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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

28 agosto 2007

Fotoritocco, giusto un pò


Ho capito i post troppo lunghi che non parlano di sesso non me li fila nessuno. Allora ora faccio un test difficilissimo dovete dire quali tra le due mie foto è la più ritoccata.

La faccia è sempre la mia di base eh.

27 agosto 2007

Credi in BIO?

Dall'ultimo numero dell'ESPRESSO:

Posto questo articolo, perché trovo interessante l'analisi sui prodotti biologici attuali, anche se forse perché da molto tempo io seguo, credo possa essere travisata più del dovuto, anche se delle verità vengono dette ed è giusto così.

(...) L' Unione europea, nel
definire gli standard necessari per fregiarsi del marchio Bio, ha anche
scritto che scegliere questo tipo di alimenti fa bene all'ambiente e non necessariamente alla salute. Il biologico è uno stile di vita
eco-compatibile, che garantisce rispetto per terre, acque e animali. Ma non leva il
medico di torno. Eppure è su questo equivoco che regge il marketing di decine e decine di prodotti alimentari, sia quelli che fanno riferimento al bio solo nel nome, a mo' di promessa. Sia quelli che hanno, in effetti, la certificazione perché si tratta di frutta, verdura, latticini e carni provenienti da una coltivazione o da un allevamento biologico.
Ed è sempre sulla base di questo equivoco che si giustifica la
costante crescita del settore, come mostrano questi grafici, che saranno
presentati in occasione del prossimo Sana di Bologna previsto dal 13 al 16
settembre.

Proprio per documentare che si tratta solo e soltanto di un equivoco,
l'associazione Altroconsumo ha preso in esame sei categorie di alimenti
molto diffusi (latte, yogurt, confetture, frollini, cereali per la prima colazione e fette biscottate), e ha valutato sia la qualità degli
ingredienti sia la presenza di contaminanti (ormoni, micotossine,
pesticidi). Il risultato, che 'L'espresso' anticipa in queste pagine (i
risultati), è sorprendente. Perché non solo i prodotti bio non sempre sono
migliori dei convenzionali e assomigliano sempre di più a quelli industriali, ma spesso sono anche molto meno salubri. Di pari tenore sono anche
gli studi svolti sulle materie prime: nessuno è in grado di dimostrare che pomodori, mele, zucchine o cereali col marchio bio facciano meglio alla salute degli altri. Ma tutti vediamo che costano ben di più, con una differenza di prezzo che oscilla tra il 30 e il 35 per cento; che oltre il 30 per cento degli italiani li preferisce, e che a sceglierli sono in prevalenza trenta-quarantenni,
sono mamme desiderose di dare il meglio ai bambini, sono persone molto preoccupate di garantirsi un'alimentazione più sana possibile (come mostra
un'indagine Censis-Confcommercio).


Intendiamoci, né l'inchiesta di Altroconsumo né le ricerche scientifiche sui prodotti primi bocciano il bio: non fa 'peggio' del cibo convenzionale. Dal punto di vista nutrizionale è uguale. Ma fa molto meglio all'ambiente. E chi lo sceglie deve sapere che fa una scelta etica, politica, magari religiosa, ma non salutista.

Innanzitutto, come mostrano i test, perché il marchio bio non mette al riparo dai danni dell'alimento industriale: grassi, additivi, sale e zuccheri a profusione. Nelle confezioni di frollini esaminate, ad esempio, i grassi di palma e di cocco, di pessima qualità, fanno la parte del leone. È vero che nei prodotti bio sono del tutto assenti i fitofarmaci, riscontrati invece in due su tre delle marche convenzionali, ma perché tutti i bio usano farine ricostituite al posto di quella integrale? La legge lo consente, è vero, ma da prodotti che puntano sulla genuinità.

