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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

31 ottobre 2008

Ezio Vendrame a San Remo

Grazie ad Adele che ha letto il post precedente su Ezio Vendrame e mi ha segnalato un link dove si può vedere un breve pezzetto di quella serata di san Remo...
E' all'interno di facebook, ma non serve essere iscritti per poterlo vedere....
peccato non si intero, perché quella serata me la ricordo come se fosse passata stamattina, ed era emozionante sentir parlare Ezio - più di qualunque altro cantante che fosse salito su quel palco...

Ecco QUI

29 ottobre 2008

Quel che si deve.


Oggi mi verrebbe da piangere, ma è sempre troppo poco anche piangere.
Un mio amico mi chiede perché non si può stare mai bene o quasi - io rispondo che forse è per non stare peggio; oggi è così facile patire, almeno se si ha un briciolo di sensitività, non basta molto per capire questo sfacelo che dalla società si infiltra nell'umano.

C'è sempre una catasta di cose da fare, inutili per lo più, ma che si devono fare. Inutili io penso per se stessi, ma necessarie per la sussitenza pratica, ma che abbatte la crescita umana - che ogni giorno è soffocata da quelle cose che si devono, che si devono e che si devono fare, mai un po' di pace.
Non si è nel "si fa quel che si può, ma in quel che si deve". Siamo così piegati in questo che non ce ne accorgiamo neppure, e la patiamo come una cosa naturale, come se il dovere fosse un'eterna influenza che è piombata dal cielo a tartassarci le giornate fino la morte.

Si arriva all'anestesia dei sensi, a non accorgersene del bello e del brutto, e quelle volte che ce ne accorge per davvero è un pianto che non basta, ma qualcosa che dilaga dentro e ti fa sentire irrimediabilmente perduto. Se per quell'attimo, e sempre se per quell'attimo te ne accorgi. E' passato così tanto da quando l'umano ha messo piede qui, eppure un cielo una foglia una strada, un parola cara sarebbe ancora in grado di darci qualcosa se solo si riuscisse a fare un po' di silenzio e sentire che queste cose sono già dentro di noi, bisognerebbe solo stare ad ascoltarle, e trovare allora sì quel punto di riconciliazione che al centro di noi, senza pensare che saimo noi, quell'incotro tra il fuori e il dentro - l'abbracciano che ci dà quel senso di pienezza tipica della gioia.
Dopo i sonni sono sereni e i risvegli con la pace nel cuore.

Ma a quanti e quando oggi si trova il tempo? La stanchezza fiacca l'anima, offusca il vero, o per chi combatte è un forte male. Sarebbe bello per certe cose, per tante cose poter tornare indietro, ma credo sarà sempre paggio, più lontananza...meno tempo per capire per capirsi, per amare nel senso totale del termine, e quindi si finisce ad essere dei gran creduloni costruiti nella cultura, ma non nel sentire, ci si copre di ignoranza, ma di quell'ignoranza animica - e purtroppo non c'è nulla che convince meglio le persone di scarsa intelligenza e emotività di quello che non capiscono. Così ci beviamo, si bevono (a seconda, perché nessuno ne è immune) quel che passa al convento, e con i grandi soldi che circolano ai piani alti, ci fanno stringere la cinghia dell'esistere. Come vorrei che queste parole venissero percepite!
Anche da me, perché solo in alcuni momenti pure io me ne rendo conto. E poi invece tutti in fila per sei senza alcun resto.

Si arriva alla conclusione che pure la vita alla fine serve per passare il tempo, e visto che bisogna farselo passare, finché non si ha una scusa decede per farsi andare - almeno per se stessi e per gli altri, beh si cerca di rimediare alla noia spesso con cose che no te ne frega neanche più di tanto.
Oggi mi pare tanto così, che ci si convince di cose che alla fin fine, ne potremo fare benissimo a meno. E perdiamo quello che di più prezioso dovrebbe preservare un essere umano, il tempo per sentirsi dentro, per dedicarsi veramente a quelle cose che più si ama, quello credo sia l'unico motivo per cui valga la pena respirare stando al mondo.
Pure i luoghi di un tempo, particolar modo i paesetti sembrano soli, non solo le persone Mauro Corona che a differenza di altri che portano il suo stesso cognome è un altro che stimo tantissimo, andatevelo vedere su you tube e leggetelo, quando dice che: le case i paesi sono come la gente, se non li si accarezza muoiono.
E oggi siamo così tirchi in carezze.

