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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

25 novembre 2005

Fetish latex e così sia


A grande richiesta anche via mail, (e poi mica che mi dispiaccia farlo eh), mi è stato chiesto di parlare di fetish...soprattutto di quello legato ai piedi.
Allora come ben si sa "un lavoro fatto con i piedi" in genere ha (eh sì dài facciamo quelli che ci sanno) "una connotazione negativa", ma non saranno per nulla d'accordo i veri feticisti e non me ne vogliano, se anch'io lo uso questo modo di dire a volte come battuta, e vedesi come il corrispettivo (inglese?) foot job non si possa tradurre se nelle parole sì, anche nel senso.
Oh ma quanti che si camuffano, nomi anomali, identità segrete, ma cosa c'è di male nell'essere feticisti? Io devo capire...
Cioè è molti anni che conosco gli amanti delle basse - issime estremità, ma guai mai parlarne pubblicamente. Cristo anche Petrarca ne parlava di feticismo, quello dei piedi poi va beh, mica del latex, o spanking (si scrive così?), ma magari, ma era solo questione di tempi...
Non lo so uno magari si gasa di essere un ladro, un criminale, un punkabbèstia (e di quelli, ah vuoi mai quanti che si gasano), ma ed essere feticista guai. (non dico che uno si deve gasare, però mica mi sembra così terribile insomma)..mi pare un po' un controsenso,

Comunque immagino che chi capiti qui per questo argomento o ci arriva tramite Saudelli, Baldazzini o il ben noto sito dell'amico Johnson "foot-o-rama" (mi pare) comunque c'è il link, sotto link naturalemnte...
Per quanto rigurda l'amico che ha scritto nel post sbagliato ((quello sullo scrivere) a dire il vero, ma anch'io non che fossi così chiara per cui sorry - tu), volevo rispondere che secondo me, quasi tutte le attrazioni avvengono per una qualche discrepanza che si avverte, se c'è troppa coerenza non si ottine un'armonia veramente armonica dell'insieme, si crea qualcosa di piatto, anziché tridimensionale, è come la simmetria, ci vuole qualcosa che attiri l'attenzione o da una parte o dall'altra la simmetria in sè pur essendo perfetta stanca...(credo che ci voglia una leggera anaomalia da un contesto ideale che può essere di qualuqnue natura non necessariamente fisica)
Il fatto è curioso, se come dice lui "a una bellissima ragazza puzzano i piedi", può non voler dire solo quello, ma può rivelare un'identità secondaria (cioè che non si lava eh sì, sì, ma non solo quello, cioè sarà una comseguenza di qualcos'altro)...allora può essere anche il senso della scoperta la discrepanza tra ciò che una persona vuol far vedere, e ciò che di un persona si percepisce, che poi in realtà in maniera meno esposta probabilmente vuol fare percepire anche lei...ma certe cose, anche se si pensano non si dicono...giusto?
Non credo sia una cosa così strana, provare attrazioni simili o sul genere. Certo l'idea "collettiva" non è questa cioè la coerenza che tutti dovremo avere nei confronti di un desiderio, che proprio perché è standard "si deve limitare" ai soliti gusti (tette, culo, gambe...ecc ecc, eh sì va bene, ma anche che 2 maroni... ) non ci azzardiamo ad andare oltre se non in confidenza, ma l'idea individuale rispetto l'attrazione è ben altro che l'idea comune sull'attrazione, e poi ancora meno si parla del feticismo legato agli odori, che nonostante sia sicuramente molto diffuso in Giappone e in altri paesi orientali anche in Europa e dunque ha un suo bel nucleo.

Io non sono una particolare amante del formaggio, anzi, ma poi il senso si è colto...e traslato sui piedi si capisce bene, però potrei sempre fare un paragone insomma con un mangiarino agrodolce che può piacere o no?
Va bene, va bene, adesso taccio, parliamone pure di piedi e fetish, me lo chiedete sempre e poi io mi diverto...