Ci si aspetterebbe vera farina, la stessa che troviamo invece in due marche convenzionali su tre. Cosa che, stando all'indagine di Altroconsumo, non accade. Negli yogurt bio, ad esempio, troviamo una lunga lista di ingredienti ben poco naturali: addensanti, coloranti, aromi, gelificanti. E nelle fette biscottate ci sono grassi di cattiva qualità, anche se sono completamente assenti tracce di fitofarmaci presenti invece nelle marche convenzionali. "Si tratta sempre di quantità ben al di sotto dei limiti consentiti dalla legge, e quindi non dannose alla salute", specifica la tecnologa alimentare Emanuela Bianchi:
"E la legge stabilisce limiti molto precisi e sicuri".

(24 agosto 2007)

Allora volevo precisare dei punti che possono essere equivocati-

E' vero che con la crescita del mercato diviene più difficile tenere i regimi restrrittivissimi che inizialmente il biologico proponeva, e di conseguenza a questa crescita si sono abbassati gli standard nei criteri di scelta e produzione di qualità per questi alimenti.

Naturalmente il fatto che gli enti di certificazione BIO siano tutti natura privata, fanno pensare visto che i soldi della certificazione li prendono da chi controllano.

Poi c'è il problema delle farine ricostruite, praticamente ora la stragrande produzione di farina è quella bianca normale, e paradossalmente industrialmente fare quella integrale è più complicato, per cui farina ricostruita significa che la farina base non fa altroché essere integrata con della crusca che è quella di scarto di lavorazione, spesso non bio e anzi con maggior pesticidi addosso perché la parte esterna del cereale è quella che più è esposta naturalmente.

Nel biologico buono questo non accadeva, ora in marchi di grande produzione accade.
Leggere le etichette resta sempre un buon metodo di controllo, sulla fiducia mica tanto, oli di cocco e palma non c'è dubbio che possano essere salubri, in ogni caso semmai fossero usati nell'uso della margarina biologica, per lo meno - non ci sarebbe l'idrogenazione a favore. Che non è poco.

Cmq sinceramente, che sia uguale ai prodotti tradizionali, questo no, magari di poco ma quel poco è meglio, forse non così meglio da essere indicativo per un miglioramento della salute, ma di sicuro se paragonati alla grandissima parte di prodotti importati che ne so dall'America beh è un'altra dimensione, poi se invece parliamo di prodotti regionali o italiani, capisco che forse un 30% sul prezzo non è del tutto giustificato.

MA sulla fiducia mai nulla, qui e altrove. Solo che spesso la fiducia ci è comoda.

25 agosto 2007


Per oggi non ho più lacrime, e dire che è già domani.

g

23 agosto 2007

Bondage in love




















Scusate l'assenza, in questi giorni son a Roma. Qui una gran fatica a fare foto bondage, poi qui non è ancora arrivata la frescura pre-autunnale. Ma domani torno nella bella Emilia. Insomma, il fatto è che da quaclhe settimana sto rovellandomi con un'idea da realizzare. Ovvero, scrivere una sorta di "diario ai postumi del bondage"; fare due settiamane ideali e vere a Roma con Franco Saudelli in legatura alternate (e forse qualche altra modella non si esclude Giovanna Casotto) ...poi sia mai che si parli di una diretta web ad orari stabiliti, ma tutto da vedere). E la sera nel tempo libero non legata scriverci un libro. Un libro che di fatto che sì potrebbe essere in parte sul bondage, ma su tutto quello che comporterebbe uno stato di legatura prolungato nei giorni. (umanamente possibile si intende con diritto di recesso in ogni momento) . Che ne so potrebbe essere la situazione antagonista la fatto di andare in giro a camminare per 2 settimane. Una situazione che ti crea una diversa formulazione del pensiero, e in base al pensiero scriverne la sera che si raccoglie. Perché la condizione fisica è una condizione dello spirito in un qualche modo anche viceversa. E credo ne uscirebbe da scrivere tra ipotesi passate e future e d'emergenza.

19 agosto 2007

Se il tradimento avvenisse con una donna...


Eccoci qui - ma se il tradimento della vostra partner avvenisse con un'altra donna?

