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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

27 dicembre 2008

Povertà



"Eravamo così poveri che a Natale il mio vecchio usciva di casa, sparava un colpo di pistola in aria, poi rientrava in casa e diceva: spiacente ma Babbo Natale si è suicidato."


(J. La Motta)

25 dicembre 2008

Aria di neve

E' praticamente da poco passato Natale, fuori piove tira vento e tutto fa presagire che forse nevicherà; bello l'inverno, inverno fuori che fa caldo dentro; delle volte mi mancano un pò i ricordi, anche quelli non miei, allora posto questa splendida canzone di Sergio Endrigo (Aria di neve), reinterpretata da Franco Battiato in questa versione.

Buon proseguo a voi

24 dicembre 2008

A chi li vuole...


Eccoci ad un'altra vigilia, quest'anno son felice che ci sia pure un Natale, non mi capitava da diversi anni...(in 'sti giorni posto anche una nuova ricettina che ho sperimentato proprio in prossimità delle feste...)

Cmq tornando a quel che vedo...

E' che purtroppo va a finire che la maggior parte, o varie persone lo vivono come un dovere; io vedo della gente in giro per le strade che c'hanno una faccia da funerale..., che si vede distante un miglio che si sentono costretti a comperare i regali e non ne hanno un cazzo di voglia, non sanno mica cosa prendere, chiedono ai commessi, o comprano qualcosa di prezzo medio così che non ci possano essere troppe lamentele (ma non dovevi spendere tutti quei soldi, oppure viceversa, ma che regalo del cazzo, alla faccia che è il pensiero che conta!) boh, oppure si sentono ancor peggio in dovere di farti gli auguri che quando ti danno la mano senti la scarica elettrica del tedio...che a momenti ti stritolano o gli elettrodi ti fermano il cuore...
Poi ancora peggio, non c'è la scusa sono impegnato - no caro, "sei in F E R I E" quindi ti tocca trovare il tempo per vedere tizio caio e sempronio che normalmente sono giusto messi lì con un - "eh c''è tanto di quel lavoro; trovarlo il tempo..."

A parte questa parentesi sempre serena... un abbraccio e davvero auguri a chi se li vuol lasciare fare; visto che quest'anno mi va, li faccio :)

18 dicembre 2008

Istruzioni d'identità



Il bambino al piano di sopra, credo che a forza di cadere abbia la testa a tetraedro.
Del resto è autolesionismo volontario, vorrà dimenticare prima di imparare - appena si riprende c'è la nonna acida che lo rincoglionisce del tutto cercando di istruirlo su come si chiamarla

nonna - Dì nonna...
bimbo - nonna
nonna - bravo !
nonna -ora dì...nonna Anna
bimbo - nonna...
nonna (lo riprende) - nonna, nonna Anna
bimbo - nonnaa...a
nonna (comincia ad incazzarsi) nonna Anna...
bimbo - n..onn..a
nonna (sempre più incazzata, secondo me scuotendolo un poco) - N O N N a A N N A
bimbo - ZIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !

15 dicembre 2008

Discorsi tra uomini



Ora che vado avanti e indietro in treno da Modena a Bologna e viceversa mi tocca sempre sentire i discorsi e le paturnie delle persone; c'erano 2 uomini dello scomparto dietro di me, e uno diceva all'altro
:

"Ah perché la Rosa non è mica male, c'ha 47 anni, ma ne dimostra trenta"

l'altro dice

"beh però, meglio una di trenta che ne dimostra trenta, che una di cinquanta che ne dimostra trenta"

e l'altro ancora

" Allora se è per quello meglio due di venti che ci stanno".

Logico no?

13 dicembre 2008

Gli asessuati





















Si parla e parlo sempre tanto anche di sesso, in questo blog un po' meno ultimamente da quando mi son spostata per certe tematiche "più hard" dall'altra parte; ma non da troppo ho scoperto una cosa veramente curiosa che ci tengo a postare qui, ovvero esiste una categoria di gente che pubblicamente e solidalmente si considera asessuata per scelta. questo è il loro forum dove sono aperte le più varie discussioni forum degli asessuati .

Era un po' che volevo parlare di questo, ma ero sempre di fretta col fatto di dover consegnare il libro.

