chi è che va?
con chi? con un T R A N S (e la parola T R A N S riecheggia per la piazza)
ma che schifo. Puuuuuuh !!! (e fa gesto di sputare)e sua moglie - dice - lo perdona. Lo perdono?
Ah se fosse mio marito, vedi come lo perdono?
(e la voce prende dal rincorsa da incazzata) - se fosse mio marito...incularlo non posso perché non ce l'ho...ma, ma prenderei una spranga di ferro e gliela ficco su per il culo finché...finché  non muore.
Intanto mi continua a guordare seria, e lepersone intorno si mettono a ridere.
Poi va avantii e dice eh uno schifo - uno schifo, e anche Belen
quella là, la inquadrano sempre uguale che se mette su un chilo gli viene un culo enorme.
io non la guardo più la televisione, che fa schifo dice - guardo quel che resta della RAI,
"il grande Bordello" (e me lo ripete 3 volte pensando di dire una frase d'effetto)
Poi siam saliti sull'autobus e mi ha detto che i tortelli di zucca coop che compra suo nipote fan davvero schifo, ma che noi a Modena siam fortunati che abbiamo il mercato Albinelli che è il più bello che c'è.

Gli ho ricordato che hanno trovato uno stand con i topi.

ma ha concluso così

"Di sicuro non era un modenese, sarà stato una bancarella cinese o un pakistana"
e si sa che glia autobus a Modena son sempre pieni di modenesi. eh


25 novembre 2009

Ci sono cose...


Ci sono cose che per scriverle, occorre che passino diversi giorni, alcuni diversi mesi, altri diversi anni, altre uno se le porta nella tomba.
Ci sono cose che ti fanno vergognare di essere al mondo, altre che ti fanno venire vergogna che il mondo sia così mal fatto. 
Ci sono cose che non ci credi, che son proprio così.

Al mondo c'è un sacco di gente si sa, un sacco di gente significa che probabilmente un sacco di gente non la pensa come te, un sacco di gente  è ostile, un sacco di gente, ogni giorno gli gira i maroni, alcuni sono felici, altri meno, gente che popola il pianeta terra quello in cui sei anche te.

Allora tutto sommato una persona dovrebbe pensare che è uno dei tanti, uno dei tantissimi popolatori della terra, ed i popolatori della terra possono essere più o meno d'accordo su tante cose, essere stronzi o meno su tante cose, ma nonostante tutto il loro essere d'accordo o meno, dovrebbero avere una conoscenza almeno istintiva delle "gerarchie" della terra, quelle gerarchie che a volte son date dalla società, altre volte dalla posizione naturale delle cose, altre da chissà cosa.


Invece c'è gente, (e come mi sento sciocca a meravigliarmi) che non ha veramente minimamente idee di come sta il mondo, o meglio di come stanno collocate le cose nel mondo, e ne fanno sempre una questione "che dal momento certe cose fisicamente esistono si possono ottenere, e se questo non succede è solo perché di fatto il mondo è una cosa molto ingiusta"


Perché tutto questo prologo? Veniamo a noi.

Perché mi ha scritto ancora due anni fa, e guarda caso si è fatta risentire recentemente una persona che scrivendomi via mail è riuscita a scioccarmi.
Niente perversioni, calci nelle palle, sadomaso, no, cari niente di questo ma cosa?

allora io ho cercato anche di resettare questa memoria, di dire, ma lascio perdere, no, no, ancora a distanza di quasi due anni c'è una mail alla quale penso e mi fa talmente ridere e compassione allo stesso tempo, che una cosa così è davvero rara.



Mi scrive questa signora di mezz'età. (che tra l'altro in un occasione purtroppo ho conosciuto, ma giusto 5 minuti) dicendomi che ha scritto una storia bellissima.


Fin qui nulla di importante, penso, bene, un'altra che vuole l'editore.


Non solo la sua è una storia bellissima, ma una storia bellissima, che ogni volta che la rilegge si mette a piangere. e che vorrebbe rendere giustizia pubblica a tanta bellezza.


vabbè i solito narcisi scrittori penso.

Allora le dico, beh magari ci posso dare un occhio.


No, mi dice via mail no, semmai ci vediamo che ne parliamo di persona non è sicura la mail per spedire dei file.


Allora le dico, beh potresti mandarmi ikl manoscritto e magari lo passo a qualche casa editrice.