Il 50% dice di rimanere piacevolmente intrigato - questo non mi stupisce più di tanto, in quanto nell'immaginario maschile le scene saffiche sono sempre molto ben volute. Però testimonia il fatto che il tradimento con una donna è sottovalutato come importanza, non prendono in considerazione forse che una donna per una donna potrebbe avere lo stesso valore di un tradimento con un uomo. Difatti la sessuologa Chiara Simonelli risponde così "Il lesbismo (anche se transitorio) non mina le radici sociali è spesso guardato con divertimento, sottovalutato quando non pensato come semplice prodromo dell'evento erotico per eccellenza: arriverà un maschio vero e rimetterà le cose al loro posto...finalmente! Insomma è un gioco da ragazze senza peso né importanza"

Il 23% infatti dice che se proprio non rimane intrigato - comunque la prenderebbe tutto sommato meglio che se avvenisse con un uomo. Anche questo non è difficile da interpretare e come dice una psicologa "per l'uomo in questo senso non c'è un confronto diretto con se stesso, verso qualcuno che lo possa rappresentare specularmente - crolla il senso di confronto e di sentirsi "di meno" - in poche parole, una donna, può dare magari alla partner delle cose diverse in quanto donna che l'uomo in questione non può dare.

Il 19% è un non saprei - e forse questa è l'eventualità più reale, non sapere poi in effetti come si reagirebbe. Credo sia davvero imprevedibile tra come si pensa di reagire e come si reagirebbe.Vorrei poi vedere in effetti se qualcuno oltre al tradimento estemporaneo, venisse lasciato definitivamente per una donna! Mi rammarica un po' come qualcuno mi ha fatto notare non aver messo "Allo tesso modo che se avvenisse con un uomo" pazienza, forse è la mia disillusione di partenza.

L'11% comunque dice che la prenderebbe anche peggio. Questa l'altra spiegazione della facciata del così detto "sesso debole". Un uomo si può sentire meno uomo se la propria partner lo tradisce con un altra donna, come se si si sentisse sminuito nel suo essere uomo, tanto da preferire addirittura una donna a lui!


Allora mi spiace che si prenda sempre così sotto gamba l'importanza che una donna possa nutrire anche se in maniera a volte transitoria per un'altra donna.
Io son qui - che aspetto anche in anonimo naturalmente le vostre motivazioni del

perché credete di prendere in un modo o nell'altro questa eventualità e se invece foste lasciati per una donna? Rimarrebbe invariata la risposta?


Buon fine domenica e inizio settimana!

14 agosto 2007

Giovanna Casotto: Intervista a me stessa


Oggi Giovanna mi ha spedito questa "intervista a se stessa" tante e sempre le solite domande dice, messe in chiaro una volta per tutte...ecco qui...

Comincerei con l’erotismo


L’erotismo mi attira in tutte le sue forme, dall’arte alla scrittura, dall’esperienza reale al sogno. E’ il mio unico vero interesse, gli altri sono solo secondari. Mi piace approfondire questo argomento e sentire altre voci a riguardo, perché niente più dell’eros muove la mia vita, niente più di esso scandisce il mio tempo e niente di più segna il mio spazio! Insomma, tutto ciò che mi riguarda trasuda erotismo…E quando posso, una volta acquisito, cerco di distribuirlo e spargerlo lungo i sentieri che percorro…tra la gente…attraverso i miei disegni…E’come se la vita mi avesse dato un compito e mi avesse detto: “vai e regala sogni d’amore!” Io ci provo! Non E’una presunzione la mia, ma un tentativo di condividere le mie fantasie con gli altri. Raccontare i sogni è un po’ come viverli, senza fare i conti con la realtà. E’ un po’ come liberare l’anima.
Sognare è necessario! Certo il rischio è quello di confondere la realtà con la fantasia, ma il “segno” confina il “sogno” nella bidimensionalità del foglio di carta. Eccolo così costretto a distinguersi dal mondo reale! O meglio, l’atto di fissare le fantasie nel disegno conferisce loro il valore di sogno.

Come nasce la passione del disegno?