27 ottobre 2008

Baltica 9


E' uscito per edizioni La terza Baltica 9 "guida ai misteri d'oriente" - che mi raccomando con l'oriente questo libro non ha proprio nulla che fare, scritto da paolo Daniele Benati e Paolo Nori ... ultimamente faccio fatica a leggere, ma di qui e di lì lo si legge più che volentieri, se siete dei appassionati lettori invece lo leggerete ancora più che di qui e di lì e molto più che volentieri. Io prima o poi mettendo insieme tannti di qui e di lì lo leggerò tutto pure io, ma intanto pubblico alcuni "di qui e di lì" che ho letto...e che credo vi possano piacere...

Questa la premessa

«Vi piomberà addosso un cupore e una cupitudine e una cupetaggine simile a una disperatezza d’animo che non vi aveva mai colto prima. Non sappiamo dirvi perché. Ma sarà così e non bisogna voltargli le spalle nel modo più assoluto a questa disastrosa rovina del vostro umore perché la vita è fatta anche di questi momenti, e soprattutto quella del turista al quale invece paradossalmente si rivolgono le guide per abbindolarlo in un sogno di piacere. Niente affatto».

«Se chiedeste a degli occidentali che hanno vissuto per un po’ di tempo in un paese dell’ex blocco sovietico in cosa sono diversi gli ex sovietici dagli occidentali, forse loro vi direbbero che diversa è l’importanza che qui e là si attribuisce all’idea che gli altri hanno di noi. E se chiedeste loro come mai anche dopo la fine dell’ex impero sovietico continuano a tornare in quei famosi paesi ex sovietici, che cosa c’è di tanto bello, in quei famosi paesi, forse loro vi direbbero che la cosa bella, di quei famosi paesi, è che fanno paura».


pag 16

"Che la Polonia vedrete è un paese stranissimo per esempio in autostrada ci sono i semafori, anche in Austria avrete notato semafori in autostrada, solo in Austria eran sempre verdi, qui invece ogni tanto diventeranno rossi ci sarà della gente che attraverseranno e attraverseranno anche senza semaforo anche dei cani e delle biciclette, vedrete anche della gente che fa inversione, più di uno, e anche due che si saranno andati a stampare contro il guard rail della corsia di sorpasso che come avran fatto con la strada dritta non capirete sarete portati a pensare che sia per via del famoso coraggio polacco e nella macchina vostra crescerà un sincero sentimento di ammirazione per il popolo polacco così coraggioso e dentro la vostra macchina questo sentimento di ammirazione sarà l’unico sentimento presente fino a che non sentirete uno di voi sospirerà, significherà che è tornato a pensare alla doganiera slovacca che anche lei sembrava coraggiosa e altera e incorruttibile e così innamorata del proprio mestiere e poi dovrete inchiodare perché ci sarà un camion di pere che si ferma di colpo e poi l’autista che scenderà a pisciare e poi risalirà ripartirà come se niente fosse".

pag 56 -57

"Come vodka vi consigliamo la Diplomat che costa diciamo un euro a bottiglia, mentre con la birra potete andare sul sicuro comprando la Baltica 3 e la Baltica 9. La Baltica 3 è leggera ed è quella che si beve nei chioschi in riva al Baltico. La Baltica 9 invece è un po’ più difficile da trovare e naturalmente il suo contenuto alcolico – come suggerisce il numero – è più elevato. Ma non fate l’errore di berla assieme alla vodka tirando a sorsi alterni da un bicchiere e dall’altro perché poi si fa presto a partire. E se per caso non partite e pensate di avere una resistenza che vi permette di tenere sia la vodka che la Baltica 9, abbiate almeno il garbo di non dirlo al vostro amico Al’bin, non andategli a raccontare il giorno dopo che voi appena arrivati a casa avete organizzato una cena con gli altri vostri amici russi che avete bevuto la Baltica 9 con la vodka perché lui poi s’incupisce, comincia a girare intorno al tavolo con la sua sigaretta fra le dita, comincia a guardarvi di traverso senza dir niente, comincia a lanciarvi il suo sguardo severo di disapprovo e se per caso gli state parlando al telefono si sente il suo respiro cupo che si altera. Quindi mangiate, bevete, mescolate quello che volete, birra e vodka, ma che rimanga fra voi".