Ah no ! Le case editrici copiano le idee. 



bè, allora leggitelo te e piangi penso. ma non è finita.


"io pensavo che anziché un libro, da questa storia bisognerebbe cavarne un film, è talmente filmica mi dice che un film è molto più adatto alla mia storia che un libro"; scusa, si pubblicano tanti libri di merda e uguale per i film. Son sicura che sarebbe un film bellissimo la mia storia.



A me comincia starmi seriamente sui maroni, ma dato che l'ho conosciuta ho cercato di essere tutto sommato gentile, e dirle " potresti passare a sceneggiatura della tua storia ad uno studente in laurea al dams magari"


-Eh come? Mi risponde - No, guarda io avevo pensato che te con le tue conoscenze (?) potevi farlo leggere a quello che "Nel signore degli anelli fa la parte di Arargon" ...


chi?


massì dice "Vigo Mortesen" e mi spara tanto di link sul sito dell'attore danese.
Allora le dico che Vigo Mortesen non rientra nelle mie conoscenze.

e mi scrive indignata, che non importa, contatterà l'ambasciata danese.

Auguri dico.



19 novembre 2009

La volontà della poesia


Sento che ho bisogno di scrivere, eppure non riesco a farlo come vorrei, in realtà in questa settimana ho pensato a tante cose, ho visto cose semplici con gli occhi dell'emozione, che può essere questo cielo che al volo avevo fotofìgrafato, altro esempio mediocre, ma che non lo è quando ne senti dentro quella vastità, di cui si ride quando non senti.
Cose che mi hanno acceso molta volontà di andare avanti, ho aperto diversi file che ho aperto e sono in divenire; ho provato a sentire quello che veramente mi interessa portare avanti, e mi fa star male sapere di voler dire alcune cose ma non trovare adesso veramente il tempo, che quando ce l'avevo delle volte era una fatica cavare qualcosa...del resto quando si è nel succedere non si ha tempo per le descrizioni, perché si è descrizione, ma non è solo questo.
Il fatto è che è tutto molto fatica, sia quello che ha fare con l'editoria, ma prima di tutto con se stessi. Trovare quel tempo giusto per  far sedimentare il sentimento, poterlo dare così puro,o senza costrizioni, senza direzioni, oggi la prima corruzione è l'autoreferenzialità, e nel far passare il tempo che non riuscivo a dedicare al blog, l'esempio più banale, me l'ha fatto capire benissimo. 
Perché ci si affeziona a chi sai che ti legge, perché sei quello che sogni in fin dei conti. Oggi bisogna stare molto cauti a non confondere i sogni col l'allucinazione.

Volevo riportare un pezzo di Thomas Bernhard tratto dal libro "Coversazioni"

 ...un grande libro fondamentale che fa capire molto, come al solito T.B:


"Quando uno scrive ha sempre bisogno di un mezzo per poter scrivere. Può essere costituito dalla solitudine, da un albero, da un letamaio oppure da una persona; a qualcosa dobbiamo essere legati. Alla fin fine, quasi sempre a se stessi. Tutto il resto non sono che stupidaggini. Anche un cane, quando deve pisciare, cerca un albero o il muro di una casa. è un po' la stessa cosa quando uno vuole scrivere, è come orinare. Allora si cerca qualcosa, come un albero o il muro di una casa, e in genere si finisce per pisciare su se stessi, perchè questa è la cosa più ovvia".

12 novembre 2009

Intervista a Samina Seyed: Dall'Iran con bellezza



Intervista a Samina Seyed: dall'iran con bellezza

Come hai cominciato al tuo paese a lavorare come modella?
Ho cominciato ad avere interessi per la fotografia a 16 anni, a 18 lavoravo per due catene gioiellerie a Teheran, mia mamma mi fece conoscere i fotografi che lavoravano sui ritratti, e proprio mi piaceva essere fotografata...avevo già allora un buon rapporto con la macchina fotografica.

In quel contesto culturale è stato difficile intraprendere questa attività? La tua famiglia come l’ha presa? E i tuoi amici?

Sono nata a Shiraz e cresciuta a Teheran. L’Iran e un paese musulmano, e purtroppo da circa 5 anni diventato integralista. La mia famiglia è stata sempre vicino a me, anche in queste scelte.