La storia è lunga! Per chi può permettersi di annoiarsi , eccola qua:
…fin da piccola ritagliavo per me un angolo dei sogni ( tipo l’area-fumatori all’ikea ) in cui mi isolavo dal resto del mondo per vivere indisturbata le mie fantasie. A pensarci bene, però, era stato il resto del mondo ad isolare me, avendo deciso che la mia infanzia dovesse svolgersi nella desolata campagna veneta.
Lontana dai miei genitori, dalle mie sorelle, dagli altri bambini e dal progresso, mi ritrovavo sola tra vigne e pannocchie a fare i conti con il nulla. Cominciavo così ad immaginare un mondo fantastico, fatto di sogni e visioni. Era il mio piccolo grande mondo…così diverso da quello reale, ma vero!
E quando, anche questo mondo mi abbandonava, acuivo i sensi per avvertire, intorno a me, un benché minimo segno di vita. Vista, udito, tatto, olfatto e gusto s’impegnavano a percepire nei minimi dettagli tutto ciò che mi circondava. Ecco che, un leggero fruscio di un filo d’erba mosso dal vento, diventava per me un evento…là, dove non c’era niente…là, dove non succedeva niente!
Il mio spirito di osservazione s’ingrandiva in maniera esponenziale, necessariamente!
Mentre trascorrevo l’infanzia dalla nonna paterna, mia madre restava a Milano con le mie sorelle, rafforzando, così, l’amore per loro. Io cercavo, piuttosto, l’amore di mio padre, credendo che quello di mia madre si esaurisse con loro. Ma come potevo conquistare l’amore di mio padre, anch’egli così distante? Dovevo trovare un momento d’incontro con lui, intimo, emotivo, esclusivo. Così,cercai la sua attenzione attraverso il disegno. Essendo mio padre un ottimo disegnatore, di certo si sarebbe interessato a me vedendomi intenta a coltivare una passione che era anche la sua. Si dice che le passioni uniscono! Eh si, sentivo che mi amava quando si dedicava alla correzione dei miei disegni.
Ecco perché ancora oggi disegno! Ecco perché credo che “disegnare” non sia una dote, ma un bisogno di comunicare, un atto d’amore, una ragione di vita. Il disegno è un linguaggio che rende comprensibile un messaggio, che comunica sentimenti ed emozioni.
Dal punto di vista tecnico è solo un po’ più complicato della scrittura. Tutti possono imparare a scrivere e a disegnare se ne hanno voglia o necessità. Non credo alle doti, tanto meno a quelle innate. Saper disegnare è solo una questione d’allenamento, non una dote!

Erotismo: passione vitale?