***

Poi la cena continua da sola e a fumare si va fuori nel terrazzino di servizio della cucina. Vi consigliamo di andarci anche voi perché questi sono dei momenti che rimangono impressi nella mente. Anni dopo infatti vi ricorderete di quando eravate in Russia, sul balconcino di un caseggiato, che fumavate una Belomorkanal davanti agli altri caseggiati popolari che riflettono la luce del sole attraverso le loro finestre e voi subito non avreste detto che quel paesaggio vi sarebbe poi rimasto in mente tanto a lungo. Invece sarà così. Perché ci sono dei momenti nella vita in cui uno è soddisfatto di essere lì dov’è e non vorrebbe trovarsi in nessun altro posto. Davanti a sé non vede altro che quattro o cinque enormi caseggiati popolari eppure non vorrebbe trovarsi in nessun altro posto. Anche il fatto di dover uscire per fumare una sigaretta alla lunga non lo sentirà più come una scocciatura ma come un sopralluogo turistico che lo spingerà addirittura a desiderare di essere nato lì e di aver vissuto lì con tutte le tribolazioni della gente che lì c’è nata per davvero oppure con le loro gioie. Non si può spiegare questo fatto a meno di non mettere sul piatto un gran mucchio di retorica. Ma vedrete che rimarrete lì sul terrazzino con la vostra Belomorkanal a guardare i caseggiati nella luce della sera che non cala mai e col sole che continua a riflettersi sui vetri mandando lampi di un bagliore accecante. Nel condominio di fronte c’è una gigantesca scritta che è stata fatta dipingendo una lettera a ogni pianerottolo sul muro dell’ascensore esterno e che dice: JA LJUBLJU TEBJA (TI AMO).

25 ottobre 2008

Beppe Maniglia...

E' fine settimana, un pò di leggerezza, cosa ne dite di Beppe Maniglia come sindaco di Bologna, ecco a voi lo spettro della Bolognosità...






facile no?

per chi volesse approfondire ecco il sito Beppe Maniglia

23 ottobre 2008

27 ottobre Piero Ciampi il film a Livormo


Mi sembra perlomeno doveroso dire che lunedì 27 ottobre alle 21.00 presso il cinema Mori di Livorno ci sarà la proiezione del film su Piero Ciampi Adius. Mi spiace probabilmente no potrò esserci ancora non ne ho la certezza però sarà fatica purtroppo è un lunedì - comunque con il cuore sarò lì. Ultimamente mi arrivano diverse mail di appassionati Ciampiani e questo a crescere nell'ultimo anno, io credo che il film il fatto che se na parli, ecco faccia bene...grazie ancora ad Ezio Alovisi che ripeto è stato tra i pochi inizialmente ad aiutarmi veramente per la realizzazione del libro. Ed ora ne devono uscire diversi uno esclusivamente sulla discografia, e una ristampa di quello che fu tutta l'Opera di Enrico de Angelis - io lo spero presto.

Poi pensavo anche a Ezio Vendrame, quanto ha dato anche lui per Piero - no so se ve lo ricordate al festival di S.Remo quando ha praticamente alla domanda di Bonolis chi erano i suoi preferiti - ha avuto il coraggio di dire che sono Piero Ciampi e Leo Ferrè avevano scalato le vette del suo cuore e in diretta ha dato del leccaculo a Gigi D'Alessio, la cosa incredibile è che con "il rumore" che ha fitto quella vicenda non si trovi l'episodio che era IN DIRETTA sparata, su You tube (probabilmente lo bannano). Ma trovo varie discussioni sulla rete tra chi lo ritiene un grande e chi un disturbato mentale.
Chissà perché c'è una così forte ostinazione a rifiutare la verità su tutta quella mafietta che c'è dietro a come ha detto bene Ezio "ma chi è quello lì che canta in napoletno?".

Posto in ricordo di Piero che Ezio Vendrame cita sempre e per rispetto di Piero e Vendrame questa intervista a cura di Cinzia Marongiu intervista del 4/3/2005

....