Io non posso che apprezzare l'intento, in tanto spazio si dedica al sesso nelle sue forme, è bene che sia pure quello per per dichiarare che il sesso può anche non interessare ad un individuo per i più diversi motivi, e sinceramente non credo siano necessariamente motivi patologici legati a dei traumi o a dell'impotenza, semplicemente come alcuni spiegano all'interno del forum stesso ci son periodi, o vite intere in cui pur non essendo condizionati da una morale cattolica, o da patologie fisiche particolari, degli individui vivono e vogliono vivere la proprio asessualità possibilmente in coppia con una compagno o una compagna che ha la stessa attitudine.

Parlarne tranquillamente può essere imbarazzante per qualcuno, così come credo poi per ogni individuale "perversione", in realtà visto che pure questa attitudine si discosta dalla media si potrebbe vedere anche così...quindi se uno è interessato può scambiare opinioni con quelli che si dichiarano in tal modo.
Poi vorrei sapere realmente quanti infiltrati ci possano essere ovvero, magari quelli che per uno spirito di redenzione dal peccato del non trombare vorrebbero convincere gli asessuati che non è una scelta o un sentire corretto.
Quel che penso sinceramente, che il sesso può davvero anche non interessare, di questo tempo è senza'altro sopravvalutato, però credo sia difficile a volte capire quando davvero in questo non si è condizionati da diversi fattori, e quando invece è una propria costante fisiologica di tutto rispetto. Però allo stesso tempo credo anche che certe istituzioni mi puzzano di farlocco e son un po' impregnate di perbenismo, tanto è vero che ho chiesto un'intervista perché cmq la cosa mi interessa e non mi hanno mai risposto...uguale sul myspace, certo non do l'idea di un'asessuata magari, ma non capisco perché uno rispettando i loro intenti non può cmq interessarsi alla questione, in fin dei conti, la conoscenza non dovrebbe avere connotazioni di nessun tipo...e in questo mi pare che ci sia "una sorta di razzismo"...

cmq c'è anche il loro myspace che mi pare n po' mortino...premetto che tutto questo, tanto per cambiare parte da un progetto americano questo è il sito ufficiale dell'AVEN (asexual visibily and education network) Beh come dire, cè anche questo al mondo.

11 dicembre 2008

Mi eccitano le rompicazzo

Uno mi scrive

"tu devi essere una gran testadicazzo, questo mi fa arrapare tantissimo" ci potremo conoscere?

...ma, mi auguro che si sbagli.

Cioè non tanto sul fatto che io possa essere una testadicazzo che mi auguro cmq di no, ma che a sto qui possano piacere le rompicazzo. Buona fortuna.

Ognuno ha veramente le proprie passioni.

per il resto

Almeno ho finito i scrivere il nuovo libro consegnato l'altroierinotte all'una, (potere delle mail). Ho dovuto in queste settimane scuotere la tovaglia varie volte che sapeva di grana e veramente dato che odio anche il formaggio le correzioni non mi riuscivano mica tanto bene con quell'olezzo attaccat al portatile, forse dovevo pensarci prima di cambiare tavolo di lavoro.

09 dicembre 2008

Macchina vs pedone

Ogni volta che torno a casa dal lavoro e che devo attraversare la strada, faccio un passo avanti e due indietro, e passano un tot di minuti prima che poi ne torni a fare 3 avanti e basta - boia zio se si fermassero; credo che se fumassi accenderei una sigaretta e mi passerebbe anche meglio. Uno mi ha suggerito che bisognerebbe guardare negli occhi l'autista per farlo rallentare, è un metodo sperimentale americano, che dicono che gli si incute timore e rallenta, ma se le macchine che sfrecciano ad esempio a Modena sulla via giardini ad esempio sono 50 che vanno tutte a razzo, chi è che c'ha il tempo di guardare negli occhi chi guida, poi pensano magari che ci provo anche.
Uno difatti mi ha detto, "passa tranquilla, son le brutte donne che si tirano sotto". Ecco anche questo è un criterio molto obiettivo.
Cmq tornado al nervoso, dove si ferma l'autobus che scendo, non ci sono strisce pedonali, ma tanto poco importa, in altre zone che ci sono passano a razzo uguale, passano a razzo uguale anche dove c'è il semaforo dell'omino verde, che se passa diventa rosso stramazzato a terra, allora mi metto ad inviare dei messaggi dal nervoso, dato che se l'orario è dalle 17.00 alle 18.30 praticamente facci prima andare a piedi un chilometro avanti dalla fermata finché non trovo davvero un semaforo.