…Mia nonna era molto povera e costretta al duro lavoro nei campi. Non aveva tempo per me.
Le uniche attenzioni che ricevevo, lì, durante la mia permanenza nella campagna veneta, erano da parte di alcuni miei cugini più grandi di me, che di quando in quando venivano a farci visita. La loro presenza rendeva le giornate festose. Giocavamo alle carte fino a tarda notte e la casa si riempiva di voci e risate ed io ero contenta. Loro mi davano mille attenzioni, baci e carezze.
Durante le partite a carte, giocate intorno al grande tavolo di marmo, qualcuno di loro mi teneva in braccio e, senza pudore, frugava con le proprie mani nelle mie mutandine . Io di pudore ne avevo, nonostante la mia tenera età, ma li lasciavo fare, perché quelle carezze mi piacevano, Dio sa, quanto mi piacevano! Le loro dita sembravano esperte e con dolcezza, mai con arroganza, distribuivano al mio corpicino tanto piacere.
Mio cugino P. aveva un tocco leggero e delicato. La sua mano sembrava essere la più esperta. Trovava subito il punto giusto e con le estremità delle dita lo stimolava fino a farmi addormentare felice sulle sue ginocchia. Il grande tavolo di marmo riparava il nostro gioco dagli sguardi altrui, nascondendo la mia intimità e il suo interesse per me, che probabilmente cresceva dentro i suoi pantaloni. Non ne ero così sicura, ma di certo ricordo la mia carne di bimba che diventava molle e soffice al tocco delle sue carezze, rendendosi disponibile come una schiava che si sottomette al suo padrone.
Talvolta veniva a trovare la nonna una mia cugina,anche lei più grande di me. Era bella e aveva un carattere molto forte. Tendeva a dominare. Non era molto alta e aveva un corpo esile ma con delle grosse tette. Anche le sue tette sembravano dominare. Le piaceva tanto guardarsi allo specchio e si spazzolava spesso i capelli. Dopo pranzo ci coricavamo insieme nel lettone della nonna per una pennichella. Ricordo ancora la freschezza di quelle lenzuola di cotone grezzo e il loro profumo di sapone di Marsiglia. Ma ricordo soprattutto il sapore di mia cugina, appetitoso, forte e deciso, lì, dove agli uomini piace perdersi. Si spogliava completamente davanti a me. Esibiva compiacente il suo corpo pretendendo il mio sguardo e le mie carezze. Guidava con autorità le mie piccole mani verso le parti più sensibili del suo corpo, insegnandomi a muoverle in modo tale da procurarle piacere. Eh, si…mia cugina amava gli specchi. Ne aveva persino uno piccolo da borsetta. Porgendomelo mi chiedeva di muoverlo intorno alla sua vagina per vederne il riflesso e potersi ammirare, mentre se ne stava supina nel letto.
Le piaceva guardarsi la fica. Mi ordinava di aprirla, di scostarne leggermente le labbra e di assaggiarla. Imbarazzata obbedivo. Nel frattempo lei si carezzava il seno e dondolandosi mugolava soddisfatta. Io rimanevo lì, un po’ impacciata. Non potevo comprendere quelle sue necessità, considerata la mia giovane età,ma capivo bene che facevamo qualcosa di proibito dai suoi lievi sussurri e dalle mandate di chiave inferte alla porta. Temevo che qualcuno ci scoprisse e che sarei stata punita per quel che facevo. Ma temevo ancor di più di deludere mia cugina. Lei, si, che mi avrebbe punita se non avessi eseguito i suoi ordini!
Perciò, nonostante le mie paure continuavo quel gioco, che, in verità, cominciava a piacermi. Non so dire perché…..mi sembrava una forma d’affetto che prevedeva attenzioni davvero speciali.
Mia cugina era esigente quando m’impartiva gli ordini: “ Togliti il vestito”…” Sfilati le mutande”…” E ora sfila anche le mie”…” Prendi lo specchietto e puntamelo in mezzo alle gambe”…” Voglio guardarla…ecco così…sei proprio una brava bambina…lo vedi anche tu come è gonfia e rossa!...Ti piace, vero?...Aprila un po’ di più…e ora assaggiala!...Su, da brava, baciala.”
Ed io la baciavo, mentre lei premeva la mia testa contro il suo sesso, immobilizzandola, costringendomi a bere tutta la sua smania sessuale prima che scivolasse via.
Io, per forza, assaggiavo e bevevo…che sapore! Corposo e intenso come quello di un vino d’annata!
Anche lei voleva assaggiare e bere. Perciò, finito il mio compito, mi sollevava la testa e portandola verso la sua, mi baciava la bocca succhiando quel che rimaneva del suo nettare. Infine mi stringeva a sé con un abbraccio quasi materno, come per ringraziarmi, e si addormentava esausta sopra di me.
Era bello sentire il suo corpo incollato al mio dal sudore. Mi sentivo adottata, amata come una figlia. Lei si addormentava sempre prima di me, mentre io rimanevo un po’ lì, a scrutare le nostre nudità rigate dal sole che filtrava timido attraverso gli spiragli delle persiane.
Poi mi addormentavo anch’io.
Così, senza rendermene conto, mi ritrovavo intrisa di eros fin dalla primissima infanzia. E quell’eros entrò a far parte della mia vita radicandosi in me come le fondamenta di una casa.
Insomma, l’infanzia condiziona per sempre l’avvenire di un individuo portandolo a conformare i propri sentimenti alle emozioni primarie. La formazione psichica di un adulto dipende dai suoi primi anni di vita: così dicono gli psicologi. Nel mio caso, ecco spiegato lo spirito di osservazione, maturato in condizioni di solitudine. Ecco spiegata la passione per il disegno come mezzo di comunicazione e bisogno d’amore. Ecco spiegato il forte interesse per l’erotismo percepito come forma d’affetto da una bambina abbandonata a sé stessa. Ed ecco spiegata la scelta di fare fumetti erotici come sintesi delle mie prime emozioni.
Pornografia ed erotismo: definizioni che oscillano? Esiste un confine?