Che cosa ci faccio io qui? È la domanda che sembra aver stampata in fronte. Lui è Ezio vendrame, ex calciatore ribelle, scrittore di successo, anarchico da sempre e ora “opinionista solo per amore di Paolo Bonolis”

di Cinzia Marongiu


Più i fischi salivano dalle file del teatro Ariston, più lui sorrideva felice. “Un trionfo. E’ stato un vero trionfo”, commenta a colazione, seduto tra i tavolini dell’hotel. “Se mi avessero applaudito, sarebbe stata una tragedia. Non voglio l’approvazione del pubblico di Sanremo”. Eccolo Ezio Vendrame, la mina vagante di questo Festival. L’ex calciatore che si rifiutava di fare gol se il portiere era a terra “perché è troppo facile e non c’è gusto”. Il poeta spettinato e barbuto che si commuove solo a nominare Piero Ciampi, “l’amico di una vita ma anche il compagno di tante bevute e di tante notti passate a parlare con le stelle”. L’anarchico che non è mai andato a votare “perché l’unico politico che riconosco è Gandhi, uno che indossava un vestito senza tasche. Diceva che per rappresentare gli umili bisogna vivere come loro e non arricchirsi alle loro spalle”. Ma anche lo scrittore di successo autore di libri come “Se mi mandi in tribuna, godo”, “Vietato alla gente perbene” e “Una vita fuori gioco”, pubblicato lo scorso novembre dalla Rizzoli e già in ristampa. Ezio Vendrame, il ribelle, l’uomo-contro per definizione, anzi l’uomo al di là di ogni definizione, e da ultimo, l’opinionista che mentre sta seduto sul palco del Festival sembra aver stampata in fronte una sola domanda: “Che ci faccio io qui?”. Che poi, forse è la stessa domanda che si sono posti da casa tanti telespettatori. “Ma che ci fa questo qui?”. E che “Sorrisi” immediatamente rigira a lui.
Ezio Vendrame, cosa c’entra lei con il Festival di Sanremo?
“Niente e non so neanche se resisterò fino alla fine”.
E perché è venuto allora?
“Per due motivi. Il primo è Paolo Bonolis, il secondo i soldi”.
Può spiegarsi meglio?
“L’anno scorso Bonolis mi ha invitato a “Domenica in”. Il giorno prima, alle prove, un autore mi porge un foglio con le domande. Era la solita schifezza. Non ci ho visto più e ho deciso di andarmene. Paolo, però, ha preso il foglio e l’ha strappato. Mi ha trattato con una delicatezza infinita. Ha avuto rispetto della mia anima. E io a quel punto per lui avrei fatto qualsiasi cosa. Buttarmi nel fuoco, andare all’inferno, dargli un rene o un figlio o il mio sangue. Tutto. Perfino venire a Sanremo”.
E i soldi?
“I soldi li voglio, ma non per me. A me non me n’è mai fregato niente. Sono a posto quando ho il necessario. Ma il massimo è dare qualcosa alle persone che ami. E poi perché i soldi li devo lasciare agli altri? Sono venuto a beccarli anch’io”.
Dica la verità. Si è pentito dell’intervento contro Gigi D’Alessio?
“Non vedo perché. Ho detto quello che penso e quello che ho visto e sentito”.
Manco a farlo apposta due signori si avvicinano al tavolo. “Complimenti per il suo intervento. Finalmente qualcuno che parla con il cuore”. Ma lo sa che D’Alessio è il superfavorito del Festival? Vende tantissimo, non ha bisogno di ingraziarsi nessuno…
“Allora, a maggior ragione, il suo comportamento non mi piace. I grandi non hanno bisogno di nessuna gruccia. Stanno in piedi da soli. E le leccate di culo è meglio farle lontano dalle telecamere”.
Come si trova qui a Sanremo?
“E come vuole che mi trovi? E’ un baraccone di follia dove sono salito anch’io. La gente da casa non vede tutto quello che c’è intorno. Io mi vergogno quando, dentro l’Ariston, ti danno ‘sto pass. Non lo puoi neanche infilare in tasca. Te lo devi mettere addosso, come un collare. Ma io i collari non me li sono mai fatti mettere da nessuno. E poi è pieno di gente che crede di essere qualcuno e pur di crederci non ha pietà nemmeno per se stesso. Tutti con il pass, quasi a volersi identificare in questo trionfo del nulla”.
