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IN LIBRERIA

26 marzo 2010

Intervsta a Bernhard (1)

Mi piaceva l'idea di poter leggere tutte le interviste di Thomas Bernhard che ci sono in rete, purtroppo la mia ignoranza in inglese rende poca giustizia alle succulente risposte che son state gentilmente tradotte in italiano da Daniele Benati. Posto qui questa parziale intervista fatta a Bernhard dal giornalista fatta nel 1986 da Werner Wögerbauer; traduzione di Daniele Benati.


Thomas Bernhard: Spero dunque che non le darà fastidio se continuo a leggere il giornale.

Werner Wögerbauer: No, affatto..

Dovrà farmi una domanda se vuole avere una risposta.

A lei interessa il destino dei suoi libri?

No, non molto.

E le traduzioni dei suoi libri, ad esempio.

Ho poco interesse per il mio, di destino, e certamente non ne ho per quello dei miei libri. In quanto alle traduzioni, cosa intende?

Sapete cosa accade ai suoi libri in altri paesi.

Non mi interessa per niente, perché una traduzione non è più lo stesso libro. Non ha assolutamente niente a che fare con l'originale. E' un libro della persona che l'ha tradotto. Io scrivo nella lingua tedesca. Ti spediscono una copia questi libri e i casi sono due: o ti piacciono o non ti piacciono. Se hanno brutte copertine ti danno solo fastidio. Sfogli le pagine ed è finita lì. E' una cosa che non ha niente in comune col tuo lavoro, a parte i titoli bizzarri. Giusto? Questo perché la traduzione è impossibile. Una composizione musicale è suonata allo stesso modo in tutto il mondo, a partire dalle note scritte, ma un libro dovrebbe sempre essere suonato in tedesco, almeno nel mio caso. Con la mia orchestra!

Ma se lei proibisce che in futuro si facciano rappresentazioni della sua opera teatrale “Il riformatore del mondo”, vuol dire che a lei sta a cuore il destino delle sue opere.

No, perché “Il riformatore del mondo” è stato scritto per un attore in particolare, e questo perché sapevo che era l'unico attore che poteva rappresentarlo, all'epoca, dato che non c'erano altri vecchi attori come lui, quindi mi è venuto fuori in maniera naturale. Non c'è nessun senso a farlo rappresentare da uno stronzo di Hannover, non ne verrebbe fuori nulla di buono. Se ci sono solo problemi in vista, meglio non farlo.


Come si spiega il fatto che lei è presa molto più sul serio all'estero che non in Austria, che di fatto all'estero i suoi libri sono letti mentre in Austria lei è principalmente considerata come una persona che crea degli scandali?


Questo perché fuori dall'Austria, nei paesi di cultura romanza e slava, c'è un maggiore interesse per la letteratura in generale. La letteratura gode di uno stato che qui è totalmente assente. Qui da noi la letteratura non ha nessun valore. Ce l'ha la musica, ce l'ha il teatro, ma qualunque altra cosa ne è completamente priva. E' sempre stato così.

Appena ti mostri gentile con qualcuno per strada, la gente non ti prende sul serio, anzi è sufficiente a farti considerare un pagliaccio. Quello che fa una persona del genere non può avere nessun valore. E' come nella vita famigliare. Se cresci in una famiglia, perfettamente normale, con i divertimenti che si hanno di solito nell'infanzia, poi per il resto della tua vita la gente ti dirà che sei un ciarlatano, che non va bene, che il ragazzo che non fa nient'altro che scherzare dovrebbe invece lamentarsi di come cucina male sua nonna. E questo ti segue fin nella tomba. E la stessa cosa vale per lo stato e la nazione. Se ti mostri gentile con gli altri, sei finito. La gente ti tratta come un comico da cabaret, tutto qua. E in Austria, tutte le cose serie vengono trasformate in cabaret. Qualunque traccia di discorso serio finisce nel ridicolo. Gli austriaci riescono a tollerare la serietà solo come barzelletta. In altri paesi esiste ancora il senso della serietà. Anch'io sono una persona seria, ma non lo sono sempre, chiunque diventerebbe matto ad esserlo sempre e sarebbe stupido se lo fosse. Le cose stanno così.

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