Scrivevo all'amico Gianfri che bisogna essere dei temerari oggi per attraversare.

E lui mi ha risposto che pure a lui gli viene sempre un nervoso della malora e aveva scritto un mini raccontino a riguardo qualche tempo fa, beh lo metto, e gli faccio anche gli auguri dato che oggi compie gli anni...

ZEBRATE


Per risolvere il problema dell’incolumità dei pedoni nelle nostre città, ormai così pericolose, propongo di adottare le strisce pedonali che erano in uso a Pompei: dei grandi blocchi di pietra che correvano da un lato all’altro della via, con appena cinque o sei buchi da infilarci dentro le ruote dei carri.

Dio canta, vedrai che gli automobilisti poi rallentano.


Gianfranco Mammi



04 dicembre 2008

Super peto


I tempi son proprio cambiati,
anche oggi, faccio per tornare a casa, vado a prendere il treno e c'è sempre della gente in folla con l'ipod, a volte pure io, che tutti son reclusi e non vogliono più sentire i rumori naturali, difatti a forza di dimenticarsi i rumori naturali il tipo che c'aveva l'ipod davanti a me ha tirato un super peto, e ha fatto finta di niente e continuava a muovere la testa al passo con lamusica, un tempo lo facevano con la puzza di fare finta di niente, ora che c'han l'ipod si dimenticano che fa rumore, e fischiettano una melodia. Tranquillo proprio.

02 dicembre 2008

Progresso

A fare gli splendidi quelli delle fs a Bologna, che ce n'hanno di soldi da buttar via dicono, han cambiato i cartelli delle partenze e degli arrivi che prima erano in bianco e nero e si vedevano benissimo, con dei display supertecnolologiche luminose arancioni - che non si vede bene 'na minchia - almeno io non non vedo bene na minchia. Stasera e vedere quali erano i treni che venivanoa modena mipareva un albero di natale arancione il display.
Io non capisco, ma perché i test li fannosu quelli che ci vedono 10\10 prima di spendere i (nostri soldi)

tzè...la tecnologia, che se me fossi ricca, mi farei portare a modena in taxi e non me ne fregherebbe niente dei display luminosi, neanche della tecnologia e me ne fregherebbe anche poco che ci vedo un cazzo praticamente. Mi sa.

01 dicembre 2008

Da Veleria Marini al papa


Penso che esistano e siano esistito grandi uomini che non hanno mai avuto la pretesa di essere conosciuti, o la possibilità di essere conosciuti, ma hanno regalato umanamente tanto davvero; a quelli che gli stavano vicino, a chi lo conosceva... credo sia giusto quando si ha la possibilità far arrivare qualcosa parlando di loro pensando che ne sarebbero felici, quel qualcosa che han dato come.
Io vengo da un paesino del veneto, e lì accanto ci abitava un anziano che appiccava sempre le più strampalate pubblicità, i manifesti più bizzarri accostati alla cronaca politica.
Da qualche mese è morto ed è una gran mancanza tra quelle case. in maniera del tutto inaspettata e rapida, ma forse senza troppo accorgersene Cirillo in ospedale pronunciava queste parole "varda come devo pasare i ultimi ani dela me vita *"guarda come devo passare gli ultimi anni della mia vita...."notare che è morto la settimana dopo. Un ironia della sorte al contrario...

Il mio ex preferito (alfonsino) ne è stato vicino di casa per anni.
Quindi lascio questo scritto da chi l'ha vissuto più vicino di quanto io stessa non abbia potuto...e credo sia un bel regalo, per chi lo sa leggeere,anche se il miglior regalo sarebbe stato conoscerlo.