Per caso si è pentito di esserci venuto?
“No. Più che altro sono preoccupato per Bonolis perché so che lui mi ha chiamato qui con tanto amore. Ma che opinionista del cavolo sono? Io non sono un opinionista. Di sicuro non bistratterò nessuno. Ho rispetto di tutti, ma non parlerò di queste canzoni. Cosa me ne frega a me? Io sono una scheggia vagante. L’unico di cui posso parlare è Piero Ciampi”.
Perché questo grande amore per Ciampi?
“Perché ho avuto il privilegio di essergli amico. Non mi perdonerò mai di aver litigato con lui l’ultima volta che l’ho visto prima della sua morte. Lui non aveva litigato con me. Lui non litigava con nessuno. Io, invece, non avevo ancora percepito cosa significhi amare”
Ma com’era Ciampi?
“Piero non si può raccontare, si poteva soltanto vivere. Con lui stavi bene fino a una certa ora. Poi cominciava a bere, a fumare una Gitanes dietro l’altra e a torturarsi. Era un vero Cristo, un vero poeta. E i veri poeti secondo me non hanno bisogno di scrivere versi. Sono quelli che vivono da poeti. I fuoriclasse del coraggio”.
Come lei?
“No, io so solo che appartengo alla categoria umana. Ma in realtà sono un disadattato. Non c’entro niente con questo mondo. E neanche con gli altri. Non ho mai bleffato in vita mia”.
Mi racconta qualche episodio legato alla sua carriera di calciatore?
“Non sono mai stato un calciatore. I calciatori hanno soltanto due gambe. Io ne ho sempre avute molte di più. Giocavo a calcio per divertirmi. Non per vincere”.
E’ vero che non ha fatto gol, nonostante fosse praticamente a porta vuota?
“Certo. Giocavo nel Siena. La partita era Siena-Spal. Avevo fatto un’azione incredibile, scartando almeno cinque avversari. Avevo dribblato anche il portiere ed ero pronto a calciare in rete. Solo che mi sembrava una vigliaccata. Volevo dargli almeno un’altra possibilità. Così sono tornato indietro e due terzini mi hanno tolto la palla. Niente gol. I tifosi del Siena mi avrebbero amazzato. Quella sera sono rimasto barriccato dentro gli spogliatoi fino alle nove di sera”.
E il momento più bello della sua carriera calcistica?
“Quando ho smesso. Ho sempre voluto tenere il telecomando della mia vita. Un privilegio che ai calciatori non viene consentito”.
E ora come passa la sua vita? Si è sposato?
“No, ho avuto tantissime donne, ma non ho mai incontrato la compagna della mia vita. Meglio per l’eventuale “lei”, perché non è facile starmi vicino. Sono un’anima inquieta, sempre all’inferno. Per il resto, vivo a Casarsa delle Delizie, tra Pordenone e Udine. E’ un piccolo paese, dove l’unica persona viva è Pierpaolo Pasolini, che è nato lì. Vivo in un monolocale, un loculo praticamente. Ci sto dentro a malapena e passo il mio tempo a scrivere”.
Sempre?
“Sì, a mano. Odio computer e tecnologia. E’ così bello scrivere. E se di una poesia devo farne due copie, non faccio la fotocopia, ma la riscrivo a mano. La poesia e i libri mi hanno salvato dalla voglia di togliermi di mezzo”.
E ora? Sta scrivendo qualche libro?
“A settembre ne uscirà uno di racconti, “Le lacrime delle cose”. E poi pubblicherò l’ultimo. Un capolavoro assoluto perché non l’ho scritto io ma la mia anima. Si intitola “Eroe di carta” e sarà l’ultimo perché poi dopo quello non avrebbe più senso scrivere altro”.
Sicuro?
“Certo e se non sarà così, la autorizzo a venirmi a cercare e a sputarmi in faccia. E lo scriva, per favor