Come mai poi sei venuta in Italia, e cosa hai trovato o non


Venivamo sempre con la mia famiglia in Italia, da quando sono nata, perché 1/4 della famiglia italiana è del Molise.
Poi, 6 anni fa,  ho conosciuto mio marito in Iran: lui è di Bologna, e 5 anni fa sono venuta a vivere con lui in questa città.

Hai trovato qui rispetto dove abitavi prima?


In realtà non so dire cosa ho trovato in Italia, pero posso dire che non mi vedo tra 5 anni qui a Bologna...lavoro a Milano e spero di trasferirmi per sempre un giorno! adesso sempre faccio avanti e dietro...non e facile...


Cos’è che ti è sempre piaciuto nel fare la modella?


Secondo me la bellezza è un regalo di Dio, e devi usarlo...per cui ho scelto di fare fotomodella!

Nella vita privata ti ha creato qualche problema con la
gelosia o no?

Non ho mai avuto i problemi di gelosia con mio marito perche non c'e n’è motivo...non ho mai fatto foto di nudo, per lo più  lavoro per make up, e fotografie di stile anni 30, 40, 50, fino a 80.con i vestiti e trucchi di questi anni.

Ci son state delle esperienze negative in ambito lavorativa
che cancelleresti?

Per fortuna non ho mai avuto le esperienze negative. Tutto positivo...ho imparato tante cose...

L’uomo ideale?


L'uomo ideale nn esiste.in genere l'uomo che capisce bene la donna è gay!

Col passare degli anni è cambiato il tuo approccio con il
posare come modella, il fare questo lavoro?

Ultimamente lavoro meno rispetto 2 anni fa, perche tutti vogliono lavorare in firmato TFCD che vuol dire Time For CD e io lavoro solo se vengo pagato!e prima di accettare il lavoro vado vedere il portfoglio del fotografo per vedere se è bravo o no.

Oltre a fare la modella tu stessa sei passata dall’altra
parte dell’obiettivo come fotografa, è una strada che intendi percorrere professionalmente?


Da due anni ho cominciato di lavorare come fotografa...mi piace tanto...lavoro con le modelle e penso di continuare...faccio il make up, gestisco la luce, i vestiti, e anche il modo in cui la modella si deve proporre davanti alla macchina fotografica; dopo lavoro su le foto. faccio tutto io! mi sto laureando in Visual Art e lavoro tanto nella campo della moda.

Pensi che la consapevolezza del proprio corpo porti nella
donna ad un apprezzamento estetico molto forte anche nei confronti delle altre
donne? Questo si può chiamare bisessualità o l’amore per la
bellezza prescinde il fattore sessuale?


A me piacciono le ragazze o le donne che si comportano in modo femminile. Io mi vedo come una donna molto DONNA e femminile. Apprezzo la bellezza di ogni cosa, una donna, un uomo, un quadro, una statua...a me piacciono le belle cose. Non sono bi- sex per niente! pero penso che tutte le donne hanno un po’ la bisessualità dentro...

Un grande insegnamento…



Nella vita impari ogni giorno, ogni secondo...nella mia vita per me la persona più importante è stata mia mamma che è una donna forte.

Altre passioni oltre fare la modella e fotografare a tua
volta?

Ho una grande passione per la moda, design, e il cinema!


Cos’è veramente importante per te?

Cosa è veramente importante per me...bella domandona...in questo momento il mio lavoro!una volta era l’amore, ma ora solo penso alla mia vita professionale! forse mi dici che sono egoista?! ;-)

Una frase che vorresti dire a tutti…

I have a dream.



Per contatti di lavoro:  samina.fashion@yahoo.com



10 novembre 2009

Alla ricerca del tempo perduto



























Alla fine di una serata dì una puntata con la Sciarelli alla trasmissione di "Chi l'ha visto" mi chiedevo se Proust l'avesse poi trovato il tempo.

Scusate è tardi, e la televisione fa male.