Cirillo Serafini


Opera da anni a Casotto, una frazione di un dimenticato comune che risponde al nome di Pedemonte, anche se dimenticato forse non è un termine appropriato visto che denota una precedente presa di coscienza della sua esistenza... Se c’è una persona che ha il merito di appartenere alla categoria di anarchici dell’arte della quale ho prima scritto, questa è lui. Da sempre utilizza spazi non convenzionali per manifestare con saggia indifferenza il proprio talento, spacciato modestamente come attività riempitiva dei buchi della giornata nei quali non sa cosa fare, ed è proprio in questa maniera che riesce ad attaccare e ferire l’oramai colonizzata e insensibile carne dell’arte contemporanea.
Attraverso l’affissione di estratti di giornali che vanno dalla politica alla pubblicità, dalla religione al costume, esibisce senza pietà la crisi dei valori di una società sempre più apatica, e il suo casuale accostamento di icone del mondo contemporaneo come Valeria Marini e il Papa non può che portare il curioso osservatore ad interrogarsi sul processo in cui i media cercano di svalutare l’indispensabile e valorizzare l’inutile. L’aspetto fondamentale dell’arte di Serafini sta proprio nell’inconsapevolezza di ciò che fa, come se le sue opere fossero prodotto del suo istinto piuttosto che di una elaborata teoria estetica. D’altronde, visto che “tutto ciò che si trasferisce dall’intelligenza dell’Universo allo Spirito umano ha un nome: si chiama intuito” (K. Stockhausen), possiamo affermare che il suo modo di combattere la crisi dei valori non è altro, insieme agli attacchi “terrorist-artistici” dei dadaisti, la psicosomatizzazione del senso di vuotezza che pervade la civiltà contemporanea. Stupide pubblicità di prodotti di largo consumo che parzialmente coprono foto di politici ritratti in bizzarri atteggiamenti, urlano il più agghiacciante accostamento semiotico degli ultimi vent’anni: la politica come forma pubblicitaria, come modo burocratizzato per commercializzare il proprio pensiero sottolineando implicitamente che l’uomo stesso è oramai un prodotto, un vuoto a rendere oppure una merce biodegradabile.

La pentola Agostini, una caricatura di Forattini, le sinuose forme di Moana accanto a pubblicità di lotterie fotografano spietatamente una realtà che ha corroso negativamente le diversità, creando un amalgama di valori in cui denominatore comune è la vuotezza, l’incapacità di ricordare che essi erano frammenti lontani e ben distinti di uno stesso mondo. E come nell’installazione permanente (l’unica della sua carriera) sotto le scale affianco al garage in cui un covo di ridicoli politici che si riparano dalla pioggia metaforica del dissenso scandita dalla più famosa delle frasi qualunquiste riesce a venire prima de-costruita tramite l’anacronismo storico nella quale risiede, poi re-integrata sotto lo sguardo fuori campo di una giovane donna con un cappello d’asino in testa, così egli distrugge dadaisticamente i falsi miti del contemporaneo ed eleva ad icona, grazie all’incosapevole uso della pop-art, l’oggetto comune: lo scopo di evidenziare la piattezza del mondo e di conseguenza la morte dell’Uomo è ormai raggiunto, e all’artista non resta che ricominciare la sua inutile ma fondamentale battaglia per il ripristino dei valori. Ecco spiegato perché la quasi totalità delle installazioni non può essere permanente: anche il tempo e gli agenti atmosferici, spietati attacchi della volontà Divina, esprimono il loro disgusto tramite l’atto di sbiadire le immagini appese, le quali verranno, su scelta dell’artista, sostituite o meglio, visto che comunque trattano di merci/umane e di uomini/merci, reciclate o peggio smaltite.

Un altro campo nel quale Serafini si esprime è quello della scultura, in cui l’artista cerca di coniugare materiale biologico con materiale inorganico ottenendo opere di raro impatto emotivo e destabilizzante. Alberi secchi e morti costretti da coperture di vernici all’eterna verticalità, fissati definitamente in tronchi di cono di cemento che contrastano orribilmente con la loro naturale forma contorta, rami raggelati in posizioni impossibili che sembrano urlare incessantemente il loro dolore per la paralisi subita, per la condanna all’eterna esistenza e la privazione del diritto del Sacro Ordine della Putredine che regola il ciclo dell’esistenza, rammentano all’uomo il ruolo che si è scelto sfidando l’Universo: quello di disporre del mondo intero beffandosi di quello che dovrebbe essere, ma non è più, il regolatore del pianeta: l’equilibrio naturale. Serafini contrappone esteticamente la fragilità del biologico al rigore dell’inorganico in modo tale da suggerire ambiguamente una possibile rivalsa della Natura sull’Uomo: forse, in realtà, non è il cemento ad imprigionare l’albero ma è l’albero ad emergere dal cemento, capovolgendo così la prima impressione che un osservatore avrebbe, in una logica umano/involutiva che porterebbe ad un ritorno “poison-ivoniano” del dominio naturale.