21 ottobre 2008

Rompicazzi


E' naturale, capita che ci sia chi mi scrive in maniera più o meno entusiasta o incazzata per quel che sono, faccio scrivo, sembro essere o altro, e lo accetto - va bene, so consocono anche persone interessanti con cui scambiare interessanti dialoghi, ogni tanto.
O volentieri do informazioni o curiosità se me le chiedono.
Ma da 3 giorni c'è una persona in particolare che insiste nel volermi conoscere, (non solo direi) non parlo di quelli che buttano un proposta o poi si rifanno vivi a distanza di tempo, ma una persona molto insistente parliamo di circa 13 mail in 2 giorni e mezzo notando che ho risposto solo a 2 delle 13 - quindi totalmente autoreferenziale.
Ecco io vorrei pure rendere pubblica tutta ridicolaggine e sfacciataccine, e purtroppo quando manca il senso dell'umorismo nelle persone e si aggiunge l'ottusità - beh è una gran mancanza credo per sé soprattutto e per quelli che ci vanno di mezzo, mi auguro tanto che l'ossesso passi pure a leggere quel che penso sul blog oltre che segarsi sulle foto.
Mi spiace perché i cretini li lascio andare ben volentieri, ma quando una cosa mi dà così fastidio renderla pubblica spero serva a placare l'enfasi dello scocciatore.

Non le pubblico tutte 13 ma solo alcune, tanto nelle più diceva buongiorno buonasera. E cmq sì sono un persona normalissima almeno fisciamente, io non capisco cosa si aspetta la gente, che sia un alien nel bene e nel male
...
Allora cominciamo mi tacca una pezza raccontandomi la sua vita e va bene, poi mi chiede di conoscerci. e io rispondo

Mi spiace per la tua vicenda personale, però come capirai non ci si può occupare di tutte le magagne dei vicini ti auguro in ogni modo ogni felicità.

lui

"...non ti ho scritto delle mie cose per occuparti delle mie magagne ma solo per rompere il ghiaccio...visto che mi sembri di ghiaccio ..sono in grado di risolverle da solo. anzi è una vita che risolvo quelle degli altri (ed in particolare delle altre) .ti completo allora il mio profilo ..dicendoti tutta la verità di te mi ha colpito la bellezza (l'intelligenza artistica) e quella tua frase nella quale dici che sei al verde ed invidi i benestanti..io sono un libero professionista bravo e quindi benestante e particolarmente sensibile alle belle ragazze ...ho subito pensato quindi che era il tuo giorno fortunato ed avevi incontrato l'uomo intelligente che poteva risolvere i tuoi problemi ...la vita di una bella ragazza come te è triste se si è al verde....diventiamo amici e sarai meno triste (e non interpretare questo messaggio come se volessi comprarti, ma ti voglio solo dire che non sono un noioso con problemi, ma un divertente che aiuta a risolvere i problemi)..."

(notare la frase che ho messo in rosso, perché se la vita di una brutta o media ragazza fosse povera non sarebbe triste...cmq sorvoliamo...il problema è che non c'è ironia.

Ultima mail dopo diverse alle quale non rispondevo


.cara gisy solo ora so chi sei
per caso ho visto il tuo sito (e prima di tutto ho visto che non hai gli occhi chiari come nella foto con la quale ti ho conosciuta) .ma diciamo sei una ragazza un più "comune" di come mi eri apparsa (e già questo giustifica meno ai miei occhi tutto questo tuo "tirartela" non rispondendo alle mie mail) .poi ho constatato le tue frequentazioni e le tue attività e ho giustificato ancora meno il tuo "tirartela" tanto con me senza farla lunga ...fatti sentire che magari scopri un inaspettato solido ingegnere .un bacio ..e buon pranzo anche per oggi (comunque sei carina)

boh, vi rendete conto ? Per fortuna che voleva essermi amico e dice che prima di tutto ha visto che gli occhi chiari on farlocchi hehe (ma cos'è la ribalta della razza ariana?)

Anzi petr mettere bene in chiaro che non sono una femme fatale metto una foto della presentazione di domenica dove c'era l'Eliselle e Baldazzini che ha scattato il buon gianfri alla Feltrinelli :)

20 ottobre 2008

Mia sempre

Se il mio primo libro non fosse stato su Piero Ciampi, sarebbe stato senz'altro su Mia Martini. Poche donne italiane scavano così in fondo con voce e sentimento, peccato la sorella.
Ma per me lei è sempre una spina del cuore.