05 novembre 2009

Libertà, l'ho vista nei campi coltivati. Alla Merini


Quest'anno stato un anno di grande perdite, dal punto di vista artistico-culturale, Prima la Pivano e dopo La Merini (in mezzo Mike :/), mi sembra che delle due grandi donne citate non se ne sia parlato poi tanto, almeno non mi sembra sia stata data l'attenzione che meritavano, almeno mediaticamente considerando prima la Pivano e ora la Merini, certo caratteracci, posso dirlo con certo, almeno della prima, ma quanto hanno dato?! (e nel caso di Alda, quanto hanno sofferto)



Ci sono persone che morendo chiudono dietro li loro un mondo, la fortuna è che ci può rimanere una forte testimonianza di quel che è stato dato, però come dire, la mancanza è la mancanza, e siccome quando si è anche quando si vorrebbe non essere, si sarà per sempre, (Sartre diceva che si sarà di troppo per l'eternità anche quando si vorrebbe togliersi di mezzo).

Mi fa molto piacere invece vedere il calore rivolto a  queste grandi donne nei blog, nei pensieri personali, e nell'affetto. Troppa sofferenza a volte la vita.

Tante canzoni mi hanno fatto pensare a lei, ma uno in particolare di De Andrè, che è "Il suonatore Jones" -  che posto sotto una poesia di 

Alda Merini  da "Clinica dell'abbandono" ed Einaudi.

C'è gente che prende il granito
per farvi battere il cuore.
Dio ci prese la carne e l'anima
mettendo insieme i confini.
la nostra carne così debole, così informe
sogna di essere buttata nel granito
per perdere il cuore



 




"Sentivo la mia terra
Vibrare di suoni
Era il mio cuore,
E allora perch coltivarla ancora,
Come pensarla migliore.

Libertà l'ho vista dormire
Nei campi coltivati
A cielo e denaro,
A cielo ed amore,
Protetta da un filo spinato.

Libert l'ho vista svegliarsi
Ogni volta che ho suonato
Per un fruscio di ragazze
A un ballo
Per un compagno ubriaco".


  De Andrè

01 novembre 2009

L'impazienza di avere


























Ero sull'autobus e c'era uno che come ogni tanto accade cercava di attaccare bottone.
Mi dice più volte, (senza che io rivolga lui la parola)

- assomigli ad un'attrice di centovetrine
- assomigli ad un'attrice di centovetrine (bis)
- assomigli ad un'attrice di centovetrine  (tris)


finalmente arrivo alla fermata e mentre faccio per scendere, visto che non ci sian parlati lui mi urla:



- uàlla malacòopia.

Chissà perché quando uno ha solo un vago lontano sospetto che ci possa essere una remota possibilità di attaccar pezza sei il modello supremo di quello che loro pensano sia un modello supremo di paragone che dovrebbe lusingarti. Com'è prevedibile il mondo dell'impazienza.



Kafka sull'impazienza

Esistono nell'uomo, due peccati capitali dai quali derivano tutti gli altri: impazienza e ignavia. Per l'impazienza sono stati cacciati dal paradiso, per colpa dell'ignavia non vi fanno ritorno. Ma forse esiste un solo peccato capitale: l'impazienza. E' l'impazienza che li ha fatti cacciare, è l'impazienza che impedisce loro di ritornare.    




31 ottobre 2009

Buon 31 ottobre !


Insomma che sia una bella festa...


(ps ci tengo a dire che questa immagine l'ho personalizzata con photoshop ! giusto per non prenderne un'altra da internet ! e quindi farla un pò più mia, con quel micetto malfatto)




g

27 ottobre 2009

Montalto: 8 ragazzi stuprano una ragazzina, il giornale dichiara "Si è divertita anche lei"


Non è che ami particolarmente scrivere di cronaca, mi sembrerebbe di fare il giochetto dei tg, in cui con quell'aria dimessa e apatica si cerca quel morbosetto che piace e tiene attaccati alla tv buona parte della popolazione.

Però mi ha fatto specie domenica cambiando canale sapere di questa notizia di stupro: una ragazza di 15 anni è stata stuprata da 8 ragazzi di qualche anno in più, e questo è successo a Montalto prov di  Viterbo. 
La cosa che fa specie è come il paese si sia accanito contro la vittima, la ragazzina anziché gli 8 ragazzi. 

"Alcuni abitanti di Montalto, interpellati sulla vicenda con una telecamera nascosta, dichiarano invece "Io solo a quella lì e alla mamma le avrei impiccate e basta perché questi sono tutti bravi ragazzi". E un altro: "È una ragazzinata perchè prima di tutto è colpa sua, di quella lì".

