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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

04 giugno 2009

Verichip - come essere sotto il controllo delle multinazionali


Raramente mi interesso a questioni economico politiche - mi fanno schifo già in partenza - però qui ci va di mezzo davvero l'essere umano e quindi non posso ignorare una faccenda assurda credo per chiunque attualmente .

Si chiama Veri Chip e sarà un chip che verrà iniettato sottocutaneamente nella mano destra. Per l'esattezza, servirà ad archiviare tutti i nostri dati personali "dalla salute - ai gusti alimentari, sessuali ecc" - , nonché saremo rintracciabili col satellitare - e la cosa che le multinazionali vogliono far passare come "figata" è che si pagherà semplicemente passando la mano - nessuno potrà più rubare perché ad ogni uscita saremo tutti riconosciuti a qualsiasi acquisto.
Ma la faccenda non funziona come un bancomat associato ad un cellulare - chi proverà a staccarsi dalla pelle questa "roba" - subirà danni per la salute, perché questo microchip rilascia delle sostanze tossiche. Il progetto è sostenuto da potenti multinazionali, nonché saltano fuori nomi come l'ibm e la motorola. Già del 2010 comincerà l'intensificazione della pubblicità dove faranno passare come una cosa "very cool" questo marchingegno infernale, dove non solo la privacy dell'individuo viene violentemente violata, ricostruendo così tutti i tuoi percorsi quotidiani (quindi facendo un'analisi di mercato di fatto), ma gestendoti e creando pubblicità apposite per te, in base a quello che fin d'ora sei stato...
Entro un paio d'anni sembra che nei paesi capitalizzati per alcune fasce della popolazione sarà obbligatoria questa "soluzione".
Ancora è poco diffusa la notizia, ma la cosa che sbalordisce e che solo una parte di quelli a conoscenza di questo fatto si dimostrano "preoccupati" perché già associano il fatto ad una semplice evoluzione del bancomat, del cellulare, e di tutta quella iper tecnologia che tanto fa sognare...

Guardare varia documentazione su internet per saperne di più...

Questo link


e questo filmato su you tube, (il secondo purtroppo ha una musica oscena, anche se spero l'abbiano messa con ironia)





Solo un'anima in pena


Ci sono giorni che nel silenzio sembra mi pare che lo spirito altro non sia che uno stratificarsi di fogli a veline, quei fogli semitrasparenti che a forza di essere messi uno sopra l’altro prima o poi fanno un corpo reale e non più trasparibile – se così si potesse mai dire – dove tutto ha una sagoma ben definita e te puoi stare ovunque da sotto l’acqua o il sole ardente che ti senti indistruttibile.

Altri giorni che mi sveglio, (tutto succede, o mi succede per lo più quando mi sveglio) – che ho come la sensazione che qualcuno di quei foglietti semitrasparenti mi siano stati in un qualche modo tolti, e l’anima prende una vacuità incredibile e dilaga, dilaga, dilaga come un trucco sbavato. Anima e sogno forse comunicano troppo e scansano il corpo e te lo fanno pesare tutto.

Poi si pensa che è dura vivere, ma probabilmente è anche ben più dura morire, anche se qualcuno poi arriva a non pensarci più; però fatto ‘sta che almeno finché ci si lamenta è assodato che si è vivi quindi ancora in una condizione si vede sopportabile per quanto lamentevole. Insomma con il corpo ci si può lamentare, con l’anima dico solo quella, forse non ci si potrebbe nemmeno lamentare , sei solo anima che vaghi, e te pensi “che maronata che ho fatto a divenire solo un anima in pena…”, e poi non te ne puoi mettere nemmeno uno di cerotto, sei lì un anima in pena che cerca di camminare avanti iena che va avanti indietro per l’inferno, che non puoi neanche sfogarti e parlare male degli altri e con gli altri, che magari l’anima in pena sta male tale a prima - e anche non può nemmeno camminare avanti indietro, rivorresti le gambe per poter dire “oh qui che male che si sta” e andare avanti e indietro ad dirlo. Insomma anche lo stare male voglio dire credo delle volte abbi qualcosa di carnalmente consolatorio e non parlo certo di sadomaso, che pure quelle pure sono tecniche inverse per cercare di riscuotere un’anima, ma dove vanno poi?