Stessa interpretazione va associata alla sua ultima opera creata facendo “nascere” un albero natalizio da un minuscolo cubo colorato: ciò che nell’albero irrigidito dalla vernice veniva rappresentato dal tronco di cono è ora sostituito con un’altra forma geometrica, e il goffo albero che ne cresce, con le sue sporche e caricaturali palline di addobbo portano ancora una volta l’osservatore a riflettere su come l’Uomo si beffa della Natura utilizzando un albero, simbolo intrinseco della vita essendo prima di tutto lui essere vivo, assassinato tramite decapitazione come icona della vita, quella del Salvatore. Ecco quindi il contrasto e insieme la simbiosi tra la vita e la morte divenire tutt’uno nell’immagine più caratteristica e ricorrente del Natale. Il minimalismo dei materiali usati, il lungo trattamento dei frammenti biologici non-più-vivi e il loro blasfemo matrimonio con la materia inorganica mai-stata-viva pongono le sculture di Serafini tra il costruttivismo sovietico e l’arte povera, con l’ombra sempre presente della pop-art: è chiaro che la forma di tronco di cono è in realtà un secchio e il tavolo da giardino è ottenuto con un la base di un comune lavandino cementata in un copertone. E, oltre tali avanguardie, la logica presenza della madre dell’arte anarchica, ovvero il dadaismo: il tavolino può divenire una lampada togliendo la granitica semisfera/seno centrale e l’albero è un vero e proprio “albero da passeggio” (ricordate i “gelati da passeggio” di Claes Oldenburg?) dotato di maniglia; anche il piccolo pino fissato nel cubo può essere convenzionalmente “usato” come albero di Natale. Concludendo, finché queste cellule impazzite del contemporaneo continueranno ad esporre e ad esporsi per poter liberamente concretizzare le loro visioni, possiamo sperare non tanto che l’Uomo, inteso come individuo unico e definitivo sopravviva, ma che perlomeno il processo di autodistruzione tramite l’omologazione venga rallentato. Cirillo Serafini, grazie.

30 novembre 2008

E' così che va il mondo


Non parlo solo di un fatto politico e sociale, ma anche umano: ormai non sanno più cosa inventarsi pur di rovinarti...

27 novembre 2008

Modestia
























In questi giorni mi arriva un'altra mail dove mi si propone una sessione fotografica.

Vedo i lavori della persona in questione, non mi dispiacciano e dico

"si può fare, naturalmente per essere chiari, dato che non si è mai chiari su queste cose, lavoro solo su retribuzione".


Risp

"Forse non hai capito, io non voglio venderti niente. Sono foto per un concorso fotografico".


io rimando la mail
sì avevo capito che era per un concorso, ma può essere per quello che vuoi, io chiedo tot per una sessioni fotografica.

risp

... Potrei al limite spesarti il viaggio.

io

Eh dico, io chiedo questa cifra qui in genere, vedi tu.

risp
Il premio del concorso è di 30.000 euro se vinco. Se vinco ti do qualcosa, ma non è mica detto che vinco.

Chiudo la conversazione e non rispondo più.

Mi arriva l'ultima mail.

Mi sa che te sei una tipa che se la tira. Beata ignoranza.

Già...

24 novembre 2008

L'arte non ha confini...

Eccomi qui - cerco un pò di riprendermi dalla faticosa settimana...
Siccome voglio un pò sdrammatizzare posto una delle solite mail furbette che mi arrivano.

Trovo annuncio che richiede modelle per nudo. Si tratta di un workshop tenuto da 4 persone - tra le righe si chiede eventualmente disponibilità per scatti di nudo erotico.

Io chiedo cosa intende per erotico, che erotico può essere vagamente generico e la risposta è
che...

" l'arte non deve avere confini quindi se il fotografo può muoversi con persone che non hanno problemi nel mostrare il loro corpo, ha fare pose sensuali o al limite a giocare con oggetti di ogni tipo, essere legate o altro...insomma cerchiamo modelle molto libere.quindi il prossimo workshop verterà sull'erotismo soft degli anni 50 concreto e crudo degli anni 90. fino ai giorni nostri.