"Lei già le aveva fatte altre ammucchiate...oltre a quella gita in cui aveva provato a denunciare questi altri...", dice ancora un altro. "I racconti erano che lei faceva proprio la zozza", un altro ancora. E "stà ragazza invece di venire qua a rompere a Montalto, l’avesse fatto a Tarquinia. Ma non era meglio?".



Queste son solo alcune dichiarazioni penso allucinanti, la cosa che più mi ha fatto specie è vedere in questo servizio, un padre di uno dei ragazzi condannati essere inferocito davanti le telecamere per trovare giustificazioni balorde al fatto successo, e per di più, quando un''unica donna di tutto il paese ha preso le difese della ragazzina, il padre di questo ragazzo la inseguiva anche dietro le telecamere in segno di disapprovo, in maniera manesca, cercava di levarla dal campo dell'inquadratura, quando lui era attorniato dai "suoi sostenitori".


Un'altra giustificazione che gli abitanti reputano attenuante è che la ragazza nel pomeriggio stesso avesse avuto un altro rapporto sessuale... e quindi beh ovvio se ce l'ha avuto anche nel pomeriggio, cosa volete che sia uno stupro la sera.
Altre voci che sia abituata a ammucchiate ed orge.

Allora io dico, ma quel padre come gli abitanti di quel paese, possono essere così ottusi da capire che tra volere una cosa e non volerla c'è una sostanziale differenza?

Se anche quella ragazzina, che io non conosco, (ma penso che come molte ragazzine possano sperimentare più o meno liberamente la sessualità alla sua età in maniera più o meno esplicita, e questo non è certo un crimine), sia la più zoccola del paese - che sia vero o no che sia abituata ad avere rapporti frequenti con coetanei o anche ammettiamo orge, questo leggittimizza un branco di ragazzi ad abusarne contro la sua volontà?

Questi così detti "figli di buona famiglia" e che durante lo stupro "si è divertita anche lei" come li hanno definiti i giornali del posto, hanno diritto a schierarsi pubblicamente tra l'altro dalla parte dei carnefici "dicendo idiozie simili, senza alcun rispetto per la vittima? -
Anche fosse stata la più prostituta dii tutte, nemmeno ad una prostituta gli si deve togliere il diritto alla propria dignità, alla volontà di sottrarsi a dei deficienti che non sanno tenersi il pisello dentro le mutande.

In ogni caso, questa gente di paese pure davanti le telecamere non è riuscita a far tacere la propria ottusità con parole e gesti. Complimenti, bei progressi, province e meno. La bigottaggine e l'ignoranza fa veramente schifo.

24 ottobre 2009

La befania


C'era una russa in treno e diceva che non lo sapeva se riusciva a tornare in tempo per la Befania.

20 ottobre 2009

Il limbo delle fanstasticazioni - parte 1

Quando si deve parlare a di un brutto libro, se non si è dei rancorosi, o non se ne parla affatto o si dice "è un brutto libro" - non lo consiglieresti mai a nessuno e sarebbe anche stupido cercare di spiegare il perché è un brutto libro, perché tutto questo non farebbe che dare credito a quella bruttezza finché se ne parla, e a qualcuno quella bruttezza che certo non si vuole tramandare potrebbe risultare anche se in maniera schifata una cosa che incuriosisce. Allora forse non ha molto senso.

Vorrei sempre fare molto discorsi sui libri e sui giudizi, non so se ha senso che oggi tutti giudicano cliccando il proprio gradiente di gradimento di qualunque cosa.


Faccio un esempio, su Anobii che per chi non lo conosce è un (edddài) social network specifico sui libri danno la possibilità di dare massimo 4 stelline di gradimento, in modo tale che uno può dare tante stelline in base al fatto che un libro gli pare bellissimo così così o gli fa schifo.
Ma quello lì che criterio è a pensarci?
4 stelline rispetto a cosa?

A quello che ho letto io?
A quella che è la storia della letteratura?
A quella che è l'editoria contemporanea?
A che cosa?

Così a sensazione questo o quello autore si merita tot stelline. E i giudizi li possiamo dare tutti dal critico al muratore, alla casalinga all'impiegato e questo è giusto. Tutti hanno voce in capitolo.


Forse è un bene, perché anche quelli che non si occupano di scrittura i lettori che è poi la gente gli piace o non gli piace, e basta.