“Non dice forse Pindaro che tutte le disgrazie di Tantalo gli derivano dal fatto che non era riuscito a sopportare la sua felicità?”

Unamuno “Nebbia”

21 maggio 2009

Ligabue era un pittore


Sì lo so è duro questo sondaggio sulla musica, durissimo, difatti l'ho fatto apposta, cosa vi credete?
Che faccio sondaggi semplici, no, no, ma la prossima selezione sarà ancora più difficile visto che non prevede una scelta multipla, ma bisognerà scervellarsi su quale cantante abolire dalla faccia della terra.
Da buona veneta, (quando mi fa comodo) son ben felice che Gigi d'Alessio sia in testa alla classifica di disgusto - però poi bisogna ammettere che anche gli altri in lista farebbero un gran favore alla sensibilità umana se scomparissero.

Con questa politica che c'è posto per tutto - poi le cose buone cominciano a starci strette, e questo sarebbe nulla se fossero schiacciate da altre cose buone, invece no, son schiacciate da cose oscene, che prendono il sopravvento nei cuori e nei cervelli delle persone tanto che, pure alle file delle segreterie si sentono certi commenti che verrebbe da dare degli schiaffi a dei perfetti sconosciuti - so che non sarebbe democratico, ma un'opera caritatevole di svegluarli dal mondo...

quini . Mentre si faceva la fila toccava sorbirsi il seguente dialogo tra due amiche

"insomma bisogna dirlo, Ligabue è il migliore"

(l'altra per lo più stava zitta)

"fa dei testi così belli, poetici, e son proprio belli - "io proprio non capisco...quelli che...qquelli che ascoltano altra musica, di quella musica che poi non si capisce niente. Ma che musica è quella lì? han coraggio di chiamarla musica poi...una musica così di merda, ma così di merda... Oh, e poi...c'è sempre quella cosa che si dice: "ma è meglio Vasco o Ligabue..." - ah - ma che discorsi ... ma è ovvio che è meglio Ligabue!... non c'è proprio paragone...che discorsi.
Insomma allora ci andiamo a vederlo? Ma è meglio un giorno infrasettimanale, perché chi vuiio che ci sia nei fine settimana?

poi per fortuna era il loro turno.

Ecco più avanti vorrei parlare di questa cosa, che mi dà da pensare, accidenti se mi dà da pensare, possibile che c'è gente che si laurea, che vabbè può anche non voler dire nulla, ma che non riesce a capire il primo principio della soggettività bah...

17 maggio 2009

Le disgrazie...


Io questi editing che vogliono sempre rivolgere l'attenzione solo sul presente dei fatti, (anche quando si tratta di passato) non mi piacciono proprio - la scrittura secondo me deve essere davvero qualcosa di estensivo e distensivo...mi son opposta a tante cose su questo nuovo libro, sugli interventi di storpiamento delle frasi (che per chi le leggeva erano ovviamente storpiate le mie)...ho accettato i tagli, alcuni, perché quel tipo di intervento non andava ad incidere sulla lingua, però un grande rammarico per un pezzo a cui tenevo davvero tanto, ma tanto tanto mi è stato tolto, credo sia ritenuto noioso, e la noia delle digressioni e su alcuni pensieri - credo sia uno di quei sentimenti che attacca prima di tutti chi non sa vivere col cuore, allora alla faccia, prima o poi lo riciclerò, ma intanto lo posto sul blog...(questo era pari pari un tagli di "Vorrei che fosse notte"

"Certe persone, non hanno proprio alternativa, e a “quel farsi rotolar giù per il precipizio” ci vanno proprio incontro, che è impossibile non sia così. A Letizia come Tonino - era come se alle loro disgrazie ci si fossero attaccate a due mani di peso, che se uno comincia a prenderle sul serio queste disgrazie, è sicuro che non ci salta più fuori. Tutte queste gli si accaniscono contro in modo da farli sprofondare nella melma più melmosa che c’è, così da non poter neanche più chiedere aiuto, perché se no, la melma gli va dentro per la bocca e li soffoca del tutto questi individui. In questi casi di disgrazie concatenate è come essere sull’orlo di un’altezza infinita e lasciarsi cadere come un elefante attaccato ad un filo di lana; e in questi casi non ce ne sarà mai, neanche mezza di possibilità buona.