L’eros è la componente sessuale dell’impulso amoroso e i suoi riflessi profondi sulla psiche sono unici e personali. La psiche è il complesso dei fenomeni che consentono all’individuo di formarsi un’esperienza di sé e del mondo ed è specifica per ognuno di noi. Le passioni, gli istinti, gli atti nei riguardi del sesso variano da individuo a individuo facendo dell’erotismo una questione del tutto personale. Perciò, un’immagine, uno spettacolo, un argomento, possono sembrare erotici ad alcuni o pornografici ad altri. Si dice che la pornografia sia l’erotismo altrui, mai il proprio! Infatti, come può il proprio impulso sessuale che è anche un impulso vitale, considerarsi pornografico e/o osceno?
Insomma, il confine tra erotismo e pornografia oscilla seguendo il proprio gusto e pudore. Chi può dire che questa o quell’immagine sia pornografica anziché erotica?
Lascio a voi la risposta!
Nel frattempo io continuo a disegnare fumetti.
Erotici o pornografici che siano, poco importa! Lo scopo è quello d’accontentare divoratori d’immagini che sognano con me certe fantasie e che dividono con me certe emozioni.

La storia nei miei fumetti non è fondamentale...

La storia è solo un pretesto per disegnare! Il disegno nei miei fumetti racconta da sé. Non è una presunzione la mia, ma una scelta. Scelgo il segno come portavoce della sensualità. Bastano le sfumature della grafite per dare la sensazione di carnalità. Non occorre una storia! E poi, non ho grandi storie da proporre, ma solo sensazioni.

Riguardo la femminilità…

Femminile è tutto ciò che appartiene solo alla donna. Dalla sensibilità d’animo alla cellulite. Dal fascino della seduzione alla grazia con cui una donna ondeggia camminando, a piedi nudi o con un paio di scarpe dai tacchi a spillo. Dall’assunzione di atteggiamenti di pin-up ad ammiccamenti e sorrisi.
Questa è la femminilità che mi piace rappresentare!
Una femminilità giocosa e spensierata, tipica delle “donnine” del dopoguerra che amavano farsi belle enfatizzando, con abbigliamento ed accessori, le proprie forme come forte richiamo sessuale per l’uomo. Ma attenzione! Non parlo di donne-giocattolo, ma di donne che giocano, ironicamente…scherzosamente.

13 agosto 2007

Replica con Giovanna....


Per chi fosse interessato, segnalo che stasera alle 23.30 su Italia 1 andrà in onda la replica della trasmissione "Il bivio" con Ospite Giovanna Casotto....

Ah da oggi, ogni settimana in fondo alla pagina metto un sondaggio su argomenti che mi interessano...se volete mettere le vostre preferenze ben vangano ;)

Intanto Buona estate...

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09 agosto 2007

Real Dolls che passione...


Le Real Dolls... qualcuno di voi avrà già sentito parlare di queste bambole-donne a misura umana super perfezionate...
Grazie alle tecnologie sviluppate nell’industria hollywoodiana degli effetti speciali le Real Dolls sono oggi le più realistiche bambole sessuali del mondo. Il realismo va oltre il semplice aspetto, l’esoscheletro in PVC permette al corpo le stesse posizioni di un essere umano, mentre il corpo in silicone riproduce le fattezze di una donna (o dell'uomo) persino al tatto. Si possono combinare tipi di corpo, facce, capelli, colore degli occhi. prezzi vanno dai 6.500 dollari ai 10.000 e in alcuni casi anche più.

Il fenomeno è guardato con curiosità da sociologi , sessuologi e giornalisti, anche perché giungono notizie da tutto il mondo di consumatori così soddisfatti da portare ‘fuori’ la propria bambola per il weekend o persino in vacanza.