Ma il giudizio pi giusto che si potrebbe dare è quello di un autore verso se stesso, perché nessuno ha letto tutti i libri, e per dare i giudizi su di un libro uno non deve occuparsi per forza di libri ma averne letto sì, sennò magari legge Moravia  e gli può piacere, o leggere le barzellette e dire, è un bel libro, e magari è un bel libro, ma allora io penso che un giudizio buono dovrebbe essere quello di un libro di un autore rispetto la sua produzione totale.
Faccio un esempio, uno scrive un libro
ah che bel libro, ah questo libro fa schifo. Ma cosa vuol dire? Nulla.
Uno che scrive un solo libro, è a sensazione. Macché sensazione, se c'hai la testa infarcita da tutti quelli che han scritto prima. E lui di che cosa ce l'avrà avuto infarcita  la testa? Magari di niente, e questo Cavazzoni direbbe che è un bene, e qui si è nell'intento puro, ma essere infarciti di niente vorrebbe dire anche non avere la velleità di pubblicare, o di fare come questo o quell'autore che prima di questo tizio ha fatto così o colà.


Ma fatto sta che è chiaro che se mi sento di dare un giudizio con l'intento serio dovrei saperne di quello che è stato scritto fin'ora.



Perché per dire se prendo un libro, facciamo il mio preferito di Paolo Nori che è Bassotuta non c'è, rispetto gli altri libri che circolano "nella così detta scrittura giovanile italiana" gliene darei 10 di stelline, ma poi se leggo Doestoevkij (che non centra nulla con la cosa tremenda citata sopra) gliene do 2, se leggo tondelli io gliene do 26 se leggo sempre se stesso medesimo Paolo Nori gliene do 10 stelline a bassotuba ecc ecc con i giudizi sugli altri libri.


Quindi si possono scrivere motivazioni più o meno valide e personali perché un libro piaccia o meno, ma il resto son quello strumento che oggi tutti pensiamo e non vogliamo altro che giudicare e essere giudicati in pratica. IL ché come dice semprer il bravo Cavazzoni, dà ai critici ad esempio quella sensazione di essere il precursore del giudizio onnipotente.


Tornado a lui ho letto l'ultimo libro di Cavazzoni, e siccome è un libro bellissimo, e un solo post non mi potrebbe rendere far giustizia, dico che la fortuna più grande sarebbe che capitasse per caso in mano ad una persona che non vuole fare lo scrittore e che continuasse a non volerlo fare.
Cavazzoni fa una grande introduzione su come si disrugge oggi l'idea di lettertura e  di arte tramite il giudizio, l'idea del giudizio di chi crea ecc ecc. Ma queste spiegazioni, che solo dette da lui hanno senso, non sono dal mio punto di vista la parte forte, anche se, la parte può sembrare un pò rancorosa, ma il fatto che l'abbia scritta prorrio Ermanno Cavazzoni mi fa dire che è un sentimento ideale dell'umano e un pò naif detto da lui, e se una cosa così l'avessi letta da uno sconosciuto, mi avrebbe dato molto fastidio, m aper come è scritta gliene avrei date 10 di stelline.

E oggi, come ieri, siccome sono molto triste, che mi scendevano le lacrime anche davanti 100 vetrine, e mentre mi scendevano le lacrime dicevo dentro la mia testa che non è possibile piangere per attori che recitano così male.
Così metto una delle parte molto divertente e tragica che ho trovato sul libro "il limbo delle fantasticazioni" Quodlibet edizioni- allora sì che avrebbe senso piangere.


limbo delle fantasticazioni di Ermanno Cavazzoni pag 65


Quando il pittore (o il fotografo eccetera) esce di casa e corre in un luogo, è perché sente che il mondo scappa; e deve correre, anche se per la verità il mondo non smette mai di scappare, in genere però non ci si pensa; ma improvvisamente aprendo la finestra al mattino e vedendo la brina sui tetti gli viene  l'urgenza, che è l'urgenza di andarlo a fermare, insieme ad una specie di disperazione, perché al massimo è un pezzettino minimo che si può sperare di fermare.
 Arriviamo alla questione della simulazione; Che cosa volevo dire con questo esempio? Che la simulazione è un fatto più vasto e fondamentale dell'arte, e che quel pittore (o... eccetera, eccetera)corre in campagna a dipingere, non è per fare dell'arte (e così fotografi e scrittori), questa faccenda dell'arte casomai viene dopo, anche casomai per giustificarsi davanti alla moglie, che se no non capirebbe come uno tutto un tratto corra in campagna per questa cosa che è l'universo che scappa; 

-"dove vai?", 
-"vado a fermare l'universo che scappa"

-"lascia che scappi" direbbe la moglie.
Dal ché si genera l'incomunicabilità coniugale



(...)