Esiste anche la sfortuna vera. Ed uno a ritrovarsi giovane, già in certe condizioni non può non pensarlo; quella sfortuna che in alcune persone si capisce ce labbiano appiccicata dentro. Uno ci si ritrova; non chiede niente eppure gli capita di tutto, e a forza di capitargli di tutto non chiede più niente ancora di più. Però dentro gli diventa lo stomaco nero; uno non se la mette mai via del tutto che le cose vadano sempre così, spera che da un momento in poi qualcosa cambi. Ma quanta gente a forza di ammazzare il tempo è morta? Cerca di spingersi e di trascinarsi avanti uguale, si fa passare le giornate, tiene duro, fa resistenza a sé, e a tutto quello che quel suo essere se stesso gli tira dietro. Fare resistenza non porta bene; non si accetta mai che le cose succedano senza troppe spiegazioni. E’ solo un cercare di rimediare, ma i rimedi hanno sempre l’aspetto del rattoppo, e a parità di prezzo compriamo sempre di nuovo.

Tonino, il prozio di cui mi parlava la Berta per esempio, è una cosa passata, ma passata che è indicativa, e le cose passate indicative non scadono mai come esempi; voglio dire certo stava male perché nessuna donna al mondo gli dava retta, ma lui ha voluto insistere per uccidere questa sua disgrazia e andare contro la sua natura. Ha voluto a tutti i costi una donna; ma era logico che nessuna donna con dei sentimenti onesti al mondo gli sarebbe stata accanto per il solo fatto che lui era Tonino. In questo modo, facendo di se stesso una cosa innaturale, se ne è tirato dietro un vagone di disgrazie, anziché solo quella del fatto di essere lui. Se si fosse limitato al fatto di rimanere solo, magari solo e anche con pochi soldi, anziché volere la compagnia di una che i soldi glieli spendeva lei, sarebbe stato senz’altro meglio. Ma pensando che una cosa è la cosa peggiore, uno non si rende conto di quanto ancora potrebbe peggiorare, ma poi lo impara; in modo tale che gli viene nostalgia delle sfortune precedenti, e a forza di non perdonarsi questi errori da rivendicazione, uno dal malcontento si fa morire veloce dentro e fuori, perché non ha più il coraggio di guardarsi in faccia e soprattutto, per starsi zitto dentro.

Tonino quanto ha dovuto tacere, ah sì ! e se li immaginava gli angeli in vetta che lo portavano sulla terra in posti migliori; no, non poteva saperlo invece come andava la faccenda povera anima; ma se è poi vero che al peggio non c’è limite, lui dal fondo guardava verso lalto che gli venivano i crampi al collo. Si è reso conto, come ogni essere umano passato per rinunce e patimenti, di quanto non ci sia limite al meglio; che è unaltezza infinita il meglio, più di quanto lo possa essere il dirupo profondo del peggio che quello, lo si può realmente toccare come nei casi di lasciarsi smorire dal fastidio di sé. Il meglio invece è sempre una condizione ideale che nessuno mai tocca con una mano vera. Infatti ci si inventa il paradiso. Linferno invece è una condizione quotidiana, che arrivano le fiamme in un momento qualsiasi a bruciarti i buoni sentimenti anche ce ne fossero.


09 maggio 2009

L'orfeo marino


Mi è sempre sembrato un sogno; tutto dalla felicità allo sgomento, ed io non so... anche qui oggi in questa spiaggia cosa sia vero o cosa no. Vorrei scappare. Scampare. E tu? Tu cosa ne pensi ? Tu che mi dormi dentro, Tu che forse nel sonno hai capito? Forse.