Quindi ci inoltri delle foto fronte retro e fianco. Spero di essermi spiegato.."


19 novembre 2008

Chi c'è.


Siccome come dicevo è un periodo non bello, anzi diciamo pure brutto e brutto parecchio. Credo di non riuscire ad aggiornare i blog entro lunedì, allora siccome in un altro periodo brutto, parecchio brutto passato Cristina una persona che ritengo amica, parecchio amica anche se non l'ho mai conosciuta di persona mi è stata molto vicino,e mi aveva mandato in quel periodo brutto una storiella bellissima, che aveva scritto una susa studentessa,(dico bene?) beh ecco, io mi sento di postarla in questo momento che la prendano tutti quelli che ne hanno bisogno. Io per prima,

Grazie ancora


Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale. A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un'ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo. Il suo letto era vicino all'unica finestra della stanza. L'altro uomo doveva restare sempre sdraiato. Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra.
L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno.

La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto.
Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era una bella vista della città in lontananza. Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l'uomo dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l'uomo della finestra descrisse una parata che stava passando.
Sebbene l'altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla. Con gli occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela descriveva.
Passarono i giorni e le settimane. Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro l'acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo. Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra.

L'infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo. Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno. Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto. Essa si affacciava su un muro bianco. L'uomo chiese all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra. L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro "Forse, voleva farle coraggio" disse. Vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione. Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata. Oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.

(grazie a Cristina Marabini)

17 novembre 2008

Pensieri distratti e distrutti


Non sono splendide giornate; la settimana scorsa dicevo che non era stata un granché, ma iadirle 'ste - cose "che al peggio non c'è limite" poi porta sfiga - - il meglio si distanzia ancora di più e c'è ancora meno limite al meglio...

questo è.

Cmq basta tediare ho aggiornato la pagina del sito con dei pensieri sempre sempre molto propositivi come potete immaginare ecco qui Pensieri distratti e distrutti

ne lascio uno

Non è per nulla un mondo di tentazioni, proprio per questo bisogna fare attenzione.

Almeno a voi Buona giornata...

g

14 novembre 2008

Belli giovani e fanno gossip

Son un stanca di sentire sta cosa che devono dare spazio ai giovani,
A me mi pare che diano solo spazio ai giovani, e poi quelli che sono un poco meno giovani, non li considerano proprio.
Ci sono questi qua che nell'editoria si fanno chiamare scouting che dicono "ah il mio compito è cercare nuovi talenti GIOVANI", se uno fosse un nuovo talento mai di 50 anni mettiamo caso, secondo me non lo considerano mica tanto un nuovo talento, e nemmeno un talento. E lo lasciano là con i suoi 50 anni, invece se uno ha 20 ani, ma è scaltro che sa menartela, anche se non è un talento in un campo specifico, ma è un talento a menartela, diventa un talento in quel campo specifico e in poco tempo si vede ovunque. E poi tutti pensano ah beh, è un talento in quel campo specifico - se no lo pensano a quel punto ne parlano anche di più e diventa doppiamente famoso.

Ricordo che un prima di quest'estate mi chiamarono per chiedermi di andare tra il pubblico parlante da Santoro e mi chiedevano se conoscevo secondo loro della gente in gamba che poteva andarci (prima per il colloquio nat. )ma che poteva avere al massimo 32 ani mi pare o 30 ora non ricordo. A me non è che pare un discorso strafigo, cioè è la fascia d'età che va dai 45 in poi?
Se non è "già qualcuno, deve patire" dei discrimini non indifferente mi pare. Poi se sei donna la soglia si abbassa ulteriormente.

Son molto poco le eccezioni, in genere e per quel che vedo in campo editoriale.
A me mi pare che il mondo che si vede sia in mano ai giovani, poi che al governo ci siano solo dei crolli è un altro discorso, ma me sta cosa dei giovani personalmente mi sta un po' sulle palle. Come un pochetto mi stan poi sulle palle i giovani, poi dipende, ma un pochino beh, io non voglio mica sbilanciarmi troppo, ma...
Poi c'è anche da dire viceversa, che al tempo d'oggi ti dicono che sei un giovane scrittore anche a 40 e passa anni, o che non si staccano dall'idea che la parola "giovane" fa marketing, beh fatto sta che oggi per essere degli scrittori non più giovani e affermati bisogna avere un piede nella fossa.Vedete Alberoni? ;)

buondì...