L'arte è un nome che copre tante attività o impulsi poco confessabili, anche metafisici o donchisciotteschi, fermare la freccia del tempo, questo non si può dire ad una moglie aprendo la finestra al mattino, né la moglie verso le nove lo può dire ai vicini, "mio marito è andato a fermare la freccia del tempo", oppure "mio marito era disperato per il secondo principio della termodinamica" 
"che cosa vuol dire?" risponderebbero;
"ma suo marito sta bene di salute?"


(---)


E' come se la simulazione, nelle cose dell'arte, fosse il primo impulso, che però non è artistico.
Che cos'è? E' l'impulso più generale e umano di passione verso un oggetto( un paesaggio, una persona, una vicenda) perché non scompaia; allora lo si vuol rendere portatile, questo oggetto, nel senso che gli si fa un manico, se ne fa un concentrato, e a questo punto non è detto che continui a somigliare, anzi, più si fa arte più diventa un organismo a sé stante, nel senso che tutta l passione si trasferisce dal paesaggio al duplicato, fino a che, non è più duplicato niente, o non importa di cos'era il duplicato, o ce lo si è scordato.

 Quindi il pittore torna casa e mette il quadro ad asciugare. Il mondo intanto là fuori continua a precipitare come la cascata di un fiume e a essere inghiottito nel nulla, compresa quella mattina di brina che è già scomparsa verso mezzogiorno (...)



Eventuali errori di battitura e punteggiatura sono miei eh.




16 ottobre 2009

Io spero che




















Quando Facchinetti a X factor dice a Samuele Bersani:

F - "ah nel tuo nuovo album c'è una canzone che si chiama "Il bombarolo" - non è che stai diventando un pò anarchico?".

B - A dire il vero è di De Andrè quel pezzo.


ecco io spero che scherzava a fare una domanda simile.

14 ottobre 2009

Sulla musica e il fattore X

Torniamo al sondaggio sulla musica, 
con molto piacere vedo che un indice di fastidio viene rilevato a "cantanti" se così si possono dire, ce certo di artistico hanno ben poco a vedere.
Non so se è perché io spesso parlo di musica, magari così non troppo nota ad un pubblico vasto. Ma io penso che sotto sotto, anche a pelle, voglio pensarlo insomma, anche ad un'ignorante l'approccio immediato è che Marco Carta, non sia un'artista,  che Max Pezzali faccia muscia per ragazzi per bene, con quella consapevolezza di fare canzonette, e che Gigi D'Alessio faccia veramente schifo.
Più discreto il giudizio sulle donne cantanti, ma forse questo dipende dal fatto che questo blog ha un audience a maggioranza maschile. Forse.
Se uno guarda i commenti su u tube, e nello specifico va nei video dei singoli cantanti, c'è sempre un'idolatria in genere di quello, o di questo, qualche voce fuori campo, ma insomma c'è guatdo per tutti.
C'è chi dice che Carta è un grande perché ha capito come fare i soldi, dicendo che De Andrè non vale una cicca, nonc apendo che non è certo Carta che ha capito come fare i soldi, prendo lui come esempio, ma è solo un esempio, ma quelli che hanno bisogno di gestire un target televisivo di un certo tipo, dove danno all'autore del momento una bella patina di lustro, per la stagione che ritengono giusta, efficace al loro fine, ma non c'è dubbio che se non ci fosse questo business, che da Carta non dipende, lui certo non esisterebbe.
Uguale chi pensa che i testi meravigliosi, collage di tutti altri pezzi, siano una sua invenzione. Manichini, quello in particolar modo, e come lui, tanti.