A sweet feet G

15 novembre 2005

Piero Ciampi

Carissimi, mi sembra doveroso aprire almeno una discussione riguardo Piero Ciampi.
E' un autore che secondo me non ha euguali in Italia in quanto autenticità. Anche lui come tutti ha subito delle influenze. Nel primissimo periodo si sente un inflessione a Modugno e un buon avvicinamento ai toni francesei in seguito. Se si pensa a "Tu no", potremo vederlo quasi come un clone della bella "Ne me quite pas" di Brel, ma in quanto autenticità, verità, ha metabolizzato delle situazioni e le ha fatte proprie in tutto e per tutto, in prima linea c'è sempre lui.

Persino nel modo di pronunciare le parole si sente che non finge neanche un secondo per assencondare un eventuale pubblico; così come i testi, le loro parole non assecondano nessuno.
Paolo Conte diceva : "A prescindere da cosa dicesse, la sua voce era già un fatto". Poi c'è il discorso poesie di Ciampi, (la raccolta uscita nel '92 "Piero Ciampi tutta l'opera" a cura di Enrico De Angelis spero vada presto in ristampa perché è un libro utilissimo e bellissimo per conoscere moltissime opere di Ciampi oggi introvabili diversamente), frammenti geniali, pensieri poetici, che però non so se chiamare poesie nel senso proprio del termine, perché i suoi versi sono svincolati dalle regole metriche, nonostante l'evocazione poetica sia altissima.

Se c'è una cosa sicura, è che ogni sua forma espressiva (poesia o canzone) rende l'idea che vuole rendere...
Tante cose le ho dette, sul libro e sulle interviste riguardo; ora scrivete e chiedete pure voi cosa ne pensate sia sulle canzoni che sulle poesia...poi rispondo...

Un saluto a Voi

02 novembre 2005

Arte o marte?


Quand’ero piccola, mio nonno cavava dalle piante grandi le radici, le lustrava con la carta vetrata e le lucidava; poi le attaccava con dei bulloni su per i muri di casa.
Ho sempre pensato che queste cose fossero delle cagate megagalattiche.
A distanza di tempo, vedendo i lavori degli artisti moderni, ho capito che mio nonno era un genio.

Cioè voglio dire cos’è il valore nell’arte?
Una cosa che mi chiedo da tempo e alla quale non so rispondere, è “Ma è giusto dare all’arte un certo valore, data una certa oggettiva difficoltà per costruirla, produrla, oppure il valore è davvero a prescindere?”
Faccio un esempio molto semplice, per esempio se io dovessi comporre un brano con il sax (per esempio), oltre ad avere fiato, devo innanzitutto conoscere lo strumento, conoscere la musica, avere una certa sensibilità alla melodia, avere un sacco di informazioni che mi permettano di creare con quel dato strumento; invece mettiamo caso nella fotografia, mi basta avere lo strumento e con un po’ di fortuna potrei anche senza averne un’approfondita conoscenza, ricavarne dei lavori apprezzabili e perché no, “spacciarli”per arte. Tanto basta avere dei riscontri a questo mondo…
La sensibilità riguardo lo strumento e il soggetto preso in considerazione è in entrambi i casi un elemento fondamentale, ma secondo me non basta, allora è giusto che tutte le arti possano avere pari merito?
Se io guardo una foto di Saudek o Newton, mi verrebbe da dire senza dubbio che è arte, se guardo la stragrande maggioranza delle foto spacciate per artistiche mi verrebbe da dire che sono probabilmente belle foto, ma non arte. Se ancora invece guardo quelle riviste (faccio per dire) geografiche dove vengono ritratti animali, e ci sono dei paesaggi e foto incredibili, io le ritengo fortemente artistiche più rispetto ad altrettante spacciate per tali, e so allo stesso tempo che chi lavora in quel senso non si ritiene e non ha la presunzione di essere artista…però…appunto.
Se sento Charlie Parker e non sono un jazzista faccio fatica a capire il suo valore effettivo, più di quanto non possa intuirlo tramite un’immagine fotografica di appunto Newton.
Allora tornando all’origine, la difficoltà riguardo la creazione di un’opera, dovrebbe o è indicativa del suo valore intrinseco..? E ancora, la difficoltà creativa incide anche sulla difficoltà di valutazione nei confronto della stessa, e quindi solo un pubblico davvero specializzato ci può dire cosa è o cosa non è valido? O è semplicemente riuscito quello piace ai più?

A voi ;-)

E’ solo perché è un artista che l’hanno preso per un egoista…

Piero Ciampi.