12 novembre 2008

Piero Ciampi discografia illustrata
























Con grande felicità annuncio che per la Coniglio editore - è uscito la discografia illustrata su Piero Ciampi e come non gioirne... ! A cura di Enrico De Angelis e Ugo Marcheselli ai quali devo molto, perché in molto mi hanno aiutato nel fare il mio primo libro Piero Ciampi una vita a precipizio...ma a prescindere da questo chiunque si dedichi a Piero Ciampi credo regali qualcosa di meraviglioso a tutti noi, almeno per chi lo conosce credo di rendere l'idea...

Non spendo troppe parole adesso solo perché tra poco farò un'intervista a De Angelis e Ugo Marcheselli da mettere nel blog...ma intanto l'annuncio ci vuole....

Il libro sarà presentato il giorno giovedì 20 novembre a Livorno - e al MEI di Faenza.

ps. Ho incredibilmente saputo che il premio ciampi si è rifiutato di presentare il libro...ma vi rendere conto?

in ogni caso le date son le seguenti...

Giovedì 20 novembre, ore 21, Livorno, Libreria La Gaia Scienza: presentazione del libro "Piero Ciampi. Discografia illustrata" (edizioni Coniglio) di Enrico de Angelis e Ugo Marcheselli, con Marco Lenzi, gli autori del libro e una breve performance di Luca Faggella.

Sabato 29 novembre, ore 18, Faenza, Mei (luogo da definire): presentazione del libro "Piero Ciampi. Discografia illustrata" (edizioni Coniglio) di Enrico de Angelis e Ugo Marcheselli, con Enrico Deregibus e gli autori del libro; segue la proiezione del film "Adius" di e con Ezio Alovisi.



Metto qui una sia poesia per ricordare Piero con tanto amore



Hanno arrestato

anche la luna
Il parco è fresco
solitarie le anime
vagano.
E' ancora la strage
per chi
non ha
una casa
da dare
ai figli.
Due spalle curve
controluce
mi ricordarono
l'inverno.

................

Madre.
So
che mi hai preparato
un letto
con lenzuola fresche.
Madre.
perdona
se sono uno scamiciato.
e' la mia prima morte.

10 novembre 2008

Morte ed altre considerazioni


Oggi è lunedì, dovrei cominciare a fare un sacco di cose, che c'ho un pacco di consegne e però e come se il sangue mi arrivasse diluito in fondo alle vene.
Ilaria mi ha augurato un buon inizio settimana, beh grazie, ne avevo bisogno, perché questo fine settimana, come ogni volta che vado su a Vicenza a trovare mia madre, mi piomba una addosso qualcosa che distrugge la maggior parte dei buoni sentimenti, come se i buoni sentimenti e lo stare decentemente siano solo una ricopertura di sottilissimo strato, pronti a cedere da un momento all'altro.
Ma questo è nulla.

Tante altre cose, che sembrano cavolate, poi lì per lì a pensarci son cose che capitano tutti i giorni, ma le cose che capitano tutti i giorni son poi le cose che fanno della vita la tua vita, e uno dice molto semplicemente "son cose che capitano tutte i giorni" beh è vero.
Lo sappiamo, di tutto capita tutti i giorni.

A farla breve mentre eravamo in autostrada nell'A1 c'era poi una coda lunghissima, che c'era un'incidente, ma mica era un'indicente di quelli facili, era un'incidente dove c'erano due morti che ho visto la scena di un sacco nero che usciva dall'ambulanza, e io da lì mi è venuta l'ossessione, a pensare che quelle persone che sicuramente son morte, chissà chi erano, che anche se erano dei perfetti sconosciuti per me, e per tutti quelli che passavano di lì, ho cominciato a pensarci in continuazione.
Forse per una mia deformazione del pensiero, mi vien da credere che chi vedo o so che son morti in condizioni abbastanza tragiche - siano stati sicuramente degli stinchi di santo, e non dei figli di puttana - poi magari nemmeno un classico stico di santo, che se fosse un classico stinco di santo da vivo mi sarebbe stato un po' sulle palle quasi quanto uno figlio di puttana; ma insomma mi vien da pensare che quelle persone erano sicuramente eccezionali, per lo meno per bene.
Sicuramente delle persone a modo anche nella testa, che a differenze di me che ci penso ogni ora alla morte, alle malattie, e alle ossessioni , quelli figurati ci pensavano che quel giorno morivano per sempre.