-"Ma scampare da cosa? E' una bella pretesa piccola mia... questo è il pianeta Terra. Questo è il Sogno. Perché insistere nel volerne fare qualcosa di solido? Cosa cercavi? cos'hai trovato?""Questa è una buona domanda chieditelo".

- Ho trovato solo desolazione. Una sterminata spiaggia che spiaggia non era, no! una spiaggia che poi man mano che la si cammina con l'odore dei morti alle spalle, e la visione dei morti davanti, è sterminata. L'illusione che ci fosse un mare che unisce le terre, poi guardi in là e invece c'è ancora sabbia, era un deserto Vincent, non c'era più il mare, solo un morto che accartocciato su se stesso sembrava essere cullato come ultimo grembo dalle onde. Era un'illusione anche quella, forse un miraggio da sole. Mi pare che non ci possa essre pace neanche là, dopo, oltre l'orizzonte che unisce terra e cielo. Scampare, sì vorrei scampare, prima di tutto dalle paure.

Ci sono tante parole di morte che perseguitano. La televisione che rimbomba nell'animo. I tuoi sogni di aerei militari che sganciano carraramati al posto di bombe, di te che cerchi di correre al riparo ed incontri una bambina che invece se ne sta ferma e ti guarda con gli occhi tristi, e che se ne frega del bombardamento.

Tutto questo mi pare così reale ora. Più di tanta altra realtà, che esiste, ma è inutile. Oh Vincent, a volte come vorrei appartenere ai tuoi sogni, essere quella bambina dagli occhi tristi, che se ne frega della pioggia di carrramati e dei campi minati. E invece, oltre ai funerali dei giorni che si seguono e non danno il tempo di seppellirli inquinando l'aria, devo pensare ad altro, alla realtà che non mi interessa.

Non voglio più vedere nessuno, mi fanno male le persone, non voglio più vedere nessuno. Mi pare di avere dentro un diavolo, un diavolo che non esce da questo demone di corpo. Non avrò nessun altro. Lo giuro, se non posso avere te, e i tuoi sogni. Lo so che sono bugiarda. Non posso farci nulla, è la mia natura, e poi... odio dare soddisfazioni alle persone. Voglio scappare. Farò soldi così potrò stare lontana da tutti quelli che voglio, non darò più soddisfazioni a persone che detesto...

-Credi che loro abbiano bisogno di te? Eh lo credi veramente? Ma cosa pensi. Eh, a me pare di sapere cosa pensi.

-Forse no Vincent, forse non lo sai. Io sto male con loro.

"Allora eh, come farai? Cosa dirai ? "Non farò più sesso con nessuno...metto in una scatola da scarpe l'umanità, penserò soltanto a fare denaro per non pensare." E' questo, è davvero questo quello che pensi? Certo non è un problema soltanto tuo. Gli antichi Maya, usavano sacrifici umani; poi abbiamo preferito trasformare il sangue in denaro. Molto più conveniente, ma ora abbiamo solo voglia di non perdere denaro-sangue. "Oh mioddio devo fare qualcosa per recuperare denaro, non posso vivere senza" ah sì!?.... Ma senza sangue come la mettiamo?... Il pesce-spada è svanito, la vasca è solitaria; proprio così come Denver quando è stata abbandonata dagli eroi... nessuno piangeva, ma il cuore è gonfio di tristezza. era meglio quando i Serafini leccavano la carne di chiunque gli regalasse un sorriso. - Scampare da cosa? Cercare cosa? Pensaci bene; strana pretesa amore mio...

- Non cercavo nulla. Mi ci sono semplicemente ritrovata. Senza volere si va sempre incontro a qualcosa, anche se non lo cerchi. Si è qui, comunque in questa amalgama indefinita di organico e inorganico, spesso distrutto, disidratato, marcio. Ho cercato di andarmene via, senza saperlo, per riscattare una saga sprofondata.