Io credo che questo sia l'inizio dell'era inorganica; veramente la società sta cambiando tantissimo e una buona fetta dell'umanità si preparerà a perdere il contatto con la realtà della quale siamo ancora testomoni.

Del resto - chi lo farà lo sforzo di legami "per tutta una vita" o anche fosse temporanemente una seccatura - con una compagna-compagno con chissà quale esigenze ?
Quando una bambola sta pure zitta non si lamenta mai e pare pure vera?

Beh, non credo proprio che una bambola possa davvero sotituire una persona; però c'è da dire che questo è un fenomeno in espensione, in America molto più che in Europa momentaneamente, e si sa che quello che avviene in America dopo un po' ce lo ritroviamo tra i piedi senza dire bao, anzi sentendoci pure onorati in un qualche senso.

Internet dà la possibilità di pensarci vicini senza esserlo, di essere ovunque,ì pur stando seduti sulla stessa sedia. Il cambiamento delle comunicazioni, implica i ritmi ossessivi, dove l'illusione di guadagnare tempo è solo una corsa verso se stessi, e non si raggiunge nulla, se non un caos del tutto , delle distanze e delle illusioni dei rapporti facili che dà una botta l senso dei valori.

Cosa intendo?

Prendiamo per esempio il campo editoriale.
Fino 30 anni fa, se scrivevi, e scrivevano in pochissimi, per sapere se il tuo libro aveva una possibilità di esesre prodotto, lo si scriveva (a macchina) anche gli il fatto degli errori senza - copia incolla, solo possibilità di riscrivere, cose che ora non ci passa nemmeno per la testa. Forse non so si poteva fotocopiare ad un certo punto, spedivi la copia e chissà forse prima o poi qualcuna delle poche case editrici esistenti una quindicina al massimo. Certo per andare avanti bisognava esesre tenaci, veramente tenaci.

Ora si scrive si spedisce via mail in tempo reale a destra e a manca, case editrici ne sono sbucate di ogni genere piccole esistenti, piccole inesistenti, vanity press ecc...e certo se uno vuol provarea scrivere ci prova tanto il testo è madabile a varie centinaia di pèossibili produttori....perché non provare quindi se c'è lapossibilità di guadagno, la facilità di scmbairsi informazioni ecc ecc.

Un tempo voglio dire uno sforzo era una soddisfazione vera, oggi si è molto più in balia della statistica, l'incremento delle case editrici è sicuramente dovuto anche al fatto di questa comunicazione fast - esistono case editrici non serie perché "chiunque" ormai vuole provare a scrivere, ed esistono grazie anche a questi manoscritti, questa o naturalmente poi condiziona il mercato generale, e le stesse grandi casi editrici che un tempo erano serie ora non lo sono più, non più di tanto.

Lo stesso avviene per certi versi nei fenomeni delle relazioni, possiamo spostarci cercare di conoscere stando comodi, non ci sentiamo vincolati ad un dovere sociale così radicato come poteva essere prima degli anni '70 così sappiamo che possiamo cambiare più o meno quando vogliamo anche qui è abbastanza illusorio, e penso crea molta instabilità emotiva.

Le scelte oggi hanno un peso specifico decisamente minore, ma sono perennemente in fibrillazione.
Per cui non mi stupisco se con svogliatezza di relazione vedrò tra un po' qualcuno portare la propria real doll a cena baciandole la mano.

E' un esempio lampante di come la solitudine esiste, tanto più di fitto sembra farsi il mondo, che arriviamo a preferire una solitudine da soli che una solitudine in compagnia, ci sentiremo meno in colpa.

Gianni Celati in storie di solitari americani scrive questo pezzo che credo riveli in pieno la situazione non ancora del tutto nostra, ma che in un tempo relativamente breve prevedo avvicinarsi:


"la solitudine “non è l’effetto d’un incanto naturale, ma d’una specie di disincanto che si installa tra gli uomini, nelle sacche di estraneità che si formano all’interno della vita sociale. I suoi sintomi sono legati alla crescita di grandi masse anonime nella vita urbana, dove non si possono più a nascondere le distanze assolute che separano gli individui; perché le masse nascono dalla somma di unità separate che resteranno sempre separate, e perciò la solitudine sarà l’esperienza critica più diffusa dei tempi moderni. Più che nella narrativa europea, è nel racconto americano che questo aspetto della vita sociale prende spicco; e il suo fulcro non sta più nel pathos di un’interiorità abbandonata a se stessa, ma nell’esperienza di chi si è lasciato alle spalle i legami protettivi nella comunità d’origine.”"