E poi mi veniva da piangere; alla fine più a pensare che i famigliari di quelle persone, quando noi abbiamo visto qell'incidente, ancora non sapevano nulla, e sicuramente si saranno disperati tantissimo, a vedere crescere dei figli giorno per giorno, dandogli utto quello che speravano per farli diventare una cosa bella, nel bene nel male la loro speranza cresciuta nell'altro, con le punizioni i tiramenti d'orecchie le comprensioni, le carezze e le berle.
Stamattina ho pensato ai loro colleghi di lavoro, probabilmente solo oggi avranno saputo del disastro, visto che era sabato verso sera. Magari no, ma mi immagino, e certo le mie son solo congetture, ma ci sono e le penso.

E a pensare a queste cose poi andando su a Vicenza prima di raggiungere Valdastico e arrivare, pensavo che si può morire da un momento all'altro, e anche se non ci pensi, che sicuramente non ci avrebbero mai pensato, sennò di sicuro mica partivano e se ne stavano ben dentro casa - e magari pensavano di cose da fare in settimana, questa che deve ancora passare, o cose si cui adesso parliamo sempre tutti tipo Obama, politica, Berlusconi, o anche no, o anche parlavano e ascoltavano la radio, per cosa poi. Morire in un giorno di novembre.
Non dico nulla di speciale, me ne rendo conto, ma siccome mi ha fatto stare molto male, ho detto beh lo scrivo, è un pò un fatto egoistico forse, ma tante cazzate che scrivo del blog, questa no, la vivo come se volessi ricordarmeli anche un giorno, che pure se erano degli sconosciuti che non hanno nulla che fare con lamia vita, in quel momento hanno avuto a che fare con la mia vita.

E poi, e poi si parla anche di letteratura, di refusi, di quanto in un posto si mangi bene e male, del parrucchiere, di un sacco di cose che davvero, difronte queste cose, non valgono nulla, ma davvero nulla.

Proseguendo fuori dall'autostrada, ogni mazzo di fiore che vedevo lungo le stradette che portava al paese di mia madre, pensavo ecco un altro era successo qui, e poi qui, e poi qui, ci facevo caso un sacco, e ce n'erano davvero diversi.
Che quei fiori lungo strada in vari casi erano per persone che non parlavano la lingua di quei posti - ma quei fiori in genare hanno meno resistenza di cuore e di impegno. Stanziano poi nella memoria dei loro cari, o sulle tombe.
Ci sono invece incidenti del posto che conosco, perché in un paesino le chiacchiere non si fermano mai, e tutti si conoscono per diversi motivi - e c'è un mazzo di fiori che anche dopo venticinque anni sulla curve lo rinnovano sempre di freschi fiori, perché uno che era morto lì era poi un figlio, e anche se quei genitori sono invecchiati quel ragazzo si è fermato per sempre a 17 anni, e sarà sempre il loro figlio di 17 anni, anche quando ne avrebbe dovuto avere quasi quarantacinque.

Son cose che mi distruggono il cuore a pensarci, eppure accadono ogni giorno, ma poi quando le vedi ti torna in mente lo scatafascio, cos'è l'umano, la fragilità e la potenza che assieme teniamo.
Ho pensato che nel libro che sto ricorreggendo in questi giorni, mancano rivedendo questi fatti dei passaggi fondamentali che avevo rimosso forse è proprio per dolore, e credo che per questo voglio metterli anche se ho una scadenza davvero a breve.
Poi davvero ti chiedi, cosa abbi o non abbia senso, quanto il bello si può distruggere in un niente, anche sotto il più meraviglioso dei tramonti. Ed è proprio perché siamo consapevoli o almeno sentiamo che esiste lo splendore che tanto ci si rammarica davanti l'impossibilità di viverlo, in un giorno qualsiasi, le cose vanno, come vanno, con i loro progetti, e i fine settimana.

09 novembre 2008