Una delle prime apparizioni con la sorella "100 cortellate" a Montecatini follie



Stiamo come stiamo.



e vabbè, scontata però..."il mare d'inverno"

18 ottobre 2008

Errore di database


Tonino Menego stava morendo. Girò la testa sul lato destro del cuscino e mentre tirava l'ultimo respiro e chiuse gli occhi - in pochi secondo gli passò davanti tutta la vita di Paolo Soncini.

g

15 ottobre 2008

Alberoni: come potremo fare senza?


Forse che la gente in genere ama solo ciò che capisce, così si può compiacere di essere intelligente di ciò che capisce, ma non posso credere quando leggo alcuni pezzi di Alberoni che troneggia su uno dei quotidiani più importanza d'Italia tipo il Corriere tipo..

Concediamoli che non è più giovane che le connessioni neuronali siano un po' sputtanate, concediamoli che è un uomo di altri tempi, ma concediamo anche di dire che come riporta giustamente il blog di kataweb - quelle cose che scrive è "un palese esempio di banalità strapagate".
In un certo senso può anche far sorridere; a pensarci fa sorridere anche Deleuze e Derridà e compagnia bella quando scrivono e forse ci vendono aria fritta, ma almeno per vendercela questa aria fritta, questi francesi si sono inventati un linguaggio a descapito pure delle loro teste, almeno ci hanno provato a fare i furbi menandocela e forse menandosela, ma ragaz Alberoni no, no, bello vecchio e ruspante ci viene a dire in maniera limpida, poche ciance cos'è l'amore, cos'è la fiducia, la fedeltà, e tutte quelle cose a cui l'umano si interroga - beh lui ci risponde così come ogni domanda abbia una risposta facilissima e ovvia ! In realtà così facile che è proprio lui che deve venircela a dire...andate a dare un occhio al suo sito e vi tornerà il buon'umore (se non pensate che guadagna fior di quattrini dicendo ovvietà talmente ovvie, che sembrano barzellette "tipo sei stato tu a rubare la marmellata?" "No" "E in invece era stato lui" e giù a ridere.
Ma ci sono anche lettori che lo prendono sul serio, e dicono cazzo è proprio così - e quindi ad esempio alla domanda:

Come sappiamo se siamo innamorati?

lui seriamente risponde

"Come fai a sapere se sei veramente innamorato? Che non si tratta di una cotta momentanea, di una infatuazione? Studiando i sentimenti che provi quando sei lontano dall’amato. Non basta il desiderio ossessivo insistente di rivederlo, di sentiti dire ti amo, di fare all’amore. Quando sei veramente innamorato vieni preso da terrore panico che non ti ami più, dalla disperazione perché sai di non poter vivererespirare senza di lui. E quando lo ritrovi è come se fossi tornato a casa dopo un esilio di mille anni, come il bambino che terrorizzato e urlante finalmente trova rifugio fra le braccia di sua madre. Una dolcezza senza fine, uno scuotimento di pianto, il tuo essere che si scioglie, come un liquido, in qualcosa che è lui, che è voi due, che è l’intero mondo.

Andatevi a fare un giro sul suo sito davvero www.alberoni.it vi consiglio la sezione Appunti sull'amore.

Ce n'era bisogno?

Comunque son bel felice che nel sito di Amerigo Vespucci è il più votato con uno schiacciante 50% fin ora - tra gli autori da abolire.

13 ottobre 2008

Il mondo laico































Un mio amico mi dice

mi sta sul cazzo il mondo laico, mi sta sul cazzo il mondo bigotto, ma forse mi sta più sul cazzo il mondo laico.

Cioè? gli chiedo

come quei papà del cazzo che vanno in giro per il centro a spasso con i passeggini a fare i bravi papà. Poi entrano in una pasticceria e invece di chiedere i bignè con la crema chiedono quelli con la chantilly. Ma che vadano a dar via il culo.
E le presentatrici che vivono tutte alla Milano 2 che stanno andando in decomposizione e si danno la cipria.

Dice.

Beh a me la chantilly piace sinceramente, ma non gliel'ho mica detto.