07 agosto 2007

Attrazioni



Io NON sono come mi vuoi, ed è per questo che mi vuoi.


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02 agosto 2007

Pornocrazia 2


Qualche tempo fa - scrivevo sulla discriminazione sociale verso le donne che usufruiscono di materiale pornografico - disicrimine che mi viene raccontato tramite varie e-mail e commenti di ragazze, nonostante molti dicano che la parità e la libertà sessuale tra i sessi si stia equiparando.

Purtroppo è davvero triste quello che mi arriva e non fa che affermare quello che penso, ovvero che se una donna pubblicamente" si fa "vedere" interessata ad un'eventuale acquisto che possa avere a che fare in un qualche modo con il sesso - deve esserci per lo meno qualcsoa di strano - o perché quella donna lo rappresenta (nel senso perché una donna per bene dovrebbe interessarsi a questo?" sembra una cazzata invece c'è ancora questo pensiero) o perché è una "zoccola" o ha giri strani.

A me stessa è capitato di prestare il computer portatile dove ho svariate immagini di donnine nude che più o meno mi piacciono e il mio ex di allora era imbarazzatissimo e voleva che dicessi che erano sue per non fare "brutta figura" che razza di coppia penserebbero che siamo? Un uomo porco va bene, una donna porca va benisimo purché non abbia che fare nel privato tzè.
Io trovo allucinate che la normalità debba essere sempre rappresentata da questi infami luoghi comuni che relegano la donna solo nel ruolo di puttana o casalinga per bene (anche se non casalinga lavoro a modo e interessi a modo diciamo.

C'è chi mi ha scritto, sì ma in privato la donna è libera di scaricare tanto quanto un uomo... io dico
poi che nella rete in privato non ti controllino se sei di sesso F o M a 'sto punto può avere solo un vantaggio individuale, ma fuori sgranano gli occhi, bella soddisfazione.


Questi son alcuni esempi di chi mi ha scritto...

"Ero al mare. Sulla strada che porta in spiaggia c'è un'edicola. Ci sono passata davanti distrattamente, poi un libro su Moana Pozzi ha attirato la mia attenzione (io adoro Moana. Testa, cuore e f*** . Tutto ciò che fa di una donna una Donna). Fatto sta che entro in edicola e quando la signora dietro al banco mi chiede "desidera?" io le rispondo: "quel libro su Moana Pozzi che ho visto lì fuori". Metà clientela si è girata (senza neanche troppa ) per vedere "com'era fatta una donna a cui piaceva Moana Pozzi". L'altra metà ha fatto la stessa cosa, ma guardando di sottecchi. Quanto all'edicolante, se n'è uscita con un timido "è un regalo?", con un tono che pareva ci stesse sperando veramente che fosse un regalo: al mio "no no, è per me" ha un po' sgranato gli occhi e poi ha abbassato lo sguardo.
E meno male che era un libro! Se solo per l'argomento trattato nel libro mi sono vista guardare come se fossi stata a Salem nel 1690 (e qualcosa) invece che a Lido di Classe nel 2007, avrei proprio voluto vedere le espressioni di tutti i santissimi e morigeratissimi (ma de chè..) presenti se io avessi chiesto una rivista porno, magari con dvd annesso!"

"...un giorno tornavo in treno da venezia e uno mi ha chiesto: ma cosa pensi della pornografia? non ti pare che le donne siano solo usate? non ti da fastidio come donna?
io gli ho detto di no. anzi: sono una grande consumatrice di porno wireless.
lui mi ha guardato male.
allora gli ho chiesto che lavoro faceva. L'ingegnere
-Capito dov'è il problema?."