Magari lui, ha anche la convinzione di essere un bravo artista, è pagato, chiamato di qui è di là, è lui nella sua testa che stabilisce il prezzo, pure quello della figa che c'ha intorno.
Poi ci sono i furbi di professione, e acquisiscono da me un pochetto di più stima, D'Alessio fa tutto lui, dice tutto lui, fa cagare, ma vende la merda a caro prezzo, e ci riesce pure. Va bene. Siamo qui.
Max Pezzali, forse qualche pezzo l'avrà pure sentito vero, qualche, a me pure 15 anni fa mi faceva sorridere, si limita a fare il suo lavoro, nn d'artista, ma un lavoro  un lavoro, se non hai pretese, e io credo che non ne abbia troppe va bene, ti rispetto.
 Povia, come diceva a Pino Scotto in una trasmissione da Chiambretti, si è fatto cagare in testa dai piccioni, e lui stesso ritiene che nella musica ci sono quelli che ce l'hanno fatta, e quelli che non ce l'hanno fatta, lui naturalmente, alla stregua di Carta meno "figo da sbarbe" ma più pro-loco nonne e mammepapàperbene, si ritiene appartenetene alla prima categoria. Quindi in una posizione di giudizio.
Morgan lo ritenevo uno bravino, fino qualche tempo fa, l'unico tutt'ora a x-factor che sa dare un giudizio critico decente, ai partecipanti, ma che andassero 10 anni fa a chiedergli al caro Marco Castaldi se c'aveva l'X factor, e vedremo che cosa avrebbe risposto.
Gli altri  che proprio secondo me la musica la conoscono per sentita produzione, dovrebbero stare altrove, anche Morgan a dire il vero era meglio se stava altrove a fare quello che già faceva. Ma certo certe cose fan gola anche ai più integerrimi. Non lo metto in dubbio, anche se...certo si conoscono quelli che nel trappolone son caditi, ma quelli che con dignità, e hanno tutta la mia ammirazione, han detto dei no importanti, a importanti sistemi mediatici, mica si sanno.



Un bravo artista non deve farsi fottere, non tanto dai soldi, ma dagli abbagli. Qualcosa da dire ce l'aveva, e oggi forse raro, non parlare per sentito dire.
Nulla di strabiliante mai intendiamoci, ma ora che è tv, è tv, quelle cose che aveva da dire le trova nella formula che la televisione stessa vuole che le si dica, e anche questo è così molto distante dalla verità se mai covasse dentro qualcuno.
Peccato è un peccato.

Fazio ha avuto in trasmissione Jane Birkin un'altra artista stupefacente francese che più che mai negli ultimi anni ha tutta la mia stima, molto più che quando da bellissima cantava la canzone scritta per la Bardot Je t'aime, moi non plus.
Peccato. E' una cosa incredibile come con così forti personaggi, in televisione i nostri intervistatori riescano a denigrare i più riusciti intenti, con domande del tutto idiote, tipo cos'è lo scandalo.


Le interviste alla televisione sono in genere una coltivazione di luoghi comuni, lugubri cerimonie pubbliche e possibilmente come ben sappiamo scandalistiche (vedi Povia). Come una marmellata si spande sulle facce e sulle parole la coltre della banalità e della superfluità, e vi rimane spalmato il marchio televisivo, uno dei conformismi della specie più lugubre che i nostri tempi abbiano saputo inventare.L'intervista mi sembrava, All'inizio, l'intervista a Jane Birkin sembrava volgare come le altre. In qualche attimo, si sentiva la voce vera di lei che parlava in francese, ma subito si alzava la voce italiana che la doppiava e questa seconda voce aveva la solita coltre di marmellata, che nella voce della Birkin è assente. In più l'ho trovata molto coraggiosa a parlare della propria vecchiaia, del coraggio di non rifarsi ai soliti stereotipi pure estetici.


Non è facile apparire intelligenti in un'intervista alla televisione. Bè, passati i primi 5 minuti lei lo sembrava, con quel demente di Fazio che pareva non poco imbarazzato, spero dalle sue idiote domande, Jane Birkin aveva sui sul suo intervistatore la superiorità che ha una volpe sulle pietre, sulle sterpaglie, sui rettili da cortile, e poiché attualmente gli esseri umani sono o sempre più si studiano di rassomigliare a delle pietre o a dei rovi o a dei rettili, bello e raro era incontrare una volpe sullo schermo della televisione.

In ogni caso io credo che quelli che amano davvero la musica e sentano, sappiamo dove mettere mani e cuore, non son di quelle persone che si vuole rammaricare che l'indispensabile sia visibile agli occhi.


Intervista Povia VS Pino Scotto



Jane Birkin da Fazio

 



Jane Birkin live dall'